Collegati con noi

Cinema

Venezia lancia “Joker” a Oscar, Monica Bellucci sfila con l’ex marito Vincent Cassel

Pubblicato

del

Aprira’ Venezia, come da qualche anno, la strada per gli Oscar a qualcuno dei suoi film? Dopo Gravity, La La Land, La forma dell’acqua, Roma di Cuaron lo scorso anno, l’edizione 76 della Mostra del cinema potrebbe essere apripista per Joker, il film di Todd Phillips con Joaquin Phoenix ad interpretare magistralmente la maschera del clown piu’ cattivo. Grandi applausi nel quarto giorno del festival per un’opera che mette Batman sulla strada della Casa di Carta e aggiunge alle attese mainstream di un kolossal dai fumetti la dimensione sociale, di lotta di classe in cui gli invisibili reietti della societa’ si ribellano. Oltre l’attore, che qui a Venezia nel 2012 vinse la Coppa Volpi per The Master di Paul Thomas Anderson e dopo varie candidature agli Oscar con Joker puo’ tornare a sperare, altre sono le scintille sul tappeto rosso. Come Cate Blanchett arrivata a sorpresa per Joker e come l’incontro dei due ex, Monica Bellucci e Vincent Cassel, tornati per l’occasione a sfilare insieme per Irreversible – Inversion Integrale di Gaspar Noe’, scandaloso e violento e oggi cult movie del 2002.

Rifarebbe oggi quel film? “Penserei molto alle mie figlie e a come possano reagire loro e i compagni di scuola. Insomma ci penserei due volte”, ha detto la Bellucci. Di Joker in sala dal 3 ottobre, Phoenix ha detto: ”Dovevo interpretare un personaggio difficile da definire a cui nessun psichiatra possa mai attribuire una patologia specifica”. Basato sull’omonimo personaggio dei fumetti DC Comics, il film con Robert De Niro conduttore tv, racconta la storia delle origini del personaggio. Chi e’ mai Joker-Phoenix? Un loser, assistito dai servizi sociali che diventa a un certo punto un eroe per i poveri di Gotham City quando, vestito da clown, spara a tre broker di Wall Street che lo stanno bullizzando in metropolitana. Anarchico, ribelle animato di violenza e di una risata che atterrisce, Joker ha l’aria smagrita e gli occhi pazzoidi con cui Phoenix impressiona. Nel concorso anche Ema del regista cileno Pablo Larrain, un musical su una dark lady e la sua famiglia allargata. Fuori concorso e’ passato un regista che ad 86 anni (gli stessi di Roman Polanski il cui film J’Accuse e’ stato applaudito ieri) continua ad incidere con il suo cinema: Costa-Gavras.

Il regista e’ tornato nella sua patria, la Grecia, per raccontare con la tensione di un thriller e una trama da tragedia la crisi economica di 10 anni fa. S’intitola Adults in the Room, dall’omonimo libro dell’ex ministro delle finanze greche Yanis Varoufakis e mette in scena le interminabili drammatiche riunioni del nuovo governo greco della sinistra radicale di Alexis Tsipras con l’Eurogruppo per convincere il potere dell’Unione Europea a rinegoziare il debito ed evitare una ancora piu’ grave crisi umanitaria e sociale in Grecia.

“L’Europa e’ diventata un continente non liberale – ha detto Costa-Gavras, insignito del premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker – e’ stata nel passato recente mal gestita e diretta, spero da cittadino che la nuova dirigenza ponga le basi del cambiamento. Il momento e’ delicato: in tanti paesi c’e’ un populismo emergente come quello che negli anni Venti porto’ alle catastrofi che conosciamo, bisogna fermarlo”.

Sempre Fuori Concorso presentato anche Vivere di Francesca Archibugi: ordinarie scene di vita in villetta a schiera di una famiglia sul punto di implodere, fra mancanza di soldi, tradimenti, troppi sacrifici, malattia e l’arrivo di una ragazza alla pari. Micaela Ramazzotti, Adriano Giannini tra i protagonisti. La quarta giornata si chiude con una buona notizia: un primo bilancio di dati dell’estate al cinema, la migliore in quanto a incassi degli ultimi 8 anni, risultato di Moviement – Al cinema tutto l’anno, l’iniziativa per allungare la stagione nelle sale. Con circa 138 milioni di euro si e’ superato di gran lunga l’obiettivo di 100 milioni, annunciato come previsione in primavera.

Advertisement

Cinema

Cristina Comencini: il cinema delle donne è una nuova ricchezza. Io dalla parte delle donne sempre

Cristina Comencini racconta al Corriere della Sera il successo de “Il treno dei bambini”, la sua visione sul cinema delle donne, la politica e il suo nuovo amore.

Pubblicato

del

Cristina Comencini (le foto sono di Imagoeconomica), con il suo ultimo film “Il treno dei bambini” tratto dal romanzo di Viola Ardone e disponibile su Netflix, ha raggiunto quasi trenta milioni di visualizzazioni. «Mi sembra incredibile», racconta, «ma credo che il tema profondo del dopoguerra, del trauma che la guerra lascia sui sentimenti, abbia colpito il pubblico di tutto il mondo».

Il cinema tra piattaforme e sale

«Portare la gente in sala è bellissimo, ma difficile. Le piattaforme e il cinema possono coesistere. L’importante è, come diceva mio padre Luigi Comencini, mantenere sempre la massima verità e bellezza in quello che si crea», afferma Cristina, riflettendo sulla trasformazione del mondo cinematografico.

Il successo e la nuova generazione di registe

Comencini riconosce l’importanza del successo ma non lo vive come un punto di arrivo: «È un mestiere da montagne russe». È felice dell’affermazione di tante donne nel cinema italiano, come Paola Cortellesi, sottolineando: «Il cinema si è finalmente aperto alle storie delle donne, arricchendosi di nuove prospettive».

Il rapporto con la famiglia e il film di Francesca Comencini

Cristina racconta il forte legame con le sorelle e commenta il film di Francesca Comencini su loro padre Luigi: «Una scelta giusta. Ognuno vive un padre a modo suo». Nessuna gelosia, ma un affetto profondo che ha sempre unito la famiglia.

CRISTINA COMENCINI REGISTA

Politica, femminismo e il ruolo di Giorgia Meloni

Comencini ribadisce la sua radice di sinistra e il suo impegno per il femminismo: «Il sostegno reciproco tra donne non deve mai venir meno». Sul premier Giorgia Meloni, pur nella distanza politica, riconosce: «Per la sua parte politica sta facendo bene».

I cambiamenti nell’estetica e il coraggio delle attrici

Parlando di Giovanna Mezzogiorno, Cristina denuncia il problema della discriminazione estetica nel cinema: «Finalmente si inizia a dare meno peso all’apparenza e più al talento».

La maternità precoce e l’amore ritrovato

Diventata madre a 18 anni, Cristina confida di non aver rimpianti: «Mi ha dato la ricchezza di tutto ciò che ho scritto». Oggi vive una nuova fase felice della sua vita con il documentarista francese François Caillat, tra Roma e Parigi.

Il futuro: un nuovo romanzo in arrivo

Cristina annuncia anche il suo prossimo romanzo, “L’epoca felice”, che uscirà a ottobre per Feltrinelli: «Parlerà dell’adolescenza e della capacità della vita di sorprenderci anche quando meno ce lo aspettiamo».

 

Continua a leggere

Cinema

Morto a 65 anni l’attore americano Val Kilmer

Pubblicato

del

È morto all’età di 65 anni l’attore americano Val Kilmer. Lo rende noto la famiglia, citata dal New York Times. Il decesso è avvenuto a Los Angeles a causa delle complicazioni di una polmonite, ha spiegato la figlia Mercedes Kilmer. All’attore era stato diagnosticato un cancro alla gola nel 2014, da cui era riuscito a guarire. Tra le sue tante interpretazioni si ricordano in particolare quella Jim Morrison in ‘The Doors’ del 1991 di Oliver Stone, quella di Iceman in ‘Top Gun’ del 1986 di Tony Scott e quella di Bruce Wayne in ‘Batman forever’ del 1995 di Joel Schumacher.

Continua a leggere

Cinema

Giovanni Bagnasco e “il mostro”: “Ho imparato a non essere vittima. La felicità è una responsabilità”

Nella serie L’arte della gioia è Ippolito, il “mostro” che conquista il cuore dello spettatore. Nella vita, Giovanni Bagnasco è un ragazzo di 25 anni con il volto segnato dalla sindrome di Treacher Collins e un’anima limpida che illumina ogni sua parola. In un’intervista al Corriere della Sera racconta la sua storia fatta di sfide, consapevolezza e rinascita.

Pubblicato

del

«Potrei scrivere un libro sugli sguardi. Da piccolo anche il non detto faceva male», racconta Giovanni Bagnasco. Il suo volto racconta una storia rara, segnata dalla sindrome di Treacher Collins, una malattia congenita che colpisce ossa e cartilagini del volto. Eppure, Giovanni ha imparato presto a distinguere tra due tipi di persone: «i cuori buoni e i cuori ciechi».

Cresciuto nella quiete di Chianciano Terme, tra campagna e spazi aperti, ha coltivato sogni artistici tra un lavoro da casellante e un corso di lingua dei segni mai concluso a causa del Covid. Fino all’improvviso incontro con il mondo del cinema, che lo ha accolto attraverso due provini superati: uno per Finalmente l’alba, l’altro con Valeria Golino per il ruolo di Ippolito.

“Il mostro” che racconta la forza interiore

«Il personaggio non è stupido, è solo stato isolato», gli dice Golino. E lui in quel ruolo riversa tutto: «la parte docile e quella vulcanica». Nessuna scuola di recitazione, ma la forza di una vita vissuta senza filtri. «Sul set, mentre giravo le scene più violente, pensavo ai momenti difficili vissuti», confessa.

E quando si parla d’aspetto, Giovanni è disarmante: «La parola ‘mostro’ non mi ferisce più, è solo una componente della mia vita». Da piccolo piangeva, si chiedeva “perché a me?”, ma oggi si è dato una risposta che lo guida: «Dovevo nascere così e basta. Fare la vittima non ti renderà felice».

L’amore, la musica, il futuro

Oggi è un attore emergente, ma anche un ragazzo che ha vissuto l’amore, che ha scritto testi rap, che ha lottato contro il dolore. «Ho ricevuto tanto e ho dato tanto», racconta. Sui social ci sta poco: solo per progetti artistici o per sostenere la onlus del suo chirurgo, la Smile House. «Da ragazzino, i social mi facevano male. Era una vita parallela».

La sua forza più grande è quella di saper vedere oltre: «Sembrerei più brutto se stessi sempre a disperarmi. Siamo tutti belli, se troviamo la nostra bellezza interiore».

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto