Collegati con noi

In Evidenza

Sarri dedica la vittoria dell’Europa League ai tifosi del Napoli: sono andato all’estero per non andare in una squadra italiana ma…

Pubblicato

del

“Con questa vittoria la nostra stagione vira dal buono allo straordinario. Il mio futuro? Ora è il momento di festeggiare, da domani tireremo le somme. Non ci sono grandissimi problemi ma un confronto è obbligatorio” dice Maurizio Sarri dopo la vittoria dell’Europa League demolendo l’Arsenal. Resterà al Chelsea? Risponde alla domanda sul suo futuro con una dichiarazione di amore. Indovinate a chi? “Negli ultimi 20 giorni sono stato dato per certo a Roma, Milan e Juventus, finche’ queste cose le leggi sui giornali non fa effetto. Piuttosto voglio dedicare la vittoria ai tifosi napoletani, perchè non sono riuscito a dare loro questa soddisfazione ed ai miei giocatori che per infortunio non sono riusciti ad essere qui”. “I napoletani sanno benissimo l’amore che provo per loro – ha aggiunto – l’anno scorso ho scelto l’estero per non andare direttamente in un’altra squadra italiana. Il tifo è una cosa la professione è un’altra”, ha concluso Sarri.

Advertisement

In Evidenza

Il caso Osimhen esaspera i tifosi, striscione della Curva A: ignorante e pezzente, qui ha giocato Maradona

Osimhen non si trasferisce, il Galatasaray tentenna e Napoli esplode: durissimo striscione della Curva A contro il nigeriano. La trattativa è ferma.

Pubblicato

del

Victor Osimhen non è più un calciatore del Napoli solo sulla carta. Ma finché quella carta non sarà firmata, continuerà a pesare — e non poco — sulle spalle della società azzurra. Il suo passaggio al Galatasaray, ormai da settimane dato per imminente, è ancora bloccato. E intanto a Napoli è esplosa la rabbia. Perché nel frattempo il club non può reinvestire i 75 milioni richiesti per il suo cartellino, e la piazza è stanca, esasperata.

Una telenovela infinita

Il trasferimento dell’attaccante nigeriano, reduce da una stagione mostruosa in Turchia (35 gol in 39 partite, miglior marcatore straniero di sempre, campione nazionale e vincitore della Coppa di Turchia), è diventato una telenovela estiva che Napoli non vuole più vedere. Il nodo, come sempre, è economico. Il Napoli attende che il Galatasaray formalizzi l’offerta e trovi la quadra finanziaria, ma i continui rinvii e le incertezze stanno esasperando ambiente e tifoseria.

Curva A durissima: “Pezzente, qui ha giocato Maradona”

Il livello dello scontro ha ormai superato il punto di non ritorno. Nelle ultime ore la Curva A, cuore pulsante del tifo partenopeo, ha esposto uno striscione durissimo proprio all’esterno del Maschio Angioino, simbolo della città:
“Osimhen, l’ignoranza nella tua vita la farà sempre da padrona… pezzente, ricorda che qui ha giocato Maradona!”
Parole taglienti, che certificano una rottura insanabile tra il giocatore e la tifoseria. Un epilogo amaro per uno dei protagonisti dello scudetto più atteso della storia recente azzurra.

Il Napoli vuole chiudere

In questo scenario, Aurelio De Laurentiis attende solo l’occasione per liberarsi di un ingaggio pesantissimo e di un giocatore che non fa più parte del progetto. Il club ha già definito la strategia per reinvestire il ricavato della cessione: nuovi innesti, un attacco rifondato, e un Napoli che possa tornare a correre. Ma finché Osimhen resta un tesserato, tutto è fermo. E la città non ne può più.

Continua a leggere

Esteri

Nuova stretta dell’Ue contro Mosca, ‘colpita al cuore’

Pubblicato

del

Un colpo durissimo al Cremlino, un passo che segna un prima e un dopo nel percorso delle sanzioni contro la Russia. L’Ue, dopo un lungo negoziato, ha dato il via libera al diciottesimo pacchetto di misure contro Mosca. Lo ha fatto di prima mattina, ad una manciata di minuti dall’inizio del Consiglio Affari Generali, ultima riunione formale dei ministri dei 27 prima della pausa estiva. Nella notte il veto del leader sovranista della Slovacchia, Robert Fico, è caduto. La Commissione ha trovato la quadra per accontentare Bratislava sui potenziali effetti negativi delle sanzioni, che si abbattono potentemente su tutto il settore energetico nelle mani di Vladimir Putin. “Abbiamo colpito al cuore la macchina da guerra russa”, ha sottolineato Ursula von der Leyen.

Il diciottesimo pacchetto è tra i più pesanti messi in campo dall’Ue e segna un importante novità: coinvolge in maniera diretta anche i Paesi terzi. Il price cap messo al petrolio russo, infatti, colpisce le casse del Cremlino rendendo meno vantaggioso, per Stati come India e Cina, importarlo per poi rivenderlo agli Occidentali. A dispetto del passato, quando l’input sulle misure energetiche è partito dal G7, questa volta è stata Bruxelles a fare strada al Club dei Grandi. Il tetto al prezzo del petrolio “è una decisione autonoma presa al di fuori della coalizione del price cap. Ci aspettiamo che i partner del G7 si allineino per rendere la misura più efficace”, hanno spiegato fonti Ue.

L’obiettivo è portare a bordo anche gli Stati Uniti, con i quali tra l’altro le misure sull’energia sono state pensate. Il primo passo è stato della Gran Bretagna, che ha immediatamente annunciato l’allineamento al price cap europeo assieme a sanzioni contro gli 007 russi “per attività maligne di minacce e interferenze recenti contro il Regno e i suoi alleati”. Un dossier, quest’ultimo, sul quale la Nato e l’Ue sono intervenuti con nettezza, promettendo che gli attacchi ibridi non resteranno senza risposta. Con il cosiddetto tetto mobile, il prezzo del petrolio russo passa da 60 a 47,6 dollari a barile, ma è soggetto comunque a un meccanismo dinamico: è fissato in linea generale un prezzo del 15% in meno rispetto a quello medio di mercato del greggio dello zar. La nuova stretta europea smonta inoltre uno dei simboli della dipendenza energetica dell’Ue da Mosca, il Nord Stream 1 e 2. Con il bando totale al transito di gas i due mega-condotti sono destinati presto a diventare archeologia industriale. Parallelamente l’Ue ha prorogato l’obbligo di stoccaggio del gas al 90% delle capacità – ma con potenziali eccezioni – anche per il prossimo inverno. Duro il colpo alle banche russe: il divieto di transazione con gli istituti europei diventa totale, mentre la blacklist si arricchisce di 22 nuove entità per un totale di 45.

Il nuovo pacchetto aggiunge oltre cento imbarcazioni alla lista nera costruita appositamente per la flotta ombra grazie alla quale Putin ha mantenuto attivo il commercio di energia. La mossa di Bruxelles ha fatto andare su tutte le furie il Cremlino. “Le sanzioni sono illegali e ricadranno contro i loro promotori”, ha il portavoce Dmitry Peskov, assicurando che la Russia ha ormai acquisito una “certa immunità” dalle misure europee. Il diciottesimo pacchetto, tuttavia, potrebbe essere davvero incisivo. Per ottenere la luce verde dei 27 la presidente della Commissione ha sottoscritto un impegno scritto con la Slovacchia. Innanzitutto Bruxelles ha assicurato un paracadute legale a Bratislava in caso di ricorsi – e conseguenti, salatissime penali – delle aziende energetiche russe per la risoluzione anticipata dei contratti. Le garanzie Ue, ha spiegato il premier Fico, concerno anche “il prezzo del gas e la sua quantità, oltre alle tariffe di trasporto, nonché l’uso di fondi europei per compensare prezzi del gas eventualmente troppo elevati”. Le sanzioni sono state accolte dal plauso di tutti, Italia compresa. “Manteniamo alta la pressione affinché Mosca si impegni seriamente al tavolo negoziale”, ha sottolineato il ministro per gli Affari Ue Tommaso Foti.

Continua a leggere

In Evidenza

Ex parlamentari contro il taglio dei vitalizi: “Sentenza sbagliata, servono tagli equi per tutti”

Gli ex deputati contestano la sentenza della Camera sui vitalizi. Proposta di rinuncia all’Istat per distribuire i tagli in modo equo. Possibile ricorso alla Corte europea.

Pubblicato

del

Gli ex deputati non ci stanno. Dopo la decisione del Collegio di Appello della Camera – definito la “Cassazione di Montecitorio” – che mercoledì ha respinto il ricorso contro il taglio ai vitalizi, l’Associazione degli ex parlamentariinsorge: parla apertamente di «sgorbio giuridico», solleva dubbi sulla natura tecnica della sentenza e rilancia con una controproposta politica.

A guidare la protesta è Peppino Gargani, giurista, ex parlamentare ed ex membro del Csm, secondo cui le motivazioni della decisione sarebbero più politiche che giuridiche. Un’accusa che trova conferma – a loro dire – nelle parole di Giuseppe Conte, che ha parlato di “vittoria politica”. Dichiarazioni che hanno suscitato la reazione della presidente del Collegio di Appello, Ylenia Lucaselli (FdI), la quale ha replicato: «Valutiamo le questioni alla luce del diritto e dei principi dell’ordinamento. Nessuna pressione politica».

La proposta degli ex parlamentari: meno Istat, ma tagli più equi

Il cuore della polemica è il meccanismo disomogeneo con cui i tagli vengono applicati: oggi la sforbiciata grava solo su 800 dei 3.300 ex deputati, lasciando “salvi” i più anziani. L’Associazione propone una soluzione: rinunciare all’adeguamento Istat per tutti gli assegni, in cambio di una ridistribuzione uniforme dei tagli. La proposta – avanzata già in primavera al presidente della Camera Lorenzo Fontana – permetterebbe di risparmiare 20 milioni di euro, secondo il bilancio interno della Camera, in discussione questa settimana.

Una cifra importante, soprattutto a fronte del Fondo da 113 milioni già accantonato per far fronte a eventuali sconfitte nei ricorsi futuri. Un rischio concreto: gli ex parlamentari sono pronti a ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo, a Strasburgo.

La sentenza e i suoi effetti: 250 ex parlamentari deceduti

Il ricorso, ora respinto, nasce dalla delibera 14/2018 voluta dall’allora presidente della Camera Roberto Fico, che per la prima volta introdusse il taglio dei vitalizi. Tuttavia, i tribunali interni di Montecitorio con diverse sentenze hanno finito per tutelare gli ex deputati più anziani, rendendo il sistema ingiusto secondo i ricorrenti.

Nel frattempo, però, oltre 250 ex deputati sono deceduti, tra cui nomi noti come Guido Bodrato, Giorgio Carta, Roberto Cicciomessere, Gianfranco Spadaccia, Aristide Gunnella e molti altri. Anche uno degli avvocati patrocinatori, Felice Besostri, è scomparso.

Ora la palla passa alla politica

Esaurite le strade giurisdizionali interne, la questione torna sul tavolo politico. La proposta di Gargani e Giuseppe Soriero è ora nelle mani del presidente Fontana, a cui gli ex parlamentari si stanno appellando per avviare una riflessione sulla riforma dei vitalizi, più equa e meno discriminatoria.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto