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Economia

Standard & Poor’s conferma il rating dell’Italia, nessun declassamento ma le banche aumentano i costi dei mutui

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Conte, Di Maio e Salvini: basta remare contro l’Italia, banche e imprese non saltano per i giudizi delle agenzie di rating

Qualcuno tifava per il declassamento dell’Italia. Qualcuno ci sperava nel secondo declassamento del debito. E invece non è arrivato il downgrade di Standard & Poor’s. E così il declassamento di Moody’s della scorsa settimana non ha avuto un effetto trascinamento. Il rating resta BBB , due gradini sopra il livello “spazzatura”. L’agenzia Usa rivede però la previsione (l’outlook) da stabile passa a “negativo”. Secondo S&P il piano economico del governo, specie la riforma della Fornero “rischia di indebolire la performance di crescita dell’Italia”, facendo salire il costo del debito e “indebolendo” le banche via spread e il deficit del 2019 sarà al 2,7%, più del 2,4% programmato. Il giudizio, insomma, è che un declassamento potrà arrivare nei primi mesi del 2019, quando si pronuncerà pure Fitch (l’outlook è già negativo). Lo spread aveva chiuso stabile a 309 punti. Il giudizio delle agenzie di rating ha un ruolo determinante per permettere alle banche di usare i titoli di Stato come collaterale nelle operazioni di liquidità con la Bce. Sotto il grado “investment” assegnato da tutte e 4 le agenzie – Moody’ s, S&P, Fitch e la canadese Dbrs – Francoforte chiude i rubinetti.

L’effetto spread si fa sentire già allo sportello, le banche fanno salire i tassi per i mutui e a pagare sono i cittadini

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Economia

Banca Popolare di Sondrio, Bper non riconosce il reale valore banca

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La valorizzazione di Banca Popolare di Sondrio da parte di Bper “non riconosce pienamente il reale valore della banca”. Lo afferma la popolare di Sondrio al termine del Cda che ha approvato il comunicato dell’ops promossa da Bper Banca, in vista dell’avvio il 16 giugno. L’annuncio dell’offerta è avvenuto prima della “presentazione del nuovo piano industriale 2025-2027 di Banca Popolare Sondrio, per cui l’analisi valutativa condotta da Bper ai fini della determinazione del corrispettivo non tiene conto di questi importanti elementi informativi”, spiega la Popolare di Sondrio. Il premio proposto da Bper è “molto contenuto”.

Il premio che Bper dichiara di riconoscere agli azionisti di Popolare Sondrio alla data di “annuncio dell’offerta risulta molto contenuto, una fattispecie con rari precedenti per operazioni di questo tipo”, prosegue la nota della Popolare di Sondrio. “Dalla data – prosegue – di annuncio dell’offerta, il corrispettivo è rimasto sempre a sconto rispetto al prezzo di mercato di Sondrio. Il corrispettivo non valorizza adeguatamente le sinergie realizzabili tramite l’aggregazione dichiarate da Bper. Alla luce della marcata differenza nel cash dividend pay-out ratio tra Sondrio e Bper, il corrispettivo risulta essere diluitivo per gli azionisti di Sondrio in termini di dividendo per azione atteso per il 2025 e di dividendi cumulati attesi per il triennio 2025-2027”.

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Occupazione al top, ma si cerca ancora tra gli amici

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L’occupazione continua a viaggiare con il segno positivo e tocca un nuovo record nel primo trimestre dell’anno, trainata dall’aumento dei dipendenti stabili. I dati trimestrali dell’Istat confermano un mercato del lavoro in crescita, che però fa ancora fatica a cambiare le dinamiche di ingresso. Nella ricerca di un posto continua a prevalere l’uso del cosiddetto canale informale: ovvero rivolgersi a parenti, amici e conoscenti, che rimane la pratica più diffusa. Nei primi tre mesi dell’anno, il numero di occupati aumenta di 141mila unità (+0,6%) rispetto al quarto trimestre 2024 e il tasso di occupazione sale al 62,7% (+0,4 punti), il livello più alto mai registrato nelle serie storiche trimestrali avviate dall’Istat nel 2004.

Nel confronto annuo la crescita è più marcata ed è di 432mila unità (+1,8%). In entrambi i casi la spinta arriva dall’aumento dei dipendenti a tempo indeterminato (+634mila in un anno), che si contrappone al calo dei dipendenti a termine (-182mila). Dati che per l’esecutivo e la maggioranza sono incontrovertibili rispetto alle politiche messe in campo. “Certificano un risultato senza precedenti, frutto di una visione chiara da parte del governo Meloni, di scelte coraggiose e di politiche che finalmente stanno dando risultati concreti”, commenta il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Tommaso Foti.

“Sono la migliore risposta a chi come il segretario della Cgil Landini ha fatto credere ai cittadini in maniera puramente demagogica che serviva un referendum”, rincara il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. L’occupazione dunque cresce, sia per gli uomini che per le donne, anche se il gap resta ampio. E si accentuano anche i divari nella partecipazione al mercato del lavoro per livello di istruzione. Tanto che il tasso di occupazione corre per i laureati (aumentando di 1,9 punti rispetto al primo trimestre 2024), segna +0,7 punti per i diplomati e solo +0,3 punti per coloro che hanno al massimo la licenza media. E i canali per entrare resta spesso ancorati alla rete di parentele e conoscenze. Recupera comunque terreno l’invio di domande e curricula e la consultazione di offerte di lavoro, così come la quota di chi si rivolge al centro pubblico per l’impiego e di chi risponde o mette inserzioni, mentre è in calo quella di chi contatta le agenzie private di intermediazione o somministrazione.

Ad aumentare è anche il costo del lavoro. Nel primo trimestre dell’anno sale addirittura del 4,6%, come effetto del forte aumento delle retribuzioni (+4,1%) e ancor di più dei contributi sociali (+6,3%). Risultato dei miglioramenti retributivi guidati dai rinnovi contrattuali e, dall’altro, dall’esaurimento degli effetti di alcune agevolazioni contributive. Ed è proprio ai rinnovi che guarda un altro dato diffuso dall’Istat, quello dell’inflazione misurata dall’indice Ipca al netto degli energetici importati – indice di riferimento per i contratti – che per il 2024 risulta pari a +1,3%. Sulla base di questo, calcono i sindacati dei metalmeccanici, alle tute blu si riconosce un incremento salariale medio di 27,70 euro mensili, a partire proprio da giugno. Che però “non basta”. I contratti nazionali scaduti, grazie alla clausola di “ultrattività”, garantiscono ai metalmeccanici gli aumenti fino alla sottoscrizione di un nuovo contratto, insieme al diritto ai 200 euro di welfare contrattuale. Per questo Fim, Fiom e Uilm rilanciano la battaglia per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici: in calendario c’è già il nuovo sciopero il 20 giugno per chiedere a Federmeccanica-Assistal di riprendere il negoziato e arrivare nel più breve tempo possibile ad una soluzione.

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Caso Mps-Mediobanca, la Procura di Milano apre un fascicolo per diffamazione: focus anche su Delfin e Caltagirone

La denuncia parte da un esposto di Mediobanca che contesta ricostruzioni ritenute false e offensive.

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Un’indagine per diffamazione è stata avviata dalla Procura della Repubblica di Milano in seguito a una querela presentata da Mediobanca, che ha allegato alla denuncia alcuni articoli giornalistici ritenuti lesivi dell’immagine e dell’operato dell’istituto guidato da Alberto Nagel (nella foto Imagoeconomica in evidenza). Secondo quanto trapelato da ambienti giudiziari, l’origine del fascicolo, di cui è titolare il procuratore aggiunto Roberto Pellicano, riguarda la contestazione da parte della banca di essere stata accusata falsamente di ostruzionismo.

Dalla diffamazione al risiko bancario: spunta la convergenza Delfin-Caltagirone

Nel documento presentato alla Procura, Mediobanca non si limita a contestare le dichiarazioni ritenute diffamatorie, ma include una ricostruzione dettagliata delle recenti vicende societarie che vedono al centro l’offerta pubblica di scambio proposta da Mps (Monte dei Paschi di Siena) sulla stessa Mediobanca.

Nel dossier si analizzano i legami societari e le convergenze di interessi tra i gruppi Delfin, della famiglia Del Vecchio, e Caltagirone, che figurano tra i maggiori azionisti non solo di Mediobanca, ma anche di Mps e di Generali, di cui Mediobanca è azionista di riferimento. La ricostruzione risalirebbe fino al 2019, segnalando la continuità e l’intensificazione dei rapporti strategici tra i due gruppi.

L’operazione Abb del MEF e il ruolo degli organismi di vigilanza

Tra gli elementi evidenziati nella denuncia c’è anche la cessione del 15% di Mps da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, avvenuta attraverso un’operazione di “accelerated book building” (Abb) nel novembre scorso, che secondo la ricostruzione avrebbe contribuito a riequilibrare la compagine azionaria e ad alimentare speculazioni su assetti futuri.

Mediobanca ha inoltre presentato esposti alla Consob e alla Bce, evidenziando la necessità di chiarimenti sui movimenti recenti e su possibili accordi non comunicati al mercato. Tuttavia, la competenza sulle verifiche resta per ora agli organismi di vigilanza. Solo qualora dovessero emergere irregolarità o profili di aggiotaggio, queste potranno essere segnalate alla magistratura.

Il fascicolo aperto a Milano

Attualmente, la Procura di Milano non ha formulato ipotesi di reato diverse dalla diffamazione, ma l’apertura del fascicolo ha acceso i riflettori su un intreccio societario e finanziario molto complesso, che coinvolge alcuni dei principali attori del sistema bancario italiano. Il fascicolo è in carico all’aggiunto Roberto Pellicano, responsabile del pool di contrasto ai reati economico-finanziari.

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