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Spettacoli

Rod Stewart sbarca a Ischia: tuffi, aperitivo e pranzo nella Baia di Cartaromana

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È arrivato nella baia di Cartaromana e ha ancorato il Lumiere, uno yacht di 50 metri, proprio davanti al Castello Aragonese di Ischia con moglie,famiglia,amici e manager al seguito. Rod Stewart si è concesso una vacanza nel golfo di Napoli dopo la puntata a Castellammare di Stabia. I primi a scendere sono stati i componenti dell’equipaggio: si sono presentati al Cocomare e hanno spiegato di avere una star a bordo ma di non poter dire quale. Il posto -una splendida location in mezzo agli scogli di S.Anna- è piaciuto ed hanno dato il via libera. Così sono arrivati in 12. Rod Stewart, la splendida moglie Penny Lancaster, il manager della rockstar, le famiglie di entrambi, tutti accolti da Marco, uno dei titolari.

Hanno preso posto al tavolo: Stewart ha chiesto allo chef Antonio Feliciello un antipasto di prosciutto e melone, un risotto di mare, ha assaggiato qualche crudo di pesce appena pescato ed ha innaffiato il tutto con un bicchiere di bianco francese che l’equipaggio aveva portato dallo yacht. Una gentile richiesta del cantante ai titolari del Cocomare visto che lui beve solo quello. Poi caffè al banco e gelati per i bambini, infine si sono distesi un po’ tutti al sole, in un angolo dello stabilimento loro riservato. A questo punto il famosissimo cantante ha alzato con le braccia un lettino e lo ha guardato a lungo suscitando la curiosità di Salvatore Di Meglio, anche lui della famiglia Cocò. Stewart ha spiegato che bianco e verde , i colori dei lettini , sono gli stessi del suo Celtic, la Sua squadra del cuore. Poi hanno fatto un bel tuffo e quando molti cercavano di strappare qualche foto con i vip son tornati a bordo e partiti alla volta di Capri. Le loro tappe in questo tour li hanno visti a Castellammare di Stabia dove Rod e il suo manager hanno preferito un giro in centro e un buon caffè mentre gli altri sono andati in visita a Pompei, poi a Sorrento – la bella foto di un aperitivo in mezzo al mare pubblicata da Penny Lancaster su Instagram è scattata lì, e infine dopo la tappa ischitana, la barca si è fermata a Capri dove la bella moglie di Rod Stewart ha abbracciato una cara amica.

 

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Spettacoli

Nastri d’Argento 2024, trionfa Francesca Comencini con Il tempo che ci vuole. Premi a Sorrentino, Martone, Scarano e Ozpetek

Alla 79ª edizione premiata la regia femminile e il grande cinema d’autore. Cinque Nastri per Comencini, tre a Parthenope e Fuori.

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Francesca Comencini è la protagonista assoluta della 79ª edizione dei Nastri d’Argento, i prestigiosi riconoscimenti assegnati dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, che si è svolta al Maxxi di Roma. Il suo film Il tempo che ci vuole conquista ben cinque premi, tra cui quello per il miglior film, la sceneggiatura, la migliore protagonista femminile e miglior attore protagonista.

Cinque premi a Il tempo che ci vuole

Il film della Comencini ha convinto la giuria per la sua intensità e maturità. Il riconoscimento alla migliore protagonista femminile è andato ex aequo a Romana Maggiora Vergano per il ruolo nel film e a Valeria Golino per la sua interpretazione di Goliarda Sapienza in Fuori di Mario Martone.
Il premio come miglior attore protagonista è stato assegnato a Fabrizio Gifuni per il ruolo di Luigi Comencini, mentre le casting director Laura Muccino e Sara Casani hanno ricevuto il Nastro per il lavoro sul cast.

Greta Scarano esordio dell’anno

Greta Scarano ottiene il premio per il miglior esordio alla regia con La vita da grandi, segnando un’importante conferma del suo talento anche dietro la macchina da presa.

Parthenope e Fuori, tre Nastri ciascuno

Tre premi anche a Paolo Sorrentino, per il suo Parthenope: fotografia a Daria D’Antonio, montaggio a Cristiano Travaglioli e colonna sonora a Lele Marchitelli.
Stessa cifra per Fuori di Mario Martone, che conquista riconoscimenti con Valeria Golino, Matilda De Angelis ed Elodie come migliori attrici non protagoniste.

Altri premi e riconoscimenti

  • Francesco Di Leva è miglior attore non protagonista per Familia di Francesco Costabile.

  • Cristiano Travaglioli vince anche per il montaggio di Familia.

  • Il Premio Biraghi ai giovani attori va a Celeste Dalla Porta (Parthenope) e Francesco Gheghi (Familia), premiato anche per il cameo dell’anno in Fuori.

  • Gabriele Mainetti vince per la miglior regia con La città proibita.

  • Il film dell’anno è Diamanti di Ferzan Ozpetek.

  • I Nastri alla carriera sono stati assegnati a Cristina Comencini e Marco Tullio Giordana.

  • Follemente di Paolo Genovese si aggiudica il Nastro per la migliore commedia.

  • Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta di Gianluca Jodice ottiene i premi per scenografia e costumi.

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Spettacoli

Orietta Berti regina pop: «Non capivo i testi dei FuckYourClique, ma mi piaceva il look»

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Dopo i successi di Mille con Fedez e Achille Lauro, Luna piena con Rose Villain, La discoteca italiana con Rovazzi e Una vespa in due con Fiorello, Orietta Berti continua il suo percorso sorprendente nel pop italiano. Il prossimo 27 giugno uscirà Cabaret, il nuovo singolo nato dalla collaborazione con Fabio Rovazzi e i FuckYourClique, per Time Records.

FuckYourClique? «Li chiamavo FuckYourLike»

«Non li avevo mai sentiti, li chiamavo FuckYourLike», racconta con candore Orietta al Corriere della Sera. «La prima volta li ho visti in foto, vestiti come dei lord inglesi. Ho detto: carini!». Ma non tutto è stato semplice: «Ho ascoltato un loro pezzo e non capivo le parole. Mi hanno detto: “è meglio così”».

Rovazzi e il ritardo per il video

Con Rovazzi è la seconda collaborazione, ma tra i due non sono mancate scintille: «Siamo in polemica. È andato in vacanza in Thailandia e non possiamo far uscire il brano finché non è pronto il video. Abbiamo anche litigato, perché come sempre era in ritardo».

Tra tormentone e critica sociale

Il brano Cabaret punta a diventare il tormentone dell’estate: «Il ritornello è solare, rimane in testa. Ma le strofe parlano anche della nostra società, che tra eccessi e apparenze si perde». Dentro ci sono citazioni di personaggi pop come Lacerenza e Corona: «Io mi vergognerei fossi in loro. Sono cresciuta in una famiglia onesta, non chiacchierata».

Make-up, letteratura russa e drag queen

Orietta mantiene un rapporto affettuoso con i colleghi pop: «Achille mi manda trucchi della sua linea. Ma certi ombretti sono troppo forti per me». Anche con Fedez il legame resta solido: «Ci sentiamo spesso, è gentile. Abbiamo parlato di letteratura russa, io amo Evtušenko». E aggiunge: «Mi ha fatto conoscere Ski & Wok, due patatoni».

Un cuore diviso tra Lenin e San Giovanni

Figlia di due mondi opposti: «Mia madre era comunista, mio padre devoto di San Giovanni. A Cavriago c’è ancora il busto di Lenin, sempre ornato con fiori rossi. Quando ci fu la rivoluzione, fu il primo paese europeo a inviare un contributo: 500 lire, una bella cifra per l’epoca».

Nessuna vittoria a Sanremo, ma milioni di dischi venduti

«Non ho mai vinto Sanremo, è un peccato. Però a Un disco per l’Estate ho partecipato tante volte e l’ho vinto. Ho venduto milioni di dischi».

Annalisa, Elodie e Rose Villain: le nuove preferite

Berti non risparmia complimenti alla nuova generazione: «Annalisa e Elodie sono brave e bellissime. Se hanno un corpo da mostrare, è giusto che lo facciano. E poi c’è Rose Villain, a cui sono molto affezionata. Luna Piena è stato un successo nelle discoteche gay, ricevo ancora video di drag queen che cantano le mie canzoni vestite come me. È meraviglioso».

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Levante si racconta: sogni, cadute, rivalse e un equilibrio ritrovato tra amore, musica e maternità

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A cuore aperto, ironica e profonda, Levante, cantautrice e scrittrice, in una intervista al Corriere della Sera,  ripercorre i momenti più significativi della sua vita e carriera: dal provino con Teddy Reno alle difficoltà a Leeds, dalla nascita di “Alfonso” al desiderio di tornare a Sanremo, fino alla maternità e all’eterna sfida con l’ego.

Il primo provino con Teddy Reno e le illusioni inglesi

A soli 13 anni Levante si presenta con due canzoni voce e chitarra al Festival degli Sconosciuti: «Duravano sei minuti l’una. Penso che Teddy Reno volesse uccidermi», dice ridendo. A 26 anni si ritrova invece a Leeds, ospite di un ragazzo che prometteva contatti discografici. Ma era tutta una farsa: «Dormivo su un materassino gonfiabile in un bagno senza gabinetto. Tornai a casa disperata, scrissi “Alfonso”».

Da “che vita di merda” a hit generazionale

“Alfonso” nasce in un momento di frustrazione profonda: «Lavoravo in un bar, non avevo tempo per i miei sogni. La strofa “che vita di merda” è uscita da sola. Era il riassunto dei miei fallimenti». La canzone diventa un cult perché, spiega Levante, «tutti si sentono fuori posto, come Alfonso a una festa dove nessuno ti considera».

Il nuovo singolo “Maimai” e quel due di picche indimenticabile

Con “Maimai” Levante serve la vendetta fredda all’ex: «Un dialogo tra due ex amanti, lui torna in ginocchio, lei dice “è troppo tardi”. Io? Mi sono ispirata a me stessa. Avevo 18 anni e un ragazzo mi aveva lasciata due giorni prima del compleanno. Quando è tornato, gli ho dato un due di picche memorabile».

L’amore, i sensi di colpa e la maternità

«L’amore e il dolore sono i sentimenti che più ci somigliano. Ho fatto male e ne ho ricevuto, ora credo di essere in pari», racconta. Parla con delicatezza della sua bimba Alma, tre anni: «Il mio senso di colpa è dovermi dividere. Ma io e Pietro siamo due bravi genitori, questo me lo riconosco».

L’ego, il karma e le sfide interiori

Levante riflette spesso sul suo ego: «Non si può annientarlo, ma non bisogna farsi trainare. Lavoro per gestirlo e restare serena. Quando sei guidato dall’ego, diventi una brutta persona». Anche l’adolescenza è stata turbolenta: ha perso il padre a 9 anni e lasciato la Sicilia a 14. «Mio padre vive nelle mie canzoni e nei miei libri. Lo sento sempre vicino».

Sanremo, X Factor e la voglia di tornare

Due Sanremo non proprio felici: «Molto stressanti, soprattutto per la mia ansia. Oggi, riguardando quelle esperienze, mi faccio tenerezza». Ma aggiunge: «Non c’è due senza tre. Sanremo oggi è un palco fondamentale». Anche X Factor è stato formativo: «Mi buttai senza autore, ero ingenua e poco strategica, ma fu una grande scuola».

Da Claudia a Levante, un nome nato per caso

Il nome d’arte nasce per scherzo da un’amica a Caltagirone, dopo l’uscita del film “Il ciclone”. «Claudia non mi è mai piaciuto. Significa zoppo. Levante invece è colui che si alza. Era destino».

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