Collegati con noi

Esteri

Venezuela, Maduro mobilita 4,5 milioni di miliziani contro le minacce Usa

Nicolas Maduro ha annunciato la mobilitazione di 4,5 milioni di miliziani in Venezuela per rispondere al rafforzamento militare statunitense nei Caraibi.

Pubblicato

del

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha annunciato il dispiegamento di 4,5 milioni di miliziani in tutto il Paese, come risposta alle recenti mosse degli Stati Uniti nei Caraibi. L’annuncio arriva dopo che Washington ha raddoppiato a 50 milioni di dollari la ricompensa per la sua cattura.

Le milizie fondate da Chavez

La milizia venezuelana, istituita dall’ex presidente Hugo Chavez, conta secondo fonti ufficiali circa 5 milioni di membritra civili e riservisti. È posta sotto il comando diretto dell’esercito e rappresenta un pilastro della strategia di difesa interna di Maduro.

Missili per contadini e operai

Nel suo intervento televisivo, Maduro ha parlato di un piano speciale che prevede la distribuzione di armi e missili ai contadini e alla classe operaia, con l’obiettivo di difendere la sovranità e la pace del Venezuela. Ha definito le pressioni statunitensi una “sporca ripetizione di minacce stravaganti, fantastiche e bizzarre”.

La pressione degli Stati Uniti

Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha confermato il dispiegamento di forze navali e aeree statunitensi nei Caraibi, presentandole come parte di una più ampia operazione antidroga. Tuttavia, a Caracas la mossa è stata interpretata come un segnale diretto a Maduro, già accusato da Washington di essere coinvolto in un cartello internazionale della droga.

Advertisement

Esteri

In Messico accuse contro Miguel Alfonso Meza: scontro con la giudice legata a “El Chapo”

l presidente di Defensorxs, Miguel Alfonso Meza, accusa la giudice Silvia Delgado, ex legale di “El Chapo”, di aver avviato un’indagine arbitraria che viola libertà di espressione e privacy.

Pubblicato

del

Il presidente dell’organizzazione Defensorxs, Miguel Alfonso Meza, ha denunciato di essere stato accusato di presunta violenza politica di genere dalla giudice eletta Silvia Delgado, nota per aver fatto parte del collegio difensivo di Joaquín “El Chapo” Guzmán.

L’inchiesta dell’Istituto elettorale di Chihuahua

Secondo quanto riferisce il quotidiano messicano El Universal, l’Istituto statale elettorale (Iee) di Chihuahua ha aperto contro Meza un’inchiesta di 848 pagine, richiedendo a Meta, TikTok, al Sat e alla compagnia telefonica dell’attivista la consegna dei suoi dati personali. Tutti gli enti interpellati si sarebbero rifiutati, ad eccezione di Meta, che avrebbe fornito informazioni come numero di cellulare ed email, poi condivise dall’Iee anche con privati, tra cui la stessa Delgado.

La difesa di Meza e le accuse sui legami con Guzmán Loera

Meza ha precisato che non gli è stata notificata formalmente la denuncia, e che le sue pubblicazioni non miravano a screditare la giudice per il suo genere, bensì a evidenziare i legami professionali con la famiglia Guzmán Loera, ritenuti un potenziale rischio per l’amministrazione della giustizia.

Delgado ha partecipato a diversi procedimenti come difensore di “El Chapo”, figurando anche in un documentario sui legali dei cartelli e presentandosi pubblicamente come orgogliosa difensora del narcotrafficante.

Libertà di espressione e tutela dei dati

Secondo Meza, l’inchiesta avviata dall’Iee rappresenta un atto arbitrario e sproporzionato, che viola i diritti fondamentali di libertà di espressione, privacy e sicurezza dei cittadini, oltre a rivelare un doppio standard rispetto ad altre campagne giudiziarie mai indagate.

Continua a leggere

Esteri

Trump accelera sul dossier Ucraina, ma Putin prende tempo

Donald Trump cancella le ferie e spinge per un negoziato tra Putin e Zelensky. Pressioni su Orban per l’ingresso di Kiev nell’Ue, ma Mosca rallenta.

Pubblicato

del

È “più difficile” di quanto pensasse, ma Donald Trump non sembra intenzionato a rinunciare al suo obiettivo: chiudere la guerra in Ucraina nel più breve tempo possibile. Dopo i vertici con Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky – accompagnato dai leader europei – il presidente americano ha deciso di cancellare le ferie d’agosto e di concentrare i suoi sforzi diplomatici.

La strategia di Trump e la pressione sugli alleati

Il tycoon ha rinunciato al riposo nel golf club di Bedminster, nel New Jersey, per “battere il ferro finché è caldo”, come spiegato dalla portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt. Ha inoltre chiamato il suo alleato europeo più stretto, Viktor Orban, per convincerlo a rimuovere il veto sull’ingresso di Kiev nell’Unione europea. Durante la conversazione, secondo Bloomberg, il premier ungherese avrebbe proposto di ospitare un eventuale faccia a faccia Putin-Zelensky a Budapest, pur confermando la sua contrarietà all’allargamento dell’Ue.

Le resistenze di Mosca

Un incontro diretto tra il leader del Cremlino e il presidente ucraino appare però difficile. Putin, che più volte ha definito Zelensky un “burattino dell’Occidente”, dovrebbe rompere la narrazione interna costruita per giustificare l’invasione. Un vertice rischierebbe infatti di smascherare il doppio gioco di Mosca: da un lato dichiarazioni di apertura alla pace, dall’altro una nuova escalation militare nell’est del Paese. Per questo, lo “zar” sembra voler prendere tempo, pur consapevole che un rifiuto potrebbe irritare Trump, che ha già ventilato nuove sanzioni contro la Russia.

Trump tra impazienza e istinto

Sono ottimista, devo esserlo. Ma pensavo sarebbe stato più facile”, ha ammesso Trump in un’intervista con lo scrittore conservatore Mark Levin, spiegando di agire soprattutto “d’istinto” nelle trattative con Russia e Ucraina. L’ex presidente non è noto per la pazienza, e la pressione su Mosca e sugli alleati europei indica la sua volontà di imprimere una svolta al processo negoziale.

Continua a leggere

Esteri

La Casa Bianca sbarca su TikTok: Trump lancia il nuovo account ufficiale

La Casa Bianca debutta su TikTok con Donald Trump. Il presidente USA, un tempo contrario alla piattaforma, ora la difende e punta a 170 milioni di utenti in vista delle elezioni 2026.

Pubblicato

del

La Casa Bianca apre il suo account ufficiale su TikTok e conquista subito l’attenzione: nei primi sessanta minuti ha già raccolto oltre 4.500 follower, un dato che, secondo l’amministrazione, rappresenta solo l’inizio. L’esordio è avvenuto con un breve video del presidente Donald Trump, che guarda in camera e dichiara: “Sono la vostra voce”.

Trump e la svolta su TikTok

Se durante il suo primo mandato Trump si era schierato contro la popolare piattaforma, oggi il suo atteggiamento è radicalmente cambiato. Determinante è stato il ruolo che TikTok ha giocato nella sua vittoria elettorale, spingendolo a considerarla un canale indispensabile per comunicare con milioni di americani, soprattutto giovani.

Lo spettro del divieto e la questione sicurezza

L’apertura del nuovo account avviene in un momento delicato: Trump ha più volte fissato e rinviato la scadenza per la vendita della divisione americana di TikTok, controllata dalla cinese ByteDance, pena il divieto negli Stati Uniti. L’ultima data fissata è il 17 settembre. Dal Congresso, intanto, arrivano critiche sul rischio per la sicurezza nazionale e sull’atteggiamento troppo morbido del presidente.

Il nodo Pechino e la tregua commerciale

Un ulteriore ostacolo è rappresentato dalla necessità di ottenere il via libera di Pechino a una possibile vendita. Un passaggio tutt’altro che scontato, anche se i rapporti tra Cina e Stati Uniti si sono recentemente distesi grazie alla tregua commerciale firmata nei mesi scorsi.

La strategia della comunicazione politica

“La nostra amministrazione è impegnata a comunicare i successi storici di Trump al maggior numero di spettatori e sulle piattaforme più diffuse”, ha spiegato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt. L’apertura di TikTok segna così un passo decisivo nella strategia verso le elezioni di metà mandato del 2026, puntando a raggiungere direttamente i 170 milioni di americani che usano l’app ogni giorno.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto