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Cronache

Tornano campionato e cori razzisti contro Napoli e i napoletani, protagonisti romanisti, juventini e udinesi. Gravina (Figc): misure dure per stroncarli

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È ritornato il campionato dopo la sosta per la Nazionale di Roberto Mancini. E sono tornati anche i soliti beceri cori razzisti negli stadi italici. Solo che i cori dei razzisti, molto ben amplificati dalle telecronache surreali di Sky (si sentono alla grande i cori razzisti), non interessano ovviamente le due squadre in campo , ma un’altra squadra e i tifosi di quest’altra squadra. I razzisti sono quelli che hanno assistito (in numero assai nutrito a giudicare da quel che si sentiva dalla pay tv ) al match Udinese -Roma alla Dacia Arena.  Uno può aspettarsi cori di sfotti dei friulani ai romani, magari pure un coretto più pesantuccio, un “arbitro cornuto” e altre scempiaggini di cui sono pieni gli stadi. E invece no, alla Dacia Arena, più o meno equamente distribuiti, con una preponderanza romana, c’erano un bel po’ di razzisti che hanno latrato contro Napoli e i napoletani. La colpa di Napoli? Il fatto stesso di esistere.

L’idolo calcistico dei razzisti della Dacia Arena? Uno dei centravanti più osannati degli stadi italici: Vesuvio. Ululano Vesuvio,  sperano che il Vesuvio si svegli e faccia il solo lavoro: ridare al suolo una città, sommergerla con la lava assieme a tutti i suoi abitanti.

Ora, qualunque persona di normale dotazione di materia grigia, si sarà chiesto: “Ma se si gioca Udinese- Roma, perché questi cori contro Napoli?” Ecco, questo è un argomento da autopsia psicologica da vivi di questi razzisti trogloditi che non bisogna mai definire tifosi perchè si offendono tifoserie intere corrette. In queste due settimane di sosta, si è fatto un gran parlare di violenza, insulti e razzismo nel calcio italiano. Si prova a capire come fermare questi barbari, come espellerli dagli stadi definitivamente ad ogni latitudine. Persino Carlo Ancelotti, uno che ha girato il mondo, ne ha viste “di ogni” in ogni parte del mondo, ha perso il suo aplomb britannico ed ha dichiarato che avrebbe richiesto la sospensione della partita qualora di fosse verificato di nuovo un episodio del genere, ovvero già dalla prossima trasferta degli azzurri a Bergamo.

Storia di Claudio Gavillucci, l’arbitro perbene che ferma i match quando dagli spalti si levano cori razzisti. I vertici dell’Aia l’hanno, ovviamente, “dismesso”

Ieri se n’è parlato di nuovo durante un importante convegno al Suor Orsola Benincasa di Napoli, e anche lì le opinioni di personaggi importanti come Raffaele Cantone, Maurizio De Giovanni, Filippo Patroni Griffo, Guido Clemente di San Luca e altri, sono confluite in un’unica soluzione. Fermare le partite, fermare la vergogna di questo tipo di tifo, se di tifo si può parlare. Ah, dimenticavamo: la partita alla Dacia Arena, lo scriviamo per i tifosi di calcio, è finita con la vittoria dell’Udinese 1 a 0 e la sconfitta degli esseri umani che pure c’erano nello stadio ma sono stati  sommersi dai latrati di poche centinaia di razzisti. Passa poco tempo e scende in campo la Juventus, allo Stadium. Anche qui, dove la Spal perde con due gol di scarti c’era poca attenzione per il match ma grande preoccupazione sugli spalti di distinguersi con i loro cori. Come a Udine i cori erano per Napoli e per i napoletani. Anche qui i cori si sentivano in maniera distinta, nitida, grazie all’ottima amplificazione della pay tv Sky. Anche allo Stadium dunque cori razzisti, as usual.

 

Cori razzisti, Gravina chiede all’Aia di intervenire. Ma Nicchi è quello che ha fatto fuori l’arbitro Gavillucci che blocco Samp Napoli fino a quando non finirono i cori razzisti

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Maestra adescava minori su chat per avere rapporti sessuali, condannata a 7 anni e 3 mesi

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Una maestra 47enne di scuola elementare è stata condannata dal Tribunale di Bari a 7 anni e 3 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 75mila euro con l’accusa di aver adescato sui social e nelle chat minorenni con i quali avrebbe avuto rapporti sessuali in un b&b nel centro di Bari, facendosi filmare. La notizia è riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 4 anni.

La donna, che si faceva chiamare zia Martina, finì agli arresti domiciliari nel dicembre del 2021 quando insegnava in una scuola del nord Italia e fu sospesa dall’incarico. Risponde di due episodi di produzione di materiale pedopornografico e di una presunta vicenda di corruzione di minorenne. Il Tribunale ha disposto nei suoi confronti l’interdizione dai pubblici uffici e da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado o servizio in istituzioni e strutture pubbliche e private frequentate da minori, oltre alla misura di sicurezza del divieto di avvicinamento a luoghi frequentati da minori e di svolgere lavori che prevedano un contatto abituale con minorenni per la durata di un anno dopo aver scontato della condanna.

L’imputata è stata assolta ‘perché il fatto non sussiste’ da una ulteriore contestazione di corruzione di minorenne, relativa ad un presunto video di natura erotica con un adolescente. Le indagini partirono in seguito alle denunce presentate ai carabinieri dai genitori delle presunte vittime.

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Addio a José Alberti, fu la prima guida di Maradona a Napoli

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José Alberti, la prima guida di Diego Armando Maradona a Napoli, è scomparso ieri all’età di 82 anni. Alberti, nato a Buenos Aires, non era solo l’interprete del Pibe de Oro, ma anche un amico e una figura di riferimento che ha accolto Maradona nella sua famiglia, facendogli conoscere le bellezze della città e la passione calcistica dei suoi abitanti.

Sbarcato in Italia negli anni ’60 per giocare nel settore giovanile della Juventus, Alberti si stabilì a Napoli dopo aver firmato per l’Internapoli. La sua carriera lo portò poi a diventare allenatore in diverse squadre di provincia. Ma fu il suo ruolo nella trattativa per portare Maradona a Napoli che lo rese indimenticabile. Omar Sivori, che aveva chiuso la carriera a Napoli, contattò Alberti per incontrare Jorge Cyterszipiler, il manager di Maradona. Questa missione segreta mirava a far conoscere la città a Diego, che sarebbe stato acquistato da Ferlaino per 13,5 miliardi di lire.

Alberti era presente al San Paolo il 5 luglio 1984, il giorno della presentazione di Maradona. Tradusse le domande dei cronisti di tutto il mondo e suggerì a Maradona alcune parole in italiano per salutare i nuovi tifosi. La sua famiglia, composta dalla moglie Mariagrazia e dai figli Andrea ed Emilia (campionessa di pallanuoto), divenne un punto di riferimento per Diego e la sua compagna Claudia.

José Alberti e Maradona condividevano una forte amicizia. Alberti, nato il 26 ottobre, festeggiava spesso i compleanni con Diego, brindando insieme in luoghi come “La Cueva”, il locale che Alberti aveva aperto a Riva Fiorita. Anche dopo il ritiro, Alberti rimase nel mondo del calcio come consulente per club italiani e argentini.

Cinque anni fa, José Alberti ebbe l’onore di abbracciare Papa Francesco in Vaticano. Il pontefice, tifoso del San Lorenzo, squadra in cui Alberti aveva giocato, ricordava con affetto quei tempi.

I funerali di José Alberti si terranno oggi alle ore 11 nella Chiesa Santa Maria di Bellavista a Posillipo. La sua scomparsa lascia un vuoto nel cuore di chi lo ha conosciuto e di tutti i tifosi napoletani che ricordano con affetto il suo contributo nell’arrivo del più grande calciatore di tutti i tempi a Napoli.

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Ercolano rinasce: nuovo Museo Archeologico e spazi riqualificati

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Ercolano, spesso considerata la sorella minore di Pompei, sta per vivere una trasformazione epocale. Grazie a un investimento di 50 milioni di euro da parte del Packard Humanities Institute (PHI), la città vedrà la nascita di un nuovo museo archeologico e l’ampliamento del parco, che includerà finalmente l’antica spiaggia recuperata e nuovi spazi provenienti da una vecchia coltivazione di piante ornamentali.

Il progetto prevede la riqualificazione delle aree sud ed est di Herculaneum, e sarà realizzato grazie alla collaborazione tra il PHI e il Parco Archeologico di Ercolano. I terreni acquistati dal PHI verranno donati al parco, portando un enorme passo in avanti dopo 20 anni di partenariato tra la prestigiosa istituzione e il sito archeologico.

Ieri, presso il Ministero della Cultura, è stato firmato un protocollo di intesa alla presenza del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, del direttore generale dei musei, Massimo Osanna, del direttore del parco di Ercolano, Francesco Sirano, del sindaco Ciro Buonajuto, del presidente del PHI, David W. Packard, e del presidente dell’Istituto Packard per i beni culturali, Michele Barbieri.

Il Packard Institute non solo donerà gli spazi, ma si occuperà anche della progettazione e della realizzazione delle nuove strutture. Gli edifici attuali, ormai inadatti, saranno sostituiti da nuove strutture su un’area estesa su più di 3 ettari, precedentemente occupata dal mare fino al 79 d.C. Il nuovo ingresso su corso Umberto I sarà rivolto verso il mare e verrà realizzato anche un parcheggio per i visitatori.

Questo progetto porterà non solo alla creazione di nuovi depositi permanenti e laboratori di restauro, ma anche alla nuova sede del parco archeologico e dei relativi uffici. Il rapporto tra città antica e moderna migliorerà notevolmente, come dimostrato dalla rinascita del quartiere via Mare-via Cortili.

Il ministro Sangiuliano ha espresso grande entusiasmo per l’accordo: “Ercolano è uno dei siti archeologici più importanti al mondo. L’intesa raggiunta ci consente un grande salto di qualità con l’acquisizione di nuovi terreni e la creazione di nuovi spazi per gli uffici direzionali, i depositi e i laboratori del Parco archeologico”.

David W. Packard ha sottolineato l’importanza della collaborazione: “Sono lieto che la nostra fondazione abbia potuto svolgere un ruolo in questo importante lavoro presso il sito dell’antica Ercolano. Nutro grande ammirazione per l’abilità e la dedizione degli specialisti italiani che hanno lavorato a questo progetto”.

Massimo Osanna ha elogiato il programma elaborato con una visione di lungo periodo, che permetterà una gestione ancora più moderna e innovativa degli spazi e dei depositi. Francesco Sirano ha aggiunto: “Ci sarà un prima e un dopo questo accordo che apre una nuova era nella plurisecolare storia delle ricerche e della gestione del sito”.

Il sindaco Ciro Buonajuto ha concluso: “Questa collaborazione porterà ancora una volta innovazione, ricerca avanzata e migliori pratiche gestionali che consentiranno di preservare e promuovere al meglio il nostro straordinario patrimonio”.

Questo progetto rappresenta un’opportunità unica per valorizzare Ercolano, rendendola non solo un’importante meta turistica, ma anche un centro di ricerca e innovazione nel campo dell’archeologia.

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