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Cronache

Tifosi inseguono e minacciano Zaniolo, lui lascia Roma

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Un inseguimento nella notte fin sotto casa, gli insulti, le minacce di morte, la denuncia alla Digos. E poi l’addio alla Capitale, per “ritrovare serenità” a casa del padre, a La Spezia. Tra Zaniolo e Roma, non solo il club, non poteva finire in modo peggiore. Le ultime 24 ore, infatti, sono state solamente il culmine di una bolla che si è gonfiata sempre di più fino a esplodere.

Prima la richiesta del giocatore di non partecipare alla trasferta in casa Spezia e di essere ceduto, poi il suo “no” alla cessione al Bournemouth e la replica indispettita della Roma per l’atteggiamento del calciatore, mentre da parte del tifo giallorosso – schierato con Mourinho e il club – arrivava l’accusa all’attaccante di un presunto “alto tradimento”. Una presa di posizione a cui hanno fatto seguito striscioni contro il calciatore, insulti a lui e alla famiglia e nella notte di oggi anche minacce di morte con tanto di inseguimento.

Un episodio di calcio-follia, simile e al tempo stesso profondamente diverso da quanto succede nelle stesse ore a Genova, con una busta contenente un proiettile a salve recapitata alla sede Samp. La Roma ha fornito tutto il suo supporto, ma la linea non e’ cambiata: in serata i Friedkin hanno fatto sapere che Zaniolo e’ fuori dal progetto tecnico. A Genova si tratta di questioni societarie, a Roma della rottura con quello che doveva essere il nuovo Totti.

Mentre i suoi compagni facevano ritorno a Roma dopo la trasferta di Napoli, Zaniolo – escluso dalla trasferta per la sua volontà di non giocare più in giallorosso – è stato vittima di un brutto incidente con alcuni tifosi che prima lo hanno seguito in auto mentre rientrava a casa in zona Casal Palocco e che poi lo hanno minacciato, costringendolo a barricarsi nella sua abitazione per chiedere l’intervento della polizia. Una notte di paura che ha prodotto la successiva “fuga”, almeno momentanea, dalla Capitale, per far ritorno nella sua La Spezia, insieme al resto della famiglia, in cerca di nuova serenità in queste ultime ore di calciomercato e visto l’accordo con il club di non prendere parte in questi giorni agli allenamenti a Trigoria.

“E’ fuori dal progetto tecnico”, il messaggio mandato direttamente dai Friedkin in serata: restano poche ore per una cessione sempre più difficile, e se non sarà oggi se ne parlera’ a giugno. Il prossimo passo e’ la messa fuori rosa. Ma intanto, per il giocatore lo spavento nella notte è stato tanto perché, dopo una prima ricostruzione, sarebbero state una quindicina le persone presentatesi sotto casa di Zaniolo dopo la mezzanotte, con una chiamata, quella al 112, partita direttamente dal team manager giallorosso. Il club, che ha evitato un commento ufficiale, ha condannato comunque ogni forma di violenza e soprattutto ha cercato di dare tutto il suo supporto al calciatore, contattandolo nella notte per assicurarsi delle sue condizioni.

Famiglia ed entourage, però, fanno ricadere l’escalation di questa tensione con i tifosi nella gestione comunicativa del club giallorosso, una volta che Zaniolo ha chiesto di essere ceduto. Non a caso la mamma di Nicolò su Instagram, salvo poi cancellare la storia, aveva scritto: «Aver originato tutto quest’odio, mi sembra un tantino eccessivo». Un chiaro riferimento alla proprietà giallorossa che, dal canto suo, non trova alcun nesso tra le dichiarazioni di Mourinho e Tiago Pinto degli ultimi giorni e gli atti violenti di alcuni tifosi, sottolineando come anche dopo la gara con il Napoli il tecnico abbia in ribadito di voler bene a Zaniolo.

Al netto di una vicenda di cui ora si occupoa la Digos, resta la grana legata a una mancata cessione del calciatore per la quale il gm giallorosso ha a disposizione le ultime 24 ore del calciomercato. E se il Milan ormai è da considerare una soluzione solo per l’estate, alla porta di Trigoria potrebbero bussare al fotofinish ancora il Bournemouth, il Lipsia e il Siviglia. Lo scenario più concreto, però, resta quello tracciato da Mourinho già da una settimana: ovvero la sua permanenza, da capire a quel punto a che condizioni. Perché oggi l’unica possibile sembra quella del separato in casa, in attesa poi che la Roma decida anche cosa fare. Alla luce della notte di paura di Zaniolo, una situazione comunque ad alto rischio.

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Cronache

Ischia ritrova la sua giustizia: il Tribunale torna operativo con le udienze del giovedì

Il Tribunale di Ischia riapre le udienze del giovedì grazie al decreto del presidente vicario Scoppa. Una vittoria per avvocati, cittadini e istituzioni locali dopo mesi di proteste.

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Una notizia attesa con speranza dai più ottimisti e insperata da altri, ma che segna un passaggio decisivo nella lunga battaglia per la tutela del presidio giudiziario dell’isola verde. Il presidente vicario del Tribunale di Napoli, Gianpiero Scoppa, ha disposto il ripristino delle udienze a Ischia, restituendo piena funzionalità alla sezione distaccata locale.

Una decisione che accoglie le istanze dell’Associazione Forense dell’isola di Ischia e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, protagonisti di una mobilitazione decisa culminata nello sciopero del 5 aprile scorso e nel ricorso al TAR presentato con il sostegno dei sei Comuni isolani.

Il decreto del giudice Scoppa: ritorno alla normalità

Il provvedimento firmato da Scoppa prevede l’assegnazione provvisoria del giudice onorario Ciro Ravenna al settore civile della Sezione distaccata di Ischia, in qualità di Giudice dell’Esecuzione, con il compito di gestire le udienze precedentemente seguite dalla giudice Criscuolo.

Nel decreto si evidenzia che Ravenna, rientrato in servizio nel 2025 dopo un incarico all’Ufficio del Giudice di Pace, aveva espressamente chiesto di essere destinato a una sezione civile in virtù della propria formazione professionale. La sua collocazione a Ischia rappresenta dunque una soluzione funzionale per sopperire alle gravi carenze d’organico che affliggono il Tribunale isolano.

Il decreto ha effetto immediato, garantendo il ripristino delle udienze del giovedì e segnando una svolta dopo mesi di polemiche, disservizi e disagi per professionisti, cittadini, testimoni e imputati costretti agli spostamenti sulla terraferma.

La soddisfazione dell’Assoforense e dell’avvocatura

«Quello ottenuto è un risultato importante», ha commentato Alberto Morelli, presidente dell’Assoforense Ischia. «Scoppa aveva già dimostrato attenzione e sensibilità alla nostra situazione. Ora arriva un passo concreto che ridà dignità alla nostra professione e servizio alla cittadinanza».

Anche il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli esprime soddisfazione per l’esito di un lavoro di sinergia tra istituzioni e avvocati, premiato da un risultato tangibile dopo mesi di diplomazia e pressione istituzionale.

La battaglia continua: si attende la stabilizzazione definitiva

Sebbene l’assegnazione di Ravenna rappresenti una boccata d’ossigeno, resta ancora aperta la questione della stabilizzazione definitiva del Tribunale di Ischia, promessa più volte dal Governo centrale ma mai concretamente attuata.

Il clima ora è più disteso, ma solo un atto definitivo potrà chiudere quella che gli avvocati dell’isola definiscono «una lunga parentesi di giustizia precaria».

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Conclave 2025, i cardinali decidono: si comincia il 7 maggio

Il Conclave per eleggere il successore di Papa Francesco inizierà il 7 maggio. I cardinali si riuniranno nella Cappella Sistina: le regole, i tempi e il ruolo di Parolin.

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I cardinali hanno deciso: il Conclave che eleggerà il 266esimo successore di Pietro inizierà il 7 maggio, mercoledì prossimo, nel pomeriggio. L’annuncio è arrivato dopo l’assemblea dei porporati che ha scelto di prendersi qualche giorno in più per motivi principalmente logistici.

Più tempo per sistemare gli elettori

La decisione di posticipare l’inizio del Conclave rispetto alla conclusione dei novendiali di suffragio per Papa Francesco, che termineranno domenica, è dovuta alla necessità di organizzare adeguatamente l’accoglienza dei 135 cardinali elettori – il numero più alto mai registrato – presso la Casa Santa Marta. Due porporati, infatti, hanno già annunciato la rinuncia per motivi di salute.

La guida del Conclave

A presiedere il Conclave sarà il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, poiché il Decano Giovanni Battista Re e il Vice Decano Leonardo Sandri, avendo superato gli ottant’anni, non parteciperanno alle votazioni. Toccherà a Parolin, quindi, interrogare il nuovo eletto circa l’accettazione del pontificato e il nome che vorrà assumere.

Prima dell’inizio delle votazioni, la mattina del 7 maggio, il cardinale Re celebrerà la Missa pro eligendo Romano Pontifice nella Basilica di San Pietro. Nel pomeriggio, i cardinali si raccoglieranno nella Cappella Paolina per poi entrare in processione nella Cappella Sistina intonando il “Veni Creator Spiritus”, invocando l’assistenza dello Spirito Santo.

Le regole del Conclave

Come stabilito dalla Costituzione Universi Dominici Gregis di San Giovanni Paolo II, i cardinali hanno giurato di rispettare rigorosamente le norme che regolano l’elezione. Sono vietate influenze esterne, pressioni, favoritismi o avversioni personali. L’unico criterio dev’essere il bene della Chiesa e la gloria di Dio.

Il nuovo Papa dovrà essere eletto con una maggioranza qualificata di due terzi. Dopo il comando “Extra omnes” (“Fuori tutti”), inizieranno le votazioni: il primo scrutinio sarà effettuato il 7 maggio. Dal giorno successivo, se necessario, si procederà con quattro votazioni quotidiane, due al mattino e due al pomeriggio.

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Genova, sindacalista inventa un’aggressione fascista: indagato per simulazione di reato

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Un grave episodio di simulazione scuote il clima politico e sindacale a Genova. Fabiano Mura, segretario genovese della Fillea-Cgil (categoria degli edili), è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di simulazione di reato, dopo aver inventato una presunta aggressione subita alla vigilia del 25 aprile.

Mura aveva denunciato pubblicamente e in Procura di essere stato aggredito da due persone che gli avrebbero urlato insulti fascisti, fatto il saluto romano, sputato addosso e colpito con pugni e spintoni. Un racconto drammatico che aveva suscitato un’immediata ondata di solidarietà, culminata in una manifestazione antifascista a cui avevano preso parte esponenti politici e sindacali, tra cui Anpi Genova, la candidata sindaca del centrosinistra Silvia Salis, l’ex ministro Andrea Orlando e l’ex leader Cgil Sergio Cofferati.

La verità emerge: nessuna aggressione

Le indagini della Digos hanno rapidamente sollevato dubbi sulla versione dei fatti fornita da Mura. I riscontri video delle telecamere di sorveglianza e le incongruenze sugli orari hanno smontato il suo racconto. Messo alle strette dagli investigatori, il sindacalista ha infine ammesso davanti al magistrato di essersi inventato tutto e ha ritirato la denuncia.

La Cgil, dopo aver appreso l’esito delle indagini, ha annunciato la sospensione di Mura, prendendo ufficialmente le distanze dal suo comportamento.

Le reazioni politiche

Il caso ha suscitato reazioni forti nel panorama politico. Matteo Salvini, leader della Lega, ha commentato: «Che tristezza. Per tre giorni è stato lanciato l’allarme sulla violenza fascista a Genova, e poi si è scoperto che gli unici fascisti immaginari stanno a sinistra».
Anche Fratelli d’Italia ha denunciato l’episodio, sottolineando che «le falsità fomentano l’odio».

Dal centrosinistra, Silvia Salis ha preso le distanze: «È un atto gravissimo. Noi siamo parte lesa e ci dissociamo completamente da questa azione irresponsabile».

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