Collegati con noi

Salute

Nino Di Costanzo, lo chef stellato ambasciatore di Ischia nel mondo

Pubblicato

del

Il luogo più bello dove vivere è quello in cui la tua vita ha affondato  le radici. È quel luogo unico al mondo dove ti senti a casa. Non è necessariamente il posto dove hai la casa. Perché le cose, come ad esempio la casa, non danno emozioni, non procurano i sentimenti che prendono il sopravvento davanti alla bellezza della natura, ad uno scorcio di paesaggio, al profumo che sale dal mare o che aleggia intorno ai gelsomini, al sapore dei frutti di quella terra che ti fa sentire nel posto in cui desideri vivere. Questo breve preambolo mi serve a introdurre un uomo: Gaetano Di Costanzo, 46 anni, chef affermato, uno che ha girato il mondo ed ha regalato sapori, odori, profumi della sua terra, Ischia, a capi di Stato e di Governo, capitani d’industria e boss di multinazionali della Silicon Valley Usa, magnati russi, regnanti, principi, principesse arabe e anche gente semplice, spesso la meglio gente.

Chef all’opera. Nino di Costanzo e la sua brigata all’opera

Gaetano o se vi piace di più Nino Di Costanzo, due stelle Michelin (nascoste all’ingresso del ristorante dietro una piccola scrivania con telefono e cassa) conquistate col suo ristorante di Ischia (Danì Maison), ha appassionato mezzo mondo con i suoi piatti. Ha cucinato per chiunque e ovunque nel mondo, dalla Russia agli Usa, dal Giappone al Canada, alla Spagna, Svizzera e altri paesi, offrendo sempre piatti della sua terra, della sua tradizione, della sua mamma. Perché lui è bravo, sì che è bravo, è un chef stellato, ma i sapori che la sua mamma tira fuori dai piatti della tradizione ischitana, per Nino sono una meta ancora da raggiungere. Forse è quella la terza stella che merita. Riuscire a “rubare” ogni singolo sapore ai piatti di mammà. Perchè lui, a differenza di qualche chef spocchioso, ha fatti mille scuole, ha lavorato in tantissimi ristoranti rinomati, ma per migliorarsi si ispira alla mamma. A differenza di noi umani che qualche volta andiamo a mangiare nel suo ristorante, lui ha la fortuna di essere cresciuto coi piatti di mammà e può continuare ad assaporare i piatti di mammà. Senza manco dover prenotare. Senza il rischio di non trovare posto a tavola. Da “Danì Maison” ogni anno che passa è da ricordare. Anche quest’anno. “Tutto esaurito sempre. Mai visto tanta bella gente arrivare fin qui per mangiare” spiega lo chef che più d’ogni altro si tiene alla larga dai riflettori. Nino è persona schiva, riservata, veramente se ne fotte del bla bla bla e del vuoto pneumatico mediatico. È uno concreto, valori contadini e radici isolane, ischitano che ama la terra più di ogni altro perché ne conosce il valore intrinseco, e poi c’è il rispetto per il mare, che è vita, prospettiva, orizzonte geografico lontano e aspirazione culturale, colore. Quest’uomo, questo chef, questo cuoco (non credo si offenda) ha girato ovunque, ha visto il mondo, città bellissime, persone bellissime, cose meravigliose, ma niente l’ha mai affascinato o l’ha convinto che fossero posti più belli della sua terra, della sua gente, della sua Ischia. A quest’uomo, a questo professionista che ha portato sempre Ischia con se, il comune di questa isola meravigliosa incastonata nel più bel golfo del mondo, ha  deciso di assegnare l’onorificenza di “Ambasciatore nel Mondo del Comune di Ischia”. Già lo faceva, anche senza la pergamena. Però, come diciamo noi italiani: meglio tardi che mai. In ultimo, ma non per ultimo, devo rivelare una cosa che mi aveva fatto promettere di non scrivere. E infatti lo scrivo perchè non me l’ha detto lui, da Nino ho solo ricevuto conferma a racconti che avevo raccolto. Tutte le volte che può, a pranzo o a cena, lo chef apre le sue porte a famiglie che non potrebbero permettersi una pizza e una birra figurarsi un ristorante stellato. Ogni singolo piatto, ogni singolo sapore, odore, profumo delle prelibatezze che altri possono assaporare pagando giustamente e lautamente queste famiglie ne possono godere gratis. Ma di questo Nino Di Costanzo non ne vuole mai parlare. 

Advertisement

In Evidenza

L’Ema blocca un medicinale contro l’Alzheimer

Pubblicato

del

L’Agenzia europea per i medicinali ha respinto la raccomandazione per il farmaco Lecanemab contro l’Alzheimer. L’Ema ha annunciato che il rischio di gravi effetti collaterali è superiore all’effetto positivo atteso.

“Il Comitato per i medicinali per uso umano” dell’Ema “ha raccomandato di non concedere un’autorizzazione all’immissione in commercio per Leqembi”, ha sottolineato l’autorità, facendo riferimento in particolare all’insorgere di rischi di emorragia cerebrale nelle persone trattate con il farmaco. Il Lecanemab – nome commerciale Leqembi – è disponibile negli Stati Uniti dall’inizio del 2023 per il trattamento dell’Alzheimer in stadio iniziale. Sebbene la terapia non migliori i sintomi, può rallentarne leggermente la progressione della malattia. Il farmaco, secondo gli esperti, sarebbe quindi adatto solo per un gruppo molto limitato di malati di Alzheimer, meno del 10%. A fronte dei possibili edemi ed emorragie cerebrali, la terapia deve essere monitorata regolarmente con esami di risonanza magnetica. Ora la società farmaceutica Eisai, che ha presentato la domanda, potrà richiedere un riesame entro 15 giorni.

Continua a leggere

Corona Virus

Covid: continua l’ondata estiva, + 53% casi in 7 giorni

Pubblicato

del

L’ondata estiva di Covid-19 non accenna a rallentare. Secondo l’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute, la scorsa settimana i contagi sono aumentati del 53,3% rispetto a sette giorni prima, passando da circa 9mila a 13.672. Questo numero, tuttavia, potrebbe sottostimare l’intensità della circolazione del virus, la cui entità è difficilmente misurabile in assenza di un sistema capillare di sorveglianza sul territorio. Secondo la rilevazione, al 24 luglio risultano in leggero aumento i ricoveri in area medica, al 2,4% (1.517 ricoverati) e stabili quelli nelle terapie intensive, allo 0,4% (38 ricoverati). È stabile, ma sopra la soglia epidemica di 1, l’indice di trasmissibilità Rt: al 15 luglio è pari a 1,24, rispetto al valore di 1,20 della settimana precedente.

“L’aumento dei casi di Covid-19 all’inizio dell’estate è qualcosa che abbiamo visto anche nelle stagioni passate. È un segno che che il virus non si è ancora stagionalizzato del tutto”, dice Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e già a capo della Prevenzione del ministero della Salute.

“Negli anni scorsi, dopo una piccola ondata estiva, il numero di casi è andato diminuendo per risalire poi in maniera più importante in autunno. Il trend potrebbe ripetersi anche quest’anno, ma a oggi non abbiamo certezza”, aggiunge. Come avviene ormai da tempo, i dati rilevano più contagi negli anziani: i ricoveri sono pari a 47 per milione di abitanti nell’età compresa fra 80 e 89 anni e a 86 su un milione per gli ultranovantenni; nelle terapie intensive sono pari a 1 su un milione per entrambe le fasce d’età e la mortalità risulta di 4 su un milione per l’età compresa fra 80 e 89 anni e di 12 su un milione oltre i 90 anni. “Questo dato potrebbe essere un bias, una distorsione”, avverte Rezza.

“È probabile che nei giovani la gran parte dei casi di malattia passi inosservata, mentre si tende ad avere più attenzione negli anziani. Questa popolazione è inoltre quella che più frequentemente viene ricoverata e su cui poi vengono eseguiti i tamponi”, ricorda. Quanto ai tamponi, il numero di quelli effettuati direttamente in farmacia è ormai esiguo, specie da quando non esiste l’obbligo di certificazione per il rientro al lavoro, mentre non ci sono dati sui test fai-da-te acquistati e fatti autonomamente dai cittadini, ricorda Federfarma.

Anche un piccolo sondaggio effettuato su alcune grandi farmacie romane non rileva particolari aumenti delle richieste da parte dei cittadini. Tuttavia, i kit Covid sono ormai facilmente accessibili attraverso innumerevoli canali di vendita. È quindi difficile avere informazioni esaustive su come si stia muovendo il virus. Quel che sembra assodato è che si siano ormai affermate le varianti appartenenti alla famiglia Kp: secondo il monitoraggio Iss-ministero, le varianti Kp2, Kp3, Kp3.1.1 sono in aumento rispetto alla settimana precedente e, insieme, sono responsabili di circa il 70% dei contagi. Discendono tutte dalla variante JN.1 contro cui è diretto il vaccino aggiornato. Non ci sono quindi timori sulla sua efficacia per la prossima stagione.

Continua a leggere

In Evidenza

Preoccupa il virus Oropouche, primi 2 morti in Brasile

Pubblicato

del

Sale la preoccupazione per il virus Oropouche, diffuso soprattutto nell’America centro-meridionale e nei Caraibi ma che ha fatto registrare ad oggi 4 casi anche in Italia: l’infezione ha causato due primi decessi in Brasile, nello stato di Bahia, e si tratta dei primi registrati a livello mondiale. La conferma è giunta dal Ministero della Salute brasiliano. La febbre di Oropouche è un’infezione virale tropicale trasmessa da moscerini e zanzare e prende il nome dalla regione in cui è stata scoperta e isolata per la prima volta nel 1955, presso il laboratorio regionale di Trinidad, vicino al fiume Oropouche, a Trinidad e Tobago. Il primo decesso è stato confermato il 17 giugno. Il paziente aveva 24 anni, viveva a Valença ed è morto a marzo. Lunedì scorso è stato invece registrato il secondo decesso, di una donna, ed il ministero della Salute sta ancora indagando su un’altra morte sospetta nello stato di Santa Catarina.

L’Organizzazione panamericana della sanità (Paho) ha inoltre emesso un allarme epidemiologico per informare i Paesi membri sull’identificazione di possibili casi, attualmente in fase di indagine in Brasile, di trasmissione del virus Orov dalla madre al bambino durante la gravidanza. In Italia, ad oggi, sono stati diagnosticati 4 casi tutti di importazione, ovvero di soggetti rientranti dal Brasile e da Cuba. La malattia da virus Oropouche, spiega l’Istituto superiore di sanità, è una arbovirosi causata dal virus Oropouche (Orov), un virus a Rna che può essere trasmesso agli esseri umani principalmente attraverso la puntura di Culicoides paraensis, un piccolo dittero ematofago di 1-3 mm, simile ad un moscerino, che nelle aree endemiche si trova in zone boschive nei pressi di ruscelli, stagni e paludi, o di alcune zanzare come Culex quinquefasciatus.

Nessuno di questi vettori al momento è presente in Italia o in Europa. Non è stata al momento confermata la possibilità di una trasmissione da uomo a uomo del virus. Nel 2024 (al 23 luglio), sono stati registrati oltre 7700 casi nel mondo in cinque paesi: Brasile, Bolivia, Peru, Cuba e Colombia. I primi casi registrati anche in Italia sono senza conseguenze gravi. Il rischio di infezione, chiarisce l’Iss, è presente se si viaggia nei paesi in cui è presente il virus. Per chi si trova in queste zone si raccomanda di mettere in atto tutte le precauzioni necessarie ad evitare il contatto con gli insetti vettori: usare repellenti chimici, indossare vestiti che coprano braccia e gambe, soggiornare in case dotate di zanzariere e cercare di ridurre le attività all’aperto nei periodi di maggiore attività vettoriale (alba e crepuscolo).

I sintomi principali dell’infezione sono febbre, mal di testa, dolore articolare e, in qualche caso, fotofobia, diplopia (visione doppia), nausea e vomito. Se si è di ritorno da un viaggio nei paesi in cui è presente il virus e si hanno questi sintomi il consiglio è di rivolgersi al proprio medico. Grazie ad un team multi-disciplinare di esperti, L’Iss è in prima linea per monitorare il rischio da virus Oropouche in Italia per gli aspetti virologici ed epidemiologici.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto