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Riforma della giustizia, l’Anm attacca. Ma con Nordio prove tecniche di confronto

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Il faccia a faccia non c’è ancora stato. Ma che siano su posizioni molto distanti l’hanno manifestato più volte. Al momento i toni sono concilianti, ma per capire se ci sono le condizioni di un confronto costruttivo tra l’Associazione Nazionale Magistrati, guidata da Giuseppe Santalucia, e il Guardasigilli ed ex pm Carlo Nordio bisognerà attendere domani, quando il ministro sarà a Palermo al 36esimo congresso dell’Anm. Una presenza, quella di Nordio, da lui stesso annunciata al termine del G7 sulla Giustizia, che tenta di abbassare i toni di un dibattito che non è mai stato sereno.

“La mia presenza a Palermo è realmente una difficoltà anche logistica ma è una manifestazione di rispetto verso i rappresentanti della magistratura”, ha dichiarato il ministro. “Si era detto che non avrei partecipato, ma quando ho capito che la cosa era compatibile ho deciso di essere presente come forma di assoluto rispetto nei confronti dell’Anm e di scambio franco, leale e sincero”, ha spiegato Nordio. Di carne al fuoco, al congresso dal titolo “Magistratura e legge tra imparzialità e interpretazione”, ce ne è già tanta: riforme, separazione delle carriere, l’abrogazione dell’abuso d’ufficio, il ruolo delle toghe nel dibattito sulla giustizia. Temi “caldi” come l’autonomia e l’indipendenza delle toghe affrontati alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, accolto con una standing ovation, del presidente del Senato Ignazio La Russa, del vicepresidente della Camera Giorgio Mulè del viceministro Francesco Paolo Sisto, del Governatore Renato Schifani e dei vertici dell’Associazione. Ampio e complesso l’intervento del presidente nazionale dell’Anm Giuseppe Santalucia, netto nell’esprimersi contro “il progetto di separazione delle carriere, portato avanti con ostinazione pur dopo che la separazione delle funzioni è stata dilatata all’estremo”.

Un progetto che, per Santalucia, “reca con sé il germe dell’indebolimento della giurisdizione, almeno quella penale”. “Si mette mano alla Costituzione mostrando di non aver compreso il senso di massima garanzia per i diritti dei cittadini dell’attuale impianto, di un pubblico ministero appartenente al medesimo ordine del giudice e accomunato al giudice per formazione e per cultura della funzione”, ha detto. Il magistrato ha poi espresso un giudizio critico verso la abrogazione del reato di abuso d’ufficio “un tentativo – a suo dire – di ridurre l’incidenza dell’azione giudiziaria”. Santalucia, che ha espresso l’auspicio che sul dibattito in corso a Palermo non si attiri “l’usurata critica della politicizzazione, che si rinnova con puntualità quando la voce e l’azione dell’Associazione nazionale magistrati hanno la pretesa di uscir fuori dall’ambito, pur nobile, della difesa degli interessi di tipo impiegatizio”, ha rivendicato il diritto delle toghe di partecipare al dibattito politico sulla giustizia. A tentare di rassicurare pm e giudici e a stemperare i toni del dibattito ha provato il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto.

“Per collocare l’interesse generale al di sopra di quelli particolari c’è una sola via: il dialogo. La giustizia – ha affermato – non deve essere terreno di scontro, ma di contraddittorio. Tutto questo è possibile se rimangono intatte l’autonomia e l’indipendenza della magistratura”. Ma se Sisto, timidamente applaudito dai presenti, ha usato toni distensivi, è andato giù duro il leader leghista Matteo Salvini che dalla Reggia di Venaria è tornato sul caso dell’arresto del governatore della Liguria Giovanni Toti. “Vorrei sapere – ha detto – se ci fossero microspie negli uffici di qualche magistrato, per quanto tempo continuerebbe a fare il suo lavoro”. Mentre sull’indagine della Procura di Genova Nordio ha fissato i paletti: “non è l’indagato a dimostrare la sua innocenza, questa è una bestemmia in una civiltà democratica. È l’accusatore che deve dimostrare la colpevolezza dell’indagato”.

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Binaghi riapre al Coni: “È finita un’era, ora serve discontinuità. Ma Buonfiglio? No, grazie”

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Angelo Binaghi (foto Imagoeconomica in evidenza), presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel (Fitp), torna a parlare del Comitato Olimpico Nazionale Italiano e lo fa con la consueta schiettezza, in un’intervista al Corriere della Sera. Da anni in polemica con il Coni di Giovanni Malagò, Binaghi lascia intendere di essere pronto a tornare a occuparsi attivamente dell’istituzione sportiva nazionale: “Sto partecipando a tutte le riunioni. Voglio vedere se, finita un’era, si può costruire qualcosa di nuovo, completamente diverso rispetto al passato”.

ANGELO BINAGHI, PRESIDENTE FEDERAZIONE ITALIANA TENNIS E PADEL, JANNIK SINNER (Foto Imagoeconomica)

Binaghi non ha mai fatto mistero della sua visione riformista e anti-sistema: nel novembre 2024 aveva dichiarato al Corriere “Il Coni non serve, io lo salto”. Una posizione che gli costò un deferimento poi archiviato, con opposizione del Coni. Ora però, con l’uscita di scena di Malagò imposta dai limiti di mandato, il clima potrebbe cambiare.

Buonfiglio bocciato, Pancalli “ultimo in lista”

Nessuna apertura, invece, verso l’eventuale candidatura di Luciano Buonfiglio, presidente della Federcanoa: “È il peggior esponente del vecchio sistema. Una volta mi chiese di parlare, gli risposi: ‘Caro Luciano, io no’”, racconta Binaghi, ricordando il suo ruolo nella defenestrazione di Raffaele Pagnozzi e la successiva promozione da parte di Malagò.

Rispetto invece per Luca Pancalli, ma senza sostegno: “Candidato degnissimo, ma lo considero l’ultimo della lista”.

“La politica non è un nemico, la riforma Giorgetti è stata efficace”

Altro punto centrale della visione di Binaghi è il rapporto con la politica: “Non è possibile considerare i politici come nemici. La riforma Giorgetti ha funzionato molto meglio del Coni. Chi parla di invadenza politica racconta una bugia”.

Rivendica anche l’autonomia finanziaria degli Internazionali d’Italia (“l’unica manifestazione senza un euro di contributo pubblico”) e ricorda di aver cacciato i politici dalla tribuna del torneo.

Il futuro del Coni? Binaghi resta alla finestra, ma si prepara

Con gli Internazionali di Roma imminenti e il grande ritorno in campo di Jannik Sinner, “il vero Fenomeno”, Binaghi rivendica di essere “un uomo fortunato”. Ma tiene il piede dentro la porta del Coni, in attesa di vedere quale sarà la grande sorpresa che guiderà il nuovo corso dello sport italiano.

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Bisnonna inglese 115enne diventa la persona più anziana al mondo

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Una bisnonna britannica di ben 115 anni ha raccolto questa settimana la palma di persona più vecchia del mondo – stando alle statistiche internazionali censite – dopo l’annuncio della morte di uno suora 116enne in Brasile. Lo racconta oggi con dovizia di particolari il Daily Telegraph. La nuova titolare del record di longevità si chiama Ethel Caterham ed è nata il 21 agosto del lontano 1909 in un villaggio dell’Hampshire, in Inghilterra meridionale: prima del diluvio della Grande Guerra, mentre sul trono di quello che era ancora l’Impero britannico sedeva re Edoardo VII, figlio della regina Vittoria, bisnonno della defunta Elisabetta II e trisavolo dell’attuale monarca, il 76enne Carlo III.

Ultima di 8 figli, nonna Ethel vive attualmente in una residenza per anziani nella contea del Surrey, pure in Inghilterra del sud, dove – dopo l’ufficializzazione del suo primato – ha ricevuto una lettera personale di re Carlo: che si felicita per il “rimarchevole traguardo” da lei raggiunto. Tuttora lucida, Catheran è in grado di ricordare le tappe salienti della sua vita.

A 18 anni si trasferì nell’India coloniale, assunta come au pair nella famiglia di un ufficiale dell’esercito di Sua Maestà; poi, al ritorno in Gran Bretagna, conobbe a una festa il futuro marito Norman, sposato nel 1933 e col quale ha vissuto a Hong Kong e a Gibilterra prima di tornare in terra inglese. Rimasta vedova quasi mezzo secolo fa, nel 1976, Ethel ha smesso di guidare solo alla soglia dei 100 anni. Mentre a quasi 111 è riuscita a guarire pure da un contagio di Covid. Il segreto della sua longevità? “Non aver litigato con nessuno”, ha risposto a un giornalista.

Oltre alla scelta di dare priorità “alla famiglia, la cosa più importante dell’esistenza”, ai figli, ai nipoti e ai pronipoti. A una testata locale ha spiegato del resto di non avere rimpianti, di essere “felice d’aver girato il mondo” fino ad approdare in “questa bella casa” di riposo in patria: “Ho detto sì a ogni opportunità di vita, mantenendo un’attitudine mentale positiva e accogliendo ogni cosa con moderazione”. Giusto l’anno scorso il Regno Unito aveva celebrato la conquista del record di un altro suddito britannico come ‘uomo più anziano del pianeta’: record ereditato da un giapponese e detenuto per qualche mese nel 2024 dal veterano di guerra John Tinniswood, deceduto a novembre a 112 anni d’età.

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Ivanka Trump News elogia Giorgia Meloni: “Donna pulita e leader più attraente dell’UE”

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Un post pubblicato su X dall’account Ivanka Trump 🇺🇲 🦅 News ha acceso i riflettori su Giorgia Meloni, definita “la leader più attraente dell’Unione Europea”. L’immagine allegata ritrae la presidente del Consiglio italiana sorridente su un lettino, con indosso un costume da bagno che richiama i colori della bandiera italiana.

Il messaggio che accompagna lo scatto recita: “Lascia un ❤️ per una donna pulita, fantastica e senza tatuaggi, la leader più attraente dell’UE 🇪🇺!!!”. Una dichiarazione che va oltre l’elogio estetico, sottolineando valori considerati simbolici dalla destra americana: ordine, sobrietà e conservatorismo nei costumi.

Il post è solo l’ultimo segnale dei rapporti calorosi tra la famiglia Trump e Giorgia Meloni, rafforzati da un’intesa ideologica su immigrazione, difesa dell’identità nazionale e visione tradizionale della società. Donald Trump, tornato presidente degli Stati Uniti, ha già espresso pubblicamente ammirazione per la premier italiana in più occasioni.

L’episodio conferma la crescente sintonia politica e mediatica tra due mondi che, seppur geograficamente lontani, condividono una visione del potere fondata su patriottismo, sovranismo e comunicazione diretta con il popolo.

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