Come per concorrenza e delega fiscale, alla fine potrebbe servire la mediazione del governo anche per sbloccare il braccio di ferro sul salario minimo. Una priorita’ per il M5s, una riforma che sarebbe ideale chiudere entro fine legislatura per il Pd, mentre il centrodestra si prepara a bloccarla in commissione Lavoro al Senato, dove l’iter che proseguiva al rallentatore dal 2018 si e’ sbloccato un mese fa. Se e quando si comincera’ a votare sugli emendamenti, si profila un altro scontro politico nella maggioranza. “Speriamo di poter ripartire con l’esame dopo le Comunali”, auspica Susy Matrisciano (M5s), presidente della commissione Lavoro del Senato dove da inizio legislatura sono state depositate sei proposte, ed e’ stato scelto come testo base quella (dei tempi del Conte 1) di Nunzia Catalfo, ex ministro 5s del Lavoro che poi ad aprile 2021 ne ha presentata un’altra, non piu’ solo sul salario minimo ma anche sulla rappresentanza delle parti sociali nella contrattazione collettiva, proponendo pure la detassazione degli aumenti dettati dai rinnovi contrattuali. E’ il modello a cui tendere, a partire dai 9 euro netti orari come base sotto cui non si puo’ scendere, livello ora non garantito a circa 4,5 milioni di lavoratori secondo i dati Inps. I lavori si sono sbloccati il 10 maggio, dopo le accuse del leader del M5s Giuseppe Conte ai senatori dem, secondo lui responsabili della stasi in commissione. Gli emendamenti sono gia’ stati illustrati (molti sono sostitutivi o abrogativi), si attendono le relazioni tecniche dei ministeri dell’Economia e del Lavoro e i pareri della commissione Bilancio di Palazzo Madama. Nessuno, pero’, puo’ fare previsioni sui tempi, mentre in Germania il parlamento concretizza una delle promesse del nuovo cancelliere Olaf Scholz, approvando l’aumento dal primo ottobre del salario minimo legale da 9,82 euro a 12 all’ora, con un passaggio intermedio a 10,45 a luglio. “E’ una battaglia da completare subito – avverte Conte -. Dico alle altre forze politiche: avete delle osservazioni da fare, confrontiamoci. La legge si puo’ approvare in poco tempo”. Farlo “entro questa legislatura sarebbe l’ideale”, altrimenti il Pd la presentera’ “dentro il progetto per le prossime elezioni”, chiarisce Enrico Letta. E il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni definisce il salario minimo “indispensabile”. Il ministro dem del Lavoro Andrea Orlando annuncia un tavolo con le parti sociali sul “lavoro povero” e guarda anche alla direttiva europea sui salari minimi: lunedi’ sara’ al centro dei negoziati fra Commissione, Parlamento europeo e Stati, e la presidenza francese del Consiglio Ue intende approvarla formalmente il 16 giugno. Il quadro normativo europeo sara’ completato poi dalla direttiva sul lavoro su piattaforma digitale, che riguarda i rider ma non solo. Prima del recepimento delle normative europee, pero’, potrebbe essere necessario uno step intermedio con la legge sul salario minimo, per tutelare i dipendenti delle imprese meno sindacalizzate ma, anche in questo caso, salvaguardando rappresentanza e contrattazione. Nel Pd e’ forte la convinzione che siano le due leve per arginare contratti pirata e paghe non dignitose. Ad ogni modo, il salario minimo legale non piace alla Cisl, ne’ al centrodestra, pronto a opporsi in commissione, dove l’equilibrio nei numeri e’ precario. “Il salario minimo non deve essere un tabu’ ma bisogna vedere come si fa”, nota il ministro dello Sviluppo economico, il leghista Giancarlo Giorgetti. “Siamo contro – spiega la senatrice di FI Roberta Toffanin -. Per garantire maggiore potere d’acquisto ai lavoratori va ridotto il cuneo fiscale e rivisto il Reddito di cittadinanza che blocca il sistema”. M5s, Pd e Leu vogliono chiudere quanto prima una partita diventata soprattutto politica, e non si esclude un coinvolgimento del governo in un complesso processo di mediazione.