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Putin entra in Ucraina con artiglieria pesante, missili e aerei: Kiev è già sotto assedio

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Alla fine il temuto attacco russo all’Ucraina è scattato. Quando a Mosca erano quasi le 6, Putin in tv con un messaggio che secondo il Guardian era stato registrato già una settimana fa, ha annunciato il via libera alle operazioni. Putin ha definito l’attacco all’Ucraina “un’operazione militare speciale per proteggere il Donbass”, aggiungendo che l’obiettivo “non e’ invadere il Paese ma smilitarizzarlo” e chiarendo che “un’ulteriore espansione della Nato e il suo uso del territorio ucraino sono inaccettabili. Chiunque tenti di crearci ostacoli e interferire sappia che la Russia rispondera’ con delle conseguenze mai viste prima. Siamo preparati a tutto. Spero di essere ascoltato”. Forti esplosioni sono state avvertite nelle citta’ ucraine a Odessa, Kharvik, Mariupol, Leopoli e nella capitale Kiev, dove i russi avrebbero tentato di prendere il controllo dell’aeroporto. Bloccata la navigazione nel mare d’Azov. Forze russe – contrassegnate con il marchio ‘Z’ – sarebbero entrate in Ucraina da numerosi punti della frontiera, anche da Bielorussia e Crimea. Il ministero della difesa russo ha annunciato: “Annientate le difese aeree” ucraine, Kiev ha fatto sapere di avere abbattuto cinque aerei e un elicottero russi e afferma di avere “ucciso 50 occupanti”. Il presidente bielorusso Lukashenko ha convocato i capi delle forze armate, ma ha chiarito che le truppe di Minsk non partecipano all’invasione. I militari russi tuttavia stanno entrando in Ucraina anche da Bielorussia e Crimea. Immediatamente e’ scoppiato il panico fra la popolazione civile che sta cercando di abbandonare le citta’. A Kiev si sono formate code davanti ai benzinai ed il traffico e’ “intenso” specie in periferia, con lunghe colonne di auto ferme nel tentativo di allontanarsi dal centro. Un testimone oculare ha raccontato: “Ci stanno evacuando dagli uffici. Per ora stiamo a Kiev, poi si vedra’”. Imposta nel Paese la legge marziale. Durissima la risposta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che in un tweet ha chiesto di “fermare Putin e la guerra contro l’Ucraina e il mondo. Costruire una coalizione anti-Putin. Sanzioni immediate e sostegni all’Ucraina”. Il leader ucraino ha anche esortato l’esercito a “infliggere il massimo delle perdite” alle forze russe. Il ministro degli Esteri ucraino Kuleba ha assicurato che “L’Ucraina si difendera’ e vincera’. Il mondo puo’ e deve fermare Putin: il momento di agire e’ ora”. Compatta la condanna dell’Occidente. Per il presidente statunitense Biden, che ha telefonato a Zelensky ed ha annunciato nuove dure sanzioni contro Mosca insieme con gli alleati, “Putin ha scelto una guerra premeditata che portera’ una catastrofica perdita di vite umane e sofferenza”. Il premier britannico Johnson ha parlato di “ora piu’ buia” ammonendo che “Gb e Occidente non staranno a guardare”. Il presidente francese Macron ha chiesto “la fine immediata” delle operazioni russe, mentre per la ministra tedesca degli Esteri Baerbock “oggi ci siamo svegliati in un altro mondo. Siamo senza parole, ma non siamo inermi”. La presidente della Commissione Ue Von der leyen, il presidente del Consiglio europeo Michel promettono: “L’Ue fornira’ ulteriore assistenza politica, finanziaria e umanitaria a Kiev. Presenteremo oggi un pacchetto di estese sanzioni, indeboliremo l’economia russa”. “Adotteremo il piu’ dure pacchetto di misure mai adottato” aggiunge l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Borrell. Oggi riunione del Consiglio Ue e del G7. Allarme dell’Osce: “Serio rischio per la vita di milioni di persone”. “E’ il momento piu’ triste del mio mandato da segretario generale dell’Onu. Questa guerra non ha senso e viola i principi della Carta dell’Onu”, ha commentato a sua volta il numero uno delle Nazioni Unite Guterres. La Nato ha convocato invece una riunione urgente degli ambasciatori e il segretario generale Stoltenberg ha riaffermato che fara’ “tutto il necessario per proteggere i suoi alleati”. Molto cauta invece la reazione della Cina, il ministro degli esteri Hua Chunying ha respinto “l’uso preconcetto delle parole” in merito al termine “invasione”. Dall’Italia, fronte compatto della politica contro la mossa di Mosca. Il premier Draghi ha definito l’attacco russo “ingiustificato e ingiustificabile. Siamo al lavoro con gli alleati europei e della Nato per rispondere immediatamente, con unita’ e determinazione”. Di Maio ha convocato l’unita’ di crisi e parla di “gravissima e ingiustificata aggressione”. La Farnesina ha convocato l’ambasciatore russo, a Palazzo Chigi riunito il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica. Condanne unanimi anche dai partiti, Letta ha chiesto di “condannare senza ambiguita’ l’attacco all’Ucraina”. Salvini ha assicurato “sostegno a Draghi per una risposta comune degli alleati”, mentre la Lega torna alle riunioni del Copasir. Meloni ha parlato di “inaccettabile attacco bellico” e sostiene che “e’ il momento delle scelte di campo”. Inevitabili anche i contraccolpi sui mercati: schizzano i prezzi del gas (+25,5% a 111,5 euro al megawattora, dopo un massimo di +41% a 125 euro) e del petrolio, con il Brent oltre quota 103 dollari al barile. A picco le Borse, Milano a -3,5%, lo spread vola a 176 punti base. Mosca sprofonda a -45%, bruciati 180 miliardi di capitalizzazione. Sale ai massimi da un anno l’oro: +1%, a 1.928,80 dollari l’oncia, crolla il bitcoin.

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Parigi, al via il processo ai “nonnetti rapinatori” che derubarono Kim Kardashian

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È iniziato ieri, davanti al tribunale di Parigi, il processo contro i dieci imputati – nove uomini e una donna – accusati della clamorosa rapina ai danni di Kim Kardashian, avvenuta nell’autunno del 2016. Il principale indiziato, Aomar, 68 anni, si è presentato in aula con passo incerto e bastone alla mano, fedele al suo profilo di “papy braqueur”, come i media francesi hanno soprannominato la banda: i nonnetti rapinatori.

I protagonisti della rapina

Aomar, nato nel 1956 in Algeria, è un veterano del crimine, autore dei primi furti già a 14 anni. A presentargli i complici era stata la compagna Christiane Glotin, detta Cathy, oggi 78enne, che gli fece incontrare “Pierrot il grosso”, 80 anni, altra vecchia conoscenza del mondo criminale francese.

Tra gli altri protagonisti c’è Yunice Abbas, 71 anni, che tentò una fuga rocambolesca in bicicletta portando con sé una borsa che credeva piena di armi, ma che invece conteneva gioielli e perfino il cellulare di Kim Kardashian, da cui avrebbe ricevuto una chiamata della cantante Tracy Chapman.

Spicca anche Didier “occhi blu” Dubreucq, 69 anni, con 23 anni di prigione alle spalle, che avrebbe partecipato direttamente all’irruzione nella suite della star americana.

La notte del colpo milionario

La rapina avvenne la notte del 3 ottobre 2016, in una suite di lusso nascosta in rue Tronchet, vicino alla Madeleine. Kim Kardashian, sola nella stanza, fu sorpresa da due uomini travestiti da poliziotti. Le strapparono il cellulare e, sotto minaccia, la costrinsero a consegnare l’anello di fidanzamento, un diamante da quasi 19 carati, regalo del marito Kanye West, valutato circa quattro milioni di dollari. La star fu legata, imbavagliata e rinchiusa nel bagno, mentre i rapinatori fuggivano con il bottino, comprendente anche contanti, gioielli e orologi di lusso.

La banda fu individuata grazie alle tracce di Dna lasciate nella suite.

Una rapina da fumetto

Sull’incredibile vicenda sono già stati pubblicati fumetti e libri, alcuni scritti dagli stessi imputati, che hanno contribuito ad alimentare il mito dell’«impresa dei nonnetti». Kim Kardashian è attesa in aula per testimoniare il prossimo 13 maggio.

 

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Elezioni in Canada, liberali di Carney vincono legislative e preparano la guerra a Trump

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Secondo le proiezioni dei media locali, è il Partito liberale di Mark Carney a vincere le elezioni legislative canadesi. I risultati preliminari del voto non permettono però di stabilire se il premier guiderà un governo di maggioranza o di minoranza.

Il primo ministro si avvierebbe quindi a portare i Liberali verso un nuovo mandato, dopo aver convinto gli elettori che la sua esperienza nella gestione delle crisi economiche lo rende pronto ad affrontare le mire del presidente americano Donald Trump. L’emittente pubblica Cbc e Ctv News hanno entrambe previsto che il Partito liberale formerà il prossimo governo canadese. Solo pochi mesi fa la strada per il ritorno al potere dei conservatori guidati da Pierre Poilievre sembrava spianata, dopo dieci anni sotto la guida di Justin Trudeau. Ma il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e la sua offensiva senza precedenti contro il Canada, con dazi e minacce di annessione, hanno cambiato la situazione.

Elezioni in Canada, ecco chi è il primo ministro Mark Carney: l’uomo delle crisi

A Ottawa, dove i liberali si sono radunati per la notte delle elezioni, l’annuncio di questi primi risultati ha provocato un applauso e grida di entusiasmo. “Sono felicissimo, è ancora presto ma sono fiducioso che riusciremo ad avere la maggioranza”, David Lametti, ex ministro della Giustizia. La guerra commerciale di Trump e le minacce di annettere il Canada, rinnovate in un post sui social media il giorno delle elezioni, hanno indignato i canadesi e hanno reso i rapporti con gli Stati Uniti un tema chiave della campagna elettorale.

Carney, che non aveva mai ricoperto una carica elettiva e aveva sostituito Trudeau come premier solo il mese scorso, ha basato la sua campagna su un messaggio anti-Trump. In precedenza ha ricoperto la carica di governatore della banca centrale sia nel Regno Unito che in Canada e ha convinto gli elettori che la sua esperienza finanziaria globale lo rende pronto a guidare il Paese attraverso una guerra commerciale. Ha promesso di espandere le relazioni commerciali con l’estero per ridurre la dipendenza del Canada dagli Stati Uniti.

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Elezioni in Canada, ecco chi è il primo ministro Mark Carney: l’uomo delle crisi

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Ha guidato due banche centrali ma non era mai stato eletto. Il primo ministro canadese Mark Carney, che ha vinto le elezioni generali di lunedi’, e’ abituato a navigare nella tempesta. Con la vittoria del suo partito alle elezioni legislative, dovra’ rapidamente mettersi alla prova contro Donald Trump. Una sfida che dice di poter vincere: “Sono piu’ utile nei momenti di crisi.

Non sono molto bravo in tempo di pace”, ha detto di recente, in tono divertito, a un piccolo pubblico in un bar dell’Ontario. In poche settimane, questo sessantenne novizio della politica e’ riuscito a convincere i canadesi che la sua competenza in materia economica e finanziaria lo rende l’uomo giusto per guidare il paese immerso in una crisi senza precedenti. In effetti, la recessione minaccia questa nazione del G7, la nona economia piu’ grande del mondo, dopo l’imposizione dei dazi doganali da parte di Trump, che continua a ripetere che il destino del Canada e’ quello di diventare uno stato americano.

Nato a Fort Smith, nell’estremo nord, ma cresciuto a Edmonton, in questo West canadese piuttosto rurale e conservatore, Mark Carney e’ padre di quattro figlie e appassionato di hockey. Ha studiato ad Harvard e Oxford, prima di fare fortuna come banchiere d’investimento presso Goldman Sachs, a New York, Londra, Tokyo e Toronto. Nel 2008, nel bel mezzo della crisi finanziaria globale, e’ stato nominato governatore della Banca del Canada dal primo ministro conservatore Stephen Harper. Cinque anni dopo, e’ stato scelto dal primo ministro britannico David Cameron per dirigere la Banca d’Inghilterra, diventando il primo straniero a dirigere l’istituto. Poco dopo, si trovera’ di fronte alle turbolenze causate dal voto sulla Brexit. Un compito svolto con “convinzione, rigore e intelligenza”, secondo l’allora Cancelliere dello Scacchiere britannico, Sajid Javid.

Da anni circolavano voci sul suo ingresso in politica. Ma e’ stato solo all’inizio di gennaio, dopo le dimissioni di Justin Trudeau, di cui era stato consigliere economico, che ha deciso di buttarsi nell’arena. Dopo aver conquistato il Partito Liberale all’inizio di marzo, e’ diventato primo ministro e ha indetto le elezioni in seguito, dicendo che aveva bisogno di un “mandato forte” per affrontare le minacce di Trump, che ha cercato di “spezzare” il Canada.

Una vera e propria scommessa per questo ex portiere di hockey che non aveva mai fatto campagna elettorale e che ha preso le redini di un partito al suo punto piu’ basso nei sondaggi, appesantito dall’impopolarita’ di Justin Trudeau alla fine del suo mandato. E molti analisti hanno messo in dubbio la sua capacita’ di ribaltare la situazione su molti canadesi, mentre molti canadesi hanno incolpato i liberali per l’alta inflazione e la crisi immobiliare nel paese. Poco carismatico, in contrasto con l’immagine sgargiante di Justin Trudeau nei suoi primi giorni, sembra che siano proprio la sua serieta’ e il suo curriculum ad aver finalmente convinto la maggioranza dei canadesi.

“E’ un po’ un tecnocrate noioso, che soppesa ogni parola che dice”, dice Daniel Be’land della McGill University di Montreal. Ma anche “uno specialista in politiche pubbliche che padroneggia molto bene i suoi dossier”. “Questo profilo e’ rassicurante e soddisfa le aspettative dei canadesi per gestire questa crisi”, aggiunge Genevie’ve Tellier. Il suo principale avversario durante la campagna, il conservatore Pierre Poilievre, lo ha descritto come un membro dell'”e’lite che non capisce cosa sta passando la gente comune”, ha detto Lori Turnbull, professoressa alla Dalhousie University. Resta un argomento che sembra fargli perdere la flemma: la questione dei suoi beni. Secondo Bloomberg, a dicembre aveva stock option per un valore di diversi milioni di dollari. E i suoi rari scambi di tensione con i giornalisti durante la campagna elettorale riguardavano questa fortuna personale.

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