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Economia

PagoPa, ormai digitali quasi il 60% dei nostri pagamenti

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La pubblica amministrazione italiana accelera sul digitale, con quasi sei pagamenti su dieci che avvengono attraverso un canale diverso da quello fisico. A certificarlo sono i numeri di PagoPa, il portale nazionale dei pagamenti a favore della pubblica amministrazione. “Abbiamo contribuito all’accompagnamento degli utenti verso il digitale. La dimostrazione sta nel fatto che oggi il 59% dei pagamenti PagoPa è digitale”, spiega Maurizio Fatarella, direttore generale di PagoPa, a Comolake. “Un 59% fatto di pagamenti direttamente sul canale online e pagamenti fatti con carta presso sportelli fisici”, aggiunge Fatarella secondo cui “il contante è ampiamente superato”. Fatarella ricorda poi come dalla nascita della piattaforma, PagoPa ha gestito 1,4 miliardi di transazioni per un controvalore di 280 miliardi di euro.

“Il 2023 è stato chiuso con 386 milioni di transazioni processate e il 2024 chiuderà su cifra vicina ai 400 milioni per un controvalore di circa 90 miliardi”, aggiunge il dg. E la necessità di una Pa più snella a livello burocratico, oltre che più digitale, è sollecitata anche dal ministro per la Pa Paolo Zangrillo: “Abbiamo la necessità – aggiunge – di una pubblica amministrazione che vada più veloce e soprattutto che sia capace di cogliere le tante opportunità che l’innovazione tecnologica oggi ci offre”, spiega. Anche il ricambio generazionale, secondo Zangrillo, può supportare l’accelerazione sul fronte del digitale nella Pa: “Oggi l’età media della pubblica amministrazione è di 49 anni e questo è conseguenza anche del blocco del turnover che abbiamo avuto tra il 2009 e il 2020. Dobbiamo scendere”, precisa il ministro. Sulla tecnologia l’Italia può comunque vantare grandi passi in avanti.

“L’Italia in questi 18 mesi è balzata ben al di sopra della media europea del famigerato Desi per quanto riguarda praticamente tutte le misure della digitalizzazione e dello sviluppo tecnologico”, dice Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione. “Era importante far capire all’Europa che il paradigma è cambiato”, ma ora occorre “comprendere che dovremo essere bravi a continuare a camminare dopo il 2026 con le nostre forze e sulle nostre gambe, senza più l’ausilio del Pnrr”. Un ulteriore volano di crescita nella Pa sarà l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Per Mario Nobile, direttore generale di AgID, è una partita che l’Italia può giocare al pari degli altri Paesi europei, anche se “dobbiamo accelerare rispetto alle applicazioni concrete. Questo vale sia per la pubblica amministrazione che per le imprese”.

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Economia

Françoise Bettencourt Meyers lascia il consiglio di L’Oréal

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Dopo quasi 30 anni, Françoise Bettencourt Meyers (foto Imagoeconomica) lascia il consiglio di amministrazione di L’Oréal, pur mantenendo la presidenza della holding familiare Tethys, primo azionista del gruppo. Al suo posto nel board entrerà un altro rappresentante di Tethys, mentre il ruolo di vicepresidente sarà assunto dal figlio Jean-Victor Meyers, 38 anni. Françoise Bettencourt Meyers, 71 anni, è l’unica erede diretta del fondatore di L’Oréal, Eugène Schueller.

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Cambio ai vertici di Engineering: Aldo Bisio nuovo amministratore delegato

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Cambio della guardia al vertice di Engineering, multinazionale specializzata nella trasformazione digitale. Maximo Ibarra (foto Imagoeconomica sotto) ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato con effetto immediato. Al suo posto, il consiglio di amministrazione della società – controllata dai fondi Bain e Renaissance – ha nominato Aldo Bisio (foto Imagoeconomica in evidenza), ex numero uno di Vodafone Italia dal 2014 al 2024.

MAXIMO IBARRA EX AD ENGINEERING

Prima della sua lunga esperienza in Vodafone, Bisio ha ricoperto incarichi di rilievo in Ariston Thermo e in McKinsey. Attualmente siede anche nel board di Coesia, produttore globale di soluzioni industriali per l’imballaggio.

Il bilancio della gestione Ibarra

Maximo Ibarra lascia Engineering dopo quasi quattro anni di gestione che hanno visto la società crescere significativamente: circa 14.000 dipendenti, oltre 80 sedi tra Europa, Stati Uniti e Sud America, con un fatturato che ha raggiunto quasi 1,8 miliardi di euro, generato da oltre 70 società controllate in 21 Paesi.

«Negli ultimi mesi ho maturato la volontà di prendermi del tempo per valutare nuovi progetti professionali», ha dichiarato Ibarra, aggiungendo che resterà disponibile fino al prossimo 1° settembre per garantire un efficace passaggio di consegne e che continuerà a essere investitore nella società.

La sfida per Bisio: crescita e nuove operazioni strategiche

Il presidente di Engineering, Gaetano Micciché, ha ringraziato Ibarra per il lavoro svolto ed espresso fiducia nella capacità di Bisio di guidare l’azienda verso una nuova fase di sviluppo e innovazione.

Tra i primi dossier sul tavolo del nuovo amministratore delegato c’è la valutazione sulla vendita di Municipia, società del gruppo attiva nei servizi ai Comuni. Engineering ha incaricato Klecha di esplorare il mercato alla ricerca di investitori interessati, con una valutazione che si aggira intorno ai 250 milioni di euro.

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Economia

Wsj, Trump verso un alleggerimento dei dazi sulle auto

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Donald Trump intende attenuare l’impatto dei dazi sulle auto prodotte all’estero, impedendo che si accumulino ad altre tariffe dazi da lui imposte e alleggerendo alcuni dazi sui componenti esteri utilizzati per la produzione di veicoli negli Usa. Lo scrive il Wall Street Journal citano una persona a conoscenza del dossier. In base a questa mossa, le case automobilistiche che pagano i dazi di settore non saranno soggette anche ad altri dazi, come quelli su acciaio e alluminio. La decisione sarebbe retroattiva, hanno affermato le fonti, il che significa che le case auto potrebbero essere rimborsate per tali tariffe già pagate.

Il dazio del 25% sulle auto finite prodotte all’estero è entrato in vigore all’inizio di questo mese. L’amministrazione Usa, sempre secondo il Wsj, modificherà anche i dazi sui ricambi delle auto estere – previsti al 25% e in vigore dal 3 maggio -, consentendo alle case automobilistiche di ottenere un rimborso per tali dazi fino a un importo pari al 3,75% del valore di un’auto prodotta negli Stati Uniti per un anno. Il rimborso scenderebbe al 2,75% del valore dell’auto nel secondo anno, per poi essere gradualmente eliminato del tutto. Si prevede che Trump adotti queste misure in vista di un viaggio in Michigan per un comizio alla periferia di Detroit martedì sera, in occasione dei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca. Le misure mirano a dare alle case automobilistiche il tempo di riportare le catene di approvvigionamento dei componenti negli Usa e rappresenterebbero probabilmente un significativo impulso per le case automobilistiche nel breve termine, ha affermato una fonte a conoscenza della decisione. Le case auto dovranno presentare domanda di rimborso al governo, ma non è immediatamente chiaro da dove arriveranno questi fondi.

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