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Parla Cosimo Sibilia: commissariamento disastroso, la nuova Federcalcio con Gravina rilancerà l’intero movimento puntando sui giovani e sulle donne ché sono il futuro del calcio

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“Il commissariamento è stato un disastro. Pensi che siamo ad ottobre e ancora non sappiamo chi gioca in serie B e C”. Cosimo Sibilia, deputato, presidente della Lega Nazionale Dilettanti, è colui che ha faticosamente raccolto i cocci della Federazione calcistica spaccata ed incapace di darsi una governance tanto da essere commissariata il 29 gennaio scorso. Adesso la Federcalcio uscirà dal commissariamento e con nuove elezioni tornerà ad avere un vertice, un gruppo dirigente che possa prendere delle decisioni, che possa varare delle riforme, dare nuove regole al calcio, lo sport più amato d’Italia ed anche quello dove girano più soldi.

Presidente Sibilia, lei ha fatto un lavoro certosino per mettere insieme tutte le componenti, smussare polemiche, evitare litigiosità, provare a dare una governance al calcio. Fra pochi giorni ci saranno le elezioni. Arriverete finalmente uniti al voto…

“La nuova FIGC deve tornare ad essere una casa comune, dove chi svolge un ruolo tecnico non deve svolgere ruoli politici come accaduto finora. Abbiamo scelto Gabriele Gravina come candidato alla presidenza perché oltre ad essere un amico di tutti noi, è una persona che ha accettato di guardare al futuro del calcio”.

Come sarà la “vostra” nuova Federazione?

“Ci sono due aspetti fondamentali: la valorizzazione dei nostri giovani e la riforma della giustizia sportiva. Bisogna ripartire dai settori giovanili, dare slancio a questo comparto per evitare di trovarci ad avere problemi con le Nazionali. E guardi che tutte le nazionali: dalle giovanili alla maggiore, quella che speriamo ci faccia tornare a sognare. Bisogna coltivare il talento: se ripartiamo dai giovani possiamo riportare l’Italia del pallone dove le compete”.

E per la giustizia sportiva?

“Non v’è dubbio che va riformata e bisogna farlo subito. In questo senso si è espresso anche il sottosegretario a Palazzo Chigi che è anche ministro delll sport , Giancarlo Giorgetti. In questo momento c’è una grande confusione, occorre fare chiarezza. Se le norme attuali hanno lacune, vanno colmate, se è necessario vanno inasprite se vogliamo salvare il calcio”.

Lei si è battuto per dare una rappresentanza al calcio femminile negli organi federali. Una rappresentanza vera non di facciata.

“Sì, ma nelle settimane passate sono stato costretto a fare una diffida al Commissario straordinario della Federcalcio per invitarlo ad annullare la convocazione dell’assemblea della Divisione calcio femminile: un fatto che mi ha rattristato perché con la Lega nazionale dilettanti ci siamo battuti proprio per avere una rappresentanza femminile negli organismi della federazione. Poi c’è stato il brutto episodio che ha visto il delegato femminile della Campania preso a spintoni…Anche questo episodio è frutto del clima di difficoltà nella gestione”.

E per quello che riguarda l’Afro/Napoli United, la vicenda molto seria della candidatura di Titty Astarita, la squadra ritirata e tutto quello che scriviamo e leggiamo?

“Avevo auspicato un confronto sereno tra le giocatrici e la società, un confronto senza pregiudizi. Ci sarà a breve. Saró presente a quest’incontro, mi auguro si possa ricomporre quello che è accaduto: il calcio è uno straordinario strumento di coesione sociale, l’Afro Napoli opera proprio in questo senso avendo fatto dell’inclusione un valore cardine della sua attività.

Che cosa si aspetta da questa riunione?

“Mi aspetto un po’ di buon senso da parte di tutti. E sa perché? Perché, come le dicevo all’inizio, c’è più che mai bisogno di unire e non di dividere”.

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Juve batte 2-0 Monza, ma Yildiz rischia stangata

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La Juventus si riscatta e batte 2-0 il Monza, tornando così in zona Champions League aspettando il Bologna. Nico Gonzalez e Kolo Muani mettono tutto in discesa in mezz’ora, poi Yildiz rischia di rovinare tutto con un’espulsione per una gomitata nel recupero del primo tempo. I brianzoli provano a riaprirla durante la ripresa, ma i bianconeri fanno muro, al triplice fischio Locatelli e compagni possono esultare per tre punti di vitale importanza considerati i successi di Roma e Fiorentina. Tudor fa un solo cambio rispetto a Parma ed è una modifica forzata: Vlahovic è fermo ai box per un problema muscolare e il tecnico lo sostituisce con Yildiz, mentre Kolo Muani viene avanzato a riferimento offensivo nel 3-4-2-1 con Nico Gonzalez sulla trequarti.

Sugli esterni ci sono nuovamente McKennie e Cambiaso, in mediana gioca la coppia Locatelli-Thuram e il terzetto difensivo è obbligato con Kalulu, Veiga e Kelly davanti a Di Gregorio, il grande ex della sfida. Nesta si affida al tandem Caprari-Mota per provare a colpire i bianconeri, mentre nel pacchetto a protezione di Turati piazza Pereira, Caldirola e Carboni. Kolo Muani accende subito lo Stadium con una rovesciata respinta con i pugni da Turati, poi una ripartenza in solitaria di Birindelli spaventa i bianconeri anche se il suo sinistro è debole e centrale. La Juve non dà la sensazione di grande solidità difensiva, ma ci pensa Nico Gonzalez a scacciare via le paure: l’argentino prende palla e si accentra, poi dalla distanza fa partire un mancino che va ad infilarsi proprio nell’angolino.

L’ex Fiorentina può tornare ad esultare, era proprio dalla sfida d’andata dello scorso 22 dicembre contro i brianzoli che l’attaccante non trovava la via del gol. Il Monza inizia a perdere le misure, Kolo Muani fa le prove con il raddoppio e, dopo un errore clamoroso solo davanti a Turati (partito da posizione di sospetto fuorigioco), realizza il 2-0 poco dopo la mezz’ora.

Sembra un pomeriggio finalmente sereno e senza affanni per la squadra di Tudor, invece nel recupero Yildiz la combina grossa: il turco allarga troppo il gomito su Bianco, l’arbitro Perenzoni va a rivedere l’azione al Var ed espelle il giocatore per condotta violenta. Il tecnico croato chiede spiegazioni mentre le squadre rientrano negli spogliatoi, ad inizio ripresa invece protesta il Monza per un pestone di Cambiaso a Birindelli in area di rigore. I brianzoli provano a far valere la superiorità numerica e alzano il baricentro, Tudor risistema la Juve inserendo Weah e Savona per Thuram e Cambiaso mentre Nico Gonzalez sbatte su Turati.

Nesta le tenta tutte per cercare il gol che riaprirebbe la partita e si gioca le carte Petagna, Forson, Sensi e nel finale pure Ciurria e Vignato, l’occasione migliore capita sulla testa di Caprari ma l’attaccante non riesce ad angolare. Finisce 2-0, la Juve si riporta al quarto posto ma il Bologna può effettuare il contro sorpasso nel posticipo contro l’Udinese. E, nel prossimo turno, i bianconeri saranno di scena proprio al Dall’Ara: mancherà certamente Yildiz, ma il fantasista rischia due giornate di stop e potrebbe saltare anche la gara successiva, l’altro spareggio Champions contro la Lazio.

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Inter, dal sogno del triplete all’incubo zero tituli è un attimo

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La terza sconfitta consecutiva nel giro di una settimana ha capovolto le aspettative e il clima in casa Inter. E, nonostante i cori di supporto della Curva al termine della gara persa con la Roma, il tecnico nerazzurro Simone Inzaghi riconosce i problemi. “Nel primo tempo non abbiamo fatto una partita d’insieme come siamo abituati. Eravamo un po’ lunghi e abbiamo pagato – le sue parole in conferenza stampa -. I ragazzi hanno messo sul campo tutto quello che avevano. I tifosi anche lo hanno capito e apprezzato, è stato molto bello l’applauso finale. Non ci fa dimenticare questa brutta sconfitta, ora dobbiamo pensare alla prossima partita”.

E Inzaghi non entra nel discorso arbitrale: “In questo momento non dobbiamo pensare alle rimesse, ai rigori, alle punizioni. Dobbiamo stare con la testa sul campo”. Anche perché la prossima partita non sarà una gara qualunque, ma l’andata della semifinale di Champions League in casa del Barcellona. “Adesso serve tutto: riposo, freschezza, recuperare giocatori. Non lo so se ci sarà Thuram. In questo momento non sarebbe opportuno parlare di quello che potrebbe essere – ha proseguito il tecnico -. Dobbiamo andare avanti. Dovremmo essere bravi a fare una partita d’insieme e ce la giocheremo con tanto rispetto ma con nessuna paura”. Stesso messaggio che ha voluto far passare anche Carlos Augusto.

“Ci è mancata un po’ di lucidità per approfittare delle occasioni che abbiamo creato. Ci sono tante partite ravvicinate, però non mi piace avere alibi – ha aggiunto in conferenza stampa -. È una sconfitta che brucia, ma mercoledì abbiamo un’altra partita. Dobbiamo vedere cosa abbiamo sbagliato oggi, avere più lucidità e essere pronti per mercoledì”. Allontanando anche il timore degli zero titoli. “Non c’è paura, essere ad aprile e lottare per delle cose importanti è la cosa più bella, non puoi avere paura di perdere. Abbiamo la possibilità di vincere cose straordinarie”, ha concluso l’esterno brasiliano. Grande soddisfazione invece in casa Roma, con i giallorossi arrivati a 18 partite di fila senza perdere. “È una partita che volevamo vincere per i nostri tifosi che non sono potuti venire – ha spiegato il tecnico giallorosso Claudio Ranieri in conferenza stampa -. Abbiamo avuto 2-3 occasioni per chiudere la partita ma non ci siamo riusciti. È finita 1 a 0 e va bene così, sono sempre tre punti”.

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Real Madrid furioso, Ancelotti via ‘questione di ore’

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“Questione di ore”. Il titolo di ‘Marca’, giornale sportivo spagnolo spesso molto ben informato sulle questioni riguardanti il Real Madrid, lascia intendere che il club pluricampione d’Europa potrebbe risolvere a breve il contratto che lo lega fino a giugno del prossimo anno a Carlo Ancelotti. Tutto dipenderà da una riunione che il presidente Florentino Perez avrà con il tecnico al quale non è bastato aver conquistato tutto alla guida delle ‘merengues’: al Real l’imperativo è vincere sempre, ogni anno, e per questo Florentino non ha mandato giù l’eliminazione dalla Champions League ad opera dell’Arsenal e la sconfitta nella finale di Coppa del Re contro il Barcellona.

La sua espressione corrucciata in tribuna, al momento delle premiazioni, era più eloquente di mille parole e per questo il destino di Ancelotti sembra segnato: via subito, questa sarebbe l’intenzione del presidente, senza neppure attendere la fine del campionato, nonostante il Real sia a -4 dal Barça capolista e ci sia ancora da giocare, domenica 11 maggio, il confronto diretto sul campo dei ‘blaugrana’. Le prossime ore saranno decisive, prima il Real deve individuare un traghettatore, che potrebbe essere uno tra Raul e Guti, autentiche bandiere ‘madridiste’, per poi prendere Xabi Alonso, pronto a lasciare il Bayer Leverkseun, già a giugno in vista del Mondiale per club in America.

In posizione di vigile attesa rimane la federcalcio brasiliana (Cbf), convinta come non mai di affidare ad Ancelotti il ruolo di ct della Seleçao, anche in questo caso magari già a giugno quando ci saranno da giocare due partite delle qualificazioni mondiali. In passato Ancelotti ha parlato, per sondare il terreno sulla questione panchina del Brasile, con il suo ex compagno di squadra Paulo Roberto Falcao e con il suo ex giocatore Kakà e, seppur tentato, sarebbe ancora incerto sul da farsi. E non è da escludere, anzi, che due sue ex squadre, Milan e Roma, non pensino a lui come allenatore per la prossima stagione, visto che sia a Milanello che a Trigoria lo accoglierebbero a braccia aperte.

Ma tutto dipenderà da cosa deciderà il Real Madrid, leggi Florentino Perez, furioso anche con la classe arbitrale e intento anche a capire cosa possa succedere con Rudiger, che dopo le scenate nel post finale di Coppa del Re rischia ora fino a 12 giornate di squalifica. Nel frattempo un altro presidente, Ednaldo Rodrigues della Cbf, cerca di stringere i tempi, ‘innamorato’ com’è di Ancelotti: altro che Jorge Jesùs, lui vuole, e non ne ha mai fatto mistero, l’italiano con il quale è convinto di poter vincere i Mondiali del prossimo anno.

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