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Politecnico Milano nella top 50 migliori atenei in Ue

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La nuova classifica Qs sulle migliori università europee, la prima del genere, vede l’Italia presente con un solo ateneo, il Politecnico di Milano, tra i primi 50, e complessivamente 4 atenei tra i primi 100: oltre al Politecnico, che ha ottenuto il 47mo posto, ci sono la Sapienza di Roma, l’Università di Bologna e l’Università di Padova. In cima assoluta alla classifica si trova l’Università di Oxford, seguita dal Politecnico di Zurigo e dall’Università di Cambridge. Il Regno Unito domina, con 107 Università classificate, mentre la Turchia e la Germania seguono con 73 e 53 rispettivamente. L’Italia si posiziona al quarto posto in Europa per numero di università (51), seguita immediatamente dalla Francia (50).

Per il resto, gli atenei italiani si rivelano forti nella ricerca e nella sostenibilità ma deboli per le prospettive occupazionali e nel rapporto docente-studente, con un punteggio, per quest’ultimo indicatore, di 17.9, ben al di sotto della media europea di 42.7, che fa riflettere sulle aule affollate e sulle minori opportunità per un’interazione personalizzata tra studenti e docenti. In sostenibilità, infatti, il nostro Paese ha un punteggio di 47.2, molto al di sopra della media europea di 32, che evidenzia l’impegno e l’attenzione delle università italiane verso pratiche sostenibili e responsabili. Male, al contrario, le prospettive occupazionali: un punteggio di 20.8, in contrasto con la media europea di 41.4, suggerisce la necessità di riflettere su come migliorare l’inserimento lavorativo dei laureati italiani.

Jessica Turner, amministratore delegato di QS, ha commentato: “Le università italiane si dimostrano solide e competitive in molti ambiti, ma esistono specifiche aree che potrebbero beneficiare di interventi mirati per garantire un’eccellenza complessiva e una maggiore armonizzazione con il contesto europeo”. La classifica valuta le università in base alla reputazione internazionale, alla quantità e impatto della ricerca prodotta, alle risorse dedicate all’insegnamento, all’internazionalizzazione e ai risultati occupazionali (metodologia) ed elenca 688 istituzioni in 42 membri del Consiglio d’Europa, tra cui 106 università mai classificate in precedenza da Qs. Il Politecnico di Milano si conferma dunque il migliore ateneo italiano anche in questa nuova classifica europea ottenendo il 47mo posto, dopo aver migliorato il proprio risultato nel recente Qs World University Rankings.

Per produttività scientifica, 25 atenei italiani entrano nella top 100, superando Francia e Germania. Ca’ Foscari si piazza quarta per scambi internazionali; La Sapienza di Roma è particolarmente apprezzata nella comunità accademica internazionale: oltre ad avere una vasta rete di ricerca globale, ha ottime prospettive occupazionali per i suoi laureati; Padova eccelle nell’ambito della sostenibilità. Infine, l’Italia brilla per reputazione accademica ed eccelle nel promuovere la mobilità degli studenti all’estero.

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Roberto Burioni: «L’omeopatia è una bufala, va esclusa da università e sanità pubblica»

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Roberto Burioni (foto Imagoeconomica in evidenza), virologo e professore all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, non usa mezzi termini: «L’omeopatia è una bufala, senza alcuna base scientifica, e chi la somministra al posto di cure efficaci dovrebbe essere radiato». In una lunga intervista rilasciata a La Stampa, lo scienziato – noto divulgatore e autore del libro Omeopatia. Bugie, leggende e verità – attacca frontalmente il ricorso sempre più diffuso a questi rimedi alternativi.

«L’omeopatia si basa su teorie dell’Ottocento, del tutto superate»

Burioni spiega con chiarezza i fondamenti dell’omeopatia, nata oltre due secoli fa: «Si basa sull’idea che il simile curi il simile e che una sostanza diluita all’estremo aumenti di efficacia. Ma è un concetto privo di ogni logica scientifica». Fa un esempio provocatorio: «Provate a diluire il detersivo della lavatrice e vedrete se lava meglio».

Il paradosso degli studi a favore: «Misurano solo la suggestione»

Secondo il professore, i pochi studi che riportano benefici dell’omeopatia sono scientificamente deboli: spesso i pazienti sanno cosa stanno assumendo, e i medici che valutano gli effetti coincidono con quelli che hanno prescritto il prodotto. «Così si misura solo la suggestione, non l’efficacia reale», sottolinea.

«Medici e farmacisti devono essere sanzionati se la propongono come cura»

Burioni punta il dito contro i professionisti sanitari che avallano l’omeopatia: «Un medico che propone un rimedio omeopatico al posto di una terapia efficace deve essere espulso dall’Ordine». E ricorda due tragici casi: un bambino di 7 anni morto per un’otite e uno di 4 anni per una polmonite, entrambi curati da omeopati che hanno rifiutato farmaci salvavita.

«È assurdo che venga insegnata nelle università e detratta dalle tasse»

Il virologo definisce «abominevole» la presenza dell’omeopatia nei corsi universitari di medicina, paragonandola a insegnare astrologia in un corso di astronomia. Ma ancor più grave, secondo lui, è il suo riconoscimento fiscale: «È scandaloso che i preparati omeopatici siano detraibili dalle tasse al pari dei veri farmaci».

La denuncia finale: «Tutto questo accade perché c’è chi ci guadagna»

Burioni conclude la sua analisi puntando il dito contro gli interessi economici: «Università, medici, farmacisti e aziende ci lucrano. Ma il successo dell’omeopatia sottrae risorse a ciò che davvero serve alla nostra salute. Con la salute non si scherza!»

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Economia

Cresce il Pil italiano, ma vola anche l’inflazione: carrello della spesa a +2,6%, allarme dei consumatori

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L’economia italiana accelera nel primo trimestre del 2025, ma a pagarne il prezzo sono le famiglie, colpite da una nuova impennata dell’inflazione. Secondo i dati diffusi dall’Istat, il Pil è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% su base annua, portando la crescita acquisita per l’anno a +0,4%.

Un dato che soddisfa il governo: il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato di «segnale importante che dimostra la correttezza delle nostre previsioni e l’efficacia delle politiche economiche». Sulla stessa linea anche Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, che ha sottolineato come «l’Italia cresca più degli altri grandi Paesi europei». Infatti, l’Italia fa meglio di Germania (+0,2%) e Francia (+0,1%), ma è superata dalla Spagna (+0,6%).

Cresce il Pil ma volano i prezzi

Parallelamente, però, l’Istat ha certificato anche una risalita dell’inflazione, che ad aprile è salita al 2% (dall’1,9% di marzo). A preoccupare di più è il carrello della spesa, che registra un +2,6% su base annua, mentre l’inflazione di fondo (al netto di energetici e alimentari freschi) cresce da +1,7% a +2,1%.

Tra i principali fattori dell’aumento dei prezzi:

  • Alimentari: +3%

  • Servizi di trasporto: +4,4%

  • Voli internazionali: +31,6%

  • Voli nazionali: +26,3%

  • Alberghi e pensioni: +11,7%

L’allarme dei consumatori

Per il Codacons, questa inflazione significa un aggravio di +657 euro l’anno per una famiglia media, che sale a +895 euro per un nucleo con due figli. Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, ha definito la crescita del Pil «una magra consolazione», giudicando «preoccupante» l’accelerazione dell’inflazione. Secondo Dona, il rischio recessione è concreto, soprattutto in caso di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti.

Fiducia dei consumatori in calo

Federdistribuzione segnala un calo di oltre due punti della fiducia dei consumatori, il livello più basso da marzo 2021. Confesercenti invita alla cautela, ricordando che rispetto al 2021 i prezzi degli energetici sono saliti del 70% e quelli degli alimentari del 20%. Confcommercio, pur confermando che «la crescita non è brillante», invita a un «moderato ottimismo», stimando una possibile discesa dei prezzi nei prossimi mesi, passato l’effetto pasquale.

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Esteri

Onu prepara ampia riforma a causa dei vincoli di bilancio

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Le Nazioni Unite stanno valutando una radicale ristrutturazione con la fusione dei team chiave e la ridistribuzione delle risorse. Lo riporta la Reuters sul suo sito, citando un memorandum riservato preparato da un gruppo di lavoro del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres. Il documento propone di indirizzare le decine di agenzie in quattro direzioni principali: pace e sicurezza, questioni umanitarie, sviluppo sostenibile e diritti umani. Tra le misure specifiche figura la fusione delle agenzie operative del Programma Alimentare Mondiale (Wfp), dell’Unicef, dell’Oms e dell’Unhcr in un’unica agenzia umanitaria.

La riforma prevede inoltre la riduzione delle duplicazioni di funzioni e la razionalizzazione del personale, incluso il trasferimento di una parte del personale da Ginevra e New York a città con costi inferiori. L’iniziativa è legata alla crisi finanziaria dell’ONU. Le proposte definitive di ristrutturazione dovranno essere presentate entro il 16 maggio.

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