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Nuovo stadio della Roma, dopo oltre un anno di stop riparte il progetto

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Solo fatti e non annunci ‘urlati’. Questo il motto, sin dall’inizio, dell’As Roma e del Campidoglio sul nuovo stadio, e cosi’ effettivamente e’ stato. Dopo aver reso noto che l’area prescelta per la costruzione dell’impianto era quella di Pietralata, domani la prima la tappa concreta: lo studio di fattibilita’ che auspicabilmente portera’ alla conferenza dei servizi, per arrivare poi alla dichiarazione di pubblico interesse. Uno step importante di un percorso iniziato subito dopo la vittoria di Roberto Gualtieri alle comunali. Da quello che era emerso a luglio, infatti, la volonta’ della societa’ e del Campidoglio era quella di portare a casa il risultato, dando alla Citta’ la struttura attesa da decenni. Sempre da quello emerso in estate, nell’area comunale, dove doveva sorgere l’ex Sdo, procede lo studio del progetto per il nuovo impianto. Uno stadio che guarda al futuro della stessa Capitale, all’ecosostenibilita’, con almeno 55/60mila posti per i tifosi. Forse una struttura green con un parco nei pressi della zona. Nell’area, pero’, come sottolineato dal sindaco, non dovrebbe esserci altro che lo Stadio, quindi nessuna struttura di ‘appoggio’ o altri progetti da affiancare. “Decideremo sempre con il Comune di comunicare le varie date e tappe”, aveva invece ribadito l’Ad giallorosso Pietro Berardi aggiungendo che la possibilita’ di farlo “entro il 2026 c’e’, dovremmo lavorare molto ma per ora tutto e’ andato bene”, aveva detto Berardi dopo l’indicazione dell’area. Mesi importantissimi quelli che aspettano i giallorossi, sperando che fili tutto liscio e che non ci siano intoppi o incidenti di percorso. Nella nota congiunta di luglio il Club giallorosso e il Campidoglio avevano fatto sapere che “l’iniziale esame urbanistico svolto sull’area individuata” non ha messo in evidenza “elementi ostativi” alla presentazione del progetto che dovra’ comunque essere “attentamente valutato da Roma Capitale secondo l’iter amministrativo disciplinato dalla cosiddetta legge stadi”. Infatti, proprio in base alla normativa relativa alla costruzione degli impianti sportivi, c’e tutt’oggi un cauto ottimismo da parte della societa’ e del Comune per superare giuridicamente anche eventuali ricorsi sull’area in questione. Ora, in ogni caso, l’iter procede come da piani e domani alle 12 il club giallorosso, con il suo Ad Berardi, consegnera’ lo studio di fattibilita’ per l’impianto. Cosi’, dopo la fumata nera e le diatribe sul progetto a Tor Di Valle, con le code anche dell’inchiesta in Procura, il ‘tempio’ dei giallorossi sembra pian piano diventare realta’.

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Ancelotti, tra Real Madrid, Brasile e Arabia: il futuro è ancora un rebus, ma una cosa è certa: non ha fretta

Il futuro di Carlo Ancelotti resta in bilico tra Real Madrid, Brasile e offerte arabe. Ma il tecnico non ha fretta: vuole chiudere con eleganza la sua avventura a Madrid.

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Chiamatelo fattore “tempo”. Perché quando si parla del futuro di Carlo Ancelotti, signore della Champions League e tecnico più vincente d’Europa, è proprio il tempo a scandire ogni passo. Ancelotti ha costruito la sua leggenda senza mai cedere alla fretta, e anche oggi – stretto tra Real Madrid, Brasile e offerte saudite – non ha intenzione di affrettare decisioni.

La stagione del Real tra infortuni, ego e delusioni

La stagione 2024-2025 del Real Madrid è stata un percorso a ostacoli, nonostante il clamoroso arrivo di Kylian Mbappé. Gli infortuni pesanti a Carvajal e Militao, il vuoto lasciato da Kroos, l’inserimento complicato di Mbappé e una squadra iper-offensiva e senza equilibrio hanno lasciato segni profondi. I Blancos sono usciti ai quarti di Champions, hanno perso la Copa del Rey in finale, la Supercoppa, e in Liga inseguono il Barcellona a -4. Solo l’11 maggio, nel Clásico che sa di sentenza, si capirà se la corsa è ancora viva.

Il Brasile aspetta, ma Ancelotti temporeggia

Le voci sull’approdo di Ancelotti sulla panchina della Seleção circolano da mesi. Sembravano spente, ma i problemi del Brasile nelle qualificazioni mondiali le hanno riaccese. Qualche giorno fa, a Londra, c’è stato un incontro ufficiale tra Ancelotti e i vertici della Federazione brasiliana. Ma è arrivata fumata nera: il Brasile lo vuole subito, Carlo vuole chiudere con stile la sua avventura madridista, eventualmente fino al Mondiale per club.

L’offerta araba e il silenzio di Ancelotti

Sul tavolo è spuntata anche una proposta monstre dall’Arabia Saudita, si parla di 50 milioni a stagione, forse dall’Al-Ahli. Ma Ancelotti non si è mosso. Rimane a Madrid, prepara la sfida contro il Celta Vigo, e spera che il Barcellona inciampi. Nel frattempo, la stampa spagnola inizia a ipotizzare che possa restare anche per il Mondiale per club.

Il commiato perfetto? Con la Liga in mano

Con 15 trofei vinti alla guida dei Blancos, don Carlo merita un’uscita di scena all’altezza della sua storia. E anche il club lo sa. Il finale di stagione sarà determinante: Liga o no, l’addio sarà comunque elegante.

Il resto? Arabia, Brasile, Italia (si vocifera Milan o Roma), o una pensione serena. Ancelotti, unico tecnico a vincere nei cinque principali campionati europei, non ha fretta, e questa è – per ora – l’unica certezza.

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Europa League: vincono Tottenham e United, verso finale inglese

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Vittorie per Tottenham e Manchester United, si va verso una finale di Europa League tutta inglese. La squadra londinese ha fatto un grande passo battendo 3-1 il Bodo Glimt nella semifinale di andata giocata a Londra. Vantaggio lampo per il Tottenham che al 1′ va a segno con Brennan Johnson, il raddoppio al 34′ con James Maddison: al 16′ della ripresa Dominic Solanke su rigore segna il tris. Saltnes ha accorciato le distanze al 38′ in una delle rare azioni offensive dei norvegesi, chiamati ora alla missione quasi impossibile tra sette giorni in casa. Nell’altra semifinale, grazie anche alla superiorità numerica dal 35′, lo United, a cui resta solo l’Europa per salvare la stagione, ha travolto l’Athletic Bilbao 3-0. I Red Devils, solo quattordicesimi in Premier League, hanno sconfitto i baschi che vedono sfumare il sogno di una finale casalinga il 21 maggio: a segno per gli inglesi Casemiro (30′) e poi doppietta del capitano portoghese Bruno Fernandes (37′ su rigore e 49′).

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Conference: Fiorentina ko a Siviglia, al Franchi per la rimonta

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La Fiorentina cade a Siviglia e ora deve sperare nella rimonta tra sette giorni al Franchi. Il Betis si aggiudica il primo round della semifinale di Conference League, battendo 2-1 i viola grazie ai gol di Ezzalzouli e Antony, ma Ranieri a segno per la squadra di Palladino ha riacceso la speranza. Minuto di raccoglimento per ricordare Papa Francesco, e poi in campo è subito Betis che infatti passa in vantaggio dopo appena sei minuti grazie alla rete di Ezzalzouli. Azione nata dal duello vinto da Bakambu con Comuzzo, arriva sul fondo e crossa: l’attaccante marocchino non sbaglia a due passi da De Gea. La rete passa sotto la lente del Var per verificare eventuali irregolarità, ma l’arbitro Oliver convalida il gol del vantaggio degli andalusi. La Fiorentina reagisce e al 21′ sfiora il pari con Mandragora, che di testa manda fuori di un soffio.

A ridosso della mezzora Palladino è costretto a un cambio; problema muscolare per Cataldi che chiede di uscire, al suo posto Adli. Nel recupero il Betis va vicino al raddoppio con Bartra che calcia il pallone sopra la traversa. Nella ripresa Palladino gioca la carta Kean, rientrato da poco in gruppo e partito dalla panchina. Ma proprio nel momento migliore die viola arriva il raddoppio della squadra andalusa con Antony (19′). Al 27′ però la riapre Ranieri che batte Vieites e fa tornare a sperare la Fiorentina, che qualche minuto dopo va vicina anche al pari con Gosens. La Viola ha reagito e tiene viva la speranza di volare in finale: tra sette giorni il ritorno in casa.

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