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Economia

Salasso benzina, il costo alla pompa sale ancora: consumatori in piazza

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Il prezzo dei carburanti continua a salire e i consumatori scendono in piazza in tutta Italia, brandendo pentole vuote, per protestare contro i rincari in tutti i settori che rendono sempre piu’ difficile la vita di famiglie e imprese. La benzina ha toccato un nuovo record, dopo quello raggiunto solo due giorni fa: il prezzo medio nazionale di quella in modalita’ self sale a 2,018 euro/litro (2,009 il valore precedente), il diesel si porta a 1,939 euro/litro (contro 1,924), mentre al servito salgono rispettivamente a 2,144 e 2,072 euro/litro. Prezzi che in alcune localita’ – fa sapere il Codacons – hanno sfondato il tetto di 2,3 euro al litro, come in Sardegna o a Ischia, dove la benzina in alcuni impianti costa fino a 2,349 euro. L’escalation dei listini della benzina, sottolineano i consumatori, costa agli italiani circa il 26% in piu’ rispetto alle stesse rilevazioni del 2021, mentre il gasolio vola al +32,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Cio’ significa che una famiglia spende 499 euro annui in piu’ se ha un’auto a benzina, e 572 euro in caso di auto a gasolio, secondo il Codacons, che non ritiene piu’ sufficiente il taglio delle accise sui carburanti, ma chiede al Governo di bloccare i prezzi e fissare tetti massimi ai listini alla pompa. Per il segretario della Lega, Matteo Salvini, “servono 4 o 5 miliardi” per rinnovare “con urgenza” lo sconto benzina che scade l’8 luglio, e “vanno trovati al piu’ presto” per rinnovarlo “almeno per tutta l’estate”. Anche il segretario del Pd Enrico Letta chiede al Governo di “monitorare l’aumento dei prezzi e essere pronto di nuovo a intervenire”. Ma i consumatori non vogliono piu’ “interventi tampone”. Secondo Michele Carrus, presidente Federconsumatori, “gli incrementi dell’inflazione erodono qualcosa come duemila euro per la famiglia media italiana su base annua, che significa uno stipendio buono e due mensilita’ di pensione se si considera che il 70% delle pensioni non raggiunge i mille euro”.

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Economia

Effetto Trump, bruciati in Borsa 6.500 miliardi in 100 giorni

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Nei primi cento giorni di presidenza Trump ci sono stati 70 giorni di scambi a singhiozzo sui mercati finanziari e 32 giorni di perdite, con oltre 6.500 miliardi di dollari cancellati dal valore delle società quotate. Lo scrive il New York Times, secondo cui per i mercati finanziari il calo del 7% dell’indice S&P 500 rappresenta il peggior inizio di mandato presidenziale da quando Gerald R. Ford subentrò a Richard M. Nixon nell’agosto del 1974, dopo lo scandalo Watergate. La crisi, sottolinea il quotidiano, è persino peggiore di quando scoppiò la bolla tecnologica all’inizio del secolo, e George W. Bush ereditò un mercato già in caduta libera. Al contrario, Trump ha ereditato un’economia solida e un mercato azionario in ascesa da un massimo storico all’altro. La situazione è cambiata rapidamente quando Trump ha annunciato i suoi dazi il 2 aprile, facendo esplodere la volatilita’ nei mercati finanziari.

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Economia

Oxfam, compensi ad cresciuti del 50% per lavoratori solo +0,8%

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A livello globale, negli ultimi 5 anni, la retribuzione mediana degli amministratori delegati d’impresa è cresciuta del 50%, in termini reali, passando da 2,9 milioni di dollari nel 2019 a 4,3 milioni nel 2024. Un aumento che supera di ben 56 volte la modesta crescita del salario medio reale (+0,9%), registrata nello stesso periodo nei Paesi per cui sono pubblicamente disponibili le informazioni sui compensi degli ad.

E’ quanto riporta un’analisi di Oxfam diffusa in occasione del Primo maggio. Nel dettaglio, tra i Paesi in cui il campione di imprese analizzate è sufficientemente ampio, emerge che: Irlanda e Germania vantano alcuni tra gli ad più pagati con una retribuzione annua mediana rispettivamente di 6,7 milioni e 4,7 milioni di dollari nel 2024; in Sudafrica il compenso annuo mediano degli AD era di 1,6 milioni di dollari nel 2024, mentre in India ha raggiunto i 2 milioni di dollari.

“Anno dopo anno assistiamo allo stesso spettacolo a dir poco grottesco: i compensi degli ad crescono vertiginosamente, mentre i salari dei lavoratori in molti Paesi restano fermi o salgono di pochi decimali”, spiega Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia economica di Oxfam Italia. L’analisi di Oxfam si è concentrata inoltre sui divari salariali di genere a livello d’impresa. Esaminando 11.366 imprese di 82 Paesi, che pubblicano informazioni sul gender pay gap aziendale, si evince che il divario retributivo di genere a livello di impresa si sia, in media, ridotto tra il 2022 e il 2023, passando dal 27% al 22%. Ma tra le 45.501 imprese di 168 Paesi con un fatturato annuo superiore a 10 milioni di dollari e che riportano il genere del proprio ad, meno del 7% aveva una donna nella posizione apicale dell’organigramma aziendale.

Per quanto riguarda la dinamica dei salari reali in Italia, secondo Oxfam se, anziché ricorrere agli indici generali dell’inflazione, si facesse riferimento alla variazione dei prezzi del carrello della spesa (come approssimazione dei beni maggiormente consumati dai lavoratori con basse retribuzioni), il salario lordo nazionale registrerebbe, in media, una perdita cumulata di circa il 15% nel solo quadriennio 2019-2023 e la dinamica positiva del 2024 non rappresenterebbe che un placebo per i lavoratori con le retribuzioni più basse.

“Fino ad oggi, nell’azione del Governo è del tutto assente una chiara politica industriale, orientata alla creazione di posti di lavoro di qualità, che scommetta su innovazione, transizione verde e formazione, senza lasciare indietro nessuno. – conclude Maslennikov – Il Governo stenta a intervenire sul rafforzamento della contrattazione collettiva e sulla revisione del sistema di fissazione dei salari e ha affossato il salario minimo legale che rappresenta una tutela essenziale per i lavoratori più fragili”.

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Economia

Wsj, cda di Tesla cerca un nuovo ceo per sostituire Musk

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Il consiglio di amministrazione di Tesla ha iniziato a cercare un nuovo CEO per sostituire il fondatore Elon Musk. Lo riporta il Wall Street Journal. Secondo il quotidiano la decisione è stata presa dopo il crollo delle azioni e degli utili di Tesla. Alcuni investitori ritengono che Musk sia troppo impegnato con il suo lavoro di capo del Dipartimento per l’Efficienza Pubblica (DOGE), che pure sembra volgere al termine. Non è stato reso noto se Musk sia stato informato della decisione.

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