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Trump sconfitto dalla Corte Suprema sul caso Stormy Daniels: la sentenza resta valida

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La Corte Suprema americana ha respinto la richiesta del presidente eletto Donald Trump di bloccare la sentenza di condanna relativa al caso di New York che coinvolge la pornostar Stormy Daniels. La sentenza è attesa oggi alle 15:30 (ora italiana). La decisione, presa con cinque voti favorevoli e quattro contrari, rappresenta una sconfitta significativa per Trump, arrivando a pochi giorni dal suo insediamento ufficiale come presidente degli Stati Uniti.

Trump aveva sostenuto che la sentenza sarebbe stata una distrazione per il suo team di transizione e aveva chiesto alla Corte di intervenire per bloccarla. Tuttavia, la maggioranza dei giudici ha deciso di procedere, respingendo le argomentazioni del presidente eletto.

La reazione di Trump

In un messaggio sul suo social Truth, Trump ha espresso la sua frustrazione per la decisione della Corte Suprema:
“Apprezzo il tempo e lo sforzo della Corte Suprema nel cercare di rimediare alla grande ingiustizia che mi è stata fatta: per il bene e la santità della presidenza, farò appello contro questo caso e sono fiducioso che la giustizia prevarrà. I patetici e morenti resti di questa caccia alla streghe contro di me non ci distrarranno.”

Le parole di Trump riflettono il suo continuo impegno a respingere le accuse e a difendersi contro quella che definisce una “caccia alle streghe”.

Il caso del rapporto sul 6 gennaio

Parallelamente, la Corte d’Appello dell’11° Circuito ha aperto la strada alla pubblicazione del rapporto del procuratore speciale Jack Smith sugli eventi del 6 gennaio 2021 e sugli sforzi di Trump per ribaltare il risultato delle elezioni presidenziali del 2020. Sebbene i tempi della pubblicazione non siano ancora definiti, Trump mantiene la possibilità di presentare un ulteriore appello contro questa decisione.

Un momento cruciale per Trump

Questi sviluppi rappresentano una sfida importante per Donald Trump, che si trova a dover gestire battaglie legali complesse mentre prepara il suo ingresso ufficiale alla Casa Bianca. La condanna nel caso Stormy Daniels e le indagini sul 6 gennaio potrebbero pesare sulla sua presidenza fin dall’inizio, influenzando sia l’opinione pubblica che la sua capacità di governare senza distrazioni.

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Usa: consigliere per la sicurezza nazionale Waltz lascia incarico dopo scandalo Signal

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Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Mike Waltz, e il suo vice Alex Wong hanno presentato le loro dimissioni, lasciando così l’amministrazione Trump. Lo riferisce Fox News, dopo le anticipazioni del Wall Street Journal. La decisione è dovuta alle polemiche scatenate dal “Signalgate”, la pubblicazione da parte del direttore dell’Atlantic, Jeffrey Goldberg, di uno scambio in una chat su Signal riservata in cui Waltz aveva inavvertitamente incluso lo stesso giornalista, rivelando la preparazione di attacchi contro i ribelli Houthi in Yemen. Waltz si era assunto la piena responsabilità dell’incidente.

 

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Zelensky: l’accordo sulle terre rare è davvero equo

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accoglie con favore in un post su Telegram l’accordo “davvero equo” firmato con Washington sulle terre rare. “Abbiamo ora il primo risultato dell’incontro in Vaticano, il che lo rende davvero storico. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio”, ha detto il leader ucraino.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accoglie con favore in un post su Telegram l’accordo “davvero equo” firmato con Washington sulle terre rare. “Abbiamo ora il primo risultato dell’incontro in Vaticano, il che lo rende davvero storico. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio”, ha detto il leader ucraino.

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Bisnonna inglese 115enne diventa la persona più anziana al mondo

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Una bisnonna britannica di ben 115 anni ha raccolto questa settimana la palma di persona più vecchia del mondo – stando alle statistiche internazionali censite – dopo l’annuncio della morte di uno suora 116enne in Brasile. Lo racconta oggi con dovizia di particolari il Daily Telegraph. La nuova titolare del record di longevità si chiama Ethel Caterham ed è nata il 21 agosto del lontano 1909 in un villaggio dell’Hampshire, in Inghilterra meridionale: prima del diluvio della Grande Guerra, mentre sul trono di quello che era ancora l’Impero britannico sedeva re Edoardo VII, figlio della regina Vittoria, bisnonno della defunta Elisabetta II e trisavolo dell’attuale monarca, il 76enne Carlo III.

Ultima di 8 figli, nonna Ethel vive attualmente in una residenza per anziani nella contea del Surrey, pure in Inghilterra del sud, dove – dopo l’ufficializzazione del suo primato – ha ricevuto una lettera personale di re Carlo: che si felicita per il “rimarchevole traguardo” da lei raggiunto. Tuttora lucida, Catheran è in grado di ricordare le tappe salienti della sua vita.

A 18 anni si trasferì nell’India coloniale, assunta come au pair nella famiglia di un ufficiale dell’esercito di Sua Maestà; poi, al ritorno in Gran Bretagna, conobbe a una festa il futuro marito Norman, sposato nel 1933 e col quale ha vissuto a Hong Kong e a Gibilterra prima di tornare in terra inglese. Rimasta vedova quasi mezzo secolo fa, nel 1976, Ethel ha smesso di guidare solo alla soglia dei 100 anni. Mentre a quasi 111 è riuscita a guarire pure da un contagio di Covid. Il segreto della sua longevità? “Non aver litigato con nessuno”, ha risposto a un giornalista.

Oltre alla scelta di dare priorità “alla famiglia, la cosa più importante dell’esistenza”, ai figli, ai nipoti e ai pronipoti. A una testata locale ha spiegato del resto di non avere rimpianti, di essere “felice d’aver girato il mondo” fino ad approdare in “questa bella casa” di riposo in patria: “Ho detto sì a ogni opportunità di vita, mantenendo un’attitudine mentale positiva e accogliendo ogni cosa con moderazione”. Giusto l’anno scorso il Regno Unito aveva celebrato la conquista del record di un altro suddito britannico come ‘uomo più anziano del pianeta’: record ereditato da un giapponese e detenuto per qualche mese nel 2024 dal veterano di guerra John Tinniswood, deceduto a novembre a 112 anni d’età.

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