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Cronache

Addio a Ira Von Vurstenberger, icona del jet set degli Anni ‘70

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Il mondo perde una delle sue icone del jet-set degli anni ‘70 con la scomparsa di Ira Von Furstenberg, avvenuta di recente. Nata a Roma il 17 aprile 1940, portava il nome completo di Virginia Carolina Theresa Pancrazia Galdina zu Fürstenberg, figlia del principe Tassilo Fürstenberg e di Clara Agnelli, sorella di Gianni Agnelli, magnate dell’industria automobilistica.

La vita di Ira è stata un viaggio attraverso la cultura e la moda internazionale. Fin da giovane, ha dimostrato un interesse per la moda, sfilando come indossatrice per il celebre stilista Emilio Pucci all’età di soli 13 anni. La sua bellezza e il suo stile unici l’hanno resa oggetto dell’obiettivo di famosi fotografi come Helmut Newton e Cecil Beaton.

Oltre alla sua presenza nell’ambiente della moda, Ira ha anche lasciato il segno nel mondo del cinema, recitando in diverse pellicole. La sua carriera artistica ha raggiunto l’apice nel 1970, quando ha affiancato Enrico Maria Salerno nella conduzione del Festival di Sanremo, un ruolo che le ha garantito ulteriore visibilità e ammirazione.

La vita personale di Ira è stata segnata da alti e bassi. Ha affrontato il dolore della perdita prematura del fratello Egon e di suo figlio Christoph, trovato morto nel 2006 in circostanze tragiche. Ira ha anche vissuto diverse relazioni amorose, ma una delle più discusse è stata quella presunta con Ranieri di Monaco nel 1985, che lei stessa ha smentito, confermando che fosse solo una solida amicizia.

Ira Von Furstenberg ha attraversato continenti e culture, vivendo in Brasile, Parigi, Ginevra, Londra, Roma e, poco prima della pandemia da Covid-19, aveva acquistato una casa a Madrid. Nel corso degli anni, ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo contributo alla moda e al cinema, tra cui il prestigioso Capri Person Award nel 2023, che è stato l’ultimo riconoscimento della sua illustre carriera.

Con la sua eleganza senza tempo e la sua personalità magnetica, Ira Von Furstenberg resterà per sempre nell’immaginario collettivo come simbolo di glamour e raffinatezza degli anni d’oro del jet-set. La sua eredità artistica e il suo impatto culturale continueranno a ispirare generazioni future.

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Cronache

Il sindaco di Sorrento Massimo Coppola tace, parla il suo collaboratore Francesco Di Maio

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Arrivano le prime ammissioni di responsabilità dall’inchiesta sulle presunte irregolarità nell’assegnazione degli appalti al Comune di Sorrento, che nei giorni scorsi hanno portato in una cella del carcere di Poggioreale il sindaco Massimo Coppola e un suo collaboratore, Francesco Di Maio.

I due, entrambi arrestati in flagranza di reato nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Torre Annunziata, si sono trovati oggi davanti al gip Emanuela Cozzitorto accompagnati, rispettivamente, dagli avvocati di fiducia Giovanbattista Pane e Alessandro Orsi: il sindco ha accusato un lieve malore e ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, mentre Di Maio, secondo quanto si è appreso, avrebbe fornito delle conferme agli investigatori circa la natura di quei seimila euro che un imprenditore avrebbe consegnato ai due durante una cena, sostengono gli investigatori, era stata appositamente organizzata.

Soldi che per l’accusa sarebbero parte di una “mazzetta” versata per un appalto finito nelle mani dell’imprenditore in questione. E mentre le indagini proseguono, emergono nuovi particolari sugli arresti in flagranza avvenuti la sera di martedì, il 20 maggio: le banconote trovate addosso al sindaco e al suo collaboratore – il primo aveva 4.500 euro, il secondo 1.500 – erano state fotocopiate dai finanziari (per registrane i numeri di serie) prima della consegna. Inoltre, sotto il tavolo dove i tre si sono accomodati per la cena, quella sera, era stata preventivamente sistemata dagli investigatori una microspia che ha captato le parole dei commensali.

Seduti ai tavoli vicini, poi, non c’erano dei normali clienti ma dei finanzieri in borghese. Infine, nei bagni del ristorante, erano state nascoste delle telecamere grazie alle quali gli inquirenti hanno potuto vedere e registrare Di Maio mentre contava il denaro appena ricevuto dalle mani dell’imprenditore. L’inchiesta della Procura di Torre Annunziata (sostituti procuratori Schioppi e De Micheli, procuratore Nunzio Fragliasso) vede indagate ventidue persone, tra cui il sindaco, dirigenti e funzionari comunali di Sorrento, collaboratori del primo cittadino e imprenditori, nei confronti dei quali vengono ipotizzati, a vario titolo, i reati di induzione indebita a dare o promettere utilità, corruzione, turbativa d’asta e peculato.

Tra gli iscritti anche Giuseppe Razzano, assistente territoriale di Pina Picierno e rappresentante legale della società Comunicando, che nel 2021 si è aggiudicato l’appalto per la promozione del “Brand Sorrento”, uno di quelli finiti nel mirino degli investigatori. “Non ho subìto alcuna perquisizione e non mi è stato notificato alcun provvedimento. Sono pronto a tutelare la mia immagine e professionalità in tutte le sedi opportune”, ha detto Razzano. I fatti menzionati nell’inchiesta inoltre risalgono al periodo 2021-2022, mentre “la collaborazione con Picierno inizia a ottobre 2024”, ha aggiunto Razzano.

In quell’occasione, a quanto si apprende, il diretto interessato – come avviene di prassi all’Eurocamera – ha fornito il casellario giudiziario e dei carichi pendenti, che risultavano privi di notizie di reato. Indagato anche il presunto “sensitivo” e cartomante Raffaele Guida, definito dalla procura di Torre Annunziata e dai finanzieri, fiduciario e referente del sindaco di Sorrento, conosciuto come “Lello il sensitivo”. Durante le perquisizioni disposte dagli investigatori, il cash dog Gringo delle fiamme gialle ha trovato 167mila euro nell’incavo del suo tavolo da biliardo.

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Cade dal tetto di un capannone a Poggioreale: muore fabbro 62enne

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Tragedia nel pomeriggio di oggi nel quartiere Poggioreale, a Napoli, dove un uomo è morto dopo essere precipitato dal tetto di un capannone. I carabinieri sono intervenuti in via Fontanelle al Trivio su segnalazione del 118, allertato per una persona deceduta sul posto.

La vittima era un fabbro di 62 anni, titolare di un’azienda

Secondo una prima ricostruzione ancora in fase di verifica, la vittima – un uomo di 62 anni, fabbro e titolare di una ditta specializzata in lavorazioni in ferro con sede a Casoria – stava effettuando un sopralluogo tecnico sul tetto di una struttura industriale. Durante l’ispezione sarebbe precipitato nel vuoto da un’altezza compresa tra i 4 e i 5 metri.

L’impatto è stato fatale

Nonostante l’immediato intervento dei sanitari, per il 62enne non c’è stato nulla da fare. L’uomo è morto sul colpo a causa delle gravi lesioni riportate nella caduta. I carabinieri della compagnia competente stanno conducendo le indagini per chiarire l’esatta dinamica dell’incidente e verificare il rispetto delle misure di sicurezza sul lavoro.

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Lo scudetto e l’asino: tra festeggiamenti fai-da-te, tuning da incubo e carabine in libera uscita

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A Napoli, si sa, quando c’è da festeggiare lo scudetto, l’inventiva non manca. Ma c’è chi, forse per troppa euforia o per scarso buon senso, ha deciso di portarsi avanti con gli addobbi. E fin qui tutto bene, se non fosse che il festone stavolta era un asino. Letteralmente.

Sì, un asino vero, con tanto di decorazioni, scoperto dai carabinieri della compagnia Stella e dai Forestali, con il supporto dei veterinari dell’Asl, in uno stabile abbandonato a Forcella. L’animale, probabilmente eletto “mascotte tricolore” da qualche mente creativa del quartiere, era lì pronto — si presume — a sfilare nel corteo dei campioni, con una dignità che manco Buffon nel 2006.

L’asino, che non aveva chiesto nulla a nessuno, è stato liberato dall’onere del suo incarico e affidato a personale specializzato, che l’ha trasferito in una località più adatta. Magari lontano da cori, motorini impennati e selfie con bandiere cucite in casa.

A Scampia invece, la Formula Uno del fai-da-te ha fatto tappa in via Ernesto Rossi, dove i carabinieri hanno trovato un’auto modificata stile Fast & Furious versione “Cupa e’ mamma”. La carrozzeria sembrava progettata da un artista post-moderno in preda alla nostalgia per le auto anni ’90, e neanche Vin Diesel avrebbe avuto il coraggio di salirci sopra. L’auto, manco a dirlo, è stata sequestrata per confisca. Un vero peccato: poteva fare la sua bella figura nel cortile del Museo del Tuning Impossibile.

Ma non finisce qui, perché in un circolo ricreativo di via Marrazzo — che più che ricreativo sembrava il saloon di un film western — è stata trovata una carabina senza indicazione Joule e priva del tappo rosso, cioè la versione urbana del “peggior regalo di Natale”. Il possessore? Un 20enne incensurato, ora denunciato e con una carriera da cecchino rimandata a data da destinarsi.

Mentre la città si prepara all’ennesimo evento serale, forse legato allo scudetto o forse solo al solito lunedì movimentato, restano alcune certezze: a Napoli l’entusiasmo può diventare grottesco, l’estro si trasforma in cronaca, e gli asini, poveretti, vorrebbero solo pascolare in pace.

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