Collegati con noi

Spettacoli

Sanremo vola con le cover e il ‘super amico’ Jovanotti

Pubblicato

del

A Sanremo e’ la serata delle cover e l’Ariston balla, si commuove, canta in coro sulle note dei brani iconici degli anni ’60, ’70, ’80 e ’90, da Frank Sinatra a Elton John, da Pierangelo Bertoli a Britney Spears. La sorpresa e’ Jovanotti: il ‘super amico’ suggella il “festival dell’amicizia” duettando con Gianni Morandi, per cui ha scritto il brano in gara, Apri tutte le porte, e poi regalando al pubblico un intenso momento di poesia, con i versi di Bello mondo di Mariangela Gualtieri. La co-conduttrice e’ Maria Chiara Giannetta, entrata nel cuore del pubblico con il personaggio della profiler ipovedente di Blanca, che supera l’ansia della scala scendendo di corsa, da’ lezioni di foggiano ad Ama, diverte nello show con Maurizio Lastrico: citazioni di brani della storia della musica italiana diventano un dialogo tra due innamorati.

Da Blanca ha imparato il rispetto per la disabilita’: nel festival dei diritti, l’attrice porta sul palco alcune persone non vedenti, “i miei guardiani”, li chiama, da cui ha imparato a fermarsi, a gestire il suo tempo, a capire “che tutto quello che non conosciamo e’ una ricchezza infinita. Per diversi mesi mi sono messa nei loro panni e vi assicuro – sottolinea commossa – e’ stata una figata”. A scuotere Sanremo, che prosegue nella marcia trionfale dell’Auditel e soprattutto consegna agli annali la telefonata del presidente Mattarella ad Amadeus, dopo l’omaggio di ieri sera sulle note di Mina, arriva Jova. Energia pura, travolge l’Ariston in coppia con Morandi sul medley dei loro successi, da Occhi di ragazza a Penso Positivo, passando per Un mondo d’amore e Ragazzo fortunato. Si balla in platea (e a casa), poi arriva il momento amarcord: Lorenzo rievoca gli anni da ‘scappati di casa’ dei ragazzi di via Massena, quelli di Radio Deejay, rimette Amadeus sul banco di scuola, gli assegna il compito ‘Il mio Sanremo’ (“Ne approfitto per salutare gli studenti, sono stati anni difficili anche per loro”) e recita i versi della Gualtieri: “In questi due anni ho riscoperto la poesia: riempie i vuoti, ti lascia davanti a un abisso ma riesci a non sentirti solo. E ti accorgi che risponde a domande che non ti sei neanche fatto”.

Alla fine scorrono le immagini del Jova Beach Party, che tornera’ a luglio: “Sara’ il ritorno della bellezza e della normalita’”, dice Amadeus, che intanto ha finito il suo compito: e’ un disegno con l’Ariston, un sole a forma di cuore, tutti uniti che entrano in teatro. “Questo e’ il festival della gioia – chiosa Ama – e dell’amicizia vera”. C’e’ chi scommette che le quotazioni di Morandi salgano e chi si interroga sull’opportunita’ dello spazio dedicato a Jova, autore del brano. La gara si apre con Noemi che si misura con una leggenda della black music, Aretha Franklin, You make me feel like a natural woman. Grande musica d’autore con Giovanni Truppi che ha voluto Vinicio Capossela e Mauro Pagani per Nella mia ora di liberta’ di Fabrizio De Andre’. Yuman coraggiosamente canta My Way di Frank Sinatra, con Rita Marcotulli al pianoforte.

E’ ovazione per il maestro Beppe Vessicchio: guarito dal Covid, torna al pianoforte, per accompagnare Le Vibrazioni, impegnate nella cover di Live and let die, di Paul e Linda McCartney, con Sophie di Sophie and the Giants, band britannica che ha scalato le classifiche mondiali. L’accoppiata Sangiovanni-Mannoia, che ha scelto l’eterna, potente A muso duro di Pierangelo Bertoli, e’ il simbolo perfetto di un festival ponte fra le generazioni. Emma e Francesca Michielin hanno scelto Baby One More Time di Britney Spears (con Emma che approfitta per accumulare punti al Fantasanremo). Dance anni ’80 con What a feeling di Irene Cara (da Flashdance), con Elisa accompagnata dalla ballerina Elena D’Amario (e gli auguri in video di Giorgio Moroder, autore della musica del brano da Oscar). Achille Lauro si inginocchia davanti a Loredena Berte’, Sei bellissima e’ da standing ovation.

Emoziona sempre Your Song di Elton John, che Matteo Romano condivide con la voce raffinata di Malika Ayane. Gianluca Grignani regala La mia storia fra le dita a Irama, Ditonellapiaga e Rettore prestano la loro grinta a Nessuno mi puo’ giudicare di Caterina Caselli. Tutti in piedi per Iva Zanicchi e per Milva, dopo l’omaggio con Canzone. Ana Mena ha voluto il compagno di hit Rocco Hunt per il medley con Il mondo, Figli delle stelle e Se mi lasci non vale. La Rappresentante di Lista canta Be My Baby con Cosmo, Margherita Vicario e Ginevra e lancia un appello perche’ “la musica dal vivo riparta veramente”. La struggente poesia di Anna verra’ di Pino Daniele e’ affidata alle voci di Massimo Ranier e Nek.

Michele Bravi rende omaggio a Lucio Battisti con Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi, Mahmood e Blanco hanno scelto Il cielo in un stanza di Gino Paoli, Highsnob e Hu Mi sono innamorato di te di Luigi Tenco. Impazza sempre il Fantasanremo, da Emma ad Arisa, tornata a Sanremo, accanto ad Aka 7even, per prestare la sua bella voce all’omaggio ad Alex Baroni con Cambiare.

Advertisement

Spettacoli

Peppino di Capri, compie 85 anni lo chansonnier napoletano

Pubblicato

del

Champagne per Peppino di Capri: compie 85 anni sabato 27 luglio uno dei grandi interpreti italiani più amati nel mondo, il primo ‘rivoluzionario’ della canzone napoletana, oltre 65 anni di carriera che si ha sempre voglia di festeggiare. Un compleanno che Peppino, già entrato da tempo nella storia della musica con i suoi quindici Sanremo coronati da due vittorie e il premio alla carriera del 2023, trascorrerà con gli affetti e gli amici più cari sull’amata isola pregustando un ‘regalo’ davvero speciale. La sua straordinaria vita artistica sarà raccontata nella attesa fiction Rai, il cui titolo non poteva che essere che ‘Champagne’, brano evergreen per antonomasia da oltre mezzo secolo.

Le riprese del film tv dureranno cinque settimane con set tra l’isola azzurra e Napoli e partiranno già a settembre. E proprio in questi giorni, fino al 4 agosto, è stato aperto il casting per cercare un ‘enfant prodige’ del pianoforte tra i cinque e gli otto anni, per impersonare il piccolissimo Giuseppe Faiella, questo il vero nome del cantante, che già nel 1943 si esibiva per le truppe americane di stanza a Capri durante la seconda guerra mondiale. La fiction, produzione Rai con O’ Groove, sarà diretta da Cinzia TH Torrini, regista che ha già firmato con successo il film dedicato a Gianna Nannini ‘Sei nell’anima’. E proprio per l’ultimo album della Nannini, che adora Peppino e il suo swing, di Capri ha firmato il brano ‘Stupida emozione’.

Un’onda di affetto, stima e popolarità che si rinnova ad ogni apparizione quella verso l’interprete di decine di successi: dalla fine degli anni ’50, lanciando nuovi classici come ‘Malatia’ all’esperienza con i Beatles nello storico concerto di Milano nel 1965, dalle vittorie sanremesi alle tante hit firmate da Mimmo di Francia, non solo ‘Champagne’ ma anche ‘Tu’ a ‘Me chiamm ammore’, ‘Magari’. Le sue canzoni, dall’immortale ‘Roberta’ a ‘Let’s twist again’ (il disco più venduto) ma soprattutto la voce dal timbro unico, hanno segnato un’epoca che non passa di moda, oltre a ricordi, e amori, di almeno tre generazioni. Come è accaduto lo scorso giugno quando l’artista è stato abbracciato dal pubblico di piazza Plebiscito, ospite del concerto di Renato Zero. Insieme hanno cantato ‘Luna caprese’, inedita delizia che gli assenti possono gustare grazie ai social ufficiali di Peppino. Tra gli omaggi per gli 85 anni in arrivo anche quello di ‘Felicità – La stagione della famiglia’, il magazine su Rai2 di Pascal Vicedomini in onda il sabato alle 12.

Ma la festa per lo splendido 85enne continuerà. Marisa Laurito, direttrice artistica del Trianon Viviani, ha deciso di aprire la prossima stagione del suo teatro della Canzone napoletana nel cuore di Forcella, venerdì 25 ottobre con una serata speciale dedicata a Peppino di Capri che riunirà numerosi artisti. Tra le prime adesioni che sono pervenute a Laurito che sta organizzando l’appuntamento speciale ci sono infatti Peppe Barra, Eugenio Bennato, Rosa Chiodo, Tullio De Piscopo, Christian De Sica, Enzo Gragnaniello, Lorenzo Hengeller, Pietra Montecorvino e Lina Sastri.

 

Continua a leggere

Spettacoli

John Mayall, leggenda del blues britannico, è morto a 90 anni

Pubblicato

del

John Mayall, il pioniere del blues britannico il cui collettivo musicale degli anni ’60, i Bluesbreakers, contribuì a inaugurare un periodo fertile per il rock e portò alla ribalta chitarristi come Eric Clapton, è morto all’età di 90 anni. Lo ha annunciato la sua famiglia. Mayall, cantante e polistrumentista soprannominato “il padrino del blues britannico” e arrangiatore di alcuni dei più grandi del genere dell’epoca, “è morto pacificamente nella sua casa in California”, ha pubblicato la famiglia su Facebook, senza specificare la causa della morte.

“I problemi di salute che hanno costretto John a porre fine alla sua epica carriera in tournée hanno finalmente portato la pace per uno dei più grandi guerrieri della strada di questo mondo”, si legge. “John Mayall ci ha regalato 90 anni di instancabili sforzi per educare, ispirare e intrattenere.” L’influenza di Mayall sul rock degli anni ’60 e oltre è enorme. I membri dei Bluesbreakers alla fine si unirono o formarono gruppi tra cui Cream, Fleetwood Mac, Rolling Stones e molti altri. All’età di 30 anni, nel 1963, Mayall si trasferì a Londra dal nord dell’Inghilterra.

Sentendo la rivoluzione nell’aria, abbandonò la sua professione di grafico per abbracciare una carriera nel blues, lo stile musicale nato nell’America nera. Ha collaborato con una serie di giovani chitarristi tra cui Clapton, Peter Green, poi dei Fleetwood Mac, e Mick Taylor che ha contribuito a formare i Rolling Stones. Mayall si trasferì in California nel 1968 e fece un lungo tour in America nel 1972. Negli anni ’60 registrò numerosi album storici tra cui “Crusade”, “A Hard Road” e “Blues From Laurel Canyon”. Ne seguirono altre decine negli anni ’70 e fino al suo ultimo, “The Sun Is Shining Down”, nel 2022. Mayall è stato insignito di un OBE, Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico, nel 2005.

Continua a leggere

Spettacoli

Addio a Pierluigi ‘Tricò’, lo stilista delle dive

Pubblicato

del

È morto ieri mattina a Roma, al Policlinico Gemelli, Pierluigi Scazzola in arte Tricò, stilista delle dive che aveva portato Roma alla ribalta internazionale. Nel suo atelier, le sue creazioni in maglia avevano fasciato donne di bellezza divina come Jacqueline Kennedy, Audrey Hepburn, Lauren Bacall, Claudia Cardinale, Allegra Agnelli, le regine di Grecia, Belgio, Danimarca. Era nato a Roma il 21 giugno 1931, scompare il 22 luglio del 2024 a 93 anni. I funerali si terranno domani mattina alle 10.30 nella chiesa di Piazza del Popolo. La sua storia è diventata appena tre anni fa un libro firmato dal nipote Andrea Scazzola e da Francesca Romana Carpentieri, ‘Tricò. lo stilista delle regine’ (Mazzanti Libri).

Tutto parte dall’infanzia dei fratelli Scazzola, ovvero Pierluigi, che frequenta il liceo classico al Convitto nazionale e il fratello Luciano che morirà a 55 anni, matita e anima amministrativa, poi i genitori Giulio e Bianca, e la cognata Fiorenza senza la cui intraprendenza e competenza nulla sarebbe stato uguale. Tutto questo sarà Trico’, ovvero il marchio che diventa una prima autonoma boutique nel 1961 con l’apertura dell’atelier a Via Gianturco, che da quel primo salotto del Flaminio con l’arazzo vola sulla pelle delle donne più belle e famose del mondo a segnarne le curve con eleganza e personalità, coniugando trasgressiva innovazione a semplicità classica. Pierluigi, si sa, non amava la filosofia, preferiva piuttosto disegnare figurine esili di donne sui bordi del libro e dopo diversi anni di studio e di lavoro quella diventerà finalmente la sua vita, ma prima dovrà provare la strada di una laurea in giurisprudenza e un impiego all’Inpdai.

E la magia vuole che dal primo abito, semplicissimo ed unico insieme, creato per la contessa Consuelo Crespi, sia proprio la maglia ad entrare nel dna dello stilista e delle sue collezioni che conquistano il mondo. La prima sfilata alla Galleria Nazionale d’arte moderna di Roma, allora diretta da Palma Bucarelli, signora dell’arte che da subito aveva creduto in quel ragazzo alto e magro come una scultura di Giacometti. Poi il salto a Parigi grazie a Irene Brin che lo porta sulla passerella di Pierre Cardin. L’apice del successo arriverà a metà degli anni Sessanta, conquistando Parigi, Mosca, New York, per tornare a scendere dalla scalinata di Trinità de’ Monti a Roma. Insomma il Made in Italy è entrato nella leggenda anche grazie a Tricò.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto