Tanto possesso palla della Lazio, sfide uomo contro uomo e pressing alto da parte di un’Atalanta con nove assenti: Hateboer, De Roon, Koopmeiners, Pasalic, Gosens, Malinovskyi, Ilicic, Zapata e Muriel. All’Olimpico finisce 0-0 in una partita a basso ritmo e senza tiri nello specchio delle due porte nel primo tempo, e una sola grande occasione per i padroni di casa nella ripresa, con Zaccagni che ha colto il palo. Cosi’, dopo questo festival degli sbadigli, la Dea di Gian Piero Gasperini porta a casa un punto al termine di un altro match senza reti, dopo quello contro l’Inter, e ora fa la conta dei presenti sperando di poter recuperare qualcuno grazie alla sosta per le nazionali. Nota di merito per il tecnico l’aver lanciato nella mischia dall’inizio il giovanissimo Scalvini, uno dei migliori della squadra bergamasca, puntuale nella marcatura di Milinkovic e costretto a uscire nel finale perche’ colto dai crampi. In casa Lazio, invece, c’e’ delusione per aver sprecato un’occasione probabilmente unica contro una rivale largamente rimaneggiata. Ma quando il gioco latita e il ‘sarrismo’ proprio non si vede e’ difficile fare di meglio: Luis Alberto non ha inciso viste quelle che sarebbero le sue potenzialita’, Immobile si e’ dato molto da fare, cercando la profondita’ ma oggi e’ sembrato quello della Nazionale, dove sgobba tanto ma non segna, Milinkovic ha cercato di ‘riempire’ l’area e cucire la manovra correndo da tutte le parti ma, come spesso succede in questa stagione, predica nel deserto. Felipe Anderson invece non e’ pervenuto, e tardivo si e’ rivelato l’inserimento di Lazzari, autore comunque di un’azione di pregevole fattura, al posto di Hysaj.
Risultato di tutto cio’ e’ stato che Musso non ha compiuto una singola parata, facilitato anche dal fatto che a ‘spicciargli’ l’area ha provveduto l’ottimo Demiral, probabilmente il migliore dei suoi, assieme anche a Pessina. Nei primi 45′ e’ la Lazio ad avere quasi sempre il possesso palla, con l’Atalanta pronta ad andare in ripartenza, grazie alla velocita’ dei suoi elementi piu’ avanzati. Nelle file dei biancocelesti e’ Zaccagni il piu’ brillante, e infatti prova a impensierire la difesa dei bergamaschi. Di azioni degne di nota pero’ non se ne vedono e il match non decolla, con poche chance da una parte e dall’altra: ci prova Scalvini in area di rigore ma la sua conclusione viene ribattuta dal compagno Piccoli, mentre la Lazio mette in mezzo all’area un paio di cross interessanti e un tiro da fuori di Milinkovic-Savic, che non trova pero’ lo specchio. Nella ripresa dopo l’ora di gioco la squadra di Sarri sfiora il vantaggio, con un cross di Milinkovic per Zaccagni che stoppa e fa partire un missile con il destro che si stampa contro il palo a Musso battuto. Un minuto dopo e’ Miranchuk (che poi si infortunera’) ad andare vicino al gol, con un sinistro a giro che sfiora il palo alla destra di Strakosha. Unico altro brivido, se cosi’ si puo’ dire, del match e’ un tiro di esterno di Marusic che sfiora l’incrocio. Per il resto nulla, e cresce il malcontento della tifoseria biancoceleste nei confronti della coppia Lotito-Sarri. Sorride invece l’Atalanta, anche se domani potrebbe essere scavalcata dalla Juventus.
“Si parla di scudetto nello spogliatoio, siamo a un punto cruciale. All’inizio sembrava irraggiungibile, ora siamo lì: difficile, ma ce la giochiamo. Tutto è nelle nostre mani. Con il lavoro e con il sacrificio siamo lì e ce la giochiamo, sapendo che sarà difficile e che finora non abbiamo fatto niente”. Lo ha detto il capitano del Napoli Giovanni Di Lorenzo a Radio Crc. Su quando il gruppo abbia capito davvero di essere inserito nello sprint scudetto, Di Lorenzo ha detto: “Non c’è stato un momento preciso. Partita dopo partita ci siamo costruiti questo percorso. Ora serve l’ultimo passo: il gruppo è unito, crede nell’obiettivo. Quando sei primo per tanto tempo non è mai per caso”.
Di Lorenzo ha parlato della sfida di sabato a Lecce e della forza del gruppo azzurro: “Ci tengo prima di tutto – ha detto – a mandare un abbraccio alla famiglia del fisioterapista del Lecce, la notizia ci ha colpiti molto. Sarà una partita difficile: loro lottano per salvarsi, e questa tragedia ha reso l’atmosfera particolare. Ma noi vogliamo portare a casa la vittoria. La forza di questo Napoli è il gruppo. Dietro ogni grande vittoria e ogni grande squadra c’è infatti un gruppo solido. Quando ci si vuole bene davvero, si affronta tutto meglio. Le difficoltà arriveranno, come sempre, ma ciò che conta è come reagiamo. Se il gruppo è sano, superare i limiti diventa più semplice”.
Il terzino destro ha parlato anche del rapporto con Conte e con i nuovi arrivati la scorsa estate: “Da capitano – ha detto – sono il più vicino all’allenatore, passo i suoi messaggi alla squadra. Fin dal primo giorno c’è stato un legame diretto, sincero e leale. La base è la sincerità: Conte è un allenatore forte, conoscevo già le sue qualità da avversario e in questi mesi le ha confermate. Siamo felici di averlo con noi. Sulla fascia destra ci conosciamo bene, da anni. Sappiamo leggere i movimenti l’uno dell’altro, ed è una qualità che ci portiamo dietro nel tempo. Ma il merito è anche del mister, che tiene alta l’intensità e coinvolge tutti. Anche chi gioca meno dà un contributo importante: è questo spirito che porta i risultati. I nuovi arrivati a Napoli? Spesso sono io a muovermi verso di loro, per metterli a loro agio e per farli inserire, magari con un messaggio o una chiamata. Gli consiglio le stesse cose che dissero a me quando arrivai, la cosa fondamentale è vivere la città come una persona normale e non sentendosi diversi. Io esco spesso in centro, scendo e non vivo male la città”. Di Lorenzo risponde anche su chi ha lasciato la maglia azzurra a gennaio, Kvaratskhelia: “Ieri sera – ha detto – ho visto la sua partita con il Psg: è fortissimo e gli auguro il meglio, anche di vincere la Champions League”.
Castel di Sangro tifa per il Napoli campione d’Italia e si prepara per il ritiro estivo che si terrà tra fine luglio e inizio agosto. Le date devono ancora essere stabilite, ma nel capoluogo sangrino è partita la macchina organizzativa per accogliere i partenopei per il quinto anni di fila. Tra le possibili novità l’allestimento del Palasport che, spera il sindaco Angelo Caruso, che è anche presidente della Provincia dell’Aquila, “possa ospitare il trofeo perché l’Abruzzo finora ha portato bene al Napoli. Da quando gli azzurri si allenano nei nostri impianti hanno vinto uno scudetto e una Coppa Italia. Ora speriamo che arrivi il secondo scudetto”.
L’anno scorso, nei sedici giorni di ritiro, in centomila hanno raggiunto Castel di Sangro (L’Aquila) per assistere agli allenamenti e alle quattro amichevoli degli azzurri. Un numero più basso dell’anno precedente quando erano state registrate 140mila presenze proprio per l’effetto Coppa. “Lo stadio Teofilo Patini ha una portata massima di 7.500 persone – ricorda Caruso – si procederà con l’allestimento straordinario del Palasport che servirà eventualmente a esporre la Coppa e a ospitare momenti celebrativi e conferenze. L’effetto Conte sicuramente si è visto”. Parte quindi il tifo per il Napoliperché l’eventuale conquista dello scudetto riporti i grandi numeri nel centro d’Abruzzo.
L’Inter perde Lautaro Martinez per infortunio. Il capitano nerazzurro si è fermato dopo 43′ nel primo tempo della semifinale di Champions League contro il Barcellona in corso allo stadio Olimpico di Montjuic: dopo uno scatto, l’argentino si è tenuto la coscia sinistra ed è uscito dal campo quasi in campo per farsi medicare, stringendo i denti per gli ultimi minuti del primo tempo e venendo poi sostituito da Mehdi Taremi a inizio ripresa. Per Lautaro si tratta di un risentimento muscolare ai flessori della coscia sinistra che dovrà essere valutato nei prossimi giorni.