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Esteri

Zelensky incontra i leader baltici e dice all’Ue: fermate Mosca o addio est Europa

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Dopo l’Ucraina, Vladimir Putin potrebbe attaccare i Paesi dell’Europa orientale. Per questo va fermato subito. L’affondo del presidente Volodymyr Zelensky arriva nel corso del suo intervento al Parlamento estone nel giorno in cui i presidenti dei tre Stati baltici e della Polonia sono a Kiev per una visita che va oltre la solidarieta’ e punta a rafforzare quell’asse della ‘nuova Europa’ che si sta saldando attorno ai timori sollevati dall’invasione russa. “Possiamo fermare la Russia o perdere l’intera Europa orientale. Se l’Europa perde tempo, la Russia se ne servira’ per espandere la zona di guerra ad altri Paesi”. L’appello accorato del presidente ucraino rimbalza dallo schermo e va oltre l’aula di Tallin, fino alle capitali dei Ventisette, fino a Bruxelles, ai palazzi delle Istituzioni, al quartier generale della Nato, martellati quotidianamente dalle richieste di Kiev che sembrano sempre troppe a un’Europa che non ama le accelerazioni. Ma la Polonia, i baltici e gli altri dal 24 febbraio non dormono sonni tranquilli e dormiranno ancor peggio dopo la visita di oggi tra le macerie di Borodyanka, dove “il lato oscuro dell’umanita’ ha mostrato il suo volto”, come ha scritto su Twitter il presidente lituano Gitanas Nauseda ribadendo che “i crudeli crimini di guerra commessi dall’esercito russo non rimarranno impuniti”. “L’Ucraina sente il supporto forte e affidabile di ciascuno di voi”, ha detto Zelensky accogliendo a Kiev oltre a Nauseda, i capi di Stato di Polonia Andrzej Duda, Lettonia Egils Levits ed Estonia Alar Karis. Le foto rilanciate su Telegram sono molto lontane dallo standard dei cerimoniali e raccontano di un fronte che la guerra sta cementando. Zelensky al centro dei quattro presidenti – una sorta di scudo simbolico – con la mano una sopra l’altra in segno di unita’ e compattezza, la stretta di mano con Duda che diventa un abbraccio. “Vi sono grato per aver capito che l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea non e’ solo una questione economica o una politica astratta. E’ una questione di sicurezza e di garanzie per il mantenimento della liberta’ e della democrazia nell’Europa centrale e orientale”, aveva detto in mattinata Zelensky ai parlamentari di Tallin parlando della manifestazione del 26 febbraio con decine di migliaia di persone nella storica piazza Wabaduz come di una “bella pagina della nostra storia comune”. Intanto dall’est e dal centro dell’Europa arrivano altri segnali. La Repubblica Ceca oggi ha riaperto la sua ambasciata a Kiev. Lo stesso fara’ la sede diplomatica della Moldavia che tornera’ da Leopoli nella capitale dopodomani. Perfino il premier ungherese Viktor Orban, all’indomani del voto che lo ha rieletto, ha chiarito la sua condanna dell’aggressione russa all’Ucraina. Ma Zelensky ha bisogno di aiuti molto piu’ concreti, ovvero armi. Altrimenti, ha avvertito, per il suo Paese sara’ “un bagno di sangue”.

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Putin: “La riconciliazione con il popolo ucraino è inevitabile. È solo questione di tempo”

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“La riconciliazione con il popolo ucraino è inevitabile, ma è solo questione di tempo”. Così il presidente russo Vladimir Putin si è espresso in un’intervista concessa al giornalista Pavel Zarubin per il documentario “Russia. Cremlino. Putin. Venticinque anni”, prodotto dalla rete statale Rossiya 1 e in onda questa sera.

Nel colloquio, Putin torna a parlare del conflitto con l’Ucraina, dichiarando che, nonostante l’attuale tragedia in corso, il riavvicinamento tra i due popoli “sarà possibile”. Secondo il presidente, la Russia “non ha dato inizio prima all’operazione speciale” perché “credeva negli accordi di Minsk” e voleva risolvere pacificamente il conflitto nel Donbass.

“Abbiamo forza per concludere ciò che abbiamo iniziato”

Putin ha anche ribadito che Mosca “ha abbastanza forza e risorse per portare a una conclusione logica quanto iniziato nel 2022”, sottolineando che questo potrà avvenire “senza ricorrere all’uso di armi nucleari in Ucraina”. Un’affermazione che appare tanto rassicurante quanto carica di implicazioni strategiche: il Cremlino si dice fiducioso nel raggiungimento dei propri obiettivi militari, ma resta sul piano convenzionale.

“I rapporti con la Cina garantiscono stabilità globale”

Nel documentario, Putin ha anche toccato il tema delle relazioni internazionali, definendo l’alleanza con la Cina come un “fattore di stabilità globale”. “La turbolenza nel mondo sta solo aumentando – ha dichiarato – e le nostre relazioni così affidabili e stabili con la Cina rafforzano la stabilità mondiale semplicemente perché esistono”. Un chiaro segnale a Occidente, nel mezzo di un riassetto degli equilibri geopolitici.

Il documentario-intervista, che celebra i 25 anni al potere di Vladimir Putin, si presenta come un ritratto personale e politico del leader del Cremlino in un momento storico delicatissimo, tra guerra, sanzioni, isolamento e un crescente asse con Pechino.

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Mosca, Xi Jinping in visita in Russia dal 7 al 10 maggio

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Il presidente cinese Xi Jinping si recherà in visita ufficiale in Russia dal 7 al 10 maggio. Lo fa sapere il Cremlino, confermando la sua partecipazione alle celebrazioni del 9 maggio dell’80/o anniversario della vittoria sovietica sulla Germania nazista nella Seconda guerra mondiale.

La presidenza russa ha affermato che Xi Jinping parteciperà anche a colloqui bilaterali sullo “sviluppo di un partenariato globale e di un’interazione strategica” e sulle “questioni attuali dell’agenda internazionale e regionale”. Si prevede che saranno firmati una serie di documenti bilaterali tra governi e ministeri russo e cinese, ha aggiunto il Cremlino. In alcuni commenti trasmessi dalla televisione cinese, un portavoce del ministero degli Esteri ha sottolineato i legami storici e strategici tra i due Paesi e ha aggiunto che Xi terrà dei colloqui con Putin in un momento in cui “l’ordine internazionale sta attraversando profondi cambiamenti”.

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Zelensky: Mosca chiede tregua mentre ci bombarda, cinismo

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“I russi chiedono una tregua per il 9 maggio, mentre attaccano l’Ucraina ogni giorno: questo è cinismo di altissimo livello”: lo scrive su X il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky dopo il raid notturno su Kiev. “Solo questa settimana la Russia ha utilizzato contro l’Ucraina più di 1.180 droni da attacco, 1.360 bombe aeree guidate e 10 missili di vario tipo”, ha aggiunto. Per Zelensky, “è necessario un vero cessate il fuoco. L’Ucraina è pronta alla tregua a ogni momento, ma non deve durare meno di un mese, per porre fine alla guerra” e “che sia non solo per i loro giorni festivi ma ogni giorno”.

“Solo questa settimana la Russia ha utilizzato contro l’Ucraina più di 1.180 droni da attacco, 1.360 bombe guidate e 10 missili di vario tipo”, ha sottolineato Zelensky, aggiungendo: “Per tutta la notte, i soccorritori a Kiev hanno spento incendi di case e auto dopo gli attacchi dei droni russi contro le zone residenziali. Purtroppo, ci sono bambini e adulti colpiti. A tutti è stata fornita l’assistenza necessaria. C’è stato un incendio a Cherkasy: un dormitorio normale stava bruciando”.

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