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Orrore a casa Pelicot, sedata e abusata anche la figlia

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Orrore senza fine in casa Pelicot: a tre mesi dal verdetto nello storico processo sugli stupri di Mazan, nel sud della Francia, Caroline Darian, figlia di Dominique Pelicot – l’uomo condannato a fine 2024 insieme ad una cinquantina di co-imputati per aver fatto violentare e stuprare per anni la moglie Gisèle sotto sedativi – accusa il padre di aver abusato di lei dal 2010 al 2020. Drogando anche lei con sostanze chimiche. Caroline Darian, 45 anni, ha presentato ieri una denuncia contro il padre. Un’iniziativa, dice ai media d’Oltralpe, che vuole essere anche un messaggio “a tutte le vittime” per dire ”che non bisogna mollare mai”.

Durante l’istruttoria per le violenze sulla madre Gisèle Pelicot, divenuta nel frattempo icona mondiale della lotta alle violenze sessuali, erano emerse diverse immagini e registrazioni nelle quali Dominique Pelicot inviava foto della figlia senza veli ad anonimi interlocutori sul web. L’uomo di 72 anni ha sempre negato abusi sulla figlia. “E’ importante per me veicolare questo messaggio affinché le altre vittime che hanno vissuto” la sottomissione chimica possano sapere “che agire è possibile, ci sono ricorsi, non bisogna mollare mai”, avverte la donna citata dall’agenzia France Presse. La denuncia riguarda, in particolare, “la somministrazione di sostanze psicoattive” e “abusi sessuali”, che il padre ha “certamente commesso contro di me”, aggiunge Darian. A fine 2024, al termine del processo di risonanza internazionale – Gisèle Pélicot è stata anche annvoerata dal settimanale Time tra le donne del 2025 – al tribunale di Avignone, Dominique Pelicot è stato condannato a 20 anni di reclusione, la pena massima. Nelle sue testimonianze dinanzi ai giudici, Darian si disse sicura di essere stata a sua volta abusata dal padre, dopo aver visto foto di lei incosciente, stesa su un letto con biancheria intima che non le apparteneva.

Dominique Pelicot, che a dicembre è stato condannato anche per la diffusione di immagini di Caroline scattate a sua insaputa, ha sempre negato di aver avuto il minimo gesto incestuoso nei confronti della figlia. Dominique Pelicot “ha smentito ma ha anche mentito più volte e rielaborato diverse versioni”, dice ora Darian, rimarcando come dinanzi ai giudici il padre “non sia stato capace di dire tutta la verità dei fatti”. “La ricostruzione passa per un riconoscimento del mio status di vittima”. Una “strada che so essere ancora lunga”, puntualizza la donna, aggiungendo che al di là del “mio caso personale, è un messaggio che invio a tutte le vittime”.

Nel suo lbro ‘Pour que l’on se souvienne’, scritto durante il processo sugli stupri di Mazan e pubblicato ieri in Francia, la figlia di Gisèle Pelicot torna sul suo passaggio in tribunale ad Avignone – “la peggiore esperienza della mia vita” – e sulla sensazione di essere stata “la grande dimenticata del processo”. Sprofondata da allora in ciò che descrive come un “vuoto abissale”, un “sentimento d’ingiustizia lacerante”, dice ora di voler combattere per tutte quelle vittime ”invisibili” di sottomissione chimica. Un flagello ampiamente ignoto prima che scoppiasse il caso Pélicot.

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Usa: consigliere per la sicurezza nazionale Waltz lascia incarico dopo scandalo Signal

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Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Mike Waltz, e il suo vice Alex Wong hanno presentato le loro dimissioni, lasciando così l’amministrazione Trump. Lo riferisce Fox News, dopo le anticipazioni del Wall Street Journal. La decisione è dovuta alle polemiche scatenate dal “Signalgate”, la pubblicazione da parte del direttore dell’Atlantic, Jeffrey Goldberg, di uno scambio in una chat su Signal riservata in cui Waltz aveva inavvertitamente incluso lo stesso giornalista, rivelando la preparazione di attacchi contro i ribelli Houthi in Yemen. Waltz si era assunto la piena responsabilità dell’incidente.

 

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Zelensky: l’accordo sulle terre rare è davvero equo

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accoglie con favore in un post su Telegram l’accordo “davvero equo” firmato con Washington sulle terre rare. “Abbiamo ora il primo risultato dell’incontro in Vaticano, il che lo rende davvero storico. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio”, ha detto il leader ucraino.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accoglie con favore in un post su Telegram l’accordo “davvero equo” firmato con Washington sulle terre rare. “Abbiamo ora il primo risultato dell’incontro in Vaticano, il che lo rende davvero storico. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio”, ha detto il leader ucraino.

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Bisnonna inglese 115enne diventa la persona più anziana al mondo

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Una bisnonna britannica di ben 115 anni ha raccolto questa settimana la palma di persona più vecchia del mondo – stando alle statistiche internazionali censite – dopo l’annuncio della morte di uno suora 116enne in Brasile. Lo racconta oggi con dovizia di particolari il Daily Telegraph. La nuova titolare del record di longevità si chiama Ethel Caterham ed è nata il 21 agosto del lontano 1909 in un villaggio dell’Hampshire, in Inghilterra meridionale: prima del diluvio della Grande Guerra, mentre sul trono di quello che era ancora l’Impero britannico sedeva re Edoardo VII, figlio della regina Vittoria, bisnonno della defunta Elisabetta II e trisavolo dell’attuale monarca, il 76enne Carlo III.

Ultima di 8 figli, nonna Ethel vive attualmente in una residenza per anziani nella contea del Surrey, pure in Inghilterra del sud, dove – dopo l’ufficializzazione del suo primato – ha ricevuto una lettera personale di re Carlo: che si felicita per il “rimarchevole traguardo” da lei raggiunto. Tuttora lucida, Catheran è in grado di ricordare le tappe salienti della sua vita.

A 18 anni si trasferì nell’India coloniale, assunta come au pair nella famiglia di un ufficiale dell’esercito di Sua Maestà; poi, al ritorno in Gran Bretagna, conobbe a una festa il futuro marito Norman, sposato nel 1933 e col quale ha vissuto a Hong Kong e a Gibilterra prima di tornare in terra inglese. Rimasta vedova quasi mezzo secolo fa, nel 1976, Ethel ha smesso di guidare solo alla soglia dei 100 anni. Mentre a quasi 111 è riuscita a guarire pure da un contagio di Covid. Il segreto della sua longevità? “Non aver litigato con nessuno”, ha risposto a un giornalista.

Oltre alla scelta di dare priorità “alla famiglia, la cosa più importante dell’esistenza”, ai figli, ai nipoti e ai pronipoti. A una testata locale ha spiegato del resto di non avere rimpianti, di essere “felice d’aver girato il mondo” fino ad approdare in “questa bella casa” di riposo in patria: “Ho detto sì a ogni opportunità di vita, mantenendo un’attitudine mentale positiva e accogliendo ogni cosa con moderazione”. Giusto l’anno scorso il Regno Unito aveva celebrato la conquista del record di un altro suddito britannico come ‘uomo più anziano del pianeta’: record ereditato da un giapponese e detenuto per qualche mese nel 2024 dal veterano di guerra John Tinniswood, deceduto a novembre a 112 anni d’età.

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