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Economia

La pace fiscale che digerisce Di Maio o il condono che vuole Salvini? Conte e Tria mediano per tenere in vita il Governo

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Sarà un vertice “economico”. Nel salotto buono di Palazzo Chigi, dietro un tavolo, tra poche ore, ci saranno il premier Giuseppe Conte,il ministro del Tesoro Giovanni Tria, i due vice premier nonchè soci fondatori di questa maggioranza di governo: Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Oggetto dell’incontro: la legge di Bilancio. Lega e M5S non sono una maggioranza politica ma formano un Governo che ha la sua ragione di esistere in un contratto in cui ci sono scritte le cose da fare. Su quelle c’è un vincolo. Il mancato rispetto del contratto, significa che il contratto è nullo, il Governo non c’è. Oggi c’è un punto delicato che affronteranno i contraenti di questo contratto di Governo: pace fiscale, come dice con delicatezza Matteo Salvini; condono fiscale, come sostengono non solo quelli del Pd che fino a ieri erano al Governo ma anche qualcuno che la maggioranza in Parlamento la supporta e la sopporta. L’incontro di Arcore delle ultime ore tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, prima del vertice di maggioranza a Palazzo Chigi, non è che sia stato digerito bene dai 5 Stelle.

Ai piani alti del Movimento c’è un po’ di mal di pancia per l’eccesso di protagonismo e qualunquismo di Matteo Salvini,”sempre più leader politico in campagna elettorale piuttosto che uomo di Governo” dicono dalle parti del Pd e non solo. La scena politica e mediatica è quotidianamente monopolizzata dalla Lega. Oggi c’è la legittima difesa, domani la rissa con qualche capo di Stato o di governo, poi l’immigrazione, il condono.  I 5 Stelle non vogliono sentire parlare di condono. Sono allergici non tanto alla parola ma a quello che si nasconde dietro. Chi per la Lega lavora a questa misura è il sottosegretario al Tesoro, Massimo Bitonci.

Lo scoglio del condono. Il premier Conte media tra Salvini e Di Maio

 

Lui la chiama “pace fiscale” che consiste nel tetto di un milione a contribuente di somme contestate dal fisco, così da escludere la grande evasione (ma da includere tutta quella piccola e media), per chiudere ogni genere di liti pendenti in un intervento “più ampio possibile”.  Una proposta non compatibile con le promesse del M5S in campagna elettorale. L’idea di Luigi Di Maio è quella di una sorta di clemenza fiscale: può aderire chi non è riuscito a pagare le tasse perché in difficoltà economica.
La Lega sta organizzando invece una sorta di condono permanente. “Transazione fiscale”, sono le parole uscite dalla bocca del sottosegretario Bitonci, che prevede un concordato per adesione tenendo conto della situazione patrimoniale e reddituale del contribuente.
Per capirci: chi non paga le tasse e poi riesce a dimostrare di essere in condizioni economiche difficili può beneficiare dello sconto fino a due terzi delle sanzioni. E in Italia si sa, non è difficile dimostrare di non essere nelle condizioni di pagare le tasse vista la pressione fiscale. Comunque è questo lo scoglio.
Per i Cinque Stelle la proposta Bitonci può essere incentivo a evadere e a nascondere redditi e patrimoni al fisco.
Va trovato un compromesso. L’unica cosa di cui il M5S accetta di parlare è l’idea che la pace fiscale s’ha da fare ma in questa pace bisogna escludere favori alla grande evasione e al rientro dei capitali opachi dall’estero. Il gettito dell’intervento, quello che gli italiani sborseranno per fare pace col fisco, dovrà servire a coprire le spese di una manovra che si aggira tra i 25 e i 30 miliardi. Quanto conta di incassare lo Stato dalla pace fiscale o condono che dir si voglia? I leghisti spiegano che le liti pendenti tra amministrazione finanziaria e contribuenti (imprese e cittadini) ammontano a 870 miliardi (o addirittura “più di 1000 miliardi”). Su questa somma le stime di incasso sono di 3,4 miliardi di gettito potenziale. I leghisti che vogliono il condono invece parlano di gettito che va dai 5/6 miliardi del sottosegretario leghista Armando Siri  ai 20 miliardi che promette di ricavare il vicepremier Salvini. Qual è il rovescio della medaglia in questa partita? La pace fiscale, se si farà, favorirà la fuga dei contribuenti dall’agenzia delle entrate per  l’adesione alla rottamazione delle cartelle ancora in corso. Il 31 luglio si è chiusa la finestra per pagare la quarta rata (su cinque): l’ incasso è stato di 1 miliardo di euro che si somma a quello di 6,5 miliardi delle tre rate precedenti. Resta la rata di settembre: le stime del ministero del Tesoro sono di altri 900 milioni, quindi il totale dovrebbe essere intorno a 8,4 miliardi, circa 1,2 miliardi in più di quanto previsto. Manca però ancora una rata della prima rottamazione e le più consistenti della seconda: chi ha avuto accesso alla procedura agevolata e non salda tutto torna nel calderone del normale contenzioso. E potrebbero essere in molti a farlo in vista della pace fiscale. Come finirà questa partita?
Luigi Di Maio è franco quando dice “non ci sono tensioni sulla manovra, c’ è un dibattito franco sul fatto che o si mantengono le promesse o è inutile che ci stiamo”.
Tocca aspettare. La Legge di Bilancio è il quadro dentro il quale occorre riversare gli accordi di governo. È in questa Legge che la maggioranza dimostra se è capace di stare assieme e come.

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Economia

Bollette più chiare, in arrivo dal prossimo anno

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Basta con una sequela di numeri incomprensibili: dal prossimo anno infatti le bollette di luce e gas saranno più semplici da capire. Basterà un colpo d’occhio – spiega l’Arera, l’autorità per l’energia – per rendersi conto di prezzi e consumi. La nuova bolletta debutterà dal primo luglio del 2025, con un frontespizio uguale per tutti e con le principali informazioni generali. Poi uno ‘scontrino dell’energia’, per capire immediatamente consumi e prezzi, e un box offerta che ricorda le condizioni sottoscritte per verificarne l’applicazione.

E’ stata infatti approvata – a seguito di un lungo processo di consultazione con imprese, consumatori e stakeholder – e sottoposta all’analisi dell’impatto della regolazione (Air) la delibera che introduce una revisione organica delle informazioni indicate nella bolletta e della loro organizzazione, estendendola poi alla totalità dei clienti finali connessi in bassa tensione: domestici, condomini, piccole e medie imprese, box, cantine e magazzini. I venditori avranno 12 mesi di tempo per adeguare i propri sistemi all’invio della nuova bolletta. “Una riforma auspicata da tempo e da più parti, che evolve la struttura introdotta nel 2014 con la bolletta 2.0, allineando le informazioni per tutti e rendendole ancora più chiare e semplici, ma soprattutto dando rilevanza al ruolo dei consumatori, mettendoli in grado di verificare i consumi e le proprie scelte di efficienza energetica e di comparare agilmente il proprio profilo con le proposte del mercato”, commenta il presidente di Arera Stefano Besseghini.

Plaudono i consumatori: “Ringraziamo Arera per aver accolto la nostra richiesta e concluso l’iter per rendere le bollette dell’energia più comprensibili agli utenti, specie sul fronte del costo al KWh della luce e al metro cubo per il gas”, afferma Consumerismo No Profit. “In una fase in cui i prezzi dell’energia continuano a essere altissimi e fuori controllo, giudichiamo positivamente la notizia che Arera ha ufficializzato oggi sul debutto della nuova bolletta”, commenta l’Adoc. In dettaglio la nuova bolletta sarà composta da un frontespizio unificato, che corrisponde alla prima facciata della bolletta in cui i venditori sono tenuti a riportare l’importo da pagare e tutte le informazioni essenziali sul cliente sul tipo di servizio in cui è rifornito, sul contratto di fornitura, su fatturazione e pagamenti, etc. Poi un scontrino dell’energia, che riporterà la formazione del costo complessivo dell’energia in relazione ai volumi consumati secondo la struttura quantità x prezzo, suddiviso in “quota consumi” e “quota fissa”, più la “quota potenza” per l’energia elettrica, e ulteriormente dettagliato per voci di spesa (vendita e ‘rete e oneri’). In questa sezione saranno riportate separatamente anche l’Iva e le accise, eventuali bonus, altre partite (interessi di mora, prodotti e/o servizi aggiuntivi etc.) e il canone Rai.

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Ambiente

Caldo e allerta siccità, primo weekend di esodo estivo

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L’ultimo weekend di luglio si preannuncia tra i più caldi dell’anno, con il termometro che toccherà picchi di 40 gradi e milioni di italiani in viaggio verso le mete di villeggiatura. Per questo l’Anas ha deciso di sospendere il 70% dei cantieri fino al prossimo 3 settembre. Ma il ritorno di Caronte sulla Penisola rischia inoltre di aggravare l’emergenza idrica, soprattutto al centro-Sud, con la Calabria che ha dichiarato lo stato di emergenza e la Sicilia che deve affidarsi ad una nave cisterna della Marina Militare per mitigare la crisi. La Coldiretti intanto lancia l'”allerta rossa” per coltivazioni e animali e prepara una mobilitazione davanti alla regione Sicilia.

Da domani, dunque, partirà il tradizionale esodo estivo, con il bollino rosso ad accompagnare gli spostamenti sulle strade già dalla mattinata di sabato e per l’intera giornata di domenica. Anas ha potenziato il personale impegnato sulle strade disponendo la sospensione di 906 cantieri lungo tutta la rete. Gli itinerari maggiormente attenzionati sono, in direzione sud, le direttrici verso le località di villeggiatura, in particolare lungo le dorsali adriatica, tirrenica e jonica e lungo i valichi di confine in direzione di Francia, Slovenia e Croazia, e in uscita dai centri urbani. “Siamo impegnati – ha spiegato l’ad di Anas Aldo Isi – a garantire una circolazione fluida e scorrevole a tutti gli utenti nonostante i grandi flussi di traffico. È operativo, come previsto dal nostro piano esodo, il presidio delle squadre Anas h24 per monitorare la rete stradale e intervenire subito in caso di emergenza”.

Atteso un grande afflusso anche nelle strutture ricettive, con Assoturismo che conta la prenotazione di 8 camere su 10, per un totale di oltre 6,4 milioni di pernottamenti attesi tra oggi e domenica. L’afa e il caldo, inoltre, hanno spinto le prenotazioni nelle località di lago e montagna, con un aumento in questo fine settimana rispettivamente al 92% e all’82% delle camere disponibili. Le città d’arte, invece, si fermano al 75%. In assoluto il tasso di saturazione più elevato è stato rilevato per il Nord mentre leggermente al di sotto dei valori medi si collocano le regioni del Centro Italia. Infine, un valore leggermente inferiore alla media nazionale è stato rilevato per le regioni del Sud e Isole. L’aeroporto di Fiumicino, intanto, fa registrare il record di passeggeri in un giorno, primato registrato lo scorso 14 luglio con 176 mila presenze tra arrivi e partenze. Ma non solo: a luglio la media giornaliera è stata di 160 mila presenze quotidiane ed è stata superata la soglia di oltre 1.000 movimenti di aerei al giorno.

Turismo e ferie estive a parte, l’Italia si trova a fare i conti anche con l’emergenza siccità, che sta interessando in particolare le regioni del centro-Sud Italia. Il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, ha emesso lo stato di emergenza regionale, in particolare per la situazione nel Crotonese e nel Reggino. Nel pomeriggio a Licata, in Sicilia, è arrivata la nave cisterna della Marina Militare con 1.200 metri cubi per mitigare l’emergenza idrica nell’area di Gela e dell’Agrigentino. Ieri l’Anbi ha lanciato l’allarme, annunciando che tra tre settimane non ci sarà più acqua per l’agricoltura nel Sud. “La situazione è tragica – ha commentato oggi il deputato dei Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli – La situazione è tragica, Giorgia Meloni deve convocare immediatamente il Consiglio dei ministri per dichiarare lo stato di crisi climatica”.

La Conferenza Stato-Regioni, inoltre, ha dato il via libera al riconoscimento per tutta la Sicilia delle “condizioni di forza maggiore e circostanze eccezionali” che consentirà alle imprese agricole e zootecniche che operano su tutto il territorio siciliano di usufruire di particolari deroghe e aiuti. Ad evidenziare lo stato di crisi è anche la Coldiretti che evidenzia l’ormai grave stato in cui versano non solo le coltivazioni ma anche gli animali “rimasti senza cibo e acqua”.

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Ambiente

Terna, più investimenti per gestire rinnovabili

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Terna accelera sugli investimenti per rendere più sicura e resistente la rete che deve gestire anche la forte crescita delle fonti rinnovabili nel nostro paese. Il gruppo nel semestre ha investito oltre un miliardo di euro (+25%) con l’obiettivo per il 2024 di arrivare a quota 2,6 miliardi. Le opere del piano 2024-2028, come ha spiegato nella nota di accompagnamento ai conti semestrali l’ad Giuseppina Di Foggia, per oltre “l’80% sono state già autorizzato e circa il 75% è coperto da contratti di acquisto già stipulati”.

Si tratta di investimenti, sottolinea il gruppo “a beneficio della transizione energetica e della migliore adeguatezza del sistema elettrico nazionale a fronte della crescita della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili nel mix energetico nazionale.

Come comunicato la scorsa settimana dallo stesso gruppo, nei primi sei mesi del 2024 la produzione da fonti rinnovabili ha infatti superato per la prima volta quella da fonti fossili. Fra le opere in corso il Tyrrhenian Link, il collegamento elettrico sottomarino fra Campania, Sicilia e Sardegna, quelli per l’Adriatic Link, l’elettrodotto sottomarino fra Abruzzo e Marche la rete per i Giochi Olimpici e Paralimpici “Milano-Cortina 2026” e altre apparecchiature quali reattori, compensatori sincroni e resistori stabilizzanti, a beneficio della sicurezza della rete.

Nel frattempo il gruppo ha messo a segno nel secondo trimestre un utile netto di gruppo in rialzo del 31% a 276,6 milioni di euro contro i 211,2 milioni nello stesso periodo del 2023. Nel semestre l’utile è stato pari a 544,8 milioni (+32,4%). I ricavi del trimestre sono cresciuti del 16% a 896,3 milioni di euro (772,8 milioni nello stesso periodo del 2023. Numeri che consentono all’ad di confermare gli obiettivi per l’intero anno stabiliti dal piano industriale di ricavi per 3,55 miliardi di euro, un Ebitda (margine operativo lordo) pari a 2,42 miliardi di euro e un Eps pari a 0,49 euro.

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