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Cronache

Studentessa violentata a Milano, arrestato l’aggressore

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E’ costata cara la fiducia nel prossimo a una studentessa universitaria milanese ventenne che, avvicinata alla fermata del tram con la scusa di una sigaretta, e’ stata convinta a fare due passi e poi brutalmente aggredita. La ragazza era sola, alle tre di notte, quando e’ stata abbordata e aggredita dallo sconosciuto – poi scoperto e arrestato. A salvarla e’ stata il provvidenziale l’intervento di una coppia di passaggio. Il fatto e’ accaduto sabato notte, il 5 febbraio scorso, ma e’ stato reso noto oggi dopo che e’ stato preso il presunto autore, un cittadino marocchino di 29 anni, con precedenti. La ragazza, secondo i Carabinieri della Compagnia Duomo, e’ stata avvicinata con una scusa in viale Bligny e ha seguito l’uomo in una laterale, via Rontgen, dove si trova l’Universita’ Bocconi. Ed e’ li’ secondo l’accusa che e’ stata aggredita. A interrompere lo stupro e’ stato il provvidenziale intervento di una coppia, che ha visto la scena e ha messo in fuga l’uomo, riuscendo anche a vederlo bene in volto. Il 29enne, noto negli schedari dell’Immigrazione dall’ottobre scorso, ha un precedente per ricettazione. Grazie al lavoro di indagini e ai rilievi sul luogo dell’aggressione – via Rontgen, gia’ al centro di polemiche dopo la decisione, non molto tempo fa, di scortare di notte le studentesse attraverso il vicino parco Ravizza – i carabinieri sono riusciti a isolare una traccia, un’impronta palmare sul cofano di un’auto parcheggiata a ridosso del quale sarebbe avvenuta la violenza. Confrontandola con l’archivio dattiloscopico, i militari hanno identificato il sospettato. Poi l’uomo e’ stato anche riconosciuto sia dalla ragazza sia dalla coppia intervenuta. Secondo quanto riferito la studentessa, sola, ormai alle tre di notte dopo una serata passata con gli amici nei locali dei Navigli, una delle zone della ‘movida’ milanese, avrebbe deciso di seguire lo sconosciuto, che le aveva chiesto una sigaretta e poi le aveva proposto di fare due passi. I medici della clinica Mangiagalli che l’hanno viitata e alcuni video delle telecamere della zona che sono stati acquisiti e’ stata poi accertata la sua versione. Dopo l’emissione del fermo, i carabinieri, che gia’ avevano individuato l’uomo il giorno successivo all’aggressione durante dei controlli in via Gola, lo hanno nuovamente cercato in una soffitta in via Savoia, nel popolare quartiere Stadera, dove abitava con altri stranieri. In casa non c’era ma i carabinieri lo hanno bloccato in un giardinetto nei pressi dello stabile. “Io non violenterei ne’ ucciderei mai nessuno” ha detto in sostanza, il 29enne marocchino finito in carcere una settimana fa per aver abusato della ragazza cercando di negare le accuse nell’interrogatorio davanti al gip di Milano Alessandra Cecchelli, che ha convalidato il fermo e disposto la misura cautelare in carcere nell’inchiesta condotta dai carabinieri e coordinata dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Rosaria Stagnaro. Nella richiesta di convalida del provvedimento la Procura ha evidenziato la “casualita’” e la “rapidita’” nella scelta della vittima da parte del presunto aggressore, irregolare e con molti ‘alias’. La vicenda ha portato l’assessore alla Sicurezza della Lombardia, Riccardo De Corato, a ribadire che a Milano ci sono “due grossi problemi: l’aumento delle violenze sessuali, + 6,74% negli ultimi due anni e l’inarrestabile escalation della criminalita’ straniera in generale, e nord africana in particolare, in citta’. Un problema, quello della sicurezza, che si respira un po’ ovunque in citta’, ma che in alcune aree, come questa, e’ ancor piu’ palpabile”.

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Medvedev: Zelensky farà una triste fine, abbattere regime Kiev

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Il numero due del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, ha dichiarato che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “finirà nel modo più triste” e che le truppe russe devono concludere “con una vittoria” l’invasione dell’Ucraina e “distruggere” quello che lui, seguendo la definizione della propaganda del Cremlino, definisce “il regime neonazista di Kiev”. Lo riporta l’agenzia di stampa ufficiale russa Ria Novosti.

“Quando il capo di uno Stato, anche uno così particolare come l’Ucraina, e un tipo così patologico come questo personaggio, si vanta di queste cose, significa solo una cosa: che alla fine anche lui finirà nel modo più triste”, ha detto Medvedev, commentando la notizia, ripresa anche dalla Reuters, secondo cui Zelensky avrebbe elogiato l’intelligence ucraina per l’uccisione di alcuni alti ufficiali russi ma senza riferimenti a casi specifici.

“Innanzitutto, dobbiamo completare l’operazione militare speciale in Ucraina con una vittoria e dobbiamo distruggere il regime neonazista di Kiev, ma il regime, non lo Stato, il cui destino è una questione del futuro”, ha detto poi l’ex presidente russo usando la dicitura “operazione militare speciale” con cui il Cremlino indica l’aggressione militare contro l’Ucraina. La Russia di Putin ha invaso l’Ucraina sostenendo di volerla “denazificare”, ma la tesi di Mosca secondo cui il governo di Kiev sarebbe “neonazista” è considerata del tutto infondata dalla stragrande maggioranza degli analisti politici.

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Ischia ritrova la sua giustizia: il Tribunale torna operativo con le udienze del giovedì

Il Tribunale di Ischia riapre le udienze del giovedì grazie al decreto del presidente vicario Scoppa. Una vittoria per avvocati, cittadini e istituzioni locali dopo mesi di proteste.

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Una notizia attesa con speranza dai più ottimisti e insperata da altri, ma che segna un passaggio decisivo nella lunga battaglia per la tutela del presidio giudiziario dell’isola verde. Il presidente vicario del Tribunale di Napoli, Gianpiero Scoppa, ha disposto il ripristino delle udienze a Ischia, restituendo piena funzionalità alla sezione distaccata locale.

Una decisione che accoglie le istanze dell’Associazione Forense dell’isola di Ischia e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, protagonisti di una mobilitazione decisa culminata nello sciopero del 5 aprile scorso e nel ricorso al TAR presentato con il sostegno dei sei Comuni isolani.

Il decreto del giudice Scoppa: ritorno alla normalità

Il provvedimento firmato da Scoppa prevede l’assegnazione provvisoria del giudice onorario Ciro Ravenna al settore civile della Sezione distaccata di Ischia, in qualità di Giudice dell’Esecuzione, con il compito di gestire le udienze precedentemente seguite dalla giudice Criscuolo.

Nel decreto si evidenzia che Ravenna, rientrato in servizio nel 2025 dopo un incarico all’Ufficio del Giudice di Pace, aveva espressamente chiesto di essere destinato a una sezione civile in virtù della propria formazione professionale. La sua collocazione a Ischia rappresenta dunque una soluzione funzionale per sopperire alle gravi carenze d’organico che affliggono il Tribunale isolano.

Il decreto ha effetto immediato, garantendo il ripristino delle udienze del giovedì e segnando una svolta dopo mesi di polemiche, disservizi e disagi per professionisti, cittadini, testimoni e imputati costretti agli spostamenti sulla terraferma.

La soddisfazione dell’Assoforense e dell’avvocatura

«Quello ottenuto è un risultato importante», ha commentato Alberto Morelli, presidente dell’Assoforense Ischia. «Scoppa aveva già dimostrato attenzione e sensibilità alla nostra situazione. Ora arriva un passo concreto che ridà dignità alla nostra professione e servizio alla cittadinanza».

Anche il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli esprime soddisfazione per l’esito di un lavoro di sinergia tra istituzioni e avvocati, premiato da un risultato tangibile dopo mesi di diplomazia e pressione istituzionale.

La battaglia continua: si attende la stabilizzazione definitiva

Sebbene l’assegnazione di Ravenna rappresenti una boccata d’ossigeno, resta ancora aperta la questione della stabilizzazione definitiva del Tribunale di Ischia, promessa più volte dal Governo centrale ma mai concretamente attuata.

Il clima ora è più disteso, ma solo un atto definitivo potrà chiudere quella che gli avvocati dell’isola definiscono «una lunga parentesi di giustizia precaria».

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Conclave 2025, i cardinali decidono: si comincia il 7 maggio

Il Conclave per eleggere il successore di Papa Francesco inizierà il 7 maggio. I cardinali si riuniranno nella Cappella Sistina: le regole, i tempi e il ruolo di Parolin.

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I cardinali hanno deciso: il Conclave che eleggerà il 266esimo successore di Pietro inizierà il 7 maggio, mercoledì prossimo, nel pomeriggio. L’annuncio è arrivato dopo l’assemblea dei porporati che ha scelto di prendersi qualche giorno in più per motivi principalmente logistici.

Più tempo per sistemare gli elettori

La decisione di posticipare l’inizio del Conclave rispetto alla conclusione dei novendiali di suffragio per Papa Francesco, che termineranno domenica, è dovuta alla necessità di organizzare adeguatamente l’accoglienza dei 135 cardinali elettori – il numero più alto mai registrato – presso la Casa Santa Marta. Due porporati, infatti, hanno già annunciato la rinuncia per motivi di salute.

La guida del Conclave

A presiedere il Conclave sarà il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, poiché il Decano Giovanni Battista Re e il Vice Decano Leonardo Sandri, avendo superato gli ottant’anni, non parteciperanno alle votazioni. Toccherà a Parolin, quindi, interrogare il nuovo eletto circa l’accettazione del pontificato e il nome che vorrà assumere.

Prima dell’inizio delle votazioni, la mattina del 7 maggio, il cardinale Re celebrerà la Missa pro eligendo Romano Pontifice nella Basilica di San Pietro. Nel pomeriggio, i cardinali si raccoglieranno nella Cappella Paolina per poi entrare in processione nella Cappella Sistina intonando il “Veni Creator Spiritus”, invocando l’assistenza dello Spirito Santo.

Le regole del Conclave

Come stabilito dalla Costituzione Universi Dominici Gregis di San Giovanni Paolo II, i cardinali hanno giurato di rispettare rigorosamente le norme che regolano l’elezione. Sono vietate influenze esterne, pressioni, favoritismi o avversioni personali. L’unico criterio dev’essere il bene della Chiesa e la gloria di Dio.

Il nuovo Papa dovrà essere eletto con una maggioranza qualificata di due terzi. Dopo il comando “Extra omnes” (“Fuori tutti”), inizieranno le votazioni: il primo scrutinio sarà effettuato il 7 maggio. Dal giorno successivo, se necessario, si procederà con quattro votazioni quotidiane, due al mattino e due al pomeriggio.

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