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Esteri

Svolta nel giallo dei 4 studenti uccisi a coltellate, un arresto

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Svolta nel giallo dei quattro studenti dell’Università dell’Idaho uccisi a coltellate di notte lo scorso 13 novembre. Dopo settimane di indagini e molte critiche per la lentezza delle operazioni, la polizia ha fermato il 28enne Bryan Christopher Kohberger in Pennsylvania e ne ha chiesto l’estradizione in Idaho per le accuse formali di omicidio di primo grado. Il ragazzo è stato arrestato nella sua abitazione alle tre del mattino di venerdì da una squadra di Swat. Davanti alla casa era parcheggiata la Hyundai Elantra bianca nel mirino delle autorità da giorni. I motivi che avrebbero spinto Kohberger ad agire non sono ancora noti, così come non è stata ancora rinvenuta l’arma del delitto.

Il ragazzo, secondo indiscrezioni, non ha precedenti penali e si è laureato alla Washington State University di Pullman, nello stato di Washington non lontano da dove i quattro studenti 20enni sono stati uccisi. Nello stesso ateneo starebbe completando gli studi per un dottorato in giustizia penale e criminologia: Kohberger stava partecipando a un progetto di ricerca per “capire come le emozioni e i tratti psicologici influenzano le decisioni quando si commette un crimine”. Il progetto si concentrava sui reati più recenti e metteva enfasi “sui pensieri e sulle sensazioni” provate durante il reato. Il fermo di Kohberger – identificato tramite il Dna e al quale è stata negata la libertà su cauzione da un giudice della Pennsylvania dove al momento è in carcere – arriva al termine di settimane di indagini sulla morte di Kaylee Goncalves, Madison Mogen, Xana Kernodle e Ethan Chapin, uccisi a coltellate nel sonno nella casa in affitto dove vivevano vicino al loro campus universitario. Le vittime sono state trovate dalla polizia dopo che alcuni loro amici avevano fatto scattare l’allarme dopo le decine di telefonate a vuoto. Gli agenti giunti sul posto si sono trovati di fronte ad una scena brutale, la “peggiore mai vista”, hanno dichiarato. Le autopsie eseguite hanno rivelato un tentativo di difesa da parte degli studenti attaccati nel sonno.

Le indagini sono iniziate immediatamente ma per settimane gli investigatori non sono stati in grado di identificare un sospettato o localizzare l’arma del delitto, attirandosi una pioggia di critiche in primis dai familiari delle vittime frustrate dalla mancanza di progressi. L’arresto di Kohberger sembra ora risolvere il mistero dell’assassino, anche se ancora restano da definire i dettagli e soprattutto se si è trattato di un crimine mirato contro i quattro studenti. Le morti dei quattro ragazzi hanno scioccato Moscow, piccola cittadina dell’Idaho con 25.000 abitanti, di cui 11.000 studenti. Nel campo universitario molti studenti hanno rifiutato di tornare a lezione temendo di essere attaccati e in parte in protesta contro le forze dell’ordine per la mancanza di progressi nelle indagini. “La nostra comunità è al sicuro”, ha detto il capo della polizia di Moscow James Fray, invitando il pubblico a continuare a fornire tutte le informazioni possibili sul presunto killer.

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Esteri

Putin: “La riconciliazione con il popolo ucraino è inevitabile. È solo questione di tempo”

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“La riconciliazione con il popolo ucraino è inevitabile, ma è solo questione di tempo”. Così il presidente russo Vladimir Putin si è espresso in un’intervista concessa al giornalista Pavel Zarubin per il documentario “Russia. Cremlino. Putin. Venticinque anni”, prodotto dalla rete statale Rossiya 1 e in onda questa sera.

Nel colloquio, Putin torna a parlare del conflitto con l’Ucraina, dichiarando che, nonostante l’attuale tragedia in corso, il riavvicinamento tra i due popoli “sarà possibile”. Secondo il presidente, la Russia “non ha dato inizio prima all’operazione speciale” perché “credeva negli accordi di Minsk” e voleva risolvere pacificamente il conflitto nel Donbass.

“Abbiamo forza per concludere ciò che abbiamo iniziato”

Putin ha anche ribadito che Mosca “ha abbastanza forza e risorse per portare a una conclusione logica quanto iniziato nel 2022”, sottolineando che questo potrà avvenire “senza ricorrere all’uso di armi nucleari in Ucraina”. Un’affermazione che appare tanto rassicurante quanto carica di implicazioni strategiche: il Cremlino si dice fiducioso nel raggiungimento dei propri obiettivi militari, ma resta sul piano convenzionale.

“I rapporti con la Cina garantiscono stabilità globale”

Nel documentario, Putin ha anche toccato il tema delle relazioni internazionali, definendo l’alleanza con la Cina come un “fattore di stabilità globale”. “La turbolenza nel mondo sta solo aumentando – ha dichiarato – e le nostre relazioni così affidabili e stabili con la Cina rafforzano la stabilità mondiale semplicemente perché esistono”. Un chiaro segnale a Occidente, nel mezzo di un riassetto degli equilibri geopolitici.

Il documentario-intervista, che celebra i 25 anni al potere di Vladimir Putin, si presenta come un ritratto personale e politico del leader del Cremlino in un momento storico delicatissimo, tra guerra, sanzioni, isolamento e un crescente asse con Pechino.

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Mosca, Xi Jinping in visita in Russia dal 7 al 10 maggio

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Il presidente cinese Xi Jinping si recherà in visita ufficiale in Russia dal 7 al 10 maggio. Lo fa sapere il Cremlino, confermando la sua partecipazione alle celebrazioni del 9 maggio dell’80/o anniversario della vittoria sovietica sulla Germania nazista nella Seconda guerra mondiale.

La presidenza russa ha affermato che Xi Jinping parteciperà anche a colloqui bilaterali sullo “sviluppo di un partenariato globale e di un’interazione strategica” e sulle “questioni attuali dell’agenda internazionale e regionale”. Si prevede che saranno firmati una serie di documenti bilaterali tra governi e ministeri russo e cinese, ha aggiunto il Cremlino. In alcuni commenti trasmessi dalla televisione cinese, un portavoce del ministero degli Esteri ha sottolineato i legami storici e strategici tra i due Paesi e ha aggiunto che Xi terrà dei colloqui con Putin in un momento in cui “l’ordine internazionale sta attraversando profondi cambiamenti”.

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Esteri

Zelensky: Mosca chiede tregua mentre ci bombarda, cinismo

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“I russi chiedono una tregua per il 9 maggio, mentre attaccano l’Ucraina ogni giorno: questo è cinismo di altissimo livello”: lo scrive su X il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky dopo il raid notturno su Kiev. “Solo questa settimana la Russia ha utilizzato contro l’Ucraina più di 1.180 droni da attacco, 1.360 bombe aeree guidate e 10 missili di vario tipo”, ha aggiunto. Per Zelensky, “è necessario un vero cessate il fuoco. L’Ucraina è pronta alla tregua a ogni momento, ma non deve durare meno di un mese, per porre fine alla guerra” e “che sia non solo per i loro giorni festivi ma ogni giorno”.

“Solo questa settimana la Russia ha utilizzato contro l’Ucraina più di 1.180 droni da attacco, 1.360 bombe guidate e 10 missili di vario tipo”, ha sottolineato Zelensky, aggiungendo: “Per tutta la notte, i soccorritori a Kiev hanno spento incendi di case e auto dopo gli attacchi dei droni russi contro le zone residenziali. Purtroppo, ci sono bambini e adulti colpiti. A tutti è stata fornita l’assistenza necessaria. C’è stato un incendio a Cherkasy: un dormitorio normale stava bruciando”.

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