Ci sarà la manovra economica. E ci potrebbe essere un decreto collegato che farà una sua strada e che dovrebbe condurre, se ci sarà accordo nella maggioranza gialloverde, a quella che definiscono pace fiscale “con un tetto di un milione a contribuente”. Sempre nel collegato potrebbero entrare misure e risorse per i risparmiatori danneggiati dalle crisi bancarie. Le risorse stanziate circa 500 milioni di euro. Sono alcune delle proposte messe in campo dalla Lega e che saranno esaminate in una riunione ristretta del governo. Un vertice forse già lunedì tra il premier Giuseppe Conte, il ministro dell’Economia Giovanni Tria e i due vicepremier e leader della maggioranza, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio e quello dell’Interno Matteo Salvini. Sulla manovra economica è evidente che occorre trovare la quadra tra reddito minimo, flat tax e risorse scarse.
Luigi Di Maio. Ministro appoggia emendamento del Pd su scritta “nuoce alla salute”
LuigiDi Maio è tranquillo sui contenuti della prima manovra del governo perché “c’è piena armonia con il nostro ministro dell’Economia sui prossimi passi da fare. Non c’è alcuna volontà di uno scontro con l’Ue e non c’è l’intenzione di distruggere i conti pubblici, ci tengo a ribadirlo. L’Italia si impegnerà a fare tutto quello che non è stato fatto per decenni” spiega il ministro al giornale spagnolo El Mundo. E ribadisce “non dobbiamo distruggere i conti pubblici, ma nemmeno attaccarci ai cosiddetti “zero virgola” che imprigionano le economie e lo sviluppo. Di certo ci sarà il massimo impegno, da parte nostra, a realizzare tutte le azioni davvero necessarie per migliorare la qualità delle istituzioni e dei bilanci nazionali nonché la cooperazione a livello europeo in materia di lotta all’elusione e alla criminalità finanziaria”.
Da lì potrebbero arrivare le coperture per il reddito di cittadinanza che, ribadisce Di Maio “sarà uno dei pilastri della manovra economica ed è uno dei cuori della nostra proposta politica ha confermato Di Maio. La situazione italiana sulla tassazione è talmente complicata che già una parziale semplificazione ridurrebbe tempi e quindi costi per i cittadini” argomenta ancora col giornale spagnolo.
Sulla flat tax, cavallo di battaglia dell’alleato leghista, Di Maio è certo che “non sarà rigida, non ci sarà una sola aliquota ma almeno tre”. Su queste misure però si discute. E tanto. L’intesa si troverà. Ne è certo anche Il ministro dell’Interno Matteo Salvini che sulla manovra taglia corto: “Deve far crescere questo paese, fare andare in pensione chi ne ha diritto, aprire il mondo del lavoro a ragazzi che altrimenti scappano, ridurre le tasse a milioni di italiani, tagliare la burocrazia e rottamare le cartelle di Equitalia . Questo non tutto e subito, ciascuno di questi passaggi dovrà essere nella manovra, rispettando ovviamente quello che altri si aspettano da noi però prima viene la crescita poi vengono i vincoli”. I tempi per chiudere un accordo? “Settimana prossima metteremo i numeri nelle tabelline”.
Matteo Salvini. Per la Lega la priorità è la flat tax
Altro argomento delicato è la transazione fiscale. La proposta della Lega è quella di “una sorta di transazione” che preveda la completa attuazione del concordato con adesione e che tenga conto della situazione patrimoniale e reddituale del contribuente. Tetto di un milione per contribuente. Pace fiscale più ampia possibile. Da questa operazione potrebbero arrivare i 500 milioni per arricchire il fondo per le vittime delle banche.
Altra proposta per aumentare il gettito fiscale è quella di rendere strutturale la cedolare secca sugli affitti abitativi. Ragiona il sottosegretario Guido Guidesi. “Uno deve sapere in base alla durata dell’affitto che quella norma non verrà cambiata”ha detto.
La nave rigassificatrice Golar Tundra di Snam è finalmente arrivata nel porto di Piombino (Livorno) dopo 26 giorni di navigazione da Singapore (via Suez) e ha fatto il suo ingresso intorno alle 23 venendo posizionata alla banchina di attracco della darsena nord. Quattro rimorchiatori l’hanno trainata all’ormeggio con una manovra lenta e precisa dopo una sosta di attesa di circa quattro ore alla fonda nel golfo di Follonica.
E’ entrata di prua poi, a centro rada è stata fatta ruotare per portarla al punto di arrivo definitivo. La nave è lunga quasi 300 metri e alta 55 quindi per gestirne l’ingombro è servita un’operazione notturna cioè si è agito quando il traffico dei traghetti si ferma fino all’alba dopo l’ultima corsa. L’arrivo della nave rigassificatrice a Piombino – e così l’altra simile prevista su Ravenna – affrancherà l’Italia da una significativa quota di dipendenza di importazione di metano dai gasdotti transazionali di terra, dalla Russia e anche dall’Azerbaigian.
