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Vi spiego perche i Conservatori e Boris Johnson vogliono distruggere la BBC

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Prima della vittoria elettorale dei conservatori lo scorso dicembre 2019, Boris Johnson suggerì che la BBC, che si è scontrata spesso con i conservatori durante le elezioni, subisse un grande cambiamento se avesse vinto le elezioni. Boris sin da allora sta valutando se sia giusto pagare un canone annuale di £ 154,50 per tutte le case che posseggono una TV. Come primo passo, il canone potrebbe essere depenalizzato, ponendo fine al potere della società di perseguire i non pagatori legalmente.

Boris dice: “Per quanto tempo puoi giustificare un sistema in base al quale tutti coloro che hanno una TV devono pagare per finanziare un determinato set di canali BBC TV e radio? Per chi vive in Inghilterra la BBC è l’unico canale dove i programmi non sono interrotti dalla pubblicità. Per gli addetti ai lavori la BBC rapresenta qualità televisva sia sul lato editoriale che tecnico. Insomma BBC si scrive con tutte le 3 lettere maiuscole poichè è un istituzione. Siamo tutti cresciuti con essa quando i nascenti canali commerciali non facevono altro che disturbare con i loro spot. BBC News alle 21 era il paese raccontato la sera, Fawlty Towers la commedia per eccellenza ed i suoi presentatori e programmi ci hanno fatto capire dove andavamo. Alcune settimane fa Boris ci ha riprovato suggerendo: “Per la prima volta nella sua storia, la BBC potrebbe dover scambiare il canone con un servizio di abbonamento tipo Netflix”. Gli alti membri del governo hanno infatti riferito al Sunday Times che il primo ministro Boris Johnson sta prendendo di mira la stazione dopo aver deciso che la BBC ha bisogno di una “potatura” delle sue capacità. Apparentemente, questo potrebbe vedere una riduzione non solo dei canali TV e delle stazioni radio, ma anche di un grande cambiamento del suo vasto sito web.

Un portavoce della BBC ha dichiarato ai giornali: “La BBC svolge un ruolo importante per il Paese in patria e all’estero, essa è il fondamento del nostro mondo che batte le industrie creative e raggiunge milioni di persone ogni giorno. Il pubblico la sostiene e sicuramente avranno le loro opinioni sul suo futuro”. Ma veramente la BBC dà fastidio a Boris? Siamo cattivi per un momento: il giornalismo della BBC è stato sempre impeccabile quindi anche durante le ultime elezioni per chiarezza di cronaca la stazione ha incominciato ad analizzare le promesse elettorali di Boris e tuttora continua nelle conferenze stampa a mettere Boris sotto la lente d’ingrandimento. Anche Sky News e Channel 4 lo fanno ma esse sono stazioni commerciali mentre la BBC è una struttura statale ed allora Boris può attaccarla facilmente. Può infierire, minacciarla e farla diventare un giocatto nelle sue mani esattamente come Donald Trump fa con alcune stazioni americane che lui definisce fake news.

Boris dopo la vittoria elettorale ha publicizzato una serie di lavori sul sito governativo cercando esperti di comunicazione per Downing Street al punto tale che anch’io ci stavo facendo un pensierino. I lavori disponibili richiedevono la seguente esperienza: “Lavorando a stretto contatto con colleghi e dipartimenti governativi dovrai aiutare a modellare i messaggi e consigliare sulla gestione dei media al fine di garantire che le comunicazioni del governo soddisfino le priorità del primo ministro”. Cioè in poche parole i comunicati stampa li fai come dice Boris. Questo spiega la nascita dei canali di Boris sui social network. Boris essendo stato giornalista, capisce il potere dei media fin troppo bene e quindi con la scusa del canone ha iniziato, a mio avviso, il suo attacco contro chi non serve bene ai suoi intenti e visione politica. Esistono ancora su internet delle crowfunding dove si raccolgono fondi per processare Boris per le sue bugie dette durante il referendum per uscire dall’Unione Europea. Siamo però nell’era politica dove si fa il tifo per un politico. Quello che dice non conta pù e la BBC ormai sembra arcaica almeno per Boris. Se la BBC muore allora muore il racconto della storia di un paese oppure la sua storia verrà irrimediabilmente distorta.

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Esercito libanese: smantellato il 90% delle strutture di Hezbollah nel sud Libano

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L’esercito libanese ha smantellato “oltre il 90 per cento” dell’infrastruttura militare del gruppo filo-iraniano Hezbollah nel Libano meridionale, vicino al confine con Israele, ha dichiarato un funzionario all’Afp. “Abbiamo completato lo smantellamento di oltre il 90 percento delle infrastrutture di Hezbollah a sud del fiume Litani”, ha dichiarato un funzionario della sicurezza, a condizione di mantenere l’anonimato. L’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah libanese prevede lo smantellamento delle infrastrutture di Hezbollah.

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Guterres ‘inorridito’ dagli attacchi in Darfur

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  Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, “è inorridito dalla situazione sempre più catastrofica nel Darfur settentrionale, mentre continuano gli attacchi mortali alla sua capitale, Al-Fashir”. Lo ha detto il portavoce del Palazzo di Vetro, Farhan Haq. La città nel Sudan occidentale è sotto assedio da parte delle Forze di Supporto Rapido paramilitari, guidate dal generale Mohamed Hamdan Daglo, che da due anni combattono contro l’esercito del generale Abdel Fattah al-Burhan. Il portavoce ha riferito che Guterres ha anche espresso preoccupazione per le segnalazioni di “molestie, intimidazioni e detenzione arbitraria di sfollati ai posti di blocco”. In questa situazione, l’entità dei bisogni è enorme, ha sottolineato Haq, citando le segnalazioni di “massacri” avvenuti negli ultimi giorni a Omdurman, nello stato di Khartoum.

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Kiev: grati per firma accordo con gli Usa, favorirà entrambi

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“Sono grata a tutti coloro che hanno lavorato per l’accordo e lo hanno reso più significativo. Ora il documento è tale da garantire il successo per entrambi i nostri Paesi, Ucraina e Stati Uniti”: così la vicepremier ucraina Yulia Svyrydenko ha commentato le intese siglate tra Kiev e Washington, secondo quanto riferito dai media ucraini. “Il 30 aprile, Ucraina e Stati Uniti hanno firmato un accordo sui minerali, atteso da tempo, che istituisce un fondo di investimento congiunto in Ucraina”, ha annunciato Svyrydenko, che oggi era a Washington per firmare l’accordo quadro a nome dell’Ucraina. Ha firmato il documento insieme al Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent (nella foto in evidenza).

Poco prima della firma dell’accordo a Washington il premier ucraino Denys Shmyhal aveva annunciato il via libera del suo governo, precisando che il Fondo di Investimento per la Ricostruzione sarà gestito congiuntamente da Kiev e Washington in un partenariato paritario, con entrambe le parti che contribuiranno al fondo. Secondo Shmyhal, i futuri aiuti militari degli Stati Uniti possono essere considerati contributi al fondo, ma l’assistenza precedente non è inclusa.

“L’accordo – ha precisato – non prevede alcun obbligo di debito”, ha affermato Shmyhal, e l’Ucraina manterrà “il pieno controllo sul sottosuolo, sulle infrastrutture e sulle risorse naturali”, ha affermato. L’istituzione del fondo non interferirà, inoltre, con il percorso dell’Ucraina verso l’adesione all’Unione Europea.

Svyrydenko ha confermato queste clausole in un post sui social media, aggiungendo che le aziende statali ucraine come Energoatom e Ukrnafta manterranno la proprietà statale e che l’accordo è conforme alla Costituzione ucraina. Il fondo sarà alimentato esclusivamente dai proventi derivanti dalle licenze di nuova emissione: “Stiamo parlando del 50% dei fondi provenienti dalle nuove licenze per progetti nel campo dei minerali critici, del petrolio e del gas che andranno a bilancio dopo la creazione del Fondo”, ha scritto.

“I proventi derivanti da progetti già avviati o i proventi a bilancio non sono inclusi nel Fondo. L’accordo prevede un’ulteriore cooperazione strategica”. Le entrate e i contributi del fondo non saranno tassati né in Ucraina né negli Stati Uniti, ha aggiunto. Come parte dell’accordo, gli Stati Uniti contribuiranno ad attrarre ulteriori investimenti e tecnologie in Ucraina, ha affermato Svyrydenko.

Secondo il Washington Post (Wp), l’accordo non fornisce garanzie concrete di sicurezza all’Ucraina. Esso sancisce invece un “allineamento strategico a lungo termine” tra le due nazioni e promette agli Stati Uniti “il sostegno alla sicurezza, alla prosperità, alla ricostruzione e all’integrazione dell’Ucraina nel contesto economico globale”.

L’accordo non include, inoltre, alcun riferimento alla centrale nucleare di Zaporizhzhia (ZNPP) occupata dai russi, riporta il Wp. Funzionari statunitensi avevano precedentemente suggerito di assumere il controllo dell’impianto nell’ambito di un futuro accordo di pace. L’accordo quadro Usa-Ucraina dovrà ora essere sottoposto al vaglio del parlamento di Kiev.

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