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Cronache

Petralia lascia il Dap, “ora penserò alla famiglia”

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Bernardo Petralia lascia l’incarico di capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia e chiede al Csm il pensionamento anticipato. “E’ arrivato il momento di dedicare priorita’ e tempo alle esigenze familiari”, ha scritto in una nota in cui annuncia la decisione ringraziando la ministra Cartabia e tutto il personale del dipartimento. “Sono nonno, quattro mesi fa mi e’ nata una nipotina, ho 69 anni, e’ il momento di rientrare in famiglia, sento che ha bisogno di me”, aveva spiegato dopo che la notizia, non inattesa, aveva cominciato a circolare sui comunicato di alcune organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria. Al magistrato, che sarebbe potuto rimanere in servizio ancora un anno, e’ subito arrivato un “affettuoso ringraziamento” dalla ministra Marta Cartabia “per la collaborazione sempre assicurata in questi mesi. Comprendo bene – scrive la ministra in una nota – le esigenze personali e familiari, che lo hanno indotto ad assumere questa decisione”. La ministra della giustizia ricorda che con Petralia “insieme abbiamo lavorato per fronteggiare le emergenze, acuite dalla pandemia, e assicurare risposte agli sterminati bisogni del carcere”. Petralia era stato messo a capo del Dap nel 2020 dall’allora ministro Alfonso Bonafede dopo le dimissioni di Francesco Basentini, travolto dalla polemiche suscitate dalle scarcerazioni di boss di calibro della criminalita’ organizzata per gravi ragioni di salute connesse all’emergenza Covid e dalle rivolte nelle carceri. Marta Cartabia lo aveva confermato nell’incarico assieme al suo vice, Roberto Tartaglia. Una settimana fa, intervenendo a un convegno sulle carceri organizzato dall’universita’ Lumsa, Petralia aveva parlato della sua esperienza dicendosi “addolorato e intristito, non posso dire di essere soddisfatto, di aver raggiunto degli obiettivi e nemmeno di vedere l’orizzonte degli obiettivi a stretto passo. Io visito due istituti a settimana, l’ho fatto anche nel periodo piu’ funesto del Covid l’anno scorso, e delle volte ho difficolta’ a dormire per quello che vedo: detenuti che parlano di acqua calda e di un water come fossero lussi”. Per la sua sostituzione, i sindacati della polizia penitenziaria sollecitano il governo a scegliere presto il nuovo responsabile del dipartimento, per dare certezze di fronte ai gravi problemi delle carceri. Il segretario della Uilpa, Gennarino De Fazio, chiede che il governo “individui con immediatezza una personalita’ qualificata e competente che possa farsi carico delle immani problematiche penitenziarie con l’autorevolezza di un mandato pieno e di obiettivi chiari”. Il segretario del Sappe, Donato Capece, chiede “gente concreta, che non solo conosce i problemi ma che li sa pure risolvere: penso a un magistrato impegnato in prima linea ma anche ad un prefetto”. Nella sua carriera di magistrato, Petralia e’ stato, fra l’altro, procuratore aggiunto a Palermo e procuratore generale a Reggio Calabria. Dal 2006 al 2010 ha fatto parte del Consiglio superiore della magistratura, l’organo che ora dovra’ pronunciarsi sulla sua istanza di pensionamento anticipato. Il via libera e’ scontato e l’iter dovrebbe essere completato entro nell’arco di un mese o poco piu’.

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Aggrediscono un uomo dopo una lite, arrestati due fratelli

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I carabinieri della compagnia di Cefalù hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Termini Imerese, su richiesta della procura, nei confronti di due fratelli di 39 e 35 anni, di origine balcanica, accusati di lesioni personali aggravate, violazione di domicilio e minaccia. Le indagini sono scattate dopo una lite tra i due indagati e un 40 enne loro connazionale in un bar a Campofelice di Roccella, scoppiata una sera ad inizio del mese di aprile. In poco tempo i militari sono riusciti a risalire agi autori del raid che dopo il diverbio hanno organizzato una spedizione punitiva contro la vittima. Gli indagati infatti, avrebbero rintracciato la vittima e l’avrebbero aggredita nel suo appartamento con calci e pugni davanti alla moglie e al figlio minore.

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G7: Scontri al corteo, polizia respinge gli antagonisti

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Serata di tensione, nel centro di Torino, per il corteo contro il G7 promosso dal centro sociale Askatasuna e dai collettivi studenteschi, nel primo giorno della riunione dei ministri dell’Ambiente alla Reggia di Venaria. La polizia ha usato prima gli scudi per respingere i manifestanti poi ha fatto ricorso a idranti e lacrimogeni, infine anche a qualche manganellata. I manifestanti, che volevano dirigersi verso gli alberghi che ospitano le delegazioni e Palazzo Madama, sede della serata di gala, hanno continuato a spostarsi nel centro cittadino cercando varchi, ma i cordoni di polizia hanno chiuso ogni possibile accesso. Dal corteo sono state lanciate a più riprese uova, fumogeni e qualche bottiglia contro le forze dell’ordine. Il primo momento caldo a poche decine di metri dalla partenza del corteo, da Palazzo Nuovo, la sede universitaria dove militanti dei centri sociali e dei collettivi studenteschi si erano riuniti in assemblea. La polizia ha subito fatto indietreggiare i manifestanti all’imbocco di via Po. Il corteo si è poi ricomposto e diretto verso altre zone del centro nel tentativo di avvicinarsi il più possibile alle zone transennate, dove si sono verificati altri momenti di tensione. Vicino al cinema Massimo alcuni antagonisti hanno lanciato tavolini di un dehors e sono stati fatti indietreggiare anche con qualche manganellata. Nel pomeriggio erano stati gli attivisti di Extinction Rebellion a prendersi la scena salendo a sorpresa sul tetto di un edificio in piazza Carlo Emanuele II, sede della facoltà di biologia, da dove hanno mostrato uno striscione con la scritta ‘The king is nake, G7 is a scam’ (Il re è nudo, il G7 è una presa in giro’.). Poi gli attivisti avevano bloccato una strada ballando al ritmo della musica techno: una cinquantina le persone identificate dalla Digos della questura di Torino che durante le perquisizioni ha sequestrato corde da arrampicata e coltellini modello svizzero.

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Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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