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Economia

Società Stretto di Messina: nessun dettato normativo prevede ok Ingv

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“Non esiste alcun dettato normativo che preveda una ‘validazione’ da parte” dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Lo si legge in una nota per la stampa diffusa dalla società Stretto di Messina. “Ricercatori dello stesso Istituto – si specifica – hanno collaborato con il contraente generale Eurolink sia nella fase di redazione del progetto definitivo del 2011, sia nel recente aggiornamento. Tale recente aggiornamento è stato sviluppato da ricercatori Ingv non ‘a titolo personale’ ma in attuazione di un accordo scientifico tra l’Ingv, il Dipartimento Scienze della Terra dell’Università la Sapienza di Roma e il contraente generale Eurolink”, e le “attività hanno riguardato la ulteriore definizione nel dettaglio del quadro geosismotettonico” anche “mediante rilievi in sito, prospezioni geosismiche, sondaggi geognostici”.

Un accordo “firmato dal presidente dell’Ingv e pertanto l’Istituto non può dissociarsi dai contenuti emersi dalla ricerca svolta”. Quanto alle “faglie Cannitello-Gioia Tauro e Pezzo”, prosegue, “come riportato da Ithaca, sono identificate da studi svolti nel 1983 e nel 1994, quindi molto datati, ampiamente superati dagli studi, ben più dettagliati, svolti per conto della Stretto di Messina durante la progettazione preliminare e definitiva, e recentemente aggiornati”. Si sono svolte “campagne che hanno visto l’esecuzione di circa 400 indagini geologiche, geotecniche, sismiche oltre a rilevamenti puntuali”, pertanto “il posizionamento delle fondazioni della torre lato Calabria su sistemi di faglie attive non è supportato da alcuna evidenza scientifica”.

– “La Stretto di Messina dal 1981 a tutt’oggi ha svolto investimenti pari circa 300 milioni – scrive Stretto di Messina -, come risulta dal bilancio societario del 2023, per la ricerca, gli studi di fattibilità sulle 3 soluzioni di attraversamento, lo sviluppo e la verifica delle tre fasi di progettazione (di Massima, Preliminare e Definitiva), l’esperimento di quattro gare internazionali nonché le attività per il riavvio del 2023. Un importo assolutamente in linea con parametri internazionali nonostante il ponte sia un’opera con caratteristiche eccezionali”. “Il computo metrico è stato fatto per il progetto definitivo del 2011 – aggiunge – ed è stato aggiornato nel 2023 e costituisce la base per la stima del costo di investimento per la realizzazione dell’Opera in 13,5 miliardi”. Sul tema dei cavi, viene riportato che “esistono molti ponti sospesi con 4 cavi” che sono “in esercizio da molti decenni” e “la distribuzione dei carichi su ogni singolo cavo è stata ampiamente valutata”.

“Le ‘prove di tenuta’ – si legge – sono in realtà prove di fatica da sfregamento utili unicamente a definire dettagli progettuali, non la tenuta. Una nuova proposta del progettista, relativa alla sella di alloggiamento dei cavi, le ha rese inutili. L’eventuale adozione di nuovi acciai non comporta assolutamente il rifacimento del progetto ‘da capo’, ma valutazioni in sede di progettazione esecutiva. La metallurgia ha reso disponibili nuovi acciai che sono già stati utilizzati con successo su alcuni ponti sospesi, tra i quali l’attuale ponte record del mondo, Canakkale in Turchia, che ha lo stesso progettista del ponte di Messina (Cowi)”.

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Economia

Françoise Bettencourt Meyers lascia il consiglio di L’Oréal

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Dopo quasi 30 anni, Françoise Bettencourt Meyers (foto Imagoeconomica) lascia il consiglio di amministrazione di L’Oréal, pur mantenendo la presidenza della holding familiare Tethys, primo azionista del gruppo. Al suo posto nel board entrerà un altro rappresentante di Tethys, mentre il ruolo di vicepresidente sarà assunto dal figlio Jean-Victor Meyers, 38 anni. Françoise Bettencourt Meyers, 71 anni, è l’unica erede diretta del fondatore di L’Oréal, Eugène Schueller.

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Economia

Cambio ai vertici di Engineering: Aldo Bisio nuovo amministratore delegato

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Cambio della guardia al vertice di Engineering, multinazionale specializzata nella trasformazione digitale. Maximo Ibarra (foto Imagoeconomica sotto) ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato con effetto immediato. Al suo posto, il consiglio di amministrazione della società – controllata dai fondi Bain e Renaissance – ha nominato Aldo Bisio (foto Imagoeconomica in evidenza), ex numero uno di Vodafone Italia dal 2014 al 2024.

MAXIMO IBARRA EX AD ENGINEERING

Prima della sua lunga esperienza in Vodafone, Bisio ha ricoperto incarichi di rilievo in Ariston Thermo e in McKinsey. Attualmente siede anche nel board di Coesia, produttore globale di soluzioni industriali per l’imballaggio.

Il bilancio della gestione Ibarra

Maximo Ibarra lascia Engineering dopo quasi quattro anni di gestione che hanno visto la società crescere significativamente: circa 14.000 dipendenti, oltre 80 sedi tra Europa, Stati Uniti e Sud America, con un fatturato che ha raggiunto quasi 1,8 miliardi di euro, generato da oltre 70 società controllate in 21 Paesi.

«Negli ultimi mesi ho maturato la volontà di prendermi del tempo per valutare nuovi progetti professionali», ha dichiarato Ibarra, aggiungendo che resterà disponibile fino al prossimo 1° settembre per garantire un efficace passaggio di consegne e che continuerà a essere investitore nella società.

La sfida per Bisio: crescita e nuove operazioni strategiche

Il presidente di Engineering, Gaetano Micciché, ha ringraziato Ibarra per il lavoro svolto ed espresso fiducia nella capacità di Bisio di guidare l’azienda verso una nuova fase di sviluppo e innovazione.

Tra i primi dossier sul tavolo del nuovo amministratore delegato c’è la valutazione sulla vendita di Municipia, società del gruppo attiva nei servizi ai Comuni. Engineering ha incaricato Klecha di esplorare il mercato alla ricerca di investitori interessati, con una valutazione che si aggira intorno ai 250 milioni di euro.

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Economia

Wsj, Trump verso un alleggerimento dei dazi sulle auto

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Donald Trump intende attenuare l’impatto dei dazi sulle auto prodotte all’estero, impedendo che si accumulino ad altre tariffe dazi da lui imposte e alleggerendo alcuni dazi sui componenti esteri utilizzati per la produzione di veicoli negli Usa. Lo scrive il Wall Street Journal citano una persona a conoscenza del dossier. In base a questa mossa, le case automobilistiche che pagano i dazi di settore non saranno soggette anche ad altri dazi, come quelli su acciaio e alluminio. La decisione sarebbe retroattiva, hanno affermato le fonti, il che significa che le case auto potrebbero essere rimborsate per tali tariffe già pagate.

Il dazio del 25% sulle auto finite prodotte all’estero è entrato in vigore all’inizio di questo mese. L’amministrazione Usa, sempre secondo il Wsj, modificherà anche i dazi sui ricambi delle auto estere – previsti al 25% e in vigore dal 3 maggio -, consentendo alle case automobilistiche di ottenere un rimborso per tali dazi fino a un importo pari al 3,75% del valore di un’auto prodotta negli Stati Uniti per un anno. Il rimborso scenderebbe al 2,75% del valore dell’auto nel secondo anno, per poi essere gradualmente eliminato del tutto. Si prevede che Trump adotti queste misure in vista di un viaggio in Michigan per un comizio alla periferia di Detroit martedì sera, in occasione dei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca. Le misure mirano a dare alle case automobilistiche il tempo di riportare le catene di approvvigionamento dei componenti negli Usa e rappresenterebbero probabilmente un significativo impulso per le case automobilistiche nel breve termine, ha affermato una fonte a conoscenza della decisione. Le case auto dovranno presentare domanda di rimborso al governo, ma non è immediatamente chiaro da dove arriveranno questi fondi.

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