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Cronache

Strage in discoteca, l’addio a mamma Eleonora tra i pianti delle bambine e la musica

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La foto di un volto luminoso e sorridente su una bara bianca, The sound of silence di Simon & Garfunkel e Hallelujah di Leonard Cohen come colonna sonora per l’ultimo saluto. Basta la scelta della musica che risuona nel Duomo di Senigallia per il funerale per capire che Eleonora Girolimini ha un ruolo a se’ nel gruppo delle sei vittime della calca alla discoteca Lanterna azzurra: cinque morti erano ragazzini, tra i 14 e i 16 anni, attratti dalla musica di Sfera Ebbasta, lei una donna, giovane, 39 anni, e madre di 4 figli. Aveva accompagnato la piu’ grande, undicenne, al concerto del trapper preferito dalla ragazzina e quando e’ scattata la fuga di massa, forse a causa di uno spray urticante nell’aria, ha cercato fino all’ultimo di proteggerla, prima di venire travolta dalla folla che premeva e che ha fatto crollare la balaustra laterale di una rampa di uscita dal locale. Una mamma coraggio, o forse una mamma normale, attorno alla quale oggi si e’ stretta tutta la citta’ e i suoi familiari: il marito Paolo, i figli, che hanno un’eta’ che va da 11 a due anni, o poco meno, i genitori.

C’erano anche molte autorita’, perche’ quello di Eleonora e’ stato l’unico funerale ‘aperto’: il sindaco Maurizio Mangialardi, il prefetto di Ancona Antonio D’Acunto, che (come aveva fatto per le altre vittime) ha portato un messaggio di cordoglio del presidente Mattarella, il presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo, il questore Oreste Capocasa, il comandante provinciale dei carabinieri Cristian Carrozza, che sta conducendo le indagini sulla tragedia. Eleonora era conosciuta a Senigallia, perche’ era figlia di un ristoratore famoso, storico proprietario del ristorante “Bano” sul lungomare. Nell’omelia don Vittorio Mencucci ha parlato della figura della madre “che da’ vita e amore” in un contesto in cui “consumismo e alcuni stili di vita mettono da parte i sentimenti”. Poi una folla composta ha atteso che la cassa fosse portata fuori dalla chiesa. E’ la sesta bara bianca di una serie di funerali che ha toccato Senigallia (dove abitavano Emma Fabini, 14 anni, e Daniele Pongetti, 16), ma anche Frontone (il paese di Mattia Orlandi, 15 anni), Marotta (Asia Nasoni, 14 anni) e Fano, dove oggi, in contemporanea con Eleonora, e’ stato dato l’ultimo saluto a Benedetta Vitali, 15 anni, liceale e promessa del volley, sport sempre amato dai giovanissimi e ora tanto popolare grazie alle vittorie della Nazionale femminile: per lei maglia della squadra Virtus Pallavolo poggiata sulla bara e la chiesa di Santa Maria del Carmine stracolma di gente, tantissimi giovani, in lacrime. Migliorano i feriti: ormai sono tutti fuori dalle terapie intensive e uno solo e’ in prognosi riservata.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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