Aragone ha detto di aver ricevuto dalla signora solo una lamentela su questioni di sistemazione alberghiera, dicendole di adeguarsi alle decisioni della direzione; Sangalli di non aver mai saputo niente del messaggio. La donna non ha mai presentato denuncia. E questi sono due fatti che la dicono lunga sulla difficoltà di decodificare una presunta storia di molestie sessualità. E non sarebbe purtroppo la prima.

“Questa vicenda mi ha logorato, per un lungo periodo, nella mente e nel fisico” scrive la ex segretaria, che, dicendosi “impossibilitata a parlare”, premette che lavora in Confcommercio da 30 anni con “dedizione, professionalità e serietà” che le hanno consentito di ottenere meritati successi. Sono arrivata – prosegue – a vomitare spesso nel bagno dell’ ufficio, ad avere uno stress tale da dover ricorrere per ben due volte al pronto soccorso per tachicardia e pressione altissima”, ma di non aver mai detto nulla “per sconcerto e timore di essere coinvolta in uno scandalo”.
Fino a quando si è confidata ad alcuni colleghi che l’hanno aiutata a superare il disagio e “la paura di quell’uomo da me prima tanto stimato e rispettato e ora divenuto il mio carnefice”. Solo dopo essersi rivolta ai suoi superiori, tra i quali include Aragone, sarebbe stata trasferita nell’ufficio del direttore generale Francesco Rivolta, che ha testimoniato alla donazione di fronte a un notaio ed è stato licenziato a ottobre da Sangalli che lo ha anche denunciato con la signora e i tre vicepresidenti (Maria Luisa Coppa, Renato Borghi e Paolo Uggé) per estorsione e diffamazione. Il resto della storia è un reciproco scambiarsi accuse tra la signora e Sangalli. Una storia che finisce in tribunale e che è già uno scandalo. Lo scandalo che signora diceva di voler evitare ma che è già su tutti i giornali. Chi l’ha propalata la notizia? Indovinate un po’!!!! Qual è la verità? Nessuno lo sa! Ci sarà chissà quando una verità giudiziaria che sarà scritta in una sentenza.