Collegati con noi

Cronache

Ponte sullo Stretto, il vice della Dna Michele Prestipino indagato per rivelazione di segreti d’ufficio

L’accusa riguarda un presunto scambio di informazioni riservate sulle inchieste antimafia in corso. Revocate le deleghe, il magistrato si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Pubblicato

del

Dalle indagini ancora aperte della Procura di Caltanissetta sulle stragi di mafia del 1992 è nato un nuovo filone giudiziario con possibili conseguenze dirompenti. Il protagonista è Michele Prestipino (foto Imagoeconomica in evidenza), attuale procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia (Dna), finito sotto inchiesta per violazione di segreto d’ufficio. L’accusa è legata non agli eventi di trent’anni fa, ma a un presunto scambio di informazioni riservate su inchieste in corso relative a infiltrazioni della ‘ndrangheta nei lavori del ponte sullo Stretto di Messina.

Le accuse: “Rivelò informazioni riservate a De Gennaro e Gratteri”

Secondo quanto comunicato dal procuratore di Caltanissetta Salvatore De Luca, Prestipino avrebbe rivelato dettagli riservati delle indagini in corso a Giovanni De Gennaro, ex capo della Polizia e presidente del consorzio Eurolink, e a Francesco Gratteri, ex direttore del Servizio centrale anticrimine e oggi consulente della Webuild. L’incontro incriminato risale al 1° aprile, in un ristorante del centro di Roma. In quell’occasione, il magistrato avrebbe parlato anche dell’uso di intercettazioni e di altri particolari investigativi rilevanti, rischiando di compromettere le inchieste in corso.

L’accusa più grave riguarda l’aggravante di favoreggiamento dell’associazione mafiosa, poiché si ipotizza che Gratteri, per conto anche di De Gennaro, possa aver allertato alcuni soggetti coinvolti nelle indagini.

La microspia e le indagini sul Ponte

La rivelazione delle informazioni sarebbe stata registrata da una microspia che gli investigatori avrebbero installato per altre finalità, forse legate alle indagini ancora in corso sulla strage di via D’Amelio e sulla scomparsa dell’agenda rossa di Paolo Borsellino. Da quelle intercettazioni sarebbe emerso che Prestipino avrebbe informato i due prefetti in pensione sull’interesse delle cosche calabresi agli appalti del Ponte, un’infrastruttura sotto la lente di diverse Procure, anche del Nord, coordinate dalla Dna.

Revoca delle deleghe e silenzio difensivo

Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ha revocato a Prestipino, «con effetto immediato», le deleghe relative al coordinamento delle inchieste sul Ponte, adottando inoltre ulteriori misure per proteggere la riservatezza e l’efficacia delle attività della Dna, come comunicato al Csm e al procuratore generale della Cassazione.

Ieri Prestipino si è presentato a Caltanissetta ma si è avvalso della facoltà di non rispondere, come consigliato dal suo legale Cesare Placanica, il quale ha sollevato dubbi sulla competenza territoriale della Procura di Caltanissetta, sottolineando che il presunto reato sarebbe avvenuto a Roma. Il legale ha aggiunto che, chiariti questi aspetti, sarà la difesa a chiedere un interrogatorio, convinta che sarà agevole chiarire ogni punto.

Le parole della difesa

Placanica ha precisato che la conversazione è avvenuta non con imprenditori o soggetti mafiosi, ma con due ex alti funzionari dello Stato, noti per il loro contributo alla lotta alla criminalità organizzata. Ha definito «lunare e privo di ogni aderenza alla realtà» qualsiasi accostamento tra Prestipino e la mafia, ricordando la sua carriera trentennale nell’antimafia a Palermo, Reggio Calabria e Roma.

Una vicenda delicata, con ricadute potenzialmente gravi

Al di là del merito dell’accusa e dell’esito del procedimento, la vicenda tocca nervi scoperti delle istituzioni: la tenuta delle indagini antimafia, la trasparenza nella gestione delle grandi opere pubbliche e la credibilità degli apparati dello Stato. Il caso Prestipino, insomma, va oltre l’aspetto giudiziario e apre scenari delicati per la magistratura e la politica.

Advertisement

Cronache

Incidente sul Faito, Thaeb Suliman è sveglio: unico sopravvissuto migliora, resta in prognosi riservata

Thaeb Suliman, 23 anni, unico sopravvissuto all’incidente sul Monte Faito, è sveglio e in miglioramento. Resta in prognosi riservata, ma si valuta il trasferimento in ortopedia.

Pubblicato

del

Thaeb Suliman, il giovane di 23 anni unico sopravvissuto al tragico incidente avvenuto sul Monte Faito lo scorso 17 aprile, “è sveglio e collaborante”. A comunicarlo sono fonti dell’Azienda Sanitaria Locale Napoli 1, che seguono l’evoluzione clinica del paziente.

Le vittime dell’incidente e il quadro clinico

Nel drammatico schianto hanno perso la vita quattro persone. Suliman, unico superstite, è attualmente ricoverato presso l’Ospedale del Mare. Secondo quanto riferito, i suoi parametri respiratori sono stabili, e si registra un miglioramento generale delle sue condizioni. Tuttavia, la funzione renale è ancora compromessa: la diuresi è indotta e non sufficiente per interrompere la dialisi.

Possibile trasferimento in ortopedia

Il paziente è sottoposto a un continuo monitoraggio che nei prossimi giorni potrà consentire la sospensione della prognosi riservata e il trasferimento nel reparto di ortopedia. Una nota dell’ASL sottolinea la prudenza dei medici nel valutare l’evoluzione clinica, che resta complessa ma in miglioramento.

Il sostegno della famiglia

Thaeb Suliman riceve quotidianamente la visita del fratello, medico, ospite del Residence dell’Ospedale del Mare, a testimonianza di un importante supporto familiare in questa fase delicata del percorso di cura.

Continua a leggere

Cronache

Omicidio di Chiara Poggi, nuove testimonianze: “Potrebbero riscrivere la storia dello scontrino”

Il legale di Alberto Stasi, Antonio De Rensis, parla di una testimonianza che potrebbe cambiare la ricostruzione del delitto di Chiara Poggi. Interviene anche l’avvocato di Andrea Sempio.

Pubblicato

del

«Immagino che questa testimonianza già acquisita potrebbe riscrivere la storia dello scontrino della mattina del delitto, questa testimonianza potrebbe essere molto importante». Lo ha dichiarato Antonio De Rensis, avvocato di Alberto Stasi, in diretta a Ore 14, la trasmissione condotta da Milo Infante su Rai 2. Il legale è intervenuto commentando la notizia di una nuova persona ascoltata nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007.

Il ruolo della madre di Andrea Sempio

Il riferimento è alla convocazione in caserma, avvenuta lunedì scorso, di Daniela Ferrari, madre di Andrea Sempio. Poco prima che avesse un malore, la donna sarebbe stata informata della presenza di un nuovo testimone. «Vedremo cosa succederà – ha aggiunto De Rensis –. Per ora siamo di fronte a dichiarazioni personali che non hanno alcun riscontro, che possono essere vere o no, e che ci hanno descritto una mattinata, quella del delitto. Ora andremo a vedere se è vero quello che ci hanno raccontato».

“Forse altri finiranno nella scena del delitto”

Secondo De Rensis, i carabinieri disporrebbero di elementi non ancora noti: «Ritengo che abbiano molto ma molto di più di quanto possiamo immaginare al momento. Noi non abbiamo interesse a spostare dalla scena Stasi, ma forse altri, quelli che fanno le indagini, aggiungeranno altre persone e forse dopo tutto sarà più chiaro anche per quel che riguarda Alberto».

La replica dell’avvocato di Andrea Sempio

Durante la stessa puntata è intervenuto anche Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio insieme all’avvocata Angela Taccia. Lovati ha preferito mantenere il massimo riserbo: «Non ho idea di cosa abbiano chiesto alla signora Ferrari, e neanche voglio saperlo. Le prossime mosse della difesa saranno di controbattere a tutte le richieste, non c’è più nessun tipo di collaborazione».

Continua a leggere

Cronache

Primo maggio bollente: in arrivo la prima ondata di calore africano del 2025

Prima ondata di calore africano del 2025: temperature oltre i 30 gradi in molte città italiane per il Primo Maggio. Ma il caldo durerà poco: in arrivo temporali e aria fresca dal Nord.

Pubblicato

del

Il ponte del Primo Maggio segnerà l’arrivo della prima vera ondata di calore del 2025, con temperature ben al di sopra delle medie stagionali. Dopo un mese di aprile più piovoso del solito, è in arrivo un robusto anticiclone africano che porterà picchi di calore fino a 34 gradi a Siracusa, 31 a Catania, 30 a Foggia e nel Cagliaritano.

Caldo anomalo anche al Nord

Anche Milano e il Nord Italia si preparano a un insolito caldo: venerdì il capoluogo lombardo potrebbe toccare i 29 gradi, superando il precedente record di 27,6 °C registrato nel 2000. Le temperature saranno superiori di 7-8 gradi rispetto alle medie del periodo e lo zero termico si alzerà fino a 3.800 metri di quota, come a luglio.

«L’anticiclone africano è in anticipo rispetto agli anni scorsi e si estenderà fino al cuore dell’Europa», spiega Mattia Gussoni, meteorologo di iLMeteo.it. «Stiamo assistendo a un allungamento della stagione estiva, che ormai parte da fine aprile e può arrivare a ottobre inoltrato».

Escursioni termiche e mari ancora freddi

Sebbene le temperature massime raggiungeranno valori estivi, le minime notturne resteranno più contenute, con escursioni termiche fino a 20 gradi in alcune aree, come Puglia e Sardegna. Le zone costiere adriatiche saranno in parte risparmiate dal caldo eccessivo grazie all’azione mitigatrice dei mari ancora freddi.

Ma il caldo durerà poco: da domenica tornano piogge e grandine

La stabilità atmosferica sarà di breve durata. Domenica pomeriggio si prevede un primo peggioramento con temporali sulle Alpi, innescati dalla discesa di aria fresca dal Nord Europa. Lunedì i fenomeni si estenderanno alle regioni settentrionali e, in serata, anche a quelle centrali, con possibili grandinate e rovesci intensi.

«Si tratterà di una fase rapida», precisa ancora Gussoni. «Da martedì il tempo migliorerà, ma i contrasti tra masse d’aria calda e fredda potrebbero generare fenomeni violenti, anche se non paragonabili a quelli estremi verificatisi due settimane fa in Piemonte».

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto