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Politica

Protesta operai, fabbriche in sciopero: Salvini soffia sul fuoco ma Conte li convoca

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Il coronavirus fa paura e gli operai chiedono garanzie per la loro salute. Con i negozi chiusi e le fabbriche aperte, le ultime disposizioni arrivate per fermare il virus, la protesta cresce dal basso: gli scioperi iniziano patrono da Terni al Piemonte, passano per la Lombardia, si estendono alla Liguria e arrivano all’ex Ilva di Taranto. Una protesta che anima anche la politica. Il leader della Lega, Matteo Salvini soffia sul fuoco. E’ il primo a dire che bisogna “chiudere tutto”, parla di lavoratori di “serie B” e poi aggiunge che siamo gia’ a “piu’ di 1.000 morti”. Ma il tema scalda soprattutto i sindacati: i metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil chiedono lo stop delle fabbriche e una convocazione che arriva a stretto giro di posta dalla poltrona piu’ alta. Il premier Giuseppe Conte convoca domani, venerdi’, ad una video conferenza tutti, sindacati e industriali. Gia’ perche’ il malessere serpeggia anche tra quest’ultimi e a dargli voce e’ il presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti, che parla di scioperi “irresponsabili”. Anche Federmeccanica chiede di continuare l’attivita’ produttiva e assicura: “intendiamo proteggere la salute dei dipendenti”. E il Csc di Confindustria ammonisce: “gabbriche chiuse, supermercati vuoti, prospettive di ripresa in pericolo. Quel che si rischia chiudendo il sistema industriale italiano e’, nel breve termine, di non poter garantire gli approvvigionamenti necessari per le famiglie italiane”. Non tutte le fabbriche sono aperte. Alcune hanno ridoto la produzione. Ma in quelle che non hanno preso una pausa esplode la protesta dei lavoratori che temono per la loro salute. I sindacati delle ‘tute blu’ chiedono per questo uno stop concordato fino al 22 marzo per sanificare le fabbriche, metterle in sicurezza e riorganizzare il lavoro. Fermate che dovranno essere coperte da strumenti contrattuali o dagli ammortizzatori sociali ma che saranno necessarie; altrimenti avvertono Fim Fiom e Uilm sara’ sciopero. Sciopero e’ una parola che non pronunciano invece i vertici sindacali. Il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo chiede “sospensioni” temporanee per adeguare le produzioni. La leader Cisl, Anna Maria Furlan chiede che “i servizi pubblici che restano attivi debbano obbligatoriamente garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori”. Maurizio Landini fa parlare la segreteria della Cgil, che apprezza la convocazione di Conte ma sostiene che il Dpcm “non puo’ limitarsi a semplici raccomandazioni, ma va reso pienamente esigibile al fine di sanificare, mettere in sicurezza e riorganizzare tutti i luoghi di lavoro”. Ma lo sciopero e’ gia’ una realta’ nel paese. Le proteste sono gia’ cominciate: da Marghera a Taranto, a Terni, a Genova con un effetto domino il lavoro si e’ gia’ fermato in diversi stabilimenti. In Piemonte ad Asti, Vercelli e Cuneo fermate e scioperi alla Mtm, Ikk, Dierre, Trivium. I 50 lavoratori della Cnh Industrial di San Mauro, si sono fermati dopo avere saputo di un caso sospetto di covid-19 tra i colleghi A Marghera gli operai della Fincantieri escono mascherina alla bocca ed entrano in sciopero anticipando di due ore la fine del turno mentre si ferma per 8 ore l’impianto di La Spezia. In Emilia Romagna si e’ scioperato alla Bonfiglioli di Bologna e alla Gardner Denver di Parma, mentre alla Material Handling Manifacturing di Bologna, dove lavorano circa 580 dipendenti, si e’ concordato uno stop di 2 giorni. Fermi fino alle 17 di venerdi’ i lavoratori della Riparazioni Navali di Genova. Fermi anche alla Electrolux di Susegana. Ubs e Fim lo proclamano anche allo stabilimento ex Ilva, mentre Fiom e Uilm annunciano un incontro con il Prefetto dopo il quale decideranno. La societa’ pero’ respinge le accuse e dice di aver gia’ attuato le misure anti Coronavirus.

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Economia

Bilanci di previsione, virtuoso 86% dei Comuni ma non al Sud

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Comuni diventati virtuosi nella presentazione dei bilanci di previsione. Quest’anno sette su dieci già a metà febbraio avevano approvato e trasmesso il documento e alla data del 15 marzo la percentuale di comuni in linea era salita all’84%. Il dato risulta da un’elaborazione dei dati del Mef fatta dal Centro studi enti locali. Il dato, si spiega, è di netta rottura rispetto al passato e testimonia l’efficacia delle misure adottate lo scorso anno dal Ministero dell’Economia per interrompere il circolo vizioso dei posticipi infiniti che aveva caratterizzato gli ultimi decenni.

Ciò che emerge è però, ancora una volta, è “l’esistenza di divari siderali tra varie aree del Paese che vede contrapposti casi come quello siciliano, dove solo 30 comuni su 100 risultano aver approvato e trasmesso il bilancio, e la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna, dove questa percentuale sale al 96%”. Dopo anni di slittamenti nel 2023 un decreto ministeriale, ha riscritto il calendario delle scadenze contabili e anche se è comunque stata necessaria una proroga al 15 marzo quest’anno ben 4.695 comuni, il 59% del totale, hanno iniziato l’anno corrente con un bilancio di previsione già approvato e non si sono avvalsi del tempo aggiuntivo concesso dal Viminale.

Stando a quanto emerso da un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali, basata sui dati della Banca dati delle Amministrazioni Pubbliche (Bdap-Mef), sono stati approvati entro il 15 marzo scorso i bilanci dell’84% dei comuni italiani. All’appello mancano quelli di 1.268 comuni. Questi enti hanno un profilo abbastanza preciso: la stragrande maggioranza è di piccole dimensioni. Nove di questi comuni su dieci hanno infatti meno di 10mila abitanti e il 64% è localizzato al sud e nelle isole. Nel nord Italia, nel suo complesso, risulta essere stato già trasmesso al Mef il 92% dei preventivi. In particolare, spiccano per efficienza: Emilia Romagna e Valle d’Aosta (entrambe a quota 96%) e Trentino Alto Adige e Veneto (95%). Ottimi anche i risultati registrati in: Lombardia (93%), Friuli Venezia Giulia (90%) e Piemonte (89%). Chiude il cerchio la Liguria, con l’85% di comuni adempienti.

Scendendo verso sud la percentuale decresce gradualmente, restando comunque buona al centro, dove mediamente sono stati già approvati e trasmessi 89 bilanci su 100. A trainare verso l’alto questo gruppo sono soprattutto Toscana (95%), Marche e Umbria (93%). Più indietro i comuni laziali, fermi a quota 81%. Meno rosea, ma comunque in netto miglioramento rispetto al passato, la situazione del Mezzogiorno dove i comuni più tempestivi sono stati 6 su 10. In particolare, le 3 regioni in assoluto più distanti dalla media nazionale sono – nell’ordine – la Sicilia, la Calabria e la Campania.

Nella banca dati gestita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla data del 24 aprile, risultano essere stati acquisiti soltanto 117 bilanci di previsione di comuni siciliani su 391, meno di uno su tre. Al di là dello Stretto ne sono stati trasmessi 236 su 404 (58% del totale), in Campania il 67% dei preventivi sono stati approvati nei tempi. Prima della classe, per quanto riguarda il meridione, è la Basilicata (92% di bilanci approvati), seguita a breve distanza dalla Sardegna (885) e dalla Puglia (86%). Chiudono il cerchio l’Abruzzo e il Molise, rispettivamente con l’80% e il 77% di comuni che hanno già inviato al Ministero il proprio preventivo.

Secondo il Centro Studi Enti Locali questi dati, nel loro insieme, testimoniano un effetto tangibile prodotto dalla nuova programmazione ma preoccupa la distanza abissale che continua a caratterizzare i risultati ottenuti da enti di territori diversi. Il processo di riforma della contabilità e dell’ordinamento degli enti locali, i cui cantieri sono aperti, dovrà necessariamente tenere conto anche delle criticità finanziarie e organizzative, ormai strutturali ed endemiche, di alcuni territori e individuare delle soluzioni efficaci per far sì che queste distanze siano colmate.

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Politica

Europee: Vannacci presenta il suo libro giovedì a Napoli

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Roberto Vannacci, candidato della Lega alle elezioni europee, presenterà il suo libro “Il mondo al contrario” giovedì 2 maggio a Napoli. Lo annuncia Luigi Mercogliano, presidente per la Campania del comitato “Il mondo al contrario” che trae il suo nome dal titolo del libro scritto da Vannacci. La presentazione del libro si terrà giovedì 2 maggio alle ore 17 nel teatro del centro culturale “In arte Vesuvio”. Interverranno alla presentazione con l’autore il presidente campano di “Mondo al contrario” Luigi Mercogliano, il giornalista Sergio Angrisano e lo scrittore Massimo Scalfati.

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Politica

Emiliano all’Antimafia: inopportuno io venga in audizione

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Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha inviato una lettera alla Commissione parlamentare antimafia in cui spiega di non ritenere opportuna in questo momento una sua audizione, come richiesto già una settimana fa dall’ufficio di presidenza della stessa commissione. La motivazione del governatore sarebbe dovuta ad una serie di delicati impegni legati alla recente fase politica in Consiglio regionale, come la votazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti. L’audizione avrebbe riguardato le vicende e le inchieste sui rischi di infiltrazioni mafiose nel territorio pugliese e in particolare a Bari.

“Quello di Emiliano è un evidente gesto di debolezza. Se lui adombra eventuali gesti di strumentalizzazione politica si sbaglia. Noi conosciamo bene i limiti e i poteri dell’Antimafia e confermo da parte mia la richiesta di audizione del presidente della Puglia, affinché venga fatta chiarezza su alcune vicende”. Così la senatrice di Italia Viva e componente della commissione antimafia, Raffaella Paita, in merito alla lettera inviata dal governatore della Puglia, in cui Emiliano ha spiegato alla commissione di non ritenere opportuna una sua convocazione in questo momento.

La commissione Antimafia ha ufficialmente convocato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per il 2 maggio. Lo si apprende da fonti della commissione secondo le quali l’audizione è fissata per le 10.30.

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