I gestori potranno rivolgersi al mercato di altri Continenti (Africa, Americhe, pure Asia Oceania) e ovviare alle turbolenze geopolitiche che possono gravare sul trasporto di gas solo via terra. La nave Fsru di Piombino è accreditata di una capacità potenziale di trasformazione di gas liquido in 5 miliardi di metri cubi l’anno. Tuttavia, insieme alla Fsru che ci sarà a Ravenna si parla di ben 13 miliardi di metri cubi annui, un segnale forte nell’approvvigionamento e nella distribuzione di gas per l’Italia. La Golar Tundra non entra subito in funzione. Bisogna aspettare maggio, dicono le previsioni tecniche quando al cantiere di Snam visibile in lontananza, dalla parte opposta del porto commerciale saranno terminati gli allacci con il nuovo metanodotto di terra. La presenza della Golar Tundra ha già un forte valore simbolico.
Il presidente della Toscana, Eugenio Giani, è intervenuto già domenica sera sul porto sottolineando l’importanza di questa tappa nell’ambito delle politiche energetiche nazionali e rilanciando il tema delle compensazioni per Piombino, secondo polo siderurgico italiano, città che ha manifestato dissenso per esser stata scelta. Sulle divergenze col Comune di Piombino e il sindaco Francesco Ferrari, oltre ai comitati degli abitanti, Giani ha detto che siccome “ora c’è la nave ci si renderà conto che si deve lavorare finalmente ai vantaggi per la popolazione”. Giani ha “invitato soprattutto le autorità di Piombino a sedersi con me, con il ministro e le autorità del governo per poter indicare le opere complementari” compensative per Piombino, ma su quando vedrà il sindaco ha detto: “Mi cercherà lui”.
Un’operazione da tre miliardi di franchi svizzeri per creare una delle banche maggiori d’Europa. Le nozze fra Credit Suisse e Ubs sono le prime fra due banche importanti a livello di sistema dalla crisi del 2008. E sono state architettate nel giro di pochi giorni con l’aiuto delle autorità svizzere, che hanno organizzato nel dettaglio la complessa operazione.
– I TERMINI DELL’ACCORDO: L’intesa valuta Credit Suisse tre miliardi di franchi, meno della metà dei 7,4 miliardi alla chiusura di venerdì e una frazione rispetto ai 100 miliardi del suo picco nel 2007. L’accordo con Ubs sarà chiuso entro l’anno. Il presidente di Ubs Colm Keller e l’amministratore delegato Ralph Hamers manterranno i ruoli all’interno della banca che nascerà dalle nozze, anche se il management di Credit Suisse resterà al suo posto fino alla chiusura dell’intesa.
– LA BANCA DI INVESTIMENTO DI CREDIT SUISSE: La nuova banca avrà attivi investiti per 5.000 miliardi di dollari. Ubs intende ridimensionare la banca di investimento di Credit Suisse: “vogliamo ridimensionarla e allinearla alla nostra culturadel rischio più conservatrice”, ha detto Keller.
– TAGLI AI POSTI DI LAVORO: Pur precisando che è ancora troppo presto per quantificarli, Ubs ha detto che sarà un numero significativo, secondo indiscrezioni dell’ordine di 10.000 tagli.
– AIUTI DALLE AUTORITA’ SVIZZERE: Ubs si è assicurata un linea di liquidità per 100 miliardi di franchi dalla banca centrale svizzera. E il governo ha offerto 9 miliardi di garanzie su eventuali perdite di Credit Suisse. Garanzie che sono come una “polizza assicurativa” che scatterà se le perdite supereranno una determinata soglia.
Maurizio Landini è stato rieletto segretario generale della Cgil. Al termine del XIX congresso nazionale, l’assemblea lo ha confermato alla guida del sindacato per il secondo mandato di quattro anni, con il 94,2% di voti favorevoli. La proclamazione è stata accompagnata da un lungo applauso della platea. “vi ringrazio”, le sue prime parole.
Con il governo e la premier Gorgia Meloni c’è “una diversità molto profonda, molto consistente. Per tutto il sindacato italiano non c’è possibilità di discussione, bisogna avviare una mobilitazione che non esclude alcuno strumento, compreso se necessario lo sciopero. Lo vogliamo fare insieme a Cisl e Uil, ne discuteremo con loro, abbiamo già un incontro fissato la prossima settimana”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, nell’intervento di chiusura del XIX congresso, all’indomani dell’intervento della presidente del Consiglio.
Landini parla in particolare del fisco e ribadisce che “non siamo assolutamente d’accordo con la delega” approvata giovedì in Consiglio dei ministri. In un Paese in cui “il 94% dell’Irpef la pagano i lavoratori dipendenti e i pensionati, che ha 100 miliardi di evasione e dove le rendite hanno una tassazione inferiore al lavoro. Non siamo più disponibili ad accettare l’idea di un sistema fiscale che continua a gravare sui lavoratori dipendenti e pensionati”, un sistema che deve rispettare il principio della progressività, rimarca il leader della Cgil. Serve “una seria riforma fiscale per un nuovo patto di cittadinanza”, insiste.