Collegati con noi

Esteri

Scoperta a Buzova una nuova fossa comune

Pubblicato

del

Dopo Bucha, Kramatorsk e Makariv, un nuovo massacro di civili in Ucraina. Una fossa comune con decine di corpi di civili e’ stata scoperta a Buzova, un piccolo centro a pochi chilometri da Kiev: lo ha reso noto Taras Didych, capo della comunita’ di Dmytrivka, che comprende Buzova e altri villaggi vicini, aggiungendo che la fossa si trova vicino ad una stazione di servizio. Non si conosce ancora i numero esatto delle vittime. Le forze russe proseguono intanto con i bombardamenti contro le citta’ dell’Est e del Sud dell’Ucraina, mentre si segnalano movimenti di truppe dal Nord, dove l’esercito di Mosca si e’ praticamente ritirato, verso le regioni meridionali ed orientali. E’ li’ che il comando ucraino prevede una nuova offensiva per sfondare le sue difese nell’area di Izium, a sudest di Kharkiv, con l’invio di unita’ aggiuntive russe nell’area per tentare di stabilire il pieno controllo di Mariupol. Immagini satellitari diffuse dalla Cnn mostrano inoltre un convoglio militare russo lungo 12 km, in movimento verso sud attraverso la cittadina di Velkyi Burluk, a est di Kharkiv. Il comando operativo meridionale delle forze ucraine informa che nelle ultime ore le forze russe hanno lanciato sette missili nell’area di Mykolayiv (Sud), mentre l’amministrazione militare di Lugansk ha riferito che “una scuola e due condomini sono stati bombardati in mattinata dai russi a Severodonetsk”. Sette missili sono caduti nella notte su Dnipro (Sudest), distruggendo una non meglio precisata infrastruttura. Il governatore Valentyn Reznichenko ha detto che le sirene anti-aeree hanno suonato quasi ogni ora nella regione di Dnipropetrovsk e un missile russo ha colpito anche un impianto industriale a Pavlograd. Secondo il comando ucraino, Mosca cerca di rafforzare le posizioni delle sue truppe nelle regioni di Mykolaiv e Kherson, e usa gli attacchi missilistici anche per demoralizzare la popolazione. Kiev sostiene anche che nelle regioni di Donetsk e Lugansk, le loro unita’ hanno contrastato ieri otto attacchi russi, distruggendo quattro carri armati e otto veicoli blindati. Nuove informazioni confermano che le forze russe stanno affrontando gravi problemi in Ucraina. Secondo il bollettino quotidiano dell’intelligence britannico, di fronte alle crescenti perdite, Mosca sta cercando di rafforzare le proprie forze con personale congedato dal servizio militare dal 2012 e cerca anche di reclutare uomini dalla Transnistria, repubblica autoproclamata sotto l’orbita russa del territorio della Moldavia, al confine con l’Ucraina. Fonti citate dal Guardian parlano inoltre della morte dell’ennesimo alto ufficiale russo dall’inizio dell’invasione. Si tratterebbe del colonnello Alexander Bespalov, comandante del 59mo reggimento carri armati, il cui funerale si sarebbe tenuto venerdi’ nella citta’ russa di Ozersk. Il ministero della Difesa ucraino stima che la Russia abbia perso piu’ di 19.000 soldati dall’inizio dell’invasione. Mosca ammette perdite significative, ma smentisce questa cifra. Nel frattempo, il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, ha detto che la sua organizzazione sta elaborando piani per schierare una presenza militare permanente ai propri confini per contrastare una futura aggressione della Russia. La Nato, ha spiegato, sta affrontando “una trasformazione fondamentale” che riflette “le conseguenze a lungo termine” delle azioni del presidente russo Vladimir Putin. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avverte che dopo il suo Paese “l’intera Europa e’ un obiettivo per la Russia” e chiede all’Occidente azioni per ristabilire la pace. L’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, Josep Borrell, che ieri era a Kiev insieme alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e ha incontrato Zelensky, dichiara che “”Torno con una lista di armi di cui gli ucraini hanno bisogno. E noi la seguiremo”. In un’intervista al Corriere della Sera, Borrell ha sottolineato che “gli ucraini stanno resistendo alla Russia, che non e’ riuscita a entrare a Kiev”, il che e’ stato “un grande fallimento per Mosca, che ora sta concentrando tutta la sua capacita’ militare sul Donbass, dove probabilmente vogliono avere una vittoria per il 9 maggio a fini di propaganda”. “La grande battaglia nei prossimi giorni sara’ li’, le persone andranno evacuate ma da quello che vediamo i russi non vogliono che i civili se ne vadano”, ha aggiunto. In quanto alle forniture di armi a Kiev, Borrell ha detto che convochera’ immediatamente il Comitato militare della Ue per coordinare le mosse dei Paesi membro. “All’inizio gli Stati membri andavano in ordine sparso – ha spiegato – ora abbiamo creato un’unita’ con anche ufficiali ucraini e personale del Servizio esterno per far coincidere la domanda con la capacita’ di fornitura”.

Advertisement

Esteri

Maradona, nuove rivelazioni dal processo: «Luque vietò l’ingresso ai medici chiamati dalle figlie»

Il chirurgo che seguì Diego negli ultimi giorni avrebbe impedito le valutazioni cliniche dopo l’intervento alla testa.

Pubblicato

del

Durante il processo per la morte di Diego Armando Maradona, il dottor Fernando Villarejo, capo del reparto di terapia intensiva della clinica Olivos, ha rilasciato dichiarazioni importanti e potenzialmente decisive. Secondo il medico, Leopoldo Luque, il neurochirurgo a capo del team che seguì Maradona negli ultimi giorni, avrebbe impedito l’accessoad altri specialisti che volevano visitare l’ex campione dopo l’intervento alla testa del 3 novembre 2020.

Medici bloccati all’ingresso: «Chiamati dalle figlie»

Villarejo ha precisato che i medici esclusi erano stati convocati dalle figlie di Maradona, tra cui il dottor Mario Schitere una psichiatra. Il loro compito era valutare la possibilità di un trasferimento del paziente in una struttura di riabilitazione, data la complessità della sua condizione clinica.

«Luque ha vietato l’ingresso ai medici che dovevano valutare Maradona», ha dichiarato Villarejo in aula, definendo il divieto «strano e intempestivo».

Cartella clinica: «Pluripatologie di difficile controllo»

Nonostante il divieto, il dottor Villarejo è riuscito comunque a consultare la cartella clinica di Maradona, dalla quale ha tratto conclusioni preoccupanti: il paziente era ancora in condizioni critiche, affetto da patologie complesse e difficili da gestire.

«Era un paziente molto complesso», ha spiegato, «e necessitava di un monitoraggio costante e di interventi mirati, che forse non gli sono stati garantiti».

Un processo che riaccende i riflettori sulla gestione medica

Le parole di Villarejo si inseriscono in un processo delicato, che mira a chiarire eventuali responsabilità e negligenzenella gestione sanitaria del più grande calciatore argentino. Il comportamento di Luque e le decisioni prese nei giorni successivi all’intervento chirurgico saranno al centro dell’analisi dei giudici.

Continua a leggere

Esteri

La crociata di Ursula contro ‘i populisti filo-Putin’

Pubblicato

del

Lontano dalle suggestioni populiste, fermamente contro gli “estremisti di destra e di sinistra che non sono a favore della pace ma sono amici di Putin”, per usare le parole di Ursula Von der Leyen. E’ il Partito popolare europeo che si è ritrovato al Congresso di Valencia forte di una stagione di successi elettorali, a trazione sempre più tedesca, convinto di essere il motore propulsore di un’Europa che vuole rilanciarsi ed essere sempre più protagonista anche fuori dai confini dei 27. L’Europa disegnata dai popolari è un’entità politica capace di difendere i propri interessi nei confronti dell’alleato tradizionale, gli Usa, ma anche in grado di aprirsi nei confronti dei mercati emergenti, dalla Cina all’India, dall’Australia ai Paesi del Mercosur. Impegnata a voltare pagina sul fronte della difesa comune, della crescita e della lotta ai clandestini. L’asse formato da Ursula Von der Leyen, l’applauditissimo cancelliere in pectore Merz e il neo eletto presidente del partito, Manfred Weber tiene banco e dà la linea. “L’Europa è la nostra casa. E la nostra prima missione è proteggere il luogo che tutti chiamiamo casa”, ha sintetizzato Ursula Von der Leyen.

“Abbiamo vinto le ultime europee – ha detto Manfred Weber – grazie all’allargamento della famiglia del Ppe: non sono più conservatori o liberali ma stanno con noi. Il Ppe è il partito dell’Europa, dello stato di diritto. Viktor Orban se ne andrà in pensione e la nuova Ungheria sarà popolare”, ha aggiunto Weber tra gli applausi. Anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha concordato sulla necessità per l’Unione europea di “voltare pagina”, a partire dalla lotta contro l’eccesiva burocratizzazione legislativa. E soprattutto chiudendo quanto prima la stagione del Green Deal, lasciandosi alle spalle “quella visione di Timmermans e di Greta Thunberg che – ha osservato il leader azzurro – aveva creato una sorta di dea natura, una forma di panteismo che non teneva conto della presenza dell’uomo, facendo perdere decine se non centinaia di migliaia di posti di lavoro”. Dalla pace in Ucraina, alla tensione con Trump sui dazi, dalla lotta contro l’immigrazione clandestina alla partita sulla crescita, il Ppe serra le file sulla responsabilità della leadership europea, consapevole che l’Unione, con i suoi valori e la sua storia, è destinata ad avere un ruolo centrale, in prima fila, nel mondo del futuro. L’Europa a guida popolare lancia poi un monito a Trump: “I mercati globali – ha ammonito Von der Leyen – sono scossi dall’imprevedibile politica tariffaria dell’amministrazione Usa. I loro dazi sul resto del mondo sono ai massimi da un secolo a questa parte. Le tariffe sono come le tasse. Fanno male sia ai consumatori che alle imprese. Non possiamo e non dobbiamo permettere che questo accada”.

Un partito popolare e una Commissione europea che oggi può incassare la discesa in campo di una sua nuova e fondamentale supporter, la Germania a guida Merz, il cui intervento è stato quello più applaudito nella sede della Fiera di Valencia. “Se altri Paesi mettono in discussione la legittimità della difesa dei confini e della sovranità – ha ammonito Merz – noi lotteremo ancora più forte a favore di questi valori”. Molto determinato anche sul dossier difesa: “Dobbiamo lavorare insieme come mai prima, con una sola voce, soprattutto sulla difesa: dobbiamo essere pragmatici nel nuovo progetto. Tutto deve avvenire nella cornice Nato ma dobbiamo essere capaci di difenderci meglio che nel passato”, ha concluso tra gli applausi.

Continua a leggere

Esteri

Tre morti in una sparatoria in Svezia, caccia al killer

Pubblicato

del

Una sparatoria davanti a un barbiere in pieno centro, tre morti a terra, l’aggressore in fuga. La città universitaria di Uppsala, in Svezia, è sotto shock. Alle 17:04 è scattato l’allarme con molte segnalazioni di spari uditi nel centro abitato a 70 km a nord di Stoccolma. Sul posto sono intervenuti i soccorritori e la polizia e, secondo diverse testimonianze, tre ambulanze si sono allontanate a sirene spiegate. Attorno alle 19:30 la polizia ha dichiarato che le vittime sono tre e di non averle ancora indentificate. “Si indaga per omicidio”, si legge sul sito internet della polizia. Un testimone ha detto al quotidiano Aftonbladet di aver visto un uomo su un monopattino elettrico pochi istanti prima della sparatoria: poi ha sentito gli spari e si è rifugiato in un locale nelle vicinanze.

“Stiamo lavorando a pieno ritmo e abbiamo molto lavoro da fare”, ha dichiarato il portavoce della polizia Magnus Jansson Klarin. Gli agenti confermano che sono giunte segnalazioni di un uomo con una maschera che si è allontanato dalla scena a bordo di un monopattino e che stanno cercando una o più persone. Una grossa area attorno alla scena del crimine è stata transennata mentre in serata era ancora in corso una maxi caccia all’uomo con l’ausilio di un elicottero, droni e diverse unità cinofile. Le ricerche sono ancora più complesse dalla vigilia di Valpurgis, una festività svedese particolarmente sentita nella città universitaria di Uppsala che annualmente si trasforma in un enorme festival studentesco.

Per le strade ci sono dunque più persone del solito ma per la polizia non sarebbero in pericolo: “In questo momento non riteniamo che ci sia un pericolo per il pubblico. Ci tengo a sottolinearlo visto che molte persone sono in giro per i festeggiamenti”, ha aggiunto Jansson Klarin, citato da Aftonbladet. “Questo è avvenuto mentre Uppsala stava iniziando i festeggiamenti di Valborg”, ha dichiarato il ministro della giustizia svedese, Gunnar Strömmer. “Ciò che è successo è estremamente grave. Il ministero di giustizia tiene uno stretto contatto con la polizia e segue con attenzione gli sviluppi” ha aggiunto Strömmer, citato dalla radio pubblica Sveriges Radio. Il quartiere dove è avvenuta la sparatoria è molto tranquillo, un misto di zona residenziale e negozi a poca distanza dalla stazione ferroviaria e non è nota per episodi violenti in passato.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto