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Economia

Sciopero dei mezzi, disagi in tutta Italia

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Disagi in tutta Italia per lo sciopero di quattro ore dei lavoratori del trasporto pubblico locale a sostegno del rinnovo del contratto: la protesta era articolata a livello locale ma gli spostamenti dei cittadini sono stati complicati soprattutto nelle grandi città con la chiusura delle metropolitane e con l’andamento a singhiozzo degli autobus. E dopo lo stop delle agitazioni prevista per la pausa estiva (dal 10 al 20 agosto) a settembre ripartiranno le proteste con l’annuncio dello sciopero il 7 settembre per i lavoratori di Ita Airways.

Lo sciopero dei trasporto pubblico locale Indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna, ha avuto una “alta adesione con la chiusura del servizio metro-ferroviario e importanti disagi nel servizio di superficie di bus e tram con una media nazionale oltre il 50% e con punte in alcune città fino all’98%” secondo il sindacato dei trasporti della Cgil che ha annunciato il proseguimento della mobilitazione se non ci saranno risposte concrete da parte dei datori di lavoro. “L’alta adesione – spiega la Fit-Cgil – è una risposta dei lavoratori che sono stremati da condizioni lavorative insostenibili e da retribuzioni ai minimi storici, non in linea con il tempo di impegno giornaliero, con il livello di responsabilità e professionalità richiesta e con il costo della vita. Si registra nel settore una carenza d’organico tale da determinare una strutturale contrazione del servizio offerto alla cittadinanza, dovuto anche al deterioramento delle condizioni lavorative e retributive. Sulle lavoratrici e i lavoratori del trasporto pubblico locale si scarica inoltre il disagio sociale con fenomeni sempre più frequenti di aggressione al personale di front line. Su questo chiediamo fermamente l’intervento di tutti i soggetti, industriali e istituzionali, preposti a garantire la sicurezza sul lavoro”.

L’alta adesione allo sciopero secondo la Uilt ” è l’ennesima dimostrazione del forte disagio che vive la categoria e della necessità di riportare il settore verso una maggiore qualità complessiva partendo proprio dal rinnovo contrattuale quale strumento di miglioramento delle condizioni di lavoro, incremento della sicurezza e di aumento delle retribuzioni”. Lo sciopero per i lavoratori di Ita Airways è stato proclamato da Fit-Cisl e Ugl Trasporto Aereo dalle 13 alle 17. “Le criticità oggetto della vertenza – affermano le due organizzazioni sindacali – riguardano tutto il personale in merito a criteri di reclutamento ed assunzione e mancata concessione del part time; poi vi sono tematiche specifiche che riguardano il personale navigante, tecnico e di cabina”.

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Economia

Effetto Trump, bruciati in Borsa 6.500 miliardi in 100 giorni

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Nei primi cento giorni di presidenza Trump ci sono stati 70 giorni di scambi a singhiozzo sui mercati finanziari e 32 giorni di perdite, con oltre 6.500 miliardi di dollari cancellati dal valore delle società quotate. Lo scrive il New York Times, secondo cui per i mercati finanziari il calo del 7% dell’indice S&P 500 rappresenta il peggior inizio di mandato presidenziale da quando Gerald R. Ford subentrò a Richard M. Nixon nell’agosto del 1974, dopo lo scandalo Watergate. La crisi, sottolinea il quotidiano, è persino peggiore di quando scoppiò la bolla tecnologica all’inizio del secolo, e George W. Bush ereditò un mercato già in caduta libera. Al contrario, Trump ha ereditato un’economia solida e un mercato azionario in ascesa da un massimo storico all’altro. La situazione è cambiata rapidamente quando Trump ha annunciato i suoi dazi il 2 aprile, facendo esplodere la volatilita’ nei mercati finanziari.

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Economia

Oxfam, compensi ad cresciuti del 50% per lavoratori solo +0,8%

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A livello globale, negli ultimi 5 anni, la retribuzione mediana degli amministratori delegati d’impresa è cresciuta del 50%, in termini reali, passando da 2,9 milioni di dollari nel 2019 a 4,3 milioni nel 2024. Un aumento che supera di ben 56 volte la modesta crescita del salario medio reale (+0,9%), registrata nello stesso periodo nei Paesi per cui sono pubblicamente disponibili le informazioni sui compensi degli ad.

E’ quanto riporta un’analisi di Oxfam diffusa in occasione del Primo maggio. Nel dettaglio, tra i Paesi in cui il campione di imprese analizzate è sufficientemente ampio, emerge che: Irlanda e Germania vantano alcuni tra gli ad più pagati con una retribuzione annua mediana rispettivamente di 6,7 milioni e 4,7 milioni di dollari nel 2024; in Sudafrica il compenso annuo mediano degli AD era di 1,6 milioni di dollari nel 2024, mentre in India ha raggiunto i 2 milioni di dollari.

“Anno dopo anno assistiamo allo stesso spettacolo a dir poco grottesco: i compensi degli ad crescono vertiginosamente, mentre i salari dei lavoratori in molti Paesi restano fermi o salgono di pochi decimali”, spiega Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia economica di Oxfam Italia. L’analisi di Oxfam si è concentrata inoltre sui divari salariali di genere a livello d’impresa. Esaminando 11.366 imprese di 82 Paesi, che pubblicano informazioni sul gender pay gap aziendale, si evince che il divario retributivo di genere a livello di impresa si sia, in media, ridotto tra il 2022 e il 2023, passando dal 27% al 22%. Ma tra le 45.501 imprese di 168 Paesi con un fatturato annuo superiore a 10 milioni di dollari e che riportano il genere del proprio ad, meno del 7% aveva una donna nella posizione apicale dell’organigramma aziendale.

Per quanto riguarda la dinamica dei salari reali in Italia, secondo Oxfam se, anziché ricorrere agli indici generali dell’inflazione, si facesse riferimento alla variazione dei prezzi del carrello della spesa (come approssimazione dei beni maggiormente consumati dai lavoratori con basse retribuzioni), il salario lordo nazionale registrerebbe, in media, una perdita cumulata di circa il 15% nel solo quadriennio 2019-2023 e la dinamica positiva del 2024 non rappresenterebbe che un placebo per i lavoratori con le retribuzioni più basse.

“Fino ad oggi, nell’azione del Governo è del tutto assente una chiara politica industriale, orientata alla creazione di posti di lavoro di qualità, che scommetta su innovazione, transizione verde e formazione, senza lasciare indietro nessuno. – conclude Maslennikov – Il Governo stenta a intervenire sul rafforzamento della contrattazione collettiva e sulla revisione del sistema di fissazione dei salari e ha affossato il salario minimo legale che rappresenta una tutela essenziale per i lavoratori più fragili”.

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Economia

Wsj, cda di Tesla cerca un nuovo ceo per sostituire Musk

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Il consiglio di amministrazione di Tesla ha iniziato a cercare un nuovo CEO per sostituire il fondatore Elon Musk. Lo riporta il Wall Street Journal. Secondo il quotidiano la decisione è stata presa dopo il crollo delle azioni e degli utili di Tesla. Alcuni investitori ritengono che Musk sia troppo impegnato con il suo lavoro di capo del Dipartimento per l’Efficienza Pubblica (DOGE), che pure sembra volgere al termine. Non è stato reso noto se Musk sia stato informato della decisione.

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