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Cronache

La ricetta di chef Bisanti: Non hai firmato alcun contratto? Porta Vodafone in Tribunale

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Lui è Fabio Bisanti. Professione executive chef. Ha 46 anni. È napoletano. Ha girato l’Europa per lavoro. Ha una bella carriera alle spalle e un bel futuro davanti a sè. Quella che ci racconta è la sua odissea con una compagnia telefonica (Vodafone, ma le altre usano più o meno le stesse tecniche) che, pare di capire, con il famigerato teleselling (le telefonate a raffica a poveri consumatori) fatto in house oppure rivolgendosi ad agenzie esterne, l’ha “abbonato” senza che lui abbia mai sottoscritto un contratto. Anzi, più volte contattato “in maniera anche fastidiosa, a qualsiasi ora del giorno, ho sempre rifiutato anche di parlare di contratti perchè già ho una compagnia telefonica che mi serve”. E pur avendolo precisato più volte, Vodafone gli ha chiesto di onorare il contratto. E allora lo Chef si trova nella spiacevole condizione di doversi difendere addirittura da un tentativo di recupero credito per un abbonamento mai sottoscritto. Che cosa succederà? Ce lo spiega il presidente della associazione NoiConsumatori, Angelo Pisani, che si occuperà della difesa dello chef Bisanti.

Angelo Pisani. Il presidente di NoiConsumatori

“Sa che cosa è successo? Quello che accade ogni giorno a centinaia di ignari consumatori tartassati e “fregati” da chi per conto delle Compagnie telefoniche ma anche altre società che erogano servizi, si inventano di sana pianta un contratto che nessuno ha mai firmato”. E che cosa succede in questo caso? Tocca pagare anche se non si ha bisogno del servizio e soprattutto non lo si ha richiesto e manco firmato alcun contratto? “Ecco, qui veniamo al dunque – spiega Pisani. Il mio consiglio è non farsi intimidire e non farsi prendere dallo sconforto della ingiusta situazione che avete subito. Se non avete firmato alcun contratto, applicate la ricetta dello chef Bisanti: fate causa. Non solo non ci rimettete soldi, ma evitate esborsi di denaro che non dovete pagare”. Domanda: ma può una società importante,  seria, quotata fare questo ad un consumatore? “Guardi che non solo non può – spiega Pisani -, ma non dovrebbe mai farlo. Però, come può notare, ci sono centinaia di casi. Evidentemente sono abituati a farlo quelli che si inventano i contratti. La questione non è manco la serietà della Compagnia quanto quelli che usano il suo nome per inventarsi contratti al solo scopo di lucrare sulle percentuali.  Il dramma è che non si riesce a trovare un giudice che interrompe questa pratica vergognosa e la smetta di trattare questi casi come cause bagattella. Se i giudici cominciano a infliggere una bella punizione, tosta, alle Compagnie, sono certo che faranno molta più attenzione, ci sarebbero meno denunce come quella dello Chef Bisanti e si ingolferebbe meno la giustizia” conclude Pisani.

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“Appalti truccati”, il generale dei carabinieri Liporace resta agli arresti domiciliari

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Il Tribunale del Riesame di Milano ha respinto il ricorso presentato dai difensori e ha confermato le misure degli arresti domiciliari al generale dell’Arma Oreste Liporace e all’imprenditore Ennio De Vellis, indagati nell’inchiesta per corruzione coordinata dal pm Paolo Storari e condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano su presunti appalti truccati in cambio di tangenti e regali.

Liporace e De Vellis, indagati a vario titolo per i reati di traffico di influenze illecite, emissione di fatture per operazioni inesistenti, corruzione e turbata libertà degli incanti, si erano difesi nell’interrogatorio di garanzia, respingendo le accuse. A quanto emerso dalle indagini, grazie a loro gli imprenditori William e Massimiliano Fabbro (indagati e che hanno collaborato) avrebbero ottenuto, fino al 2021, i servizi di pulizia, anche della piscina, della caserma di Velletri in cui Liporace era comandante reggimento Allievi Marescialli e Brigadieri.

Quest’ultimo avrebbe ottenuto in cambio 22mila euro, borse Louis Vuitton, noleggi auto e biglietti per lo stadio Olimpico e per la Scala di Milano. Davanti al gip Domenico Santoro, avrebbe parlato di un frequente “scambio di regali” che aveva con i fratelli Fabbro. Nella stessa occasione, De Vellis aveva sostenuto di non avere avuto alcun ruolo negli appalti della caserma, respingendo poi anche l’accusa di traffico di influenze illecite in relazione ad appalti del Dis (Dipartimento informazioni e sicurezza) e sminuendo il suo rapporto con Lorenzo Quinzi, da gennaio scorso capo del dipartimento per gli affari generali e la digitalizzazione del Ministero delle Infrastrutture, indagato per corruzione e turbativa.

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Maestra adescava minori su chat per avere rapporti sessuali, condannata a 7 anni e 3 mesi

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Una maestra 47enne di scuola elementare è stata condannata dal Tribunale di Bari a 7 anni e 3 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 75mila euro con l’accusa di aver adescato sui social e nelle chat minorenni con i quali avrebbe avuto rapporti sessuali in un b&b nel centro di Bari, facendosi filmare. La notizia è riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 4 anni.

La donna, che si faceva chiamare zia Martina, finì agli arresti domiciliari nel dicembre del 2021 quando insegnava in una scuola del nord Italia e fu sospesa dall’incarico. Risponde di due episodi di produzione di materiale pedopornografico e di una presunta vicenda di corruzione di minorenne. Il Tribunale ha disposto nei suoi confronti l’interdizione dai pubblici uffici e da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado o servizio in istituzioni e strutture pubbliche e private frequentate da minori, oltre alla misura di sicurezza del divieto di avvicinamento a luoghi frequentati da minori e di svolgere lavori che prevedano un contatto abituale con minorenni per la durata di un anno dopo aver scontato della condanna.

L’imputata è stata assolta ‘perché il fatto non sussiste’ da una ulteriore contestazione di corruzione di minorenne, relativa ad un presunto video di natura erotica con un adolescente. Le indagini partirono in seguito alle denunce presentate ai carabinieri dai genitori delle presunte vittime.

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Cronache

Addio a José Alberti, fu la prima guida di Maradona a Napoli

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José Alberti, la prima guida di Diego Armando Maradona a Napoli, è scomparso ieri all’età di 82 anni. Alberti, nato a Buenos Aires, non era solo l’interprete del Pibe de Oro, ma anche un amico e una figura di riferimento che ha accolto Maradona nella sua famiglia, facendogli conoscere le bellezze della città e la passione calcistica dei suoi abitanti.

Sbarcato in Italia negli anni ’60 per giocare nel settore giovanile della Juventus, Alberti si stabilì a Napoli dopo aver firmato per l’Internapoli. La sua carriera lo portò poi a diventare allenatore in diverse squadre di provincia. Ma fu il suo ruolo nella trattativa per portare Maradona a Napoli che lo rese indimenticabile. Omar Sivori, che aveva chiuso la carriera a Napoli, contattò Alberti per incontrare Jorge Cyterszipiler, il manager di Maradona. Questa missione segreta mirava a far conoscere la città a Diego, che sarebbe stato acquistato da Ferlaino per 13,5 miliardi di lire.

Alberti era presente al San Paolo il 5 luglio 1984, il giorno della presentazione di Maradona. Tradusse le domande dei cronisti di tutto il mondo e suggerì a Maradona alcune parole in italiano per salutare i nuovi tifosi. La sua famiglia, composta dalla moglie Mariagrazia e dai figli Andrea ed Emilia (campionessa di pallanuoto), divenne un punto di riferimento per Diego e la sua compagna Claudia.

José Alberti e Maradona condividevano una forte amicizia. Alberti, nato il 26 ottobre, festeggiava spesso i compleanni con Diego, brindando insieme in luoghi come “La Cueva”, il locale che Alberti aveva aperto a Riva Fiorita. Anche dopo il ritiro, Alberti rimase nel mondo del calcio come consulente per club italiani e argentini.

Cinque anni fa, José Alberti ebbe l’onore di abbracciare Papa Francesco in Vaticano. Il pontefice, tifoso del San Lorenzo, squadra in cui Alberti aveva giocato, ricordava con affetto quei tempi.

I funerali di José Alberti si terranno oggi alle ore 11 nella Chiesa Santa Maria di Bellavista a Posillipo. La sua scomparsa lascia un vuoto nel cuore di chi lo ha conosciuto e di tutti i tifosi napoletani che ricordano con affetto il suo contributo nell’arrivo del più grande calciatore di tutti i tempi a Napoli.

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