Ha lasciato Napoli ed il Napoli per Milano, sponda Milan, ma pensa ancora alla città partenopea. È Pepe Reina, nuovo acquisto della squadra allenata dall’ex campione del mondo Rino Gattuso. In un video pubblicato sui social, il portiere spagnolo si è immortalato mentre ascolta un ‘Made in Napoli’ cantato dai marcianisani Salvatore e Giuliano insieme papà Nico, Desideri tra le facce divertite di Mauri e Musacchio.
Un’ impresa nel derby piu’ pazzo che si potesse immaginare regala a Sergio Conceicao una vittoria lampo: il Milan ribalta l’Inter e riporta a casa da Riad una Supercoppa preziosa, non solo per il montepremi da 16 milioni. Appena otto giorni fa, i rossoneri usciti dal pari di San Siro con la Roma sembravano una squadra allo sbando, tanto da portare il club alla clamorosa scelta di un cambio-lampo di allenatore. La notte araba ha per ora dato ragione alla decisione, anche perche’ le mosse che hanno portato alla rimonta da 0-2 al 3-2 di Abraham al 93′ sono tutte del nuovo tecnico rossonero, festeggiato alla fine dalla squadra e da Ibrahimovic, che ne rivendica la scelta. E dire che un’Inter non brillantissima ma comunque padrona del campo aveva messo le basi per bissare il successo dello scorso anno.
Sembravano bastare tre minuti – il primo di recupero del primo tempo, con Lautaro, e il secondo della ripresa con Taremi: 1-0 e 2-0 – a chiudere la questione. Invece i cambi di Conceicao e la convinione dei rossoneri, uniti agli sprechi sottoporta dell’attacco interista, hanno ribaltato completamente la serata. In avvio, davanti ai 25 mila spettatori dell’Al-Awwal, Simone Inzaghi deve rinunciare a Thuram, sostituito in attacco da Taremi, mentre Sergio Conceicao tiene in panchina Leao ancora non del tutto recuperato. L’inizio e’ il consueto studio anche se le squadre si conoscono alla perfezione, ma la partita si accende subito al 5′ con due errori difensivi, il primo sventato da Sommer su Morata, il secondo da Thiaw su Lautaro. All’11’ la prima azione manovrata dell’Inter, padrona del gioco mentre Sergio Conceicao preferisce la ripartenza: Barella dalla trequarti pesca Taremi in area, la posizione è buona ma il colpo di testa impreciso.
Cosi’ come il sinistro di Rejnders (14′), elegante nel liberarsi centrale nell’area interista, a testimonianza che il Milan non è intimorito. Al minuto 23′ la bella combinazione Taremi-Dimarco a sinistra libera l’esterno alla botta di sinistro, Maignan alza sopra la traversa. Sembra l’ultimo lampo del primo tempo, perche’ la partita si addormenta, complice anche l’uscita per infortunio di Calhanoglu, sostituito al 35′ da Asslani. Ma al primo e unico minuto di recupero, una palla persa da Jimenez e il fallo laterale battuto rapido dall’Inter coglie di sorpresa la difesa rossonera: Taremi scambia con Lautaro, che dentro l’area ritrova il veleno dei giorni migliori, dribbla e batte Maignan sul primo palo. Si va al riposo sull’1-0. Al rientro, l’Inter fa il bis. Leao non e’ ancora entrato, bastano 2′ e Taremi pescato sulla linea del fuorigioco da de Vrij stoppa a seguire, si invola in porta e batte Maignan ancora sul primo palo.
Sul 2-0 Sergio Conceicao decide di rischiare Leao (per uno Jimenez non incisivo) e il portoghese subito incide: serpentina e punizione rimediata dal limite, la posizione e’ centrale e Theo Hernandez la sfrutta rasoterra sorprendendo Sommer. Al 5′ della ripresa e’ 2-1, partita riaperta. Il Milan ci crede, sfiora il pari Thiaw pescato in area ma e’ al 16′ che arriva la clamorosa occasione: Leao salta tutti da sinistra in area, poggia dietro dove Rejinders e’ pronto al tap in, ma Bastoni respinge a porta vuota col volto. Altri tre minuti e Sommer salva sul colpo di testa di Morata, potente, servito da Pulisic. La partita e’ definitivamente aperta, le distanze si allungano e gli spazi creano occasioni: come le due in sequenza di Taremi (22′) che non aggancia davanti a Maignan, e Lautaro, che tira da dentro l’area, bloccato a terra da Maignan.
Il portiere rossonero e’ salvato dalla fortuna al 26′ quando il colpo di testa di Carlos Augusto, subentrato a Dimarco, sbatte sul palo, sulla sua mano e poi sulla linea, entrando solo a meta’. Scampato pericolo, Sergio Conceicao ringrazia e gioca le ultime carte: Abraham per Rejinders, Loftus Cheek per Musah. L’azzardo e’ lasciare in campo un Pulisic sfinito, ma e’ azzardo vincente: al 35′ Hernandez scappa a sinistra e mette teso al centro, l’americano indovina il movimento con un passo indietro, aggancia e di sinistro fulmina Sommer per il 2-2. Anche Inzaghi gioca le sue mosse a sei minuti dalla fine dei regolamentari: Frattesi per Barella e Darmian per de Vrij. Cambi ancora incisivi, ma nel caso Maignan salva sul doppio tentativo finale di Frattesi prima e Dumfries dopo. Sembra finita li’, ma al 93′ Pulisic pesca Leao in area, il portoghese mette al centro dove Abraham e’ dimenticato da tutta la difesa, per il piu’ facile dei tap-in vincenti. Ed e’ grande festa Milan.
Il destino del Salva Milano agita il centrosinistra, che governa la città, con il sindaco Beppe Sala (nella foto Imagoeconomica in evidenza assieme a Schlein) che avverte chiaramente il Pd: “Voglio vedere che posizione tiene”. Il percorso parlamentare della norma, che dovrebbe aiutare Milano a sanare le situazioni bloccate dopo le numerose inchieste della Procura su presunti abusi edilizi, non si prospetta semplice.
Dopo l’approvazione da parte della Camera, c’è il passaggio al Senato che potrebbe essere accidentato a causa dei dubbi che arrivano da parte dei senatori del centrodestra, ma anche del centrosinistra. Con il Pd che viene tirato per la giacca dai Verdi che non vogliono un “condono generalizzato” e hanno fatto appello alla segretaria Dem Elly Schlein. E, oltre alla netta contrarietà del M5S, c’è l’appello degli urbanisti di diverse università italiane a fermare l’approvazione della legge. Dal palco di un evento promosso da Azione, il sindaco Sala non le manda a dire e richiama alla lealtà l’alleato.
“Il Salva Milano la Camera l’ha approvato e voglio vedere cosa succede in Senato, voglio vedere il Pd che posizione tiene – spiega -, perché, dopo che è passato alla Camera, è inaccettabile che qualcosa cambi. Se questo non succederà vedremo le conseguenze, è un fatto di rigore e di onestà”. Tra le preoccupazioni ci sarebbe anche quella che l’aiuto a Milano potrebbe portare scompiglio nelle regole dell’urbanistica in tutti i Comuni italiani. Ma, se ci saranno delle modifiche del testo, l’iter del Salva Milano dovrà ricominciare da capo.
Per il sindaco Sala, è un tasto dolente perché ci sono dirigenti e funzionari indagati, e infatti non esita durante l’evento a salire sul palco per replicare in prima persona a chi critica la gestione dell’urbanistica in città degli ultimi anni.
“Nessuno ha mai detto che abbiamo fatto tutto bene ma abbiamo fatto tutto nella trasparenza – spiega -, e la cosa che mi fa incazzare, e sottolineo incazzare, è che chi oggi fa dei distinguo era in giunta, era in consiglio e io non ho visto nessuno in questi anni alzare la mano e dire, ‘c’è qualcosa che non va’, sono diventati tutti fenomeni adesso che si fanno sentire? Questa non è lealtà”.
La priorità per il Comune è avere la norma che potrà aiutare a sanare alcune situazioni poi inizierà il percorso, che però non sarà breve, per modificare il Piano di governo del territorio e trovare una soluzione “adeguata ai tempi”. Ora però la norma va approvata secondo Sala che osserva, “non è che si sta insieme quando le cose vanno bene e quando non vanno bene si fanno i distinguo”.
“Mi sono messo a disposizione dei sindaci, anche del sindaco Sala, per scrivere una norma che vada a sanare il passato e garantisca queste famiglie. Se poi il Pd cambia idea ogni settimana me lo dica”, ha detto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Al sindaco Sala, ha concluso, “ho dato la massima disponibilità e questa norma l’abbiamo scritta insieme. Se hanno cambiato idea, me lo dicano”.
Brillano le vetrine di via Montenapoleone. La passerella dello shopping milanese è stata incoronata come la via del lusso più costosa al mondo, scalzando la Fifth Avenue di New York e portando per la prima volta una capitale europea in testa alla classifica degli affitti: per un metro quadrato in ‘Montenapo’ servono la bellezza di 20mila euro all’anno. A stilare la graduatoria dei canoni lungo le più famose strade commerciali del globo è stato il 34esimo rapporto ‘Main Streets Across the World’ del gruppo statunitense Cushman & Wakefield, che monitora 138 location retail urbane, prevalentemente del lusso.
La classifica europea vede altri due luoghi celebri in top ten: si tratta di Via dei Condotti, terza, e Piazza di Spagna, decima. La via del lusso romana, con i suoi 15 mila euro all’anno di affitto al metro quadro, conquisterebbe il quinto posto della classifica globale, davanti all’Avenue des Champs-Elysees di Parigi, se non fosse che alla graduatoria viene ammessa solo la location più costosa di ogni singolo Paese. Il primato di Montenapoleone, seconda nel 2023, incorona una lenta ascesa che ha portato la via simbolo del Quadrilatero milanese della moda a scalare in un decennio sei posizioni.
A rendere possibile il sorpasso della Fifth Avenue è stato l’andamento dei canoni di locazione, da due anni stagnanti a New York – dove il prezzo al metro quadro è di 19.537 euro – e cresciuti nello stesso arco di tempo del 30% (+11% nel 2023). Se un ‘aiutino’ è arrivato dall’apprezzamento dell’euro sul dollaro, alla corsa degli affitti ha contribuito soprattutto l’offerta limitata di una via lunga solo 350 metri. Scorrendo la classifica New Bond Street a Londra si riprende il terzo posto (+13% a 17.210 euro) superando Tsim Sha Tsui, la principale via dello shopping di Hong Kong (+7% a 15.697 euro) mentre, grazie a una crescita del 10% e affitti annui di 12.519 euro, Parigi ha mantenuto il quinto posto, incalzata però dal distretto di Ginza a Tokyo (+25%, a 11.582 euro).
Milano “nell’ultimo anno è diventato il place to be per i brand del lusso”, ha commentato Thomas Casolo, responsabile retail Italia di Cushman & Wakefield. “Sul posizionamento attuale ha pesato certamente l’apertura di nuovi negozi nell’area più ambita del quadrilatero, tra via Verri e via Sant’Andrea ma anche la dimensione della strada: è concentrata in uno spazio molto ridotto, a differenza di altre città come Londra, Parigi e New York”. Ma “per mantenere questa attrattività nel lungo periodo – avverte Joachim Sandberg, ad di Cushman & Wakefield Italia – Milano deve trasformare questo primato in un valore tangibile per l’intera comunità, generando benefici e valore aggiunto per tutti gli stakeholder coinvolti”.