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Economia

Sangalli: a rischio target Def, tagliare Irpef e cuneo

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La crescita tiene, ma oltre non va: “Le indicazioni congiunturali non aiutano a tracciare un percorso di ripresa”. Al punto che la conferma per il 2025 del taglio del cuneo fiscale e dell’Irpef a tre aliquote, ad oggi finanziati solo fino al 2024, è indispensabile anche solo per centrare l’1,2% dello scenario ‘tendenziale’ indicato nel Documento di economia e finanza (Def). A parlare è Confcommercio, organizzatrice del tradizionale Forum che ospita a Villa Miani, in una primavera 2024 segnata da un eccezionale sovrapporsi di rischi geopolitici fra guerra fra Ucraina, Medio Oriente e ripercussioni immediate su benzina e commerci che passano per il Mar Rosso. “Senza alcun pessimismo, devo dire che questo è davvero un problema perché mette a rischio l’obiettivo di crescita per il 2024, che non può scostarsi troppo dall’1%”, dice il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli riferendosi a una crescita 2024 “ancora tutta da costruire”, pur con stime del Def (1%) che non si discostano troppo dallo 0,9% atteso dall’associazione.

Anche la previsione di crescita dell’1,2% per il 2025 nello scenario tendenziale, indicata nel Def, “appare ottimistica”. “Una bella mano” – spiega Sangalli – “potrà arrivare dalla Bce” che Confcommercio invita a dare “un segnale di coraggio”, tagliando i tassi di mezzo punto a giugno, e non di un quarto di punto come atteso. La crescita nel primo trimestre tiene, per il turismo febbraio è stato il miglior mese di sempre e numeri positivi arrivano dall’export (oltre sei miliardi di surplus commerciale a febbraio) e l’inflazione, pur risalita a marzo, è appena all’1,2%. Confcommercio, però, invita a guardare alla produzione industriale ancora debolissima, specie beni di consumo. Ai consumi, appunto, che fanno il 60% del Pil, in netto calo ancora a fine 2023 e che “continuano ad essere deboli”.

E dunque “il Governo usi “tutte le leve possibili, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”, dice Sangalli. Acceleri investimenti e riforme del Pnrr, e rende strutturale l’intervento sulle aliquote Irpef. “Aspettiamo conferma della riduzione de cuneo contributivo anche per il 2025” e sarebbe “una boccata d’ossigeno” se il governo estendesse la riduzione del carico fiscale al ceto medio. C’è un problema strutturale da affrontare, nello studio introdotto dal responsabile dell’ufficio studi di Confcommercio Mariano Bella. La forza lavoro in Italia perde ogni anno 100.000 unità di occupati potenziali. Unica soluzione, portare il tasso di partecipazione femminile al lavoro in Italia, pari a al 49,3%, alla media dell’Unione europea (60,2%): “Si avrebbero 2,2 milioni di occupate in più”, dice l’economista. E ancora, la bassa crescita della produttività – +4,2% fra il 1995 e il 2002 contro il +27,8% della Francia e il +19,4% della Germania – per poter far crescere gli stipendi degli italiani, rimasti fermi (+4,2%) contro il +32,4% della Francia e il 24,6% della Germania.

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Economia

Compagnia San Paolo, un miliardo nel piano 2025-2028

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Ammontano a un miliardo di euro le risorse che la Compagnia di San Paolo mette in campo per le attività filantropiche fino al 2028. Lo prevede il piano strategico che guiderà le azioni della Fondazione nei prossimi quattro anni: 700 milioni saranno destinati al cambiamento sistemico e progetti di impatto, 160 milioni all’attività filantropica e alla realizzazione di progetti diretti di grande portata, come il restauro del complesso della Cavallerizza Reale di Torino, 140 milioni ai Fondi nazionali, filantropici e progetti futuri. “Il Piano rappresenta un concreto esercizio di programmazione strategica con al centro i valori fondamentali delle persone e delle comunità, coerentemente con la missione storica della Fondazione.

Si tratta di un piano flessibile, frutto di un processo partecipativo e condiviso, concepito per essere attuabile fin da subito con il contributo cruciale e sinergico degli organi della Compagnia, della struttura operativa e di numerosi stakeholder ed esperti esterni” ha spiegato il presidente Marco Gilli. La Compagnia aspetta l’esito della trattativa con il Mef sul tetto di un terzo del patrimonio che le fondazioni devono rispettare rispetto agli investimenti nelle banche conferitarie.

“Siamo fiduciosi di poter conservare le azioni di Intesa Sanpaolo”, ha affermato Gilli. “I colloqui li porta avanti l’Acri perché riguardano tutto il sistema delle fondazioni. Osserviamo che c’è un valore ad avere le fondazioni nell’azionariato, che riguarda non solo la stabilità, ma addirittura la sicurezza nazionale. In secondo luogo noi non abbiamo comprato altre quote, ma l’incremento della percentuale deriva dallo straordinario andamento della banca. Terzo, abbiamo una buona gestione di un portafoglio molto diversificato. Per questo siamo fiduciosi che si troverà una soluzione”.

Il valore di mercato complessivo del portafoglio di attività finanziarie della Compagnia è pari a 10,8 miliardi di euro al 12 febbraio. La componente strategica vale circa 5,2 miliardi, dei quali 4,5 miliardi rappresentati dalla partecipazione in Intesa Sanpaolo. Sul rinnovo della governance di Intesa Sanpaolo Gilli ha ricordato che “non sono ancora iniziate le interlocuzioni. Il piano deve essere approvato dalla Bce, l’auspicio è che l’autorizzazione arrivi entro fine mese”. Il ceo Carlo Messina, in collegamento, ha riconosciuto l’importanza “di avere azionisti stabili che garantiscono serenità al management della banca” e ha ribadito che Intesa Sanpaolo non è interessata al risiko bancario in corso “con una dinamica spesso caotica e confusionaria”.

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Economia

Bollette gas e luce, nel 2024 spesi 2.130 euro a famiglia

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Nel 2024 le famiglie italiane con un contratto di fornitura nel mercato libero a tariffa indicizzata hanno speso, in media, 791 euro per la bolletta della luce e 1.339 euro per quella del gas. Tra luce e gas, lo scorso anno gli italiani hanno pagato, mediamente, 2.130 euro in tutto. Lo rivela un’analisi del sito Facile.it. Guardando alla sola fornitura elettrica, la Sardegna, la Sicilia e il Veneto, si confermano come le aree con le bollette più salate. Per quanto riguarda le bollette del gas 2024, si è speso di più in Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e, ancora una volta, in Veneto.

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Economia

Confcommercio, la crescita 2025 va costruita da zero

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I consumi in Italia languono ancora e “l’auspicata crescita del 2025 va tutta costruita da zero”: parola di Confcommercio che nel consueto rapporto sulla congiuntura stima che il Pil italiano del mese di febbraio sia rimasto fermo a un +0,2% come a gennaio. “L”inizio del 2025 conferma le caratteristiche di disfunzionamento dell’economia italiana: ai robusti presupposti per una crescita dei consumi, favoriti anche dall’occupazione elevata, dai redditi reali crescenti e da un’inflazione sotto controllo, non corrisponde un coerente sviluppo della spesa delle famiglie” afferma Confcommercio.

E spiega che se le spinte all’economia devono provenire dai consumi, lo schema “più servizi meno beni” non sembra ancora generare un impulso sufficiente a sostenere l’attività produttiva nel complesso. Alla luce di questo secondo i commercianti “sembra difficile riconquistare il terreno perso in termini di prodotto lordo”. Dal lato dei consumi, il mese scorso l’Indicatore Icc di Confcommercio ha mostrato una variazione dello 0,3% rispetto allo stesso mese del 2024. La stima è sintesi di una lieve diminuzione della spesa per i beni (-0,1%) e di una crescita dell’1,4% per i servizi.

A livello delle singole voci di consumo che compongono l’indice sono molto articolate e agli estremi opposti della scala spiccano l’ottimo andamento della domanda di trasporti aerei (+11,2%) e il deciso calo di quella di auto (-3,8%). Tra le diverse funzioni di spesa le dinamiche più positive si rilevano per i beni e servizi per la comunicazione (+2,8%). Si conferma in positivo anche la domanda per gli alberghi e i pasti e le consumazioni fuori casa (+1,9%). E apprezzabili segnali di recupero hanno interessato anche gli alimentari, le bevande e i tabacchi (+1,3%). In moderata crescita si confermano i beni e i servizi per la cura della persona (+0,4%). Segnali di un modesto recupero hanno interessato anche la domanda per l’abbigliamento e le calzature (+0,4%).

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