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Putin firma l’annessione di 4 regioni ucraine: Saranno per sempre nostre

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La cerimonia di annessione dei territori del Donbass alla Federazione russa è andata in onda in diretta Tv. Vladimiro Putin, lo zar di tutte le Russie, firma i decreti con i quali gli oblast (le regioni) di Donetsk e Lugansk e quelli di Zaporizhzhya e Kherson, strappati all’Ucraina in sette mesi di guerra (non in sette giorni e non tutto è conquistato), passano così, con quel foglio di carta (che nessun Paese al mondo riconosce) sotto il diretto controllo di Mosca. Un passo in seguito al quale zar alza deliberatamente il livello del conflitto. La speranza è quella di sollevare un polverone sull’annessione per coprire la debacle militare in corso nella zona occupata che gli ucraini stanno liberando un villaggio dietro l’altro. Nel suo discorso, durato meno di mezz’ora, Putin ha toccato quelli che secondo lui sono i tre punti fondamentali: “I territori conquistati diventeranno russi per sempre”; “Kiev cessi le ostilità, noi siamo pronti a negoziare”; “L’egemonia dell’Occidente è finita per sempre”.

“La gente ha fatto la sua scelta con i referendum in Ucraina” ha esordito Putin. “È la volontà di milioni di persone”. «Ora ci sono quattro nuove regioni in Russia, i loro abitanti diventeranno per sempre cittadini russi. Difenderemo la nostra terra con tutti i mezzi a disposizione” ha proseguito chiedendo poi un minuto di silenzio in onore dei caduti sul fronte ucraino, definiti “eroi morti per la Grande Russia”.

Putin ha parlato interrotto dai numerosi applausi dei presenti nella sala di San Giorgio del Cremlino. “Non vogliamo un ritorno all’Urss”. “Kiev rispetti la volontà popolare, cessi il fuoco e torni al tavolo del negoziato, noi siamo pronti” ha scandito in un passaggio successivo, forse quello destinato a far discutere più di tutti. Potrebbe infatti preludere a una volontà di attenuare il conflitto che per Mosca, sul piano militare, si sta risolvendo in un disastro.

Il capo del Cremlino si è poi rivolto all’Occidente: “Ha cercato e sta cercando una nuova occasione per indebolire e distruggere la Russia, sono ossessionati dall’esistenza di un Paese così grande che ha riconquistato il suo posto nel mondo” dopo “i tragici anni ’90”, quando nel Paese “la gente moriva di fame”. Quello dell’Occidente secondo Putin “è un delirio, un inganno vero e proprio; le promesse di non espansione della Nato erano menzogne. Con queste regole false la Russia non ha intenzione di vivere. Ci vogliono ridurre a una colonia: non ci parlino di democrazia”. E infine la frase definitiva: “La fine dell’egemonia occidentale è irreversibile”. E ha di nuovo attaccato Washington affermando che “pretendono da Germania, Italia e altri nuove sanzioni contro di noi”. Riguardo alla possibilità di fare ricorso alla arma nucleare, il presidente russo ha ricordato che “sono stati gli Usa a sganciarla, per due volte, in Giappone: loro hanno creato il precedente”. E poi un accenno alle falle che hanno colpito il gasdotto Nord Stream: “È chiaro a tutti a chi conviene il sabotaggio, ci sono gli anglosassoni dietro le esplosioni”. Il discorso si è concluso con la frase: “La verità è dalla nostra parte, la Russia è con noi”. La sala è scattata in piedi per una standing ovation. Il leader ceceno Kadyrov, fedelissimo di Putin, è scoppiato in lacrime. Il vice presidente Medvedev, invece, s’era assopito un pochino.

La risposta del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky non si è fatta attendere. “Non cediamo nostra terra. Abbiamo la situazione sotto controllo. Tutto sarà Ucraina” ha dichiarato su Telegram Zelensky dicendo che “questa è la nostra terra, il nostro popolo. Non daremo mai ciò che è nostro agli occupanti”. “No a negoziati finché Putin è presidente” ha concluso.

 

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Rubio: serve svolta nei colloqui su Ucraina al più presto

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump deciderà quanto tempo gli Stati Uniti dedicheranno alla risoluzione del conflitto ucraino, quindi una svolta nei negoziati “è necessaria molto presto”. Lo ha affermato a Fox News il segretario di Stato americano Marco Rubio. Le posizioni di Russia e Ucraina “si sono già avvicinate, ma sono ancora lontane l’una dall’altra – ha ricordato – ed è necessaria una svolta molto presto. Allo stesso tempo, ha proseguito Rubio, è necessario accettare il fatto che “l’Ucraina non sarà in grado di riportare la Russia alle posizioni che occupava nel 2014”. La portavoce del Dipartimento di Stato americano, Tammy Bruce, ha dichiarato durante un briefing che gli Stati Uniti restano impegnati a lavorare per risolvere il conflitto, “ma non voleremo in giro per il mondo per mediare negli incontri che si stanno attualmente svolgendo tra le due parti. Ora – ha sottolineato – è il momento per le parti di presentare e sviluppare idee concrete su come porre fine a questo conflitto. Dipenderà da loro”.

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Onu prepara ampia riforma a causa dei vincoli di bilancio

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Le Nazioni Unite stanno valutando una radicale ristrutturazione con la fusione dei team chiave e la ridistribuzione delle risorse. Lo riporta la Reuters sul suo sito, citando un memorandum riservato preparato da un gruppo di lavoro del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres. Il documento propone di indirizzare le decine di agenzie in quattro direzioni principali: pace e sicurezza, questioni umanitarie, sviluppo sostenibile e diritti umani. Tra le misure specifiche figura la fusione delle agenzie operative del Programma Alimentare Mondiale (Wfp), dell’Unicef, dell’Oms e dell’Unhcr in un’unica agenzia umanitaria.

La riforma prevede inoltre la riduzione delle duplicazioni di funzioni e la razionalizzazione del personale, incluso il trasferimento di una parte del personale da Ginevra e New York a città con costi inferiori. L’iniziativa è legata alla crisi finanziaria dell’ONU. Le proposte definitive di ristrutturazione dovranno essere presentate entro il 16 maggio.

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Siria, Israele bombarda zona palazzo presidenziale Damasco

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L’esercito israeliano ha annunciato di aver bombardato la zona del palazzo presidenziale a Damasco, dopo aver minacciato il governo siriano di rappresaglie se non avesse protetto la minoranza drusa. “Gli aerei da guerra hanno colpito la zona intorno al palazzo”, ha scritto l’esercito israeliano su Telegram.

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