“Credo sia pronto per vincere uno Slam, lo vedremo vincitore molto presto e forse anche è pronto per diventare il più forte giocatore del mondo. Questi ultimi tornei fanno ben sperare per il futuro di Jannik”: per Corrado Barazzutti l’ascesa di Jannik Sinner è destinata a continuare, e a lungo. Con la vittoria ieri dell’Atp 500 di Vienna contro il russo Daniil Medvedev, battuto due volte nel giro di una manciata di settimane, il tennista altoatesino è tra favoriti del Master 1000 di Parigi-Bercy dove farà il suo esordio mercoledì, contro il vincente del derby statunitense tra J.J.Wolf e Mackenzie McDonald. Nel torneo parigino, che chiude la stagione prima della Finals, ci sarà anche Djokovic, sorteggiato dalla stessa parte di tabellone e accreditato di un possibile incrocio nei quarti di finale: Nole l’unico Top 5 che Sinner non ha mai battuto.
L’appuntamento più atteso e’ pero’ quello delle Atp Finals di Torino, dove Sinner si presenterà da assoluto protagonista. Una crescita importante, quella dell’altoatesino, oggi n.4 della classifica Atp, e al quale sono arrivati anche i complimenti di Medvedev e del suo allenatore, concordi nel sottolineare che “i suoi progressi sono evidenti”: dalla vittoria del Challenger di Bergamo nel febbraio 2019, primo successo tra i prof, a quella di ieri a Vienna ci sono cinque anni di crescita, soddisfazioni e pure qualche critica. Nel tempo ha anche cambiato staff, lasciando lo storico coach Riccardo Piatti e avviando la collaborazione con Simone Vagnozzi, affiancato da Darren Cahill. La consacrazione nel gotha del tennis arriva nell’estate di quest’anno, con il primo 1000 a Toronto e il best ranking da n° 4 del mondo, alla vigilia delle Nitto Atp Finals di Torino e del finale di stagione in maglia azzurra in Coppa Davis, dopo le polemiche per il suo forfait nella tappa di Bologna dello scorso settembre.
“L’ho visto migliorato tantissimo, soprattutto sulla qualità, sull’intensità e sulla regolarità del suo tennis – le parole di Barazzutti ai microfoni di Radio Anch’io Sport – cioè sulla capacità di giocare ad altissimo livello senza avere delle pause nel suo gioco come gli capitava prima e che gli costavano molto care. Nell’ultimo mese non ha perso quasi mai, sta giocando un tennis straordinario di grandissima solidità”. E negli anni, uno dei colpi del repertorio di Sinner che è migliorato di più è sicuramente il servizio, frutto del lavoro col nuovo team Vagnozzi-Cahill. Proprio a Vienna, contro Shelton e Sonego, sono arrivate le due migliori prestazioni con la prima nella carriera di Jannik, rispettivamente l’82,3% e l’80,8%. Grazie al successo di ieri in finale contro Medvedev a Vienna Sinner è diventato l’italiano con più titoli di sempre in bacheca, eguagliando una leggenda come Adriano Panatta, anche nel best ranking al n. 4, primato azzurro. E vincendo con Andrej Rublev in semifinale sempre a Vienna l’altoatesino ha centrato la vittoria numero 55 in stagione (ora 56 con Parigi-Bercy e le Atp Finals ancora da disputare): mai nessun tennista italiano aveva vinto così tanto in una singola annata. Il precedente record di 54 successi era di Barazzutti nel 1978.
Il dato che forse più di tutti racconta l’ingresso di Sinner nell’èlite del tennis è quello delle vittorie contro i top 5: in questa stagione finora sono state 7 (Alcaraz e Medvedev due volte, Fritz, Tsitsipas e Rublev). Nessun giocatore ha fatto meglio da questo punto di vista nell’intero circuito. Prima del 2023, il bilancio dell’azzurro era clamorosamente ribaltato: 1-16, con l’unico successo firmato contro il rivale generazionale Alcaraz nell’ultimo atto di Umago 2022. Da luglio a oggi Sinner ha giocato 28 partite vincendone 24 raggiungendo la semifinale a Wimbledon (miglior prestazione in carriera a livello Slam), gli ottavi agli US Open e vincendo il Masters 1000 di Toronto e gli Atp 500 di Vienna e Pechino.