Lui affacciato alla finestra di casa, dove è ristretto ai domiciliari, si fa vedere col pugno chiuso salutare chi è in strada. Fuori ci sono 3 forse 4mila persone. Cantano “bella ciao” o intonano cori “siamo tutti clandestini” “Mimmo Lucano libero”. Questa moltitudine di persone, italiani e africani perlopiù sono arrivati a Riace, dopo il ciclone dell’inchiesta “Xenia” che martedì passato ha portato all’arresto a casa del sindaco Lucano.
Lucano con Roberto Saviano tra i vicoletti di Riace
Alla Procura di Locri lo accusano di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. La Procura lo voleva in carcere per truffa ai danni dello Stato nella gestione dei fondi per l’accoglienza, ma il gip ha rigettato gran parte delle accuse. Per fortuna di Lucano, altrimenti sarebbe stata più dura difendersi in carcere. Restano i domiciliari per il sindaco che ha visto la sua Riace trasformata nella capitale dell’ accoglienza. C’è chi ha sostenuto anche 12 ore di viaggio per manifestare solidarietà a Mimmo Che cosa dice lui? Che non si pente di quello che ha fatto, anzi quelle che sono accuse che lo costringono al carcere in casa per lui sono medaglie. “Col mio arresto vogliono far passare il messaggio che tutti sono uguali. Non è così. Quando revocheranno i domiciliari, tornerò a fare il sindaco”.
“L’ umanità non è reato”. Lo striscione in testa al corteo è quello dei migranti che senza di lui sarebbero stati abbandonati al loro destino. “Non si processa l’ accoglienza – dice uno di loro con il megafono in mano – Oggi queste persone a Riace sono state contaminate dalla ‘malattia Lucano'”. Il ragazzo parla di chi ha dedicato la propria vita agli altri. Ed è stato arrestato. “Gandhi ha conosciuto il carcere così come Nelson Mandela e Martin Luter King. Adesso Mimmo è diventato un eroe come quelli.
Per le cerimonie della Settimana Santa l’ufficio liturgico della diocesi di Napoli ha scritto una sorta di vademecum che è stato pubblicato sul sito. Ai parroci viene ricordato, ad esempio, che per l’altare della Deposizione, che viene allestito in occasione del triduo pasquale “non servono dunque fioriture e allestimenti maestosi, né eccessivi segni, spesso frutto di estrosa fantasia, che finiscono per distogliere lo sguardo e l’attenzione dal ‘Segno'”. “È piuttosto necessaria la preparazione di un luogo accogliente e consono alla preghiera, senza elementi di disturbo. Risulta pertanto assolutamente inopportuno dare “un tema” all’altare della reposizione. Esso non è dunque il luogo dove ostentare la solennità e gareggiare alla realizzazione più bella, né delle rappresentazioni scenografiche con le quali stupire i fedeli: l’unico stupore è dato dal dono dell’Eucaristia da parte del Signore stesso alla sua Chiesa”.
Aveva solo 23 anni Sofia Sacchitelli, la ragazza genovese affetta da un raro tumore al cuore : non ce l’ha fatta ed è morta. Sofia aveva dato vita a una associazione per raccogliere fondi per la ricerca scientifica per le malattie rare, come la sua. Lei stessa aveva parlato in pubblico per spingere questa missione e in tanti la stavano sostenendo. Sofia studiava Medicina ma l’angiosarcoma cardiaco, un tumore rarissimo al cuore, l’ha ucciso. Parliamo di una malattia che colpisce una persona ogni 2-3 milioni. Anche le società calcistiche di Genoa e Sampdoria hanno sostenuto la onlus che si chiama ‘Sofia nel cuore’. In tanti hannopvoluto ricordare il coraggio della giovane Sofia, fra questi il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti: “Ti ricorderemo con il sorriso sul viso e il coraggio di chi sa trasformare le difficoltà in solidarietà e speranza per gli altri. Addio Sofia. Tutta Genova e la Liguria oggi pregano per te e si stringono alla tua famiglia, ai tuoi amici, a chi ti vuole bene e porterà avanti il percorso che hai iniziato”.
È stata trovata anche la seconda sciatrice morta dopo essere stata travolta dalla frana caduta su Courmayeur, in val Veny. Si tratta di una ragazza svedese di 25 anni, faceva parte di un gruppetto di 4 giovani “freerider” tra 20 e 25 anni, giunti a Courmayeur per sciare fuori pista. E mentre facevano questo sono stati travolti dalla frana: le due ragazze non sono riuscite a ripararsi e sono state travolte in pieno trovando la morte sulle nevi valdostane, i due ragazzi sono riusciti a mettersi in salvo. A trovare gli sciatori sono stati i soccorritori del Soccorso alpino, nel caso dell’ultima giovane ritrovata, hanno individuato il corpo sorvolando la zona in elicottero quando il maltempo ha concesso una pausa