Scongiurare il rischio di una lottizzazione correntizia delle nomine adottando un metodo che garantisca che a prevalere sia effettivamente il merito. E’ l’appello che tre consiglieri del Csm rivolgono ai loro colleghi in vista della scelta dei componenti del prossimo Comitato direttivo della Scuola della magistratura. Operativa dal 2011 – con un ufficio centrale a Roma e due sedi a Scandicci, in provincia di Firenze, e a Napoli e attualmente guidata dal presidente emerito della Consulta Giorgio Lattanzi – la Scuola si occupa della formazione dei magistrati: dal tirocinio di chi è a inizio carriera sino ai corsi destinati ai capi degli uffici giudiziari, passando per la formazione permanente di tutti i giudici e pm in servizio in Italia.
Un ruolo strategico, visto che le sue indicazioni possono finire per orientare, soprattutto in materie sensibili, le scelte dei magistrati. Il suo Comitato direttivo è l’organo chiave: assume tutte le decisioni relative alla Scuola, determina i programmi di formazione di ogni settore e nomina i docenti e gli altri collaboratori. Il che significa anche gestire potere, considerato che il magistrato scelto come professore avrà nel suo curriculum titoli in più da far valere ai fini della carriera. Di qui il pericolo che sui componenti del Comitato direttivo la cui nomina è di competenza del Csm – sono 12 in tutto tra magistrati (7), professori universitari (3) e avvocati (2), ma una parte li indica il ministro della Giustizia – possano prevalere “logiche di spartizione correntizia”, evocate espressamente come fenomeno da evitare assolutamente nel documento inviato a tutti i colleghi di Palazzo dei marescialli dai consiglieri ‘indipendenti’ Roberto Fontana e Andrea Mirenda e dalla togata di Magistratura democratica Mimma Miele.
La scelta non sarà facile: sono 142 le domande arrivate al Csm tra magistrati e professori universitari. Tra loro il nome che più spicca è quello dell’attuale presidente della Corte costituzionale Silvana Sciarra, il cui mandato scadrà a novembre. Tra i magistrati ci sono diversi ex consiglieri del Csm (Mariano Sciacca, Giulio Romano, Ciro Riviezzo , Roberto Carrelli Palombi, nominato qualche giorno fa Pg di Lecce), il presidente di Sezione della Cassazione Angelo Spirito, che l’anno scorso con un suo ricorso determinò l’azzeramento dei vertici della Suprema Corte da parte del Consiglio di Stato, il pm romano Mario Palazzi e Tomaso Epidendio, il magistrato che ha rappresentato l’accusa in Cassazione al processo ai carabinieri della caserma Casilina per il pestaggio di Stefano Cucchi.
Partire dalle materie che dovranno essere al centro della formazione dei magistrati perchè cruciali in questo momento storico – i diritti delle persone, la tutela dei soggetti deboli, il diritto dell’economia e della crisi di impresa, il diritto della Ue- per misurare su quelle la competenza dei concorrenti, è il metodo di lavoro suggerito da Fontana, Miele e Mirenda. Con l’occhio rivolto oltre che alla professionalità specifica in questi settori dei candidati , valutabile dall’attività giudiziaria svolta e dalla produzione scientifica, anche alla loro esperienza di formazione didattica.