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Economia

Il Presidente dell’Inps Tito Boeri torna ad attaccare il Governo: sulle pensioni ha fatto scelte inique

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Qualcuno di voi penserà: ma perchè mai il presidente dell’Inps Tito Boeri si prende la libertà di sparare sentenze e giudizi politici sull’accordo raggiunto nel Governo sulla manovra economica? Non è dato sapere. Diciamo che però Tito Boeri non è nuovo a certi interventi da interdittore politico piuttosto che da dirigente dello Stato al servizio dell’autorità politica del momento. Sul Def che arriverà in Parlamento Boeri sostiene che “c’è una grande iniquità nelle scelte del governo sulle pensioni e questo è un pericolo molto serio”. Sono politiche che il governo intende adottare nella prossima legge di Bilancio, sono state inserite nella nota di aggiornamento al Def approvata ieri a tarda sera, Boeri per dovere istituzionale dovrebbe evitare di spendersi pubblicamente contro, e invece lui spiega che “ammesso e non concesso che per ogni pensionato creato per scelta politica ci sia un lavoratore giovane bisogna tenere conto che chi va in pensione oggi in media ha una retribuzione di 36.000 euro lordi, mentre un giovane assunto con contratto a tempo indeterminato, cosa molto rara, avrà una retribuzione di 18.000 euro. Quindi ci vorrebbe la retribuzione di almeno due giovani lavoratori per pagare una pensione”. 

“Come giudicare un governo che si pone l’obiettivo di aumentare di mezzo milione i pensionati? Direi che si dovrebbe parlare di un esecutivo non previdente”, ha ironizzato Boeri. “Si dice che servirà a liberare opportunità di lavoro per i giovani ma non c’è nessuna garanzia che questo avvenga. Le imprese di fronte all’incertezza tenderanno a ridurre gli organici e a gestire così gli esuberi”, ha osservato. E sin qui Boeri, pur mostrando di voler invadere pubblicamente campi che dovrebbe rispettare è rimasto nell’ambito di quello che è il suo dovere d’ufficio ovvero gestire la previdenza. Poi però non poteva non dire la sua (l’han fatto quasi tutti, non poteva mancare lui) Boeri nel puntare il dito contro i costi legati al rialzo del differenziale Btp/Bund. “C’è solo uno spreco che si potrebbe oggi davvero ridurre senza danneggiare nessuno: quello dato dagli oneri sul debito pubblico, dal cosiddetto spread”, ha detto, ricordando che ” non c’è nessuna ragione per cui il nostro Paese debba avere 100 punti di interessi in più da pagare sul proprio debito pubblico di un paese come il Portogallo che ha lo stesso livello di debito pubblico o si debba pagare fino a 150 punti in più della Spagna.  Questa spesa pubblica aggiuntiva che dobbiamo destinare al pagamento degli interessi sul debito pubblico è davvero uno spreco”. “Noi dovremmo – ha concluso- misurare gli sprechi da come si riesce a gestire questo . Ci sono cause chiaramente legate alle scelte politiche condotte nel nostro Paese dietro alla dinamica dello spread ”

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Economia

La nave rigassificatrice è in banchina a Piombino

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La nave rigassificatrice Golar Tundra di Snam è finalmente arrivata nel porto di Piombino (Livorno) dopo 26 giorni di navigazione da Singapore (via Suez) e ha fatto il suo ingresso intorno alle 23 venendo posizionata alla banchina di attracco della darsena nord. Quattro rimorchiatori l’hanno trainata all’ormeggio con una manovra lenta e precisa dopo una sosta di attesa di circa quattro ore alla fonda nel golfo di Follonica.

E’ entrata di prua poi, a centro rada è stata fatta ruotare per portarla al punto di arrivo definitivo. La nave è lunga quasi 300 metri e alta 55 quindi per gestirne l’ingombro è servita un’operazione notturna cioè si è agito quando il traffico dei traghetti si ferma fino all’alba dopo l’ultima corsa. L’arrivo della nave rigassificatrice a Piombino – e così l’altra simile prevista su Ravenna – affrancherà l’Italia da una significativa quota di dipendenza di importazione di metano dai gasdotti transazionali di terra, dalla Russia e anche dall’Azerbaigian.

I gestori potranno rivolgersi al mercato di altri Continenti (Africa, Americhe, pure Asia Oceania) e ovviare alle turbolenze geopolitiche che possono gravare sul trasporto di gas solo via terra. La nave Fsru di Piombino è accreditata di una capacità potenziale di trasformazione di gas liquido in 5 miliardi di metri cubi l’anno. Tuttavia, insieme alla Fsru che ci sarà a Ravenna si parla di ben 13 miliardi di metri cubi annui, un segnale forte nell’approvvigionamento e nella distribuzione di gas per l’Italia. La Golar Tundra non entra subito in funzione. Bisogna aspettare maggio, dicono le previsioni tecniche quando al cantiere di Snam visibile in lontananza, dalla parte opposta del porto commerciale saranno terminati gli allacci con il nuovo metanodotto di terra. La presenza della Golar Tundra ha già un forte valore simbolico.

Il presidente della Toscana, Eugenio Giani, è intervenuto già domenica sera sul porto sottolineando l’importanza di questa tappa nell’ambito delle politiche energetiche nazionali e rilanciando il tema delle compensazioni per Piombino, secondo polo siderurgico italiano, città che ha manifestato dissenso per esser stata scelta. Sulle divergenze col Comune di Piombino e il sindaco Francesco Ferrari, oltre ai comitati degli abitanti, Giani ha detto che siccome “ora c’è la nave ci si renderà conto che si deve lavorare finalmente ai vantaggi per la popolazione”. Giani ha “invitato soprattutto le autorità di Piombino a sedersi con me, con il ministro e le autorità del governo per poter indicare le opere complementari” compensative per Piombino, ma su quando vedrà il sindaco ha detto: “Mi cercherà lui”.

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Economia

Credit Suisse-Ubs, nasce una delle banche big d’Europa

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Un’operazione da tre miliardi di franchi svizzeri per creare una delle banche maggiori d’Europa. Le nozze fra Credit Suisse e Ubs sono le prime fra due banche importanti a livello di sistema dalla crisi del 2008. E sono state architettate nel giro di pochi giorni con l’aiuto delle autorità svizzere, che hanno organizzato nel dettaglio la complessa operazione.

– I TERMINI DELL’ACCORDO: L’intesa valuta Credit Suisse tre miliardi di franchi, meno della metà dei 7,4 miliardi alla chiusura di venerdì e una frazione rispetto ai 100 miliardi del suo picco nel 2007. L’accordo con Ubs sarà chiuso entro l’anno. Il presidente di Ubs Colm Keller e l’amministratore delegato Ralph Hamers manterranno i ruoli all’interno della banca che nascerà dalle nozze, anche se il management di Credit Suisse resterà al suo posto fino alla chiusura dell’intesa.

– LA BANCA DI INVESTIMENTO DI CREDIT SUISSE: La nuova banca avrà attivi investiti per 5.000 miliardi di dollari. Ubs intende ridimensionare la banca di investimento di Credit Suisse: “vogliamo ridimensionarla e allinearla alla nostra culturadel rischio più conservatrice”, ha detto Keller.

– TAGLI AI POSTI DI LAVORO: Pur precisando che è ancora troppo presto per quantificarli, Ubs ha detto che sarà un numero significativo, secondo indiscrezioni dell’ordine di 10.000 tagli.

– AIUTI DALLE AUTORITA’ SVIZZERE: Ubs si è assicurata un linea di liquidità per 100 miliardi di franchi dalla banca centrale svizzera. E il governo ha offerto 9 miliardi di garanzie su eventuali perdite di Credit Suisse. Garanzie che sono come una “polizza assicurativa” che scatterà se le perdite supereranno una determinata soglia.

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Landini rieletto segretario: distanze da Meloni, pronti anche allo sciopero

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Maurizio Landini è stato rieletto segretario generale della Cgil. Al termine del XIX congresso nazionale, l’assemblea lo ha confermato alla guida del sindacato per il secondo mandato di quattro anni, con il 94,2% di voti favorevoli. La proclamazione è stata accompagnata da un lungo applauso della platea. “vi ringrazio”, le sue prime parole.

Con il governo e la premier Gorgia Meloni c’è “una diversità molto profonda, molto consistente. Per tutto il sindacato italiano non c’è possibilità di discussione, bisogna avviare una mobilitazione che non esclude alcuno strumento, compreso se necessario lo sciopero. Lo vogliamo fare insieme a Cisl e Uil, ne discuteremo con loro, abbiamo già un incontro fissato la prossima settimana”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, nell’intervento di chiusura del XIX congresso, all’indomani dell’intervento della presidente del Consiglio.

Landini parla in particolare del fisco e ribadisce che “non siamo assolutamente d’accordo con la delega” approvata giovedì in Consiglio dei ministri. In un Paese in cui “il 94% dell’Irpef la pagano i lavoratori dipendenti e i pensionati, che ha 100 miliardi di evasione e dove le rendite hanno una tassazione inferiore al lavoro. Non siamo più disponibili ad accettare l’idea di un sistema fiscale che continua a gravare sui lavoratori dipendenti e pensionati”, un sistema che deve rispettare il principio della progressività, rimarca il leader della Cgil. Serve “una seria riforma fiscale per un nuovo patto di cittadinanza”, insiste.

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