Collegati con noi

In Evidenza

Occasione persa per l’Inter, Sassuolo sgonfia il sogno scudetto

Pubblicato

del

 Si sgonfia il sogno scudetto dell’Inter. Il pareggio 3-3 con il Sassuolo rischia di estromettere la squadra di Conte dalla corsa con Juventus e Lazio. Recuperare 8 punti in 11 giornate sarebbe un’impresa, e lascera’ non pochi rimpianti la quantita’ di errori prodotti dalla squadra di Conte nella sfida con gli emiliani, scoppiettante come all’andata ma con epilogo ben diverso per i nerazzurri. L’ennesima distrazione della difesa ha regalato a Magnani il gol un minuto prima del novantesimo rovina la serata dell’Inter, che due volte era riuscita a rimediare: al vantaggio di Caputo (4′) aveva replicato a fine primo tempo, con un rigore di Lukaku e una prodezza di Biraghi, poi Borja Valero aveva piazzato il colpo vincente al 41′ della ripresa dopo il pareggio realizzato da Berardi su rigore. Ma alla fine Magnani ha fatto calare il gelo su un San Siro gia’ tristemente silenzioso. Conte si e’ anche beccato un’ammonizione per proteste che gli costera’ la squalifica a Parma, dove non giochera’ Skriniar, espulso nel finale per doppia ammonizione. I nerazzurri si trovano con gli stessi 58 punti del 2009/10, la stagione del triplete e dello scudetto vinto all’ultima giornata. Questa volta, pero’, rincorrono Juventus e Lazio, che rischiano di essere imprendibili. Stanchezza e turnover possono essere alibi fino a un certo punto. Al terzo impegno in due settimane fra coppa Italia e campionato, Conte cambia cinque giocatori rispetto a domenica, incluso Lautaro, per la prima volta in panchina da fine settembre. Ranocchia torna titolare dopo dieci mesi al posto di de Vrij, che lo sostituisce dopo 54′ giocati con qualche affanno al centro della difesa. Non brillano Moses e Sanchez, che l’Inter rischia di perdere al 30 giugno senza un accordo con Chelsea e Manchester United (“La Fifa regoli il problema dei prestiti”, l’appello dell’ad Marotta). Per 40′ si rivelano piu’ azzeccate le mosse di De Zerbi, che sceglie 7 giocatori diversi rispetto a quelli affondati domenica dall’Atalanta, confermando solo Consigli e tre in attacco, Berardi, Caputo e Boga, con Djuricic al posto di Defrel. Lukaku, riceve pochi palloni utili e non mostra una grande intesa con Sanchez, mente Eriksen va al piccolo trotto in confronto a Manganelli, Obiang e Djuricic da subito ispirato. Dopo 3′ il serbo sfugge a Gagliardini e serve Caputo, bravo a sfruttare la distrazione di Bastoni e a battere Handanovic. L’Inter fatica a reagire, mentre il Sassuolo spinge e Boga a tratti e’ incontenibile. L’attaccante francese su un palcoscenico come San Siro, nobile anche senza pubblico, dimostra perche’ tante squadre in Europa lo seguono (“La nostra politica e’ cercare di costruire e non distruggere”, glissa l’ad del Sassuolo, Giovanni Carnevali). Boga, pero’, rimette i nerazzurri in gioco con il suo primo errore, un intervento maldestro in area su Skriniar, innescato dalla prima giocata utile di Eriksen: su rigore Lukaku al 41′ trova il 19mo centro in Serie A. E dopo 5′ arriva il gol mancino di Biraghi, uno dei pochi interisti sufficienti nel primo tempo. Nella ripresa Inter parte molto piu’ aggressiva, vivacizzata poi anche dai cambi. Al 18′ entra Lautaro, Lukaku subito si accende, Gagliardini colpisce una traversa. Nocivo e’ invece l’ingresso di Young, che provoca il rigore, e non basta la rete di Borja Valero perche’ l’ennesima distrazione difensiva dell’Inter viene punita da Magnani. Juventus e Lazio lo ringraziano.

Advertisement

In Evidenza

Champions League, bellissimo 3-3 tra Barça e Inter: si decide a San Siro

Pubblicato

del

Prendete dei gol spettacolari, tanta qualità, grande tattica e un po’ di sana difesa all’italiana che non guasta mai. Mischiate tutto insieme e uscirà il pirotecnico pareggio tra Barcellona e Inter, che hanno mostrato tutto quello che i tifosi vorrebbero vedere in una semifinale di Champions League. Il tabellone dello stadio Olimpico di Montjuic al 90′ dice 3-3, in una partita in cui succede di tutto: l’Inter va avanti sul 2-0 con due magie di Thuram e Dumfries dopo 20 minuti, poi si accende Lamine Yamal che riporta tutto in equilibrio.

Nella ripresa Dumfries esalta ancora i nerazzurri, ma Raphinha trova immediatamente il gol del 3-3. Per decidere la finalista serviranno i 90′ di San Siro tra una settimana, ma intanto la squadra di Simone Inzaghi esce indenne dalla trasferta catalana pur arrivando da tre sconfitte di fila, anche se preoccupano le condizioni di Lautaro Martinez uscito per un infortunio muscolare dopo 45′. L’Inter parte fortissima, come meglio non si può. L’orologio non ha nemmeno fatto un giro completo quando Dumfries con un cross trova Thuram in area, il francese si inventa un colpo di tacco che sorprende Szczesny e i nerazzurri si ritrovano subito in vantaggio, ammutolendo il Montjuic con il gol più veloce segnato in una semifinale nella storia della Champions League.

I blaugrana reagiscono, ma l’Inter è feroce, oltre che ad essere in vena di capolavori: su corner Dumfries, approfittando di una torre di Acerbi, tira fuori dal cilindro una semirovesciata che regala il raddoppio ai nerazzurri. Il palcoscenico è di altissimo livello e alla serata si iscrive anche Lamine Yamal, il più talentuoso dei ventidue in campo. Alla centesima presenza col Barcellona, l’ala spagnola trova una perla per riaprire la gara con una serpentina conclusa da un mancino morbido a giro che tocca il palo e si infila. Non contento, il 17enne (diventato il più giovane a segnare in una semifinale di Champions) subito dopo prova a saltare ancora tutti, ma sul tiro stavolta trova la deviazione di Sommer che spedisce il pallone sulla traversa.

L’Inter fatica ad uscire dalla propria area, il Barça si esalta e trova il pareggio quando Bisseck si perde Raphinha su un lancio di Pedri, torre di testa per l’accorrente Ferran Torres (su cui si distrae Acerbi) che alla terza volta non sbaglia e riporta la gara in equilibrio. Il Barcellona perde Koundé per infortunio, ma la perdita per i nerazzurri è decisamente più grave, perché Lautaro è costretto a uscire per un risentimento muscolare ai flessori della coscia sinistra, lasciando il campo quasi in lacrime e non rientrando poi dagli spogliatoi ad inizio ripresa venendo sostituito da Taremi.

Nella ripresa, però, è ancora Dumfries ad esaltare i nerazzurri, riportando avanti gli uomini di Inzaghi con un colpo di testa saltando sulle spalle di Dani Olmo. Una gioia che però dura pochi istanti, perché Raphinha impatta subito il risultato: uno schema su corner lo libera dal limite, mancino che sbatte sulla traversa e poi sulla schiena di Sommer prima di rotolare in porta per il 3-3. Thuram si invola lanciato da Mkhitaryan, ma al momento del tiro viene chiuso da Cubarsi, poi lo stesso Mkhitaryan segna ma il gol viene annullato per un fuorigioco millimetrico.

Nel finale, il pallone arriva sempre a Lamine Yamal, resta pericoloso anche quando colpisce male, tanto che a 3′ dalla fine centra la traversa con un tiro sbilenco ma che per poco non beffa Sommer. Il Montjuic ruggisce, l’Inter torna alle corde, Sommer ancora risponde a un gran sinistro di Raphinha. È l’ultima emozione, tra una settimana sarà il palcoscenico di San Siro a decidere chi volerà in finale a Monaco di Baviera.

Continua a leggere

Esteri

Kiev: grati per firma accordo con gli Usa, favorirà entrambi

Pubblicato

del

“Sono grata a tutti coloro che hanno lavorato per l’accordo e lo hanno reso più significativo. Ora il documento è tale da garantire il successo per entrambi i nostri Paesi, Ucraina e Stati Uniti”: così la vicepremier ucraina Yulia Svyrydenko ha commentato le intese siglate tra Kiev e Washington, secondo quanto riferito dai media ucraini. “Il 30 aprile, Ucraina e Stati Uniti hanno firmato un accordo sui minerali, atteso da tempo, che istituisce un fondo di investimento congiunto in Ucraina”, ha annunciato Svyrydenko, che oggi era a Washington per firmare l’accordo quadro a nome dell’Ucraina. Ha firmato il documento insieme al Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent (nella foto in evidenza).

Poco prima della firma dell’accordo a Washington il premier ucraino Denys Shmyhal aveva annunciato il via libera del suo governo, precisando che il Fondo di Investimento per la Ricostruzione sarà gestito congiuntamente da Kiev e Washington in un partenariato paritario, con entrambe le parti che contribuiranno al fondo. Secondo Shmyhal, i futuri aiuti militari degli Stati Uniti possono essere considerati contributi al fondo, ma l’assistenza precedente non è inclusa.

“L’accordo – ha precisato – non prevede alcun obbligo di debito”, ha affermato Shmyhal, e l’Ucraina manterrà “il pieno controllo sul sottosuolo, sulle infrastrutture e sulle risorse naturali”, ha affermato. L’istituzione del fondo non interferirà, inoltre, con il percorso dell’Ucraina verso l’adesione all’Unione Europea.

Svyrydenko ha confermato queste clausole in un post sui social media, aggiungendo che le aziende statali ucraine come Energoatom e Ukrnafta manterranno la proprietà statale e che l’accordo è conforme alla Costituzione ucraina. Il fondo sarà alimentato esclusivamente dai proventi derivanti dalle licenze di nuova emissione: “Stiamo parlando del 50% dei fondi provenienti dalle nuove licenze per progetti nel campo dei minerali critici, del petrolio e del gas che andranno a bilancio dopo la creazione del Fondo”, ha scritto.

“I proventi derivanti da progetti già avviati o i proventi a bilancio non sono inclusi nel Fondo. L’accordo prevede un’ulteriore cooperazione strategica”. Le entrate e i contributi del fondo non saranno tassati né in Ucraina né negli Stati Uniti, ha aggiunto. Come parte dell’accordo, gli Stati Uniti contribuiranno ad attrarre ulteriori investimenti e tecnologie in Ucraina, ha affermato Svyrydenko.

Secondo il Washington Post (Wp), l’accordo non fornisce garanzie concrete di sicurezza all’Ucraina. Esso sancisce invece un “allineamento strategico a lungo termine” tra le due nazioni e promette agli Stati Uniti “il sostegno alla sicurezza, alla prosperità, alla ricostruzione e all’integrazione dell’Ucraina nel contesto economico globale”.

L’accordo non include, inoltre, alcun riferimento alla centrale nucleare di Zaporizhzhia (ZNPP) occupata dai russi, riporta il Wp. Funzionari statunitensi avevano precedentemente suggerito di assumere il controllo dell’impianto nell’ambito di un futuro accordo di pace. L’accordo quadro Usa-Ucraina dovrà ora essere sottoposto al vaglio del parlamento di Kiev.

Continua a leggere

Esteri

Viktoriia Roshchyna, morta in carcere russo la giornalista ucraina: il corpo restituito con segni di tortura

Pubblicato

del

Il 14 febbraio scorso, la Russia ha restituito all’Ucraina il corpo di Viktoriia Roshchyna, giovane giornalista freelance ucraina scomparsa nell’agosto 2023 mentre documentava i crimini nei territori occupati nel sud-est del Paese. La restituzione è avvenuta nell’ambito di uno scambio di salme, ma la condizione del corpo ha subito destato allarme.

Segni di tortura e lesioni inflitte in vita

Secondo le indagini della Procura generale ucraina, rese note da Ukrainska Pravda, il corpo di Roshchyna era in avanzato stato di decomposizione e mostrava chiari segni di tortura: abrasioni, contusioni diffuse, una costola rotta, ferite al collo e probabili scosse elettriche ai piedi. Il capo del Dipartimento della Guerra della procura, Yurii Bielousov, ha confermato che le lesioni “sono state inflitte mentre era ancora in vita”.

Organismi interni mancanti e sospetti di occultamento

La conferma dell’identità è avvenuta tramite test del DNA con una corrispondenza del 99%, ma il padre della reporter ha chiesto ulteriori accertamenti, viste le condizioni del corpo. L’autopsia ha rivelato l’assenza di diversi organi interni, tra cui cervello, bulbi oculari e parte della trachea. Un medico legale internazionale ha ipotizzato che questo possa essere stato un tentativo di occultare prove di strangolamento o soffocamento.

Detenzione illegale e isolamento totale

Roshchyna, 27 anni, è la prima giornalista ucraina confermata morta in un carcere russo. Era stata detenuta senza accuse formali nel carcere Sizo-2 di Taganrog, uno dei centri dove la Russia trattiene civili ucraini in condizioni denunciate da diverse organizzazioni internazionali. Non le sarebbe stata consentita alcuna comunicazione con l’esterno.

Tajani: “Putin bluffa, ma la pace è possibile entro il 2025”

Mentre la vicenda scuote l’opinione pubblica internazionale, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando dal congresso del Partito Popolare Europeo a Valencia, si è detto convinto che entro il 2025 la guerra finirà.

Secondo Tajani, la proposta di tregua avanzata da Vladimir Putin è “un bluff, come quella di Pasqua”, ma l’Italia è pronta a sostenere la pace sotto l’egida delle Nazioni Unite. Il governo italiano sta organizzando una conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina a Roma, preceduta da incontri a Bruxelles e Verona. «Tocca a Putin fare il primo passo», ha dichiarato il ministro, auspicando un coinvolgimento diretto di Europa e Stati Uniti nel processo negoziale.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto