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Economia

Risorge pil ma prezzi volano, Visco: guerra lunga pesa

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Grande e’ la confusione sotto il cielo. E se la situazione e’ tutt’altro che eccellente con un pericolo inflazione che resta in agguato (oggi l’Istat l’ha certificata al 6,9% a maggio) una sorpresa positiva arriva dal pil. L’istituto di statistica ribalta la prima stima: niente calo dello 0,2% nei primi tre mesi ma un rialzo dello 0,1%. Modesto ma quanto basta a far tirare un sospiro di sollievo a Via Venti Settembre dove subito commentano positivamente il dato che attribuisce di conseguenza una crescita acquisita del 2,6% e lascia ben sperare per i secondi tre mesi, quelli della totale riapertura post-pandemia. Certo la dinamica dei prezzi mantiene alta la preoccupazione, preparando la strada ad un rialzo dei tassi da parte della Bce, che in Italia si spera almeno graduale nonostante l’aumentare dei rischi dall’impatto della guerra in Ucraina. Lo spettro economico che continua ad aggirarsi per l’Europa ed ha fatto da fil rouge alle Considerazioni Finali lette da Ignazio Visco per l’undicesima volta davanti alla platea di imprenditori e banchieri dopo i due anni di limitazioni a causa del Covid. I prezzi dell’energia in volata necessitano di interventi mirati ma nello stesso tempo, avverte il responsabile di Via Nazionale e’ necessario evitare “una vana riconcorsa fra prezzi e salari”. Sono opportuni “interventi di bilancio di natura temporanea e calibrati con attenzione alle finanze pubbliche” per contenere i rincari delle bollette energetiche e sostenere il reddito delle famiglie, afferma, anche perche’ al momento, nota Visco, segnali di “trasmissione delle pressioni dai prezzi alle retribuzioni” non si sono registrati. Il tema e’ sul tappeto del confronto sindacale, con la richiesta di tutela dei redditi, attraverso l’aumento di salari e pensioni. A preoccupare il governatore c’e’ pero’ l’incognita determinata dalla guerra, che condanna in modo netto e totale ed il cui protrarsi nel tempo lascia intravedere tanti possibili scenari, tutti negativi visto che quello di una ricomposizione e di uno scontro breve e’ ormai definitivamente accantonato. Il conflitto “ha radicalmente accentuato l’incertezza. L’attivita’ produttiva si e’ indebolita nel primo trimestre, dovrebbe rafforzarsi moderatamente in quello in corso. In aprile valutavamo che il prolungamento del conflitto in Ucraina avrebbe potuto comportare circa 2 punti percentuali in meno di crescita, quest’anno e il prossimo”, mette in evidenza Visco: “Le stime piu’ recenti delle maggiori organizzazioni internazionali sono simili. Non si possono pero’ escludere sviluppi piu’ avversi”. E l’armageddon potrebbe trovarsi dove verrebbe chiuso il rubinetto del gas russo. L’interruzione delle forniture, con un inasprirsi del conflitto ucraino, comporterebbe infatti un forte impatto sull’Italia viene spiegato nella Relazione annuale di Bankitalia che come ogni anno accompagna la relazione a Palazzo Koch. Il tasso di crescita si ridurrebbe a -0,3 per cento nel 2022 e a -0,5 nel 2023: sarebbe dunque piu’ basso di circa 4 punti percentuali quest’anno e di 3 il prossimo rispetto a quanto stimato in gennaio, comportando una prolungata recessione. Sarebbe lo scenario piu’ “severo” e temuto. Per l’Italia, viene sottolineato, ci sarebbero ripercussioni anche per l’ inflazione che potrebbe arrivare al 7,8%, con flashback di oltre 40 anni. “L’aumento dei prezzi delle materie prime importate e’ una tassa ineludibile per il Paese” riconosce del resto Visco: “l’azione pubblica puo’ ridistribuirne gli effetti tra famiglie, fattori di produzione, generazioni presenti e future; non puo’ annullarne l’impatto d’insieme”. Per quanto riguarda le famiglie, gli interventi calibrati in funzione della loro condizione economica complessiva anziche’ dei redditi individuali risultano piu’ efficaci nel contrastare le ripercussioni dell’inflazione sulla disuguaglianza, affermano da Palazzo Koch. Nello scenario peggiore insomma “il tasso di crescita si ridurrebbe, comportando una prolungata recessione. Nell’anno in corso peserebbero soprattutto gli effetti di offerta riconducibili all’interruzione delle forniture di gas e quelli della maggiore incertezza e del calo della fiducia; nel prossimo anno il contributo maggiore deriverebbe dall’impatto dei rincari delle materie prime sul reddito disponibile e sulla spesa delle famiglie. Ovviamente il report di Via Nazionale spiega come nessuno degli scenari ipotizzati include gli effetti delle misure introdotte piu’ di recente dal Governo e delle ulteriori politiche di bilancio che potrebbero essere adottate per mitigare le ripercussioni del conflitto su famiglie e imprese. Ma l’allarme resta alto anche nel giorno in cui il pil tricolore alla fine sorpassa quello d’Oltralpe con le associazioni del commercio che avvertono: cresce l’incertezza, a rischio le prospettive di recupero. Ed anche i mercati non sembrano credere alla rondine-pil che non fa primavera quanto alla gelata dei prezzi e della possibile fiducia.

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Economia

Pierfrancesco Vago (Msc): «Porti, treni, IA e sostenibilità. Così costruiamo il futuro della crocieristica»

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Il presidente esecutivo di Msc Crociere, Pierfrancesco Vago (foto Imagoeconomica in evidenza), in una lunga intervista concessa al Corriere della Sera, ha delineato le strategie future del gruppo, illustrando le prossime tappe dell’espansione globale, il ruolo dei terminal portuali, l’impegno nella sostenibilità e l’importanza dei valori familiari in un’impresa che guarda al 2050.

Una nuova società per i terminal crocieristici

Entro il 2025, MSC istituirà una società unica per gestire i terminal crocieristici, sia di proprietà che in concessione. Un modello simile a quello di TIL, che già gestisce 43 porti nel mondo: «L’esperienza nei terminal è ormai parte della strategia del viaggio: non più semplici banchine, ma parte integrante dell’offerta».

Inflazione e qualità: «Le economie di scala ci proteggono»

Vago respinge i timori sull’impatto dell’inflazione: «Le nostre economie di scala ci consentono di offrire qualità e valore al cliente. Acquistiamo 90 milioni di pasti all’anno, spesso localmente, e trasferiamo i risparmi sull’esperienza finale dei passeggeri».

Navi grandi e piccole: lusso per tutti

Sul futuro della crocieristica, Vago chiarisce: «Le navi piccole sono per il lusso tradizionale, come con Explora, ma le grandi democratizzano il lusso, offrendo esperienze complete a bordo per ogni tipo di clientela. Entrambe sono fondamentali».

Terminal, tecnologia e intelligenza artificiale

«Stiamo investendo in tecnologie ambientali e intelligenza artificiale: dalle eliche silenziose al trattamento delle acque reflue, dai sensori per monitorare le emissioni ai sistemi di concierge virtuali. L’AI migliora prenotazioni, manutenzione e gestione dei reclami».

Crociere e treni: il futuro è la mobilità integrata

Vago rilancia il progetto lanciato dopo l’acquisizione di Italo: collegare le crociere alla rete ferroviaria europea, per un trasporto più sostenibile. «Il treno è la vera transizione verde, almeno finché i carburanti alternativi non saranno disponibili su larga scala».

Cantieri saturi fino al 2029? «Una garanzia, non un limite»

Il presidente di Msc non teme la piena occupazione dei cantieri navali europei: «È una forma di controllo dell’offerta. E molte navi oggi attive non potranno navigare in futuro: serviranno nuove flotte più sostenibili».

I valori familiari alla base di Msc

«Non lavoriamo solo per il profitto — sottolinea Vago —. La nostra è un’impresa familiare con valori tramandati, fondata su sostenibilità, qualità, responsabilità verso i dipendenti. Spero che figli e nipoti abbiano la forza per continuare il nostro percorso».

L’orizzonte temporale? Il 2050

«Guardiamo anche alle trimestrali, ma la nostra vera prospettiva è il lungo periodo. Pensiamo già al 2050. Questo è il nostro orizzonte per costruire il futuro».

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Economia

Generali, il nuovo cda al lavoro: sul tavolo anche l’offerta Mediobanca per Banca Generali

Il 1° maggio si riunisce il nuovo cda di Generali per definire la governance e analizzare l’offerta Mediobanca su Banca Generali. Tra trasparenza e strategie future.

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Il prossimo mercoledì si terrà la prima riunione operativa del nuovo consiglio di amministrazione di Generali, insediato dopo l’assemblea degli azionisti del 24 aprile che ha confermato la leadership di Philippe Donnet come amministratore delegato e Andrea Sironi come presidente. Una tappa cruciale per completare l’assetto della governance con la costituzione dei sei comitati consiliari, tra cui il delicato comitato «Parti correlate».

Il ruolo chiave del comitato «Parti correlate»

Sarà proprio questo organismo ad avviare l’esame dell’offerta pubblica di scambio lanciata da Mediobanca su Banca Generali, di cui il Leone detiene attualmente il 52%. La presenza di Mediobanca nell’azionariato di Generali (13,1%) e la natura strategica della controllata Banca Generali rendono l’intero processo particolarmente sensibile, da gestire con la massima trasparenza.

Verso la scadenza del 16 giugno

L’orizzonte per una prima decisione sembra coincidere con l’assemblea di Mediobanca, fissata per il 16 giugno, quando sarà posta al voto l’Ops su Banca Generali. In vista di questa data, Generali dovrà valutare attentamente l’impatto dell’operazione sul proprio portafoglio e sulle sue strategie di crescita, avviando un dialogo con tutte le parti coinvolte.

I dubbi dei soci e le alternative sul tavolo

L’investimento in Banca Generali non è mai stato pienamente strategico per Generali, anche se ha sempre garantito ritorni interessanti — circa il 30% per gli azionisti e tra il 4 e il 5% dell’utile consolidato. Tuttavia, l’offerta di Mediobanca, che propone azioni proprie pari al 6,5% del capitale, apre la porta a scenari alternativi.

Tra questi: il reinvestimento dei proventi nella crescita dei business core del Leone, ovvero assicurazioni e asset management, oppure l’ingresso di nuovi investitori nel capitale con un’operazione del valore potenziale di 3 miliardi. I grandi soci, in particolare Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin, sono in attesa di conoscere i dettagli dell’offerta e della strategia di lungo periodo.

Banca Generali: “Onorati dell’interesse, ma restiamo concentrati”

Nel frattempo, Banca Generali resta in osservazione. Il suo amministratore delegato Gian Maria Mossa ha ribadito in una lettera ai dipendenti che la banca è pronta a valutare con attenzione l’offerta, ma senza distrazioni: «Siamo consapevoli di essere una realtà straordinaria. Le performance e i risultati parlano per noi».

Venerdì Banca Generali presenterà i conti del trimestre e affronterà le domande degli analisti. È probabile che emergeranno nuovi elementi utili per capire come evolverà una partita che può cambiare profondamente gli equilibri del settore finanziario italiano.

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Economia

TikTok multata dall’Unione europea: 530 milioni per trasferimento illegale di dati in Cina

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TikTok dovrà pagare una multa record da 530 milioni di euro per aver violato il regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (Gdpr), trasferendo illegalmente in Cina i dati di 175 milioni di cittadini europei. Lo ha stabilito la Commissione per la privacy irlandese (Dpc), che ha sede nel Paese dove TikTok ha la sua filiale europea.

I dati europei finiti sotto la giurisdizione cinese

L’indagine era cominciata nel 2021, con l’obiettivo di verificare se TikTok conservasse i dati degli utenti europei in modo conforme alle normative Ue. Ma lo scorso febbraio, la stessa azienda avrebbe ammesso al Dpc che alcune informazioni erano state effettivamente archiviate su server situati in Cina, rendendole potenzialmente accessibili al governo di Pechino, in virtù delle leggi locali su terrorismo e controspionaggio.

Le due sanzioni: trasparenza e trasferimento dati

La maxi-multa si compone di due sanzioni distinte:

  • 45 milioni di euro per la mancanza di trasparenza sulle regole della privacy tra il 2020 e il 2022;

  • 485 milioni di euro per il trasferimento illecito dei dati in Cina, la parte più grave secondo i regolatori.

Il commissario Graham Doyle ha spiegato che «la conservazione dei dati su suolo cinese costituisce una violazione diretta degli standard di protezione richiesti dal Gdpr» e dimostra il rischio concreto di accesso da parte delle autorità cinesi.

La difesa di TikTok: “Progetto Clover e misure già attivate”

TikTok ha annunciato ricorso contro il provvedimento, sostenendo che la sanzione ignora «le ampie misure di tutela» implementate attraverso il progetto Clover, un investimento da 12 miliardi di euro avviato nel 2023 per creare una rete di data center europei. La società sostiene che proprio grazie a questo sistema di monitoraggio è stato individuato il problema, i dati sono stati cancellati e il Dpc informato tempestivamente.

Christine Grahn, responsabile europea per le politiche pubbliche, ha inoltre criticato la decisione di colpire solo TikTok, nonostante il medesimo meccanismo sia adottato da «migliaia di altre aziende».

Una delle sanzioni più alte mai imposte per violazione del Gdpr

Con questo provvedimento, la Commissione irlandese infligge la terza multa più alta mai imposta nell’ambito del Gdpr, dopo quelle toccate ad Amazon e Meta. Il caso accende i riflettori sulla sicurezza dei dati digitali nell’era della geopolitica digitale, in cui la sovranità dei dati rappresenta sempre più un fronte strategico tra Europa, Stati Uniti e Cina.

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