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Economia

Operazione lavoro, arriva il contratto di rioccupazione

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Scongiurare il rischio licenziamenti, gia’ dalla prima scadenza del blocco a fine giugno, con una serie di misure per incentivare le assunzioni o comunque mantenere i livelli occupazionali e garantire la ripartenza, in attesa che si completi la riforma degli ammortizzatori sociali. Nel decreto Sostegni bis, atteso la prossima settimana in Consiglio dei ministri, prende forma l’operazione lavoro, e tra le novita’ si fa largo la definizione di una nuova tipologia contrattuale stabile: il contratto di rioccupazione. Ma non e’ la sola: in arrivo anche sgravi contributivi per i settori piu’ colpiti dalla pandemia, il commercio e il turismo, per il rientro dalla cig Covid. Misure proposte dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, convinto della necessita’ di “gestire insieme anche la brutta stagione. Dopo lo sblocco dei licenziamenti avremo sicuramente giornate nuvolose”. Il contratto di rioccupazione, da applicare a tutti i settori, sara’ a tempo indeterminato e legato alla formazione e ad un periodo di prova, massimo di sei mesi, con sgravi contributivi al 100% che andranno restituiti nel caso in cui il lavoratore non venga poi assunto ma che si cumulano agli altri gia’ a disposizione delle aziende. Rivolto in particolare ai settori del commercio e del turismo dovrebbe invece arrivare un esonero contributivo al 100% per i dipendenti che vengono riconfermati dopo il blocco dei licenziamenti e la fine della cassa Covid ad ottobre. Una norma che punta a mantenere i livelli occupazionali. Con lo stesso obiettivo si affaccia anche la possibilita’ per le aziende che registrano un calo del 50% di fatturato di stipulare un contratto di solidarieta’ che porta la retribuzione al 70% ma a fronte di un impegno, messo nero su bianco nell’accordo, a mantenere i livelli occupazionali. Per i contratti di espansione si va invece verso l’abbassamento della soglia a 100 dipendenti sia per lo scivolo verso l’uscita che per la riduzione dell’orario di lavoro, nella logica di premiare le aziende che assumono e sostenere cosi’ la staffetta generazionale. Il decreto potrebbe approdare in cdm gia’ lunedi’, in concomitanza con la cabina di regia sulle riaperture, ma i tempi non sono stati ancora definiti con certezza. Il governo punta comunque a chiudere entro la settimana anche il dl semplificazioni, atteso nella tabella di marcia del Recovery proprio entro il 20 maggio. Per le norme sulla governance potrebbe invece volerci qualche giorno in piu’, ma anche in questo caso la tempistica resta fluida. In attesa delle norme sulle semplificazioni, pronte nel pacchetto p.a, ma apparentemente ancora da chiudere in quelle che riguardano le opere, con Ministero della Transizione ecologica e Beni culturali non ancora sullo stesso piano, resta il pressing sul Superbonus al 110% con le associazioni che spingono perche’ si dia “subito” conferma della proroga al 2023. L’Ance propone di non aspettare la prossima legge di Bilancio, “se necessario attraverso un nuovo scostamento”. L’associazione dei costruttori ritiene non rinviabile anche “una semplificazione mirata” per rendere le procedure piu’ snelle e chiare. Punto che dovrebbe trovare spazio nel dl Semplificazioni. Il governo, conferma il sottosegretario alla Transizione ecologica, Vannia Gava, “si sta muovendo nella direzione della semplificazione per l’accesso al Superbonus: i 40 documenti necessari per accedervi di cui parla l’Ance hanno rappresentato un grosso freno”. Di certo, per le imprese, l’agevolazione sulle spese per interventi nell’ambito dell’edilizia e dell’efficienza energetica rappresenta un volano anche per l’economia. Secondo le stime del Centro studi di Confindustria, l’applicazione del Superbonus “attivera’ in due anni 18,5 miliardi di spese con un impatto positivo sul Pil pari a circa l’1%”. D’accordo sulla sua utilita’ il ministro del Lavoro che pero’ richiama l’attenzione sui controlli sulla sicurezza e sul “rispetto delle regole” per i rischi che potrebbero derivare dalla maggiore domanda.

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Economia

Françoise Bettencourt Meyers lascia il consiglio di L’Oréal

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Dopo quasi 30 anni, Françoise Bettencourt Meyers (foto Imagoeconomica) lascia il consiglio di amministrazione di L’Oréal, pur mantenendo la presidenza della holding familiare Tethys, primo azionista del gruppo. Al suo posto nel board entrerà un altro rappresentante di Tethys, mentre il ruolo di vicepresidente sarà assunto dal figlio Jean-Victor Meyers, 38 anni. Françoise Bettencourt Meyers, 71 anni, è l’unica erede diretta del fondatore di L’Oréal, Eugène Schueller.

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Cambio ai vertici di Engineering: Aldo Bisio nuovo amministratore delegato

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Cambio della guardia al vertice di Engineering, multinazionale specializzata nella trasformazione digitale. Maximo Ibarra (foto Imagoeconomica sotto) ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato con effetto immediato. Al suo posto, il consiglio di amministrazione della società – controllata dai fondi Bain e Renaissance – ha nominato Aldo Bisio (foto Imagoeconomica in evidenza), ex numero uno di Vodafone Italia dal 2014 al 2024.

MAXIMO IBARRA EX AD ENGINEERING

Prima della sua lunga esperienza in Vodafone, Bisio ha ricoperto incarichi di rilievo in Ariston Thermo e in McKinsey. Attualmente siede anche nel board di Coesia, produttore globale di soluzioni industriali per l’imballaggio.

Il bilancio della gestione Ibarra

Maximo Ibarra lascia Engineering dopo quasi quattro anni di gestione che hanno visto la società crescere significativamente: circa 14.000 dipendenti, oltre 80 sedi tra Europa, Stati Uniti e Sud America, con un fatturato che ha raggiunto quasi 1,8 miliardi di euro, generato da oltre 70 società controllate in 21 Paesi.

«Negli ultimi mesi ho maturato la volontà di prendermi del tempo per valutare nuovi progetti professionali», ha dichiarato Ibarra, aggiungendo che resterà disponibile fino al prossimo 1° settembre per garantire un efficace passaggio di consegne e che continuerà a essere investitore nella società.

La sfida per Bisio: crescita e nuove operazioni strategiche

Il presidente di Engineering, Gaetano Micciché, ha ringraziato Ibarra per il lavoro svolto ed espresso fiducia nella capacità di Bisio di guidare l’azienda verso una nuova fase di sviluppo e innovazione.

Tra i primi dossier sul tavolo del nuovo amministratore delegato c’è la valutazione sulla vendita di Municipia, società del gruppo attiva nei servizi ai Comuni. Engineering ha incaricato Klecha di esplorare il mercato alla ricerca di investitori interessati, con una valutazione che si aggira intorno ai 250 milioni di euro.

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Wsj, Trump verso un alleggerimento dei dazi sulle auto

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Donald Trump intende attenuare l’impatto dei dazi sulle auto prodotte all’estero, impedendo che si accumulino ad altre tariffe dazi da lui imposte e alleggerendo alcuni dazi sui componenti esteri utilizzati per la produzione di veicoli negli Usa. Lo scrive il Wall Street Journal citano una persona a conoscenza del dossier. In base a questa mossa, le case automobilistiche che pagano i dazi di settore non saranno soggette anche ad altri dazi, come quelli su acciaio e alluminio. La decisione sarebbe retroattiva, hanno affermato le fonti, il che significa che le case auto potrebbero essere rimborsate per tali tariffe già pagate.

Il dazio del 25% sulle auto finite prodotte all’estero è entrato in vigore all’inizio di questo mese. L’amministrazione Usa, sempre secondo il Wsj, modificherà anche i dazi sui ricambi delle auto estere – previsti al 25% e in vigore dal 3 maggio -, consentendo alle case automobilistiche di ottenere un rimborso per tali dazi fino a un importo pari al 3,75% del valore di un’auto prodotta negli Stati Uniti per un anno. Il rimborso scenderebbe al 2,75% del valore dell’auto nel secondo anno, per poi essere gradualmente eliminato del tutto. Si prevede che Trump adotti queste misure in vista di un viaggio in Michigan per un comizio alla periferia di Detroit martedì sera, in occasione dei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca. Le misure mirano a dare alle case automobilistiche il tempo di riportare le catene di approvvigionamento dei componenti negli Usa e rappresenterebbero probabilmente un significativo impulso per le case automobilistiche nel breve termine, ha affermato una fonte a conoscenza della decisione. Le case auto dovranno presentare domanda di rimborso al governo, ma non è immediatamente chiaro da dove arriveranno questi fondi.

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