Collegati con noi

Economia

Sos conti per 1400 Comuni: a rischio luce, asili e altri servizi essenziali

Pubblicato

del

Sono circa 1400 i Comuni d’Italia a rischio default dopo una sentenza della Corte Costituzionale che di fatto ha cancellato la possibilita’ di restituire alcune anticipazioni di liquidita’ in 30 anni. A lanciare l’allarme e’ l’Anci, per voce del suo presidente Antonio Decaro: “Entro maggio dobbiamo approvare i bilanci, se saltano i bilanci, saltano anche i servizi. Tagliare spese vuol dire spegnere luci, non raccogliere i rifiuti, chiudere asili. So che il ministero dell’Economia se ne sta occupando. Bisogna fare presto”. Domani la questione sara’ al centro di un tavolo tra governo e partiti. La ratio della Consulta, di recente intervenuta per la seconda volta sul tema, e’ evitare che i debiti dei padri ricadano sui figli (e sui nipoti). Lo ha spiegato bene il presidente Giancarlo Coraggio che, nel ribadire il “massimo rispetto” per il “difficile ruolo” dei sindaci, ha chiarito: “Evitare il dissesto dei Comuni, che non sempre e’ causato da spese folli ma dalla difficolta’ di far fronte a giuste pretese dei cittadini, e’ un compito primario che lo Stato deve assolvere. Il problema e’ come farlo. Era stato fatto in modo sbagliato, perche’ autorizzava la prosecuzione di una gestione inadeguata – non si puo’ continuare a fare debiti sulle spese correnti – e scaricava sulle generazioni future. Si faccia con soldi veri o con interventi seri che non creino problemi”, il suo invito. Il problema evidenziato dalla sentenza 80/2021 riguarda l’illegittimita’ delle regole che permettevano ai Comuni ripianare in 30 anni l’extra deficit prodotto a sua volta dalle anticipazioni di liquidita’ concesse dal 2013 per pagare i debiti commerciali (per fornitori e servizi). Il governo ha recepito forte e chiaro il grido d’allarme di paesi e citta’ coinvolte e sta lavorando sul da farsi: allo studio ci sarebbe una norma ponte per consentire agli enti locali di approvare i bilanci e un secondo intervento piu’ strutturale, da studiare attentamente – come viene sottolineato – perche’ non si puo’ rischiare la terza bocciatura della Consulta. Il contenitore potrebbe essere il decreto sostegni bis. “Abbiamo chiesto al governo di individuare una norma che permetta allo Stato di subentrare nel debito”, spiega Decaro. “Stiamo parlando di fondi che i Comuni utilizzano per garantire i servizi essenziali ai cittadini. Non possiamo lasciare le comunita’ locali sull’orlo del baratro”, tuona Giuseppe Buompane, deputato del MoVimento 5 Stelle in commissione Bilancio. Per Stefano Fassina, collega di LeU, “la situazione finanziaria di tanti Comuni era di grande sofferenza gia’ prima del Covid e ora si e’ aggravata, in quanto non hanno ricevuto compensazioni sufficienti rispetto alle perdite di entrate e alle risorse da mobilitare. Va affrontato il capitolo dei debiti”. Al tavolo di domani potrebbe arrivare una prima risposta.

Advertisement

Economia

Effetto Trump, bruciati in Borsa 6.500 miliardi in 100 giorni

Pubblicato

del

Nei primi cento giorni di presidenza Trump ci sono stati 70 giorni di scambi a singhiozzo sui mercati finanziari e 32 giorni di perdite, con oltre 6.500 miliardi di dollari cancellati dal valore delle società quotate. Lo scrive il New York Times, secondo cui per i mercati finanziari il calo del 7% dell’indice S&P 500 rappresenta il peggior inizio di mandato presidenziale da quando Gerald R. Ford subentrò a Richard M. Nixon nell’agosto del 1974, dopo lo scandalo Watergate. La crisi, sottolinea il quotidiano, è persino peggiore di quando scoppiò la bolla tecnologica all’inizio del secolo, e George W. Bush ereditò un mercato già in caduta libera. Al contrario, Trump ha ereditato un’economia solida e un mercato azionario in ascesa da un massimo storico all’altro. La situazione è cambiata rapidamente quando Trump ha annunciato i suoi dazi il 2 aprile, facendo esplodere la volatilita’ nei mercati finanziari.

Continua a leggere

Economia

Oxfam, compensi ad cresciuti del 50% per lavoratori solo +0,8%

Pubblicato

del

A livello globale, negli ultimi 5 anni, la retribuzione mediana degli amministratori delegati d’impresa è cresciuta del 50%, in termini reali, passando da 2,9 milioni di dollari nel 2019 a 4,3 milioni nel 2024. Un aumento che supera di ben 56 volte la modesta crescita del salario medio reale (+0,9%), registrata nello stesso periodo nei Paesi per cui sono pubblicamente disponibili le informazioni sui compensi degli ad.

E’ quanto riporta un’analisi di Oxfam diffusa in occasione del Primo maggio. Nel dettaglio, tra i Paesi in cui il campione di imprese analizzate è sufficientemente ampio, emerge che: Irlanda e Germania vantano alcuni tra gli ad più pagati con una retribuzione annua mediana rispettivamente di 6,7 milioni e 4,7 milioni di dollari nel 2024; in Sudafrica il compenso annuo mediano degli AD era di 1,6 milioni di dollari nel 2024, mentre in India ha raggiunto i 2 milioni di dollari.

“Anno dopo anno assistiamo allo stesso spettacolo a dir poco grottesco: i compensi degli ad crescono vertiginosamente, mentre i salari dei lavoratori in molti Paesi restano fermi o salgono di pochi decimali”, spiega Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia economica di Oxfam Italia. L’analisi di Oxfam si è concentrata inoltre sui divari salariali di genere a livello d’impresa. Esaminando 11.366 imprese di 82 Paesi, che pubblicano informazioni sul gender pay gap aziendale, si evince che il divario retributivo di genere a livello di impresa si sia, in media, ridotto tra il 2022 e il 2023, passando dal 27% al 22%. Ma tra le 45.501 imprese di 168 Paesi con un fatturato annuo superiore a 10 milioni di dollari e che riportano il genere del proprio ad, meno del 7% aveva una donna nella posizione apicale dell’organigramma aziendale.

Per quanto riguarda la dinamica dei salari reali in Italia, secondo Oxfam se, anziché ricorrere agli indici generali dell’inflazione, si facesse riferimento alla variazione dei prezzi del carrello della spesa (come approssimazione dei beni maggiormente consumati dai lavoratori con basse retribuzioni), il salario lordo nazionale registrerebbe, in media, una perdita cumulata di circa il 15% nel solo quadriennio 2019-2023 e la dinamica positiva del 2024 non rappresenterebbe che un placebo per i lavoratori con le retribuzioni più basse.

“Fino ad oggi, nell’azione del Governo è del tutto assente una chiara politica industriale, orientata alla creazione di posti di lavoro di qualità, che scommetta su innovazione, transizione verde e formazione, senza lasciare indietro nessuno. – conclude Maslennikov – Il Governo stenta a intervenire sul rafforzamento della contrattazione collettiva e sulla revisione del sistema di fissazione dei salari e ha affossato il salario minimo legale che rappresenta una tutela essenziale per i lavoratori più fragili”.

Continua a leggere

Economia

Wsj, cda di Tesla cerca un nuovo ceo per sostituire Musk

Pubblicato

del

Il consiglio di amministrazione di Tesla ha iniziato a cercare un nuovo CEO per sostituire il fondatore Elon Musk. Lo riporta il Wall Street Journal. Secondo il quotidiano la decisione è stata presa dopo il crollo delle azioni e degli utili di Tesla. Alcuni investitori ritengono che Musk sia troppo impegnato con il suo lavoro di capo del Dipartimento per l’Efficienza Pubblica (DOGE), che pure sembra volgere al termine. Non è stato reso noto se Musk sia stato informato della decisione.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto