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Valanga in Pakistan, sono ancora vivi i quattro alpinisti italiani travolti

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Travolti da una valanga che si e’ staccata nella zona dell’Hindu Kush, in Pakistan, quando gli alpinisti erano ad appena 500 metri dalla vetta di una montagna inviolata. L’incidente ha interessato quattro italiani, che se la sono cavata con qualche frattura e un grande spavento. Uno scalatore pachistano invece e’ morto.

Tra i feriti c’e’ Tarcisio Bello’, il capo spedizione. Gli elicotteri dell’esercito pachistano oggi non sono riusciti a raggiungere la zona della valanga, anche se hanno avvistato il gruppo. Le condizioni meteorologiche non sono ottimali e la base della citta’ di Skardu si trova a circa 300 chilometri: i militari devono dunque organizzare i rifornimenti di carburante lungo la rotta. Martedi’ e’ previsto un nuovo tentativo da parte delle squadre di soccorso. Della spedizione fanno parte anche Luca Morellato, di Quinto Vicentino (Vicenza) come Bello’, Tino Toldo di Caltrano (Vicenza) e Davide Bergamin di Castelfranco Veneto (Treviso), oltre a tre pachistani: Nadeem, Shakeel e Imtiaz, quest’ultimo l’unica vittima. La vetta di 5.800 metri a cui il gruppo puntava sarebbe stata ribattezzata con il nome Lions Melvin Jones Peak: una dedica al fondatore del gruppo Lions che supporta Bello’ nel progetto umanitario che porta avanti da 13 anni nel paese di Ghotolti (Pakistan). Qui sono stati gia’ realizzati un pozzo e un ponte per raggiungere il paese e il prossimo obiettivo e’ di costruire una scuola per formare guide alpine pachistane.

La montagna era stata individuata nel 2017 da Francesco Rota Nodari, alpinista bergamasco che ha perso la vita a 40 anni nel marzo 2018 in val Camonica. Proprio a lui e all’amico Daniele Nardi, morto a febbraio insieme a Tom Ballard sul Nanga Parbat nel tentativo di conquistare lo Sperone Mummery, sarebbe stata dedicata l’impresa. Arrivata in Pakistan a inizio giugno, la spedizione aveva allestito il campo base a 3.650 metri e il campo 1 a 4.550 metri. Bello’ e’ un veterano delle pareti di mezzo mondo, mentre per il giovane Morellato, appena ventiduenne, questa e’ la prima spedizione. Da subito il gruppo ha dovuto confrontarsi con le forti nevicate, che hanno provocato le valanghe nell’area. Gia’ l’8 giugno c’era “molta neve per le frequenti precipitazioni di queste ultime settimane”, scriveva Bello’ sui social. “Abbiamo raggiunto un colle di 4980 metri sulla cresta tra il Lions Melvin Jones peak e il Pusdan peak che ne cela la vista dal fondovalle. Forse abbiamo individuato un passaggio per il grande corridoio di ghiaccio collegato alla vetta”, raccontava il giorno seguente. La sera di mercoledi’ scorso, 12 giugno, “la coda della perturbazione oltre a molta pioggia ci ha fatto una bella sorpresa con 10 cm di nevicata anche al campo base”. Nel post di venerdi’, 14 giugno, l’alpinista spiegava che “nel pomeriggio ha ripreso nevicare, se coprisse di nuovo le tracce sarebbe un bel problema”. Secondo le poche notizie trapelate dal Pakistan, i quattro alpinisti italiani non sarebbero in grave pericolo anche se la notte a oltre 5.000 metri di quota in attesa dei soccorsi non e’ uno scherzo.

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Usa: consigliere per la sicurezza nazionale Waltz lascia incarico dopo scandalo Signal

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Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Mike Waltz, e il suo vice Alex Wong hanno presentato le loro dimissioni, lasciando così l’amministrazione Trump. Lo riferisce Fox News, dopo le anticipazioni del Wall Street Journal. La decisione è dovuta alle polemiche scatenate dal “Signalgate”, la pubblicazione da parte del direttore dell’Atlantic, Jeffrey Goldberg, di uno scambio in una chat su Signal riservata in cui Waltz aveva inavvertitamente incluso lo stesso giornalista, rivelando la preparazione di attacchi contro i ribelli Houthi in Yemen. Waltz si era assunto la piena responsabilità dell’incidente.

 

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Zelensky: l’accordo sulle terre rare è davvero equo

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accoglie con favore in un post su Telegram l’accordo “davvero equo” firmato con Washington sulle terre rare. “Abbiamo ora il primo risultato dell’incontro in Vaticano, il che lo rende davvero storico. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio”, ha detto il leader ucraino.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accoglie con favore in un post su Telegram l’accordo “davvero equo” firmato con Washington sulle terre rare. “Abbiamo ora il primo risultato dell’incontro in Vaticano, il che lo rende davvero storico. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio”, ha detto il leader ucraino.

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Bisnonna inglese 115enne diventa la persona più anziana al mondo

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Una bisnonna britannica di ben 115 anni ha raccolto questa settimana la palma di persona più vecchia del mondo – stando alle statistiche internazionali censite – dopo l’annuncio della morte di uno suora 116enne in Brasile. Lo racconta oggi con dovizia di particolari il Daily Telegraph. La nuova titolare del record di longevità si chiama Ethel Caterham ed è nata il 21 agosto del lontano 1909 in un villaggio dell’Hampshire, in Inghilterra meridionale: prima del diluvio della Grande Guerra, mentre sul trono di quello che era ancora l’Impero britannico sedeva re Edoardo VII, figlio della regina Vittoria, bisnonno della defunta Elisabetta II e trisavolo dell’attuale monarca, il 76enne Carlo III.

Ultima di 8 figli, nonna Ethel vive attualmente in una residenza per anziani nella contea del Surrey, pure in Inghilterra del sud, dove – dopo l’ufficializzazione del suo primato – ha ricevuto una lettera personale di re Carlo: che si felicita per il “rimarchevole traguardo” da lei raggiunto. Tuttora lucida, Catheran è in grado di ricordare le tappe salienti della sua vita.

A 18 anni si trasferì nell’India coloniale, assunta come au pair nella famiglia di un ufficiale dell’esercito di Sua Maestà; poi, al ritorno in Gran Bretagna, conobbe a una festa il futuro marito Norman, sposato nel 1933 e col quale ha vissuto a Hong Kong e a Gibilterra prima di tornare in terra inglese. Rimasta vedova quasi mezzo secolo fa, nel 1976, Ethel ha smesso di guidare solo alla soglia dei 100 anni. Mentre a quasi 111 è riuscita a guarire pure da un contagio di Covid. Il segreto della sua longevità? “Non aver litigato con nessuno”, ha risposto a un giornalista.

Oltre alla scelta di dare priorità “alla famiglia, la cosa più importante dell’esistenza”, ai figli, ai nipoti e ai pronipoti. A una testata locale ha spiegato del resto di non avere rimpianti, di essere “felice d’aver girato il mondo” fino ad approdare in “questa bella casa” di riposo in patria: “Ho detto sì a ogni opportunità di vita, mantenendo un’attitudine mentale positiva e accogliendo ogni cosa con moderazione”. Giusto l’anno scorso il Regno Unito aveva celebrato la conquista del record di un altro suddito britannico come ‘uomo più anziano del pianeta’: record ereditato da un giapponese e detenuto per qualche mese nel 2024 dal veterano di guerra John Tinniswood, deceduto a novembre a 112 anni d’età.

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