Sul Ponte Morandi lavoreranno cinque imprese. Il costo della demolizione è di 19 milioni di euro. Il commissario/sindaco Marco Bucci è ottimista: “Il 31 marzo voglio avviare la ricostruzione”. Quattro mesi e un giorno dopo la tragedia del ponte Morandi, il sindaco di Genova e commissario alla ricostruzione ha dato il via all’abbattimento di quel che resta del viadotto autostradale Polcevera. I lavori di demolizione saranno eseguiti da un pool di cinque aziende (Fagioli spa di Ilario d’Enza, in provincia di Reggio Emilia; Fratelli Omini spa di Novate Milanese; Vernazza Autogru srl di Genova; Ipe Progetti srl di Torino; Ireos spa di Genova), nominate da Bucci con un apposito decreto firmato venerdì. I lavori di demolizione costeranno complessivamente 19 milioni di euro.
“Ci sono anche le macchine con le cesoie per la demolizione – ha spiegato Bucci -. Ci aspettiamo che la prossima settimana si possa andare a lavorare sopra il ponte in accordo con il Gip, naturalmente d’intesa con la procura e rispettando le esigenze di tutti ». A questo proposito, domani si svolgerà un’udienza con i tecnici della procura e i periti di parte che potrebbe sbloccare la situazione. “L’obiettivo è arrivare al 31 marzo con la demolizione giunta a un punto tale da consentire l’avvio delle opere di ricostruzione», ha spiegato Bucci. Che firmerà subito il decreto con il nome dell’impresa incaricata di ricostruire il ponte. In gara sono rimasti il raggruppamento Salini Impregilo, con Fincantieri e Italferr, che ha presentato un progetto sull’idea donata alla città da Renzo Piano e, dall’altra parte, il gruppo Cimolai, che ha presentato quattro progetti, di cui tre firmati da Santiago Calatrava.
“Avremo il nuovo ponte entro Natale 2019”, ha ribadito il sindaco, che non è preoccupato dal ricorso di Autostrade contro il decreto Genova, che esclude la società sia dalla demolizione che dalla ricostruzione, obbligandola, però, a pagare per entrambe. “È un problema loro. Io vado avanti”, ha detto Bucci, lapidario. Sicurezza è stata manifestata anche dal presidente della Regione Liguria e commissario all’emergenza, Giovanni Toti: “Il ricorso mi sembra che non incida sul cantiere. Da questo punto di vista mi sento abbastanza tranquillo”. Sull’esclusione di Aspi è intervenuto anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia: “Escludere a prescindere è sempre fonte di potenziali errori”, ha dichiarato.
Orgoglio per la partecipazione a un’impresa di queste proporzioni, è stata espressa dalle aziende scelte per la demolizione. Per Fagioli e Fratelli Omini è ormai un’abitudine cimentarsi con sfide di questa portata. Le due società sono state infatti impegnate nella rimozione della Costa Concordia, naufragata all’ isola del Giglio nel 2012. Anche in questo caso, hanno spiegato i tecnici delle due società, saranno impiegati degli speciali martinetti idraulici in grado di sollevare diverse tonnellate. Questi macchinari saranno utilizzato sul moncone ovest per far scendere a terra le parti dell’ impalcato che saranno tagliate a pezzi. Per demolire le pile 10 e 11, quelle che sovrastano le case, sarà usato l’esplosivo, mentre le abitazioni saranno abbattute con enormi pinze.
Ponte Morandi. Per marzo si demolisce tutto
La realizzazione del nuovo ponte sul Polcevera dovrebbe portare alla creazione di circa 5mila posti di lavoro. Tanti saranno infatti, tra occupati diretti e indotto, coloro i quali presteranno la loro opera nel cantiere che durerà almeno un anno. La stima è della Cisl Liguria, che farà una più ampia presentazione dello studio martedì a Genova. In maggioranza si tratterà di operai edili semplici e specializzati, di addetti a macchine perforatrici, di carpentieri, ferraioli, palisti ed escavatoristi, ma anche altri; tutti lavoratori con specificità e con variegate professionalità, esperti del loro lavoro. Occupazione che si vedrà soprattutto nella fase costruttiva più che di demolizione e che illustra in maniera anche particolareggiata numeri e qualifiche: 800 dovrebbero essere gli operai edili diretti ai lavori sull’ opera, mentre si attesteranno a circa 3.200 quelli dell’ indotto. Altri saranno invece impiegati ad allestire impianti elettrici ed idraulici compresi coloro i quali dovranno ripristinare impianti di varia natura, idraulici e di cantiere, interrotti in buona parte dal crollo.
Occupazione che fa in parte contraltare ai licenziamenti decisi dalle aziende chiuse dopo il crollo del ponte.
“Comprendere le specificità di ogni singolo territorio e di ogni stagione, evitando di riproporre schemi e visioni che mal si attaglierebbero a una realtà come quella napoletana” ed, evitando di fare “tabula rasa del passato”, “comprendere e governare la complessità, estirpando attraverso un lavoro certosino e chirurgico le sacche di malaffare e delinquenza che ancora impediscono ai cittadini l’esercizio di tutti i loro diritti costituzionalmente garantiti”. E’ quanto la Camera Penale di Napoli chiede al neo procuratore Nicola Gratteri attraverso una nota nella quale viene anche ricordato “l’ottimo lavoro svolto negli ultimi anni dai suoi predecessori: il procuratore Giovanni Melillo e la facente funzioni di procuratore Rosa Volpe”.
“Non ci sfugge ovviamente – scrive la Camera Penale in una nota – e sarebbe ipocrita da parte nostra non farne cenno, che la storia e soprattutto talune dichiarazioni pubbliche del neo-procuratore destano qualche perplessità, poiché in taluni casi agli antipodi con quell’idea di diritto penale liberale e democratico di cui i penalisti (e soprattutto le camere penali) sono da sempre strenui sostenitori”. La Giunta della Camera Penale di Napoli, nella nota, ricorda, anche, “il rapporto sovente turbolento che il neo-procuratore ha avuto con gli avvocati calabresi” i quali “in più di un’occasione, sono stati costretti a dar vita a condivisibili iniziative di protesta e di denunzia finalizzate a portare a conoscenza dell’opinione pubblica alcune innegabili torsioni avvenute, specie nei processi di criminalità organizzata, nei vari Tribunali della Calabria”.
“Vogliamo essere onesti fino in fondo, – dicono i penalisti napoletani – avremmo preferito un profilo diverso alla guida della Procura napoletana” ma “al di là dei nostri desiderata, – spiegano i penalisti – crediamo che, pur nella profonda differenza di vedute e di orientamenti culturali che certamente permarranno e con i diversi ruoli e responsabilità di cui ciascuno è portatore, il dott. Gratteri possa, abbandonando auspicabilmente alcune posture del recente passato non del tutto in linea con il ruolo di ‘capo’ della prima Procura italiana, svolgere egregiamente il suo difficile compito nell’interesse di tutti i cittadini. Noi penalisti – come sempre – vigileremo e ci impegneremo fattivamente perché ciò accada”, concludono i penalisti.
Un bus è precipitato dal cavalcavia Vempa a Mestre in provincia di Venezia. Ci sono molte vittime, morti e feriti, secondo i primi soccorritori arrivati sul posto. Il sindaco di Venezia Brugnaro ha parlato di “almeno 20 morti”, oltre ai feriti, molti dei quali gravi. Tra le vittime anche dei bambini. Brugnaro ha anche parlato di “immane tragedia” per la comunità e disposto il lutto cittadino. E’ stata interrotta, sempre dalle prime informazioni, anche la linea ferroviaria. Il bus sarebbe dell’azienda di trasporti Actv e si è incendiato dopo l’impatto. Sono stati mobilitati tutti gli ospedali della zona.
Nascondevano la marijuana nel camino, 15 chili da una parte e 9 dall’altra. La Polizia di Stato di Caserta ha arrestato tre persone per il reato di detenzione ai fini di spaccio di circa 24 chili marijuana.
Un’operazione congiunta tra Squadra Mobile della Questura di Caserta e Commissariato di P.S. di Santa Maria Capua Vetere, finalizzata al contrasto dello spaccio di stupefacenti, ha permesso di effettuare perquisizioni in un’azienda del Comune di San Tammaro, al cui interno vi era il sospetto vi fosse conservata una grossa quantità di sostanza stupefacente.
In particolare, durante le ricerche, all’interno di un camino di un locale adibito a cucina, gli investigatori hanno trovato nascoste 15 grandi buste con all’interno marijuana, del peso di 15 chili. L’attività di ricerca ha inoltre consentito di trovare, in un capannone adiacente, 5 ventilatori, utilizzati per disperdere il forte odore prodotto dalla sostanza stupefacente durante l’essiccazione.
Il gestore dell’azienda agricola, un quarantenne della provincia di Caserta con precedenti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è stato arrestato per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza psicotropa ed è stato associato alla Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere.
Ulteriori perquisizioni sono state effettuate presso l’abitazione di due coniugi di nazionalità albanese di 35 e 29 anni, residenti in San Tammaro, ove sono stati ritrovati circa 9 chili di marjuana nascosti nel camino dell’abitazione. I coniugi sono stati arrestati per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e l’uomo è stato associato alla Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, mentre la donna agli arresti domiciliari.