La questione del terzo mandato per i presidenti di Regione infiamma il dibattito politico, mettendo in evidenza spaccature all’interno della maggioranza di governo. Da un lato, il governatore del Veneto Luca Zaia e il senatore leghista Gian Marco Centinaio difendono il principio della ricandidabilità senza limiti, invocando il diritto dei cittadini di scegliere liberamente i propri rappresentanti. Dall’altro, Fratelli d’Italia si oppone, motivando il proprio no con la necessità di evitare concentrazioni di potere e di favorire il ricambio istituzionale.
Zaia: “Decidano i cittadini”
In un’intervista al Corriere della Sera, Luca Zaia ribadisce la sua posizione: “Non vedo perché un cittadino italiano non possa ricandidarsi per la terza volta a presidente di Regione. Confido nella Consulta per una risposta chiara”. Secondo Zaia, negare questa possibilità significa limitare il contratto sociale che dovrebbe permettere agli elettori di scegliere chi ritengono più idoneo.
Zaia critica le restrizioni attuali, evidenziando che, mentre per molte cariche non ci sono limiti ai mandati, per i presidenti di Regione e i sindaci delle grandi città esistono vincoli. “Chi sostiene che l’assenza di limiti generi centri di potere sta dando degli idioti ai cittadini”, afferma.
Il governatore del Veneto non nasconde la sua preoccupazione per le manovre interne alla maggioranza, soprattutto da parte di Fratelli d’Italia, che punterebbe a candidare un proprio esponente alle regionali in Veneto. Zaia insiste sulla necessità di lasciare che siano i cittadini a scegliere il loro governatore: “Cambiare solo per cambiare non assicura il consenso”.
Centinaio: “No al terzo mandato? Una scelta politica”
Sulla stessa linea si schiera Gian Marco Centinaio, senatore della Lega e vicepresidente del Senato, che in un’intervista a La Stampa accusa Fratelli d’Italia di perseguire un disegno politico dietro il no al terzo mandato. Secondo Centinaio, la posizione di FdI non è legata a questioni istituzionali, ma a un calcolo politico per ostacolare figure di spicco come Zaia nel centrodestra e De Luca nel centrosinistra.
“Non stiamo parlando di Zaia o De Luca, ma di garantire ai cittadini il diritto di scegliere. Togliere a Zaia la possibilità di ricandidarsi è una manovra che mira a candidare un esponente di Fratelli d’Italia in Veneto”, sottolinea Centinaio.
Pur riconoscendo che la Lega non metterà in crisi il governo su questo tema, il senatore auspica che si apra un confronto serio in Consiglio dei Ministri.
La posta in gioco: rinnovamento o continuità?
La questione del terzo mandato pone al centro il delicato equilibrio tra il bisogno di garantire un ricambio istituzionale e il diritto democratico dei cittadini di scegliere chi ritengono più adatto a governare. Fratelli d’Italia insiste sul valore del rinnovamento, mentre la Lega difende la continuità amministrativa, sottolineando che limitare i mandati non dovrebbe essere uno strumento per favorire ambizioni politiche interne.
Uno scontro destinato a proseguire
Con le elezioni regionali che si avvicinano, il dibattito sul terzo mandato rischia di diventare un banco di prova per la maggioranza di governo. Mentre Zaia e Centinaio difendono un principio di libertà e continuità amministrativa, Fratelli d’Italia sembra determinata a spingere per una nuova leadership nelle regioni chiave.
La questione, tuttavia, non è solo politica, ma riguarda il rapporto tra elettori e istituzioni. Come sottolineato da Zaia, “il vero protagonista deve essere il cittadino, non le ambizioni di partito”. Resta da vedere se la maggioranza riuscirà a trovare un equilibrio su un tema che tocca i principi fondamentali della democrazia rappresentativa